Sanità in Calabria, U.Di.Con.: “Continuano le promesse disilluse”

"La situazione finanziaria per ciò che riguarda la sanità calabrese continua a peggiorare – scrive in una nota il presidente nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – il tutto peraltro in pochi mesi, visto che l’ultima verifica risale alla fine di aprile. Le conseguenze saranno ancor più devastanti di quello che hanno già dovuto riscontrare in questi anni i cittadini calabresi. Dove sono le soluzioni proposte dal Governo? Quando vedremo la mano del Commissario Cotticelli? Basterà il Decreto Calabria che tutto sembra tranne che essere un testo a favore del miglioramento delle condizioni dei calabresi? Queste sono domande alle quale temo che non giungerà alcuna risposta. La situazione che più ci preoccupa è quella legata all’Asp di Reggio Calabria, alle porte ormai del dissesto finanziario. Non possiamo aspettare che le cose si sistemino da sole – continua Nesci – bisogna fornire piuttosto delle immediate soluzioni, altrimenti il commissariamento della sanità in Calabria a cosa servirebbe? Sono anni che la sanità in Calabria è commissariata e sono anni che piuttosto che andare avanti si va indietro. Questo dissesto costa caro ai cittadini calabresi che, non solo devono vivere in realtà quotidiane complicate, ma devono anche pensare, per curarsi, di fare centinaia di chilometri. Allora si rimbocchino le mani le Istituzioni – conclude Nesci – non c’è più tempo e non ce n’è più da diversi anni ormai”.

Emigrazione sanitaria, Guccione: "La Regione ha pagato prestazioni per pazienti non residenti in Calabria"

«Roba da non crederci. In questi quattro anni e mezzo di legislatura abbiamo pagato decine di milioni di euro per non aver contestato, nella Conferenza dei presidenti sul riparto del Fondo sanitario, il dato dell’emigrazione passiva che in questi anni ha raggiunto 320 milioni di euro. Un dato incredibile, come quello di aver pagato 4 milioni e 699mila euro per prestazioni di pazienti che alla fine si è scoperto non residenti in Calabria. O ancora il non aver contestato, per quanto riguarda i ricoveri “flusso A” pari a 222 milioni di mobilità passiva nel 2017 che avrebbe potuto farci risparmiare 36 milioni di euro».

È quanto ha affermato il consigliere regionale Carlo Guccione che ha inviato un’interrogazione al presidente della Regione Mario Oliverio.

«Potrebbero essere decine gli esempi, come evidenziato nella riunione della Terza Commissione “Sanità, attività sociali, culturali e formative” della Regione Calabria dello scorso 14 febbraio, dal dirigente generale del Dipartimento sanità della Regione Calabria, Antonio Belcastro: di fatto, per gli anni passati, siamo stati condannati in contumacia per non aver sollevato il problema anche perché gli esercizi finanziari risultavano ormai definiti con un danno di almeno duecento milioni di euro per la nostra regione. Il dirigente generale ci ha informato di aver inviato nel mese di febbraio una relazione dettagliata alla Conferenza dei Presidenti, al coordinatore e al coordinatore vicario, che sono rispettivamente l’assessore del Piemonte e l’assessore dell’Emilia-Romagna, confutando una serie di dati sull’emigrazione passiva. Tutto questo ha permesso – ha spiegato Carlo Guccione - di verificare inesattezze, inappropriatezze e veri e propri errori che alla Calabria sono costati milioni di euro e che solo oggi si è avuto la possibilità, attraverso un’iniziativa del direttore generale Belcastro, di far emergere. Una responsabilità esclusivamente nostra: non controllando e non contestando negli ultimi cinque anni mai un dato sulla mobilità passiva calabrese, le altre regioni ne hanno approfittato e hanno assunto comportamenti opportunistici. E non solo. La Regione Calabria, di fatto, ha causato un danno erariale per centinaia di milioni di euro con il suo comportamento omissivo e pressapochista pagando prestazioni sanitarie ad altre regioni non dovute».

