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De Raffele contro Lo Iacono: “Su di lui gli elettori si sono già espressi”

“Non mi pare che Raffaele Lo Iacