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"L'arte e il paesaggio", il volume di Giorgio Ceraudo sarà presentato a Catanzaro

Venerdì 26 aprile 2019, alle ore 17.00, a Catanzaro, presso il Salone del Palazzo della Provincia, sarà presentato il volume di Giorgio Ceraudo dal titolo "L’Arte e il paesaggio - Le belle contrade" (Rubbettino Editore).

Interverranno all’iniziativa, moderata dallo Silvio Rubens Vivone, Ivan Cardamone, vicesindaco e assessore comunale alla cultura; Teresa Gualtieri, presidente nazionale federazione Club per l’Unesco; Francesco Cuteri, archeologo; Rosanna Caputo, storico d’arte e l’autore del volume.

Giorgio Ceraudo, architetto, già  Soprintendente per i Beni culturali della Calabria, ha presentato il suo lavoro, a Palazzo Arnone di Cosenza, evidenziando le tante attività espletate durante la sua gestione riscuotendo attenzione e interesse.

Nell’incontro catanzarese si farà il punto sull’impegno profuso da Ceraudo per dare centralità al Complesso monumentale del San Giovanni, al Palazzo Fazzari, al Palazzo Alemanni, al restauro e alla valorizzazione del Parco archeologico e museale della Roccelletta di Borgia e agli altri gioielli architettonici che contraddistinguono la città di Catanzaro e la sua provincia.

Non mancheranno, ancora, analisi e approfondimenti sui tanti tesori d’arte del catanzarese presentati in mostre di straordinaria valenza culturale: “Andrea Cefaly e la scuola di Cortale”;  la mostra internazionale “Mattia Preti il Cavaliere Calabrese”, etc..

L’iniziativa metterà in primo piano le potenzialità che detiene la Calabria in un settore strategico, la cultura appunto, per uno sviluppo e una crescita economica e sociale non più rinviabili.

Lotta alla n'drangheta nel Vibonese, per Libera: "E’ giunto il momento di avere fiducia."

Riceviamo e pubblichiamo

"Il nostro plauso va agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria per il loro incessante e costante impegno che ha permesso di raggiungere notevoli risultanti in un territorio, come quello vibonese, in cui è fondamentale far sì che la gente possa acquisire fiducia nello Stato, sentirlo vicino ai problemi e alle necessità di chi lo abita, buttando giù quel muro di matrice storicoculturale che per anni si è frapposto tra i cittadini e le istituzioni.

Nell’ultimo periodo, nella provincia di Vibo Valentia, sono state diverse le operazioni di rilievo condotte, con elevata competenza e professionalità, dalle forze dell’ordine coordinate dalla Dda di Catanzaro, basti pensare a quelle appena compiute nella settimana scorsa che generano nuova speranza e fiducia.

L’operazione “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani che ha interessato 23 soggetti coinvolti a piede libero e 31 sottoposti a misura di custodia cautelare in carcere. La cosca dei Piscopisani viene descritta dagli inquirenti come efferata e violenta, tutt’altro che marginale e a capo di una vasta gamma di reati tutti tipici della ‘ndrangheta, volti ad impossessarsi del territorio nel tentativo di soppiantare la cosca egemone dei Mancuso. Dalle indagini risulta di rilievo il ruolo assunto da una donna, definita dagli altri affiliati “sorella omertà”, lei che assisteva i familiari dei detenuti e i latitanti offrendo aiuto e supporto in relazione ad ogni necessità. Un importante risultato investigativo raggiunto anche grazie alle denunce degli imprenditori che per anni sono stati vessati dal clan.  Ma ancora l’operazione “Errore Fatale” che ha interessato parte dei vertici della cosca Mancuso di Limbadi facendo luce anche sull’omicidio di Raffaele Fiamingo e il ferimento di Francesco Mancuso avvenuto nel 2003 a Spilinga. Tra gli arrestati anche Giuseppe Accorinti che il 5 agosto scorso, cercò di inserirsi tra i portantini del quadro della statua della Madonna della Neve di Zungri, suo paese natio nonché luogo dove esercitava la sua egemonia criminale. Decisivo in questo caso il ruolo dei collaboratori di giustizia, Emanuele Mancuso, Raffaele Moscato e Andrea Mantella.

