Nicotera: Bruno Vinci, l'intellettuale che volle il ginnasio

Famiglia nobile di Limbadi, i Vinci entrano nella storia di Nicotera, Limbadi e Motta nel XVII secolo. Essi furono tra i più importanti nobili che vissero in quest’area della Calabria. Tra i personaggi più noti della famiglia si ricordai Bruno deputato del Regio Parlamento Italiano, influente maestro della gioventù calabrese; Adolfo grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, alto funzionario del Ministero degli Esteri vivente nella prima metà del XX secolo.Bruno Vinci nacque a Limbadi il 27 luglio del 1812, medico, filosofo, filantropo, illustre nicoterese d’ adozione dopo aver sposato  Maria Naso. Una vita piena di cariche. Sindaco di Limbadi in pieno periodo Borbonico dal 1840-al '42, in seguito consigliere comunale a Nicotera, per poi concludere la sua ascesa politica con due legislazioni al Parlamento di Torino e Firenze. Intorno al 1848, quando anche in Calabria si accesero focolai insurrezionali contro i Borbone sedati con le armi da Ferdinando Nunziante ( ricordo i martiri di Gerace) anche a Nicotera iniziano ad agitarsi le acque. Bruno Vinci, con un gruppo nutrito di menti eccelse, si oppose ai Borbone istituendo una loggia massonica, un circolo letterario e politico con lo scopo di divulgare idee liberali. Frequentavano il Circolo le più importanti personalità del tempo: Cognetti, medico di chiara fama, Diego Corso, medico, archeologo, il chimico Mamone, Capria, professore dell'Università di Napoli, l'avv. Mileto, il cav. Coppola, il pittore Domenico Russo, i maestri Rascaglia e Pagano, il canonico La Tessa, Carlo e Giuseppe Cipriani ed il Sacerdote Francesco Spinoso. In questo Circolo oltre agli aspetti culturali si discuteva del modo di far giungere senza intoppi Garibaldi a Nicotera. Infatti,  il Generalissimo sbarcò senza alcun problema sulle coste di Nicotera  il 26 agosto 1860 , a seguito di una capillare propaganda che i dotti nicoteresi compirono sulla popolazione. Queste le parole della Delibera del Decurione (A.S.C.N. Delibera del Decurionato 6 febbraio1861) scritta a distanza di mesi il 6 febbraio 1861 in cui viene descritto l'arrivo di  Garibaldi  nel centro:” Ove sbarcato l'illustre generale il cui sbarco avvenuto in Marina il 26 agosto 1860 (….) venne da noi e dalla popolazione tutta facilitato, in mezzo a grida di entusiasmo e gioia “. Il 15 luglio 1865 cominciarono le battaglie tra nuovo regime e clero: a Nicotera si fece chiudere il seminario per far nascere il ginnasio. Il 17 luglio del '65 si riunì la Giunta per autorizzare “in forza di nota” dal Sottoprefetto foglio n. 7102. Di fronte ai personaggi del circolo letterario di Vinci e degli altri Nicoteresi il Sindaco Saverio Adilardi, dopo aver letto la nota: “Il Sottoprefetto Antinori scrive che la visita del Regio Ispettore degli studi di Monteleone e Nicastro, dopo aver ispezionato le Scuole elementari, che trovò in sufficiente stato di progresso ,” accompagna il Sottoprefetto  ai locali di questo Seminario di Nicotera, dove nascerà il Ginnasio. L'Ispettore enumera le difficoltà espresse dal Vicario del Vescovo De Simone, ed il diniego ostinato del Vescovo di far accedere ai locali l'Ispettore Regio. L'intero documento, molto interessante, ci informa sia della “bugia” del Vescovo nel sostenere che ivi erano rimaste solo le cattedre religiose, che la risposta del Sindaco, anch'egli liberale, il quale  invocò il Ministro della Pubblica Istruzione chiedendogli di chiudere il Seminario di Nicotera e di affidare la struttura al Municipio. Tuttavia, proprio durante la sua prima legislazione, nel 1865, Bruno Vinci istituì il Ginnasio che fece progredire culturalmente il Borgo, accogliendo studenti da tutta la Calabria. A distanza di mesi, dopo visite e battaglie, il 4 gennaio 1866, si riunì  una Seduta straordinaria del Consiglio comunale, per discutere l'incarico di aprire il Ginnasio nei locali del Seminario, “ il quale fu chiuso per disposizioni superiori”. I comuni di Limbadi e Ioppolo e Nicotera dovettero inserire nei propri bilanci una somma per sovvenzionare il Ginnasio. In quegli anni anche a Nicotera si agiva in nome di leggi non ancora promulgate. A distanza di pochi mesi, secondo l'ennesimo documento ( A.S.V.N. DOC LXXVI agenda Natale  Pagano) si riunì una Seduta straordinaria presieduta dal Sindaco Adilardi. Ad essa partecipò la Giunta ed il lodato Signor Regio Ispettore Provinciale, il quale, in conclusione dei lavori, dichiarò ufficialmente che il suo intento era quello di aprire in tempi brevissimi il Ginnasio. Inoltre, secondo il documento, l'Ispettore decise di controllare la somma stanziata dal Municipio che a conti fatti non risultava sufficiente. Il Municipio stanziò, quindi, la somma di lire 3. 242,90. Inoltre volle indagare se il quadro presentato dalla Chiesa fosse veritiero. Le lotte tra Curia Nicoterese e Stato continuarono nel mese di marzo del 1866. Vinci rieuscì ad ottenere la vittoria definitiva. Il  19 marzo si riunì, ancora una volta, la Giunta e venne nominato il personale (A.S.V.N. DOC  LXXVII agenda Pagano):” Vinci Bruno fu Isidoro età 53 anni di Nicotera Dottore in medicina e Deputato, con carica di Direttore del Ginnasio con stipendio annuo 1500 £. Brancia Raffaele fu Giuseppe di Nicotera 41 anni e insegnante prima classe con 500 £ annue. Brancia Francesco fu Diego di Nicotera 44 anni insegnante seconda classe con 500 £ annue. Foglia Giuseppe fu Giovanni da Cerenzio età 40 insegnante 3 classe con stipendio annuo 1200 £ con documenti attestanti l'idoneità inviati dal Regio Ispettore della prov. Cipriani Franc. Maria fu Carmine di Nicotera 31 anni incaricato di Aritmetica con 3.200 £ annue. Massara Filippo di Giuseppe Nicotera anni 37 incaricato di calligrafia con l'annuo stipendio di £ 200. Massara Raffaele fu Antonino da Nicotera anni 60 incaricato di lingua Francese con 200 £ annue. Berlingò Francesco fu Francesco Nicotera anni 48 bidello e custode con 300 £ annue”. Il Direttore Vinci rimase al timone del Ginnasio anche dopo la fine delle due legislature che lo videro Senatore. Stroncato da un attacco cardiaco Bruno Vinci tornò alla casa del padre il 17 settembre 1877 dopo aver coronato il suo sogno liberale e dopo aver lasciato la sua cospicua rendita in favore del mantenimento del Ginnasio comunale. Il suo corpo è tumulato nella Chiesa di San Francesco di Nicotera Il Municipio poté disporre dell’appannaggio di Bruno Vinci soltanto dopo la morte della vedova, spirata nel 1892.

 

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