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Coronavirus: nessun nuovo caso nelle province di Vibo, Catanzaro e Crotone

Non c'è nessun nuovo tampone positivo al coronavirus nelle tre province della Calabria centrale.

È quanto emerge dal bollettino (aggiornato alle ore 12) diffuso dall'azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro.

In particolare, nelle ultime ore sono stati analizzati 330 tamponi, di cui: 222 provenienti dalla provincia di Catanzaro, 72 da quella di Crotone e 36 da quella di Vibo Valentia.

 

Inchiesta "Helios", Reggio Futura: "Siamo diversi, non speculiamo sulla pelle della città"

" Apprendiamo dalla stampa che nell’ambito dell’operazione 'Helios' della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria risulterebbero indagati diversi consiglieri di maggioranza e qualche assessore dell’attuale giunta comunale. Culturalmente e ideologicamente siamo da sempre riluttanti a ogni forma di giustizialismo, ritenendo che l’avviso di garanzia abbia la funzione di “garantire” l’indagato, certamente non di metterlo alla gogna. E per queste ragioni non dedicheremo alcun commento a questa operazione. Certo, a parti invertite chissà che polverone avrebbero sollevato quelli di sinistra: con comunicati stampa e post indignati carichi di odio e di invettive avrebbero parlato di ennesimo “saccheggio” (termine questo utilizzato in più occasioni contro diversi politici reggini di destra proprio da alcuni degli odierni indagati...) e avrebbero chiesto “dimissioni immediate” per tutta la giunta. Ma noi di destra non siamo come loro. Grazie a Dio noi siamo geneticamente diversi: noi siamo garantisti e lo siamo sempre, non solo quando l’indagato veste la nostra maglia; per noi il principio che il Sindaco “poteva non sapere” valeva ieri come oggi; noi siamo abituati a combattere lealmente; a noi non piacciono le vittorie a tavolino; noi gli avversari li battiamo con le urne, non cerchiamo di abbatterli giudizialmente tifando per la loro condanna; noi non sacrifichiamo il bene della città agli interessi di partito come invece ha fatto la sinistra nell’ultimo mezzo secolo, partendo dai moti di Reggio per arrivare ai giorni nostri, con il centrosinistra compatto in Parlamento ad avversare la candidatura di Reggio Calabria come “Città Metropolitana”. Certo, se questi signori fossero coerenti con sé stessi e con le idee giustizialiste e manettare che propugnano da sempre, oggi dovrebbero fare un passo indietro e domani dovrebbero evitare di ricandidarsi. Ma non saremo noi a chiederglielo. Non per una iscrizione nel registro degli indagati. Questi signori le dimissioni dovrebbero darle, si, ma non per l’avviso di garanzia... dovrebbero darle per la manifesta incapacità che hanno dimostrato nell’amministrare la città in questo tristissimo quinquennio".

È quanto scrive in una nota, Italo Palmara, presidente di Reggio Futura.

Reddito di cittadinanza a esponenti di spicco della 'ndrangheta, denunciate 37 persone

Sono 37 i nuovi “furbetti” del reddito di cittadinanza coinvolti nell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro denominata “Jobless Money”.

Le indagini, condotte dai militari di Gioia Tauro col supporto specialistico del Nucleo ispettorato del lavoro, sono il frutto di un’attenta attività di analisi delle istanze presentate dai percettori del reddito di cittadinanza dalle cui verifiche, effettuate anche attraverso un esame incrociato dei dati acquisiti con le informazioni presenti nelle banche dati in uso alle forze di polizia e con riscontri sul terreno, è stato possibile appurare numerose irregolarità nelle procedure di attestazione e del possesso dei requisiti previsti.

Diverse le anomalie emerse nel corso degli accertamenti espletati sui percettori del sussidio, la gran parte dei quali ritenuti elementi di spicco della cosca di ‘ndrangheta Piromalli – Molè di Gioia Tauro.

Tra questi figurano non solo persone già condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso (due dei quali allo stato sottoposti a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno) e figure considerate apicali della ‘ndrangheta del mandamento Tirrenico, ma anche donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza la presenza all’interno del proprio nucleo familiare di soggetti detenuti all’ergastolo in regime di cui all’articolo 41 bis, già elementi di spicco della locale consorteria di ‘ndrangheta, gravati da misure cautelari personali ovvero condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Inoltre, durante le indagini sarebbero emerse false attestazionattestazioni relative all'indicazione della reale residenza e dei componenti del nucleo familiare, atteso che la norma consente che l’elargizione debba essere effettuata tenendo conto anche dell’effettivo “reddito familiare” e non solo del singolo richiedente: dal caso della madre con i figli, entrambi percettori di reddito di cittadinanza, i quali avevano dichiarato di appartenere a due nuclei familiari distinti, benché nei fatti conviventi sotto lo stesso tetto; al giovane che aveva fittiziamente modificato l’indirizzo di residenza presso un’abitazione diversa, rivelatasi poi essere un vero e proprio rudere fatiscente e in stato di abbandono, privo di utenze e servizi.

Eclatanti, inoltre, i casi di altri soggetti che, nonostante fossero stati destinatari - a seguito di condanna passata in giudicato - della pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi impossibilitati ad accedere a qualunque tipo di beneficio pubblico, erano riusciti ad ottenere comunque l’erogazione del reddito di cittadinanza ovvero quello di un cittadino che, pochi mesi prima di ottenere il reddito di cittadinanza, aveva acquistato un veicolo nuovo, a conferma di un tenore di vita normale e comunque di un profilo soggettivo non rientrante nelle categorie previste dalla legge come possibili destinatari del beneficio.

Le irregolarità riscontrate, a carico di 37 cittadini, di cui 33 italiani e 4 stranieri, hanno consentito di stimare il danno erariale complessivo arrecato alle casse dello Stato in circa 279 mila euro, scongiurando, per il il futuro, un ulteriore esborso di circa 134.500 euro, somme che i percettori avrebbero altrimenti incassato senza il tempestivo intervento dei militari dell’Arma.

Gli esiti delle indagini sono stati quindi immediatamente segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, che ha dato il nulla osta all’interruzione dell’elargizione del sussidio a favore delle 37 persone che i carabinieri hanno denunciato a piede libero.

Nuovo caso di coronavirus nel Vibonese, 35enne positivo al primo tampone

Primo tampone positivo per un 35enne di origine pachistana residente nel Vibonese.

L'uomo, che lavora come magazziniere in un supermercato di cui non è stato reso noto il paese, si era recato nel nosocomio del capoluogo di Provincia a causa di un principio d'infarto.

Una volta sottoposto a tampone, il malcapitato e risultato positivo al coronavirus ed è stato trasferito a Catanzaro, dove è stato ricoverato nell’area dedicata ai malati di covid-19.

Nella giornata di domani dovrebbe arrivare l'esito del secondo tampone cui è stato sottoposto il 35enne.

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