«Si è voluto intraprendere un corpo a corpo con il commissario per il Piano di rientro – ha sottolineato Guccione - ma nello stesso tempo si è smantellato il dipartimento Salute, dove mancano 83 dipendenti e 6 dirigenti. Si è preferito fare scena muta nella Conferenza dei Presidenti delle Regioni nel momento in cui si trattava di contestare e far valere gli interessi della Calabria. Quella emersa è una situazione gravissima che non può passare sotto silenzio e qualcuno deve prendersi delle responsabilità, per molto meno qualcuno si è dimesso. Una classe dirigente non può presentarsi a Roma con il cappello in mano, ma deve avere schiena dritta nelle sedi istituzionali e far valere gli interessi della nostra regione. Fino ad oggi questo non è accaduto».

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Sanità nelle Serre, la denuncia del sindaco d'Arena: " Siamo ad un passo da una vera e propria emergenza sociale"

“Sono bastati pochi centimetri di neve, diventata ghiaccio in queste gelide nottate, per trasformare il parcheggio e l'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale di Serra San Bruno in una lastra di ghiaccio, che costringe i pazienti e i loro familiari ad effettuare veri slalom tra i cumuli di neve sparsi nelle aree destinate al parcheggio, ad oggi ancora presenti”.

È quanto denuncia con una nota il sindaco d'Arena, Antonino Schinella. 

“Una situazione - prosegue il comunicato - diventata ancora più critica anche in considerazione dello stato di manutenzione delle aree verdi circostanti diventate da qualche mese una vera e propria selva dove gli alberi, soprattutto quelli ad alto fusto, necessitano di una urgente potatura, prima che possano mettere a rischio l'incolumità dei cittadini che si portano presso il nosocomio serrese per ottenere le ormai minime prestazioni garantite. Chiedo e mi chiedo se la direzione sanitaria della struttura abbia richiesto gli interventi necessari per risolvere i problemi esistenti, compresa la mancata manutenzione e pulizia delle vetrate esterne che sembrerebbe ancora non eseguita. Ma le criticità che oggi gli stessi cittadini del comprensorio delle Serre riscontrano nell'erogazione dei servizi sanitari non si fermano a questo. Il servizio di prelievi che veniva effettuato nelle sedi comunali non viene più garantito. Infatti, dopo il pensionamento dell'unico infermiere che si occupava di tale prestazione, consentendo a tutti di poterne usufruire, non si è provveduto alla nomina del suo sostituto. Inoltre, in alcuni centri il servizio di medico di base viene garantito a singhiozzo, con restrizioni sugli orari di apertura degli ambulatori che in alcuni casi sembrerebbero ridotti al lumicino. Il tutto - aggiunge Schinella - a esclusivo danno dei pazienti che attendono, anche per diversi giorni, come il caso più volte segnalato alla responsabile del servizio del distretto di Serra San Bruno riguardante la postazione del Comune di Nardodipace. La situazione andrà ulteriormente ad aggravarsi in considerazione di alcuni imminenti pensionamenti di medici di base. Ad oggi non è dato sapere se l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia abbia avviato le procedure e le attività volte sia al superamento delle criticità esistenti che di quelle che nelle prossime settimane andranno a presentarsi. In una situazione così delicata, ad un passo da una vera e propria emergenza sociale, è necessario che le autorità competenti adottino tutti i provvedimenti ritenuti idonei, senza ulteriori rinvii perché i cittadini, soprattutto le fasce più deboli come gli anziani,non possono più sopportare il fardello che un sistema male organizzato scarica esclusivamente su di loro. È necessario convocare con la massima urgenza la Conferenza dei sindaci per superare le criticità esistenti e per consentire alle popolazioni del comprensorio di poter usufruire dei servizi sanitari, seppur minimi, indispensabili per la tutela della loro salute. Il tempo dei rinvii - conclude Schinella - è finito e non si può accettare l’inerzia soprattutto se proviene da quegli stessi organi di garanzia posti al controllo dei servizi. I cittadini vogliono risposte chiare e immediate”.