Per troppo tempo il territorio  vibonese ha  pagato il prezzo di sottovalutazioni, negazionismi e riduzionismi geografici che nel tempo, hanno permesso il diffondersi indisturbato delle cosche criminali.

Oggi possiamo dire a gran voce che lo Stato nella nostra provincia c’è ed è forte e mira a garantire il diritto dei cittadini di vivere senza paura, quello degli imprenditori onesti di lavorare senza oppressioni e degli enti locali di poter agire ed amministrare il bene comune senza collusione. Ma per sconfiggere le mafie questo non è sufficiente serve il contributo della cittadinanza attiva e responsabile, serve che ognuno di noi senta nella propria coscienza l’inamovibile necessità di un riscatto e la responsabilità di essere parte dell’emancipazione socioculturale che vuole costruire percorsi di democrazia e legalità per liberare finalmente i nostri territori dalla protervia della ‘ndrangheta e dall’asfissiante mentalità mafiosa che genera ignoranza, regressione e subordinazione.

Non ci sono più scusanti, è giunto il momento di avere fiducia, di decidere da che parte stare, di mettere da parte paura, rassegnazione, indifferenza ed attraverso la forza della denuncia rompere quel silenzio che da sempre rappresenta uno dei cardini su cui si fonda la forza della ‘ndrangheta; solo in questo modo la speranza del cambiamento e della liberazione della nostra terra può assumere la prospettiva della possibilità".

Coordinamento di Libera Vibo Valentia

Violentato una coetanea, tre ventenni in manette

Violenza sessuale di gruppo nei confronti di una coetanea ed atti osceni, questa l'accusa con la quale gli uomini della questura di Reggio Calabria hanno tratto in arresto tre giovani, C.D. di 20 anni, F.S. (20) e C.G. (21)..

La misura cautelare giunge al termine delle indagini che hanno consentito di far luce su una drammatica vicenda di violenza sessuale posta in essere, durante una serata danzante in una località del basso Ionio reggino, nel corso della quale, gli arrestati avrebbero approfittato dello stato di ebbrezza di una ragazza poco più che diciottenne, per abusarne a turno.

Dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra mobile è emerso che durante la notte di San Lorenzo, la diciottenne avrebbe subito violenza sessuale da almeno tre giovani, sulla spiaggia prossima ad una discoteca.

L’allarme dei presunti abusi sessuali subiti dalla ragazza era stato lanciato da alcuni passanti.

La giovane, quindi, era stata portata in ospedale da un’ambulanza per essere sottoposta al protocollo sanitario previsto per le vittime di violenza sessuale.

Le indagini, che si sono avvalse tra l'altro, d'intercettazioni telefoniche ed ambientali e dell'esame del Dna, hanno permesso d'identificare i presunti responsabili nei tre ventenni. 

C.D., dovrà rispondere anche del reato di violenza o minaccia volta a costringere taluno a commettere un reato, dal momento che avrebbe cercato d'indurre una testimone a non raccontare ciò che aveva visto.

Nell'ambito della stessa operazione, denominata "Perseidi", il gip ha emesso una misura cautelare di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di B.E.di 20 anni, M.A. (19) e F.S. (20), perchè ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento.

Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti in carcere.

Arrestato per furto, 49enne romeno aggredisce i poliziotti

Un cittadino romeno, T.L., di 49 anni è stato tratto in arresto dagli agenti della questura di Cosenza, con l'accusa di tentato furto aggravato continuato in abitazione, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

L'arresto è scattato in seguito ad una chiamata al 113, con la quale un cittadino ha segnalato la presenza di una persona intenta a forzare la porta d'ingresso della sua abitazione.

Giunti sul posto, gli agenti hanno appreso che il ladro, prima di allontanarsi, aveva cercato d'entrare anche in una seconda abitazione.

Grazie alle testimonianze rese dalle vittime dei tentati furti, i poliziotti sono riusciti a rintracciate il presunto responsabile, il quale ha reagito colpendo gli agenti con calci e sputi.

Pertanto, al termine delle formalità di rito, il quarantanovenne è stato tratto in arresto, in attesa del processo per direttissima.

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