Vibo, storia e futuro di una rete idrica colabrodo

L’acqua a Vibo c’è ed è anche potabile: parola di Sergio De Marco, direttore dell’area operativa della Sorical che aggiunge “gli eccessivi consumi, dovuti ad uso improprio, perdite di rete e allacci abusivi costringono il Comune a chiudere i serbatoi la sera per accumulare più acqua possibile per il giorno dopo. A garanzia di quanto afferma aggiunge: “L’Alaco è la struttura più controllata d’Italia come dimostrano i referti delle oltre 10 mila analisi effettuate negli ultimi 10 anni, con valori mai fuori norma”.      

Comune e Sorical hanno lanciato la sfida del secolo attraverso lo studio di un progetto volto ad assicurare il più adeguato e migliore utilizzo dell’acqua rendendola potabile ai cittadini, nei fatti e senza alcun dubbio, a patto che si discuta di un avanzato ed efficiente sistema di distribuzione e riduzione dello spreco, invitando la popolazione a prendere coscienza sulla necessità di pagare il servizio, evitando allacci abusivi.

L’idea del Rotary Hipponion di interrogarsi sui tantissimi disagi che si sono accumulati in un notevole arco di tempo che supera abbondantemente il mezzo secolo  e rendere partecipi i cittadini vibonesi dello stato di salute del sistema acqua, è stata accolta con estremo interesse da Comune e Sorical che al termine del confronto hanno consegnato alla città una solida promessa: Vibo Valentia vedrà realizzato il suo agognato nuovo sistema di approvvigionamento idrico, dando una forte spallata al dubbio quotidiano sulla bontà della qualità del liquido che raggiunge le abitazioni e non.

Un impegno che chiama alla prova la classe politica che in questo momento ha una soluzione a portata di mano: quella di far di tutto per portare nelle casse comunali un sostanziale contributo, almeno 80 milioni, dai Recovery Found.

Richiesta, peraltro, già avanzata dal Comune e che non può non trovare seriamente coinvolti il Sottosegretario al Sud Dalila Nesci, il parlamentare Giuseppe Mangialavori, consiglieri regionali, provinciali e dei comuni tutti della provincia, in un tavolo istituzionale e senza colori.

Il sempre temuto e spesso nascosto e atavico problema dell’acqua che non c’è e che, secondo i cittadini non è potabile, per via di acquisite dirette esperienze, è tornato di scottante attualità grazie all’iniziativa dell’Amministrazione guidata da Maria Limardo che ha fatto suo lo straordinario disagio e pericolo igienico sanitario e ambientale, presentando lo studio di un progetto affidato alla competenza e fantasia dell’assessore ai lavori pubblici ing. Giovanni Russo e che ha coinvolto la Sorical e il gruppo BM Service.

D’altra parte c’è da fare i conti con un sistema della rete idrica, definita classico colabrodo, messo in piedi, in alcuni tratti, addirittura nel 1900, con le giustificate lamentele dei cittadini, con l’assenza totale della politica ed anche con i possibili tentativi di inquinamenti spesso denunciati e quasi mai risolti se non con interventi improvvisati, tappa buchi e spesso generatori di ulteriori disfunzioni.

Ma oggi, a quanto sembra, c’è la svolta. L’evento promosso dal Rotary Hipponion ha chiamato all’appello Comune e Sorical e la risposta non si è fatta attendere perché nella presentazione dei rispettivi studi l’assessore comunale ing. Giovanni Russo, l’ing. Antonio Fabiano ed il responsabile dell’ufficio comunicazione della Sorical, il giornalista Adriano Mollo, hanno spiegato come possa essere percorribile la strada per la realizzazione di un nuovo seppur complesso sistema.

Russo, Fabiano e Mollo, attraverso i loro interventi hanno consegnato i contenuti di un progetto credibile e che lascia ben sperare, dove la politica del fare della giunta Limardo, la rinnovata competenza della Sorical e le conoscenze di esperti tecnici consolidano le speranze sulla riuscita di una aspettativa di forte spessore sociale.

Venerdì sera Il viaggio di Russo, Fabiano e Mollo sulla rete idrica che vorremmo e che andrà a soddisfare le attese legittime di ogni cittadino si è concluso con un video di forte effetto comunicativo presentato da Adriano Mollo che contiene la storia dei primi acquedotti, serbatoi e punti di uscita dell’acqua a partire dal 1941.

Il grande inquisito resta l’Alaco e le sue propaggini ma c’è anche da convincere, e non è facile,  i cittadini che l’acqua è potabile .

Giovanni Russo non ha nascosto le sue preoccupazioni. “Distribuiamo oltre 6 milioni di metri cubi di acqua – ha avvertito, tra l’altro, l’assessore comunale Giovanni Russo – e ne fatturiamo poco più di 2 milioni con una perdita amministrativa del 68%” . Ma credo esista la volontà di superare il problema”.

Quella di Russo, Fabiano e Mollo è stata una perfetta analisi sullo stato di  già avviate diagnosi e cura per il sistema idrico vibonese la cui soluzione diventa una grande scommessa.  

Il Rotary Hipponion esce soddisfatto da questo evento, sul quale ha preso impegno di proseguire la sua attenzione e partecipazione. La Presidente Maria Giovanna Fusca ed il vice Presidente Franco Petrolo, sostenuti da un consiglio direttivo che ha sposato la voglia del più sostanziale cambiamento d’impegno, hanno tirato un bel respiro di sollievo per una stagione densa di capacità organizzativa e intraprendenza relazionale con la comunità.

“La pandemia non ci ha impedito di rafforzare il nostro rapporto con istituzioni ed enti – ha detto Maria Giovanna Irene Fusca – volti a finalizzare la presenza del Club sul territorio e di prendere atto che agiamo in funzione di tutto quanto è rivolto al conseguimento del bene comune”.

“Il Rotary c’è – ha chiosato Franco Petrolo - e da tempo a guidare l’iniziativa sono gli effetti di una intrapresa rivoluzione politica e socio culturale”.

Per Vito Rosano, decano emerito dei Past Governor del Distretto 2100, il problema della potabilità dell’acqua resta di forte denuncia e preminente impegno negli obiettivi del Club e che nelle more si potrebbe anche pensare alla installazione, in tutti i punti di uscita del territorio, delle classiche fontanelle di un tempo, utili ai cittadini per attingere acqua potabile.

Una idea che potrebbe impegnare il Club a creare le “Fontanelle del Rotary” magari con il coinvolgimento di istituzioni e aziende.   

Il Rotary Hipponion, comunque, nella sua spinta di accesso all’esame dei contenitori sulle più variegate problematiche che assillano la comunità del territorio, da oggi avrà un nuovo impulso comunicativo perché torna ad affidarsi agli effetti consistenti della rivista trimestrale “Calabria Rotary”, riscoprendo una creatura di Vito Rosano, lanciata alle stampe nel 1976. “Calabria Rotary” torna sulla scena della Comunicazione con l’obiettivo di aiutare la Calabria a superare le difficoltà di oggi e a rilanciare un progetto di forte avanzamento soprattutto culturale con il coinvolgimento della nuova dimensione Rotary e delle personalità dotate di sapienza e capacità di qualificato contributo alla rinascita della Calabria.          

   

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