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Assunzioni in vista per l'Asp di Vibo, ma serve il placet di Scura

I tagli ed il blocco del turn over che hanno stravolto il comparto sanitario calabrese potrebbero essere destinati a subire un leggero allentamento. In una situazione oggettivamente al limite e' necessario cercare di salvare il salvabile attraverso qualche aggiustamento finalizzato, nella migliore delle ipotesi, ad arginare lo sfascio in cui versa l'intero settore. Proprio in tale direzione si stanno muovendo le Asp calabresi che, in questi giorni, hanno avanzato al commissario alla sanita', Massimo Scura, una serie di proposte che, qualora dovessero essere accolte, consentirebbero d'immettere qualche nuova risorsa nel circuito della rete ospedaliera regionale. I vertici dell'Azienda sanitaria vibonese non sono stati con le mani in mano e stando a quando pubblicato stamane dalla Gazzetta del Sud avrebbero avanzato una richiesta per poter procedere all'assunzione di 73 nuove unita'.  In particolare, il piano redatto dal direttore amministrativo Francesco Procopio e dal direttore sanitario dell'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia Michelangelo Miceli, prevederebbe l'immissione in ruolo di 32 dirigenti medici, 1 tecnico di radiologia, 20 infermieri professionali ed altrettanti operatori socio sanitari. Si tratta di una manciata di professionalita' appena necessarie a garantire i livelli minimi di assistenza e per permettere all'Azienda di continuare ad erogare servizi indispensabili. Qualora il piano di assunzioni dovesse essere accolto, si concretizzerebbe la possibilita' d'immettere risorse fresche nelle strutture ospedaliere presenti sul territorio provinciale, anche se la gran parte delle nuove figure andrebbe ad operare negli ospedali di Vibo Valentia e Serra San Bruno. Nel dettaglio, le eventuali assunzioni interesserebbero 15 dirigenti medici destinati al pronto soccorso dello "Jazzolino" ed altri 17 alle unita' operative di Vibo e Serra (5 dirigenti medici dovrebbero andare a rimpinguare il personale che attualmente opera nei reparti di anestesia, rianimazione e radiologia, mentre altri 2 andrebbero ad operare nei reparti di ortopedia e traumatologia. Sei, invece, verrebbero assorbiti da urologia, 2 da cardiologia utic, 1 da pediatria ed 1 dalla lungodegenza di Serra San Bruno). Le 43 professionalita' rimanenti dovrebbero, invece, essere cosi' ripartire: 1 tecnico di radiologia, 20 infermieri professionali e 20 operatori socio sanitari. Presentata la richiesta, ora bisogna aspettare la risposta del commissario Scura. Una risposta tutt'altro che scontata e che nella migliore delle ipotesi non sortirebbe effetti positivi in tempi rapidissimi. Come ha sottolineato il direttore amministrativo, Francesco Procopio, ogni passaggio dovra' seguire, infatti, le previsioni contenute nel decreto n. 2 del 26 marzo scorso con il quale il commissario ad acta ha indicato i tempi e le eventuali modalita' per procedere ad eventuali assunzioni.    

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Oggi l'incontro del Pd sulla sanita' vibonese

Si svolgera' alle 18,30 di oggi presso l'hotel 501 di Vibo Valentia l'incontro per discutere dello stato della sanita' vibonese. Prenderanno parte all'iniziativa, il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio; il deputato, Bruno Censore; i consiglieri regionali, Michele Mirabello e Vincenzo Pasqua ed il candidato a sindaco del centrosinistra  di Vibo Valentia Antonio Lo Schiavo .Nel corso della tavola rotonda, oltre ad analizzare la situazione della sanita' vibonese si procedera' all'individuazione di adeguate linee d'intervento.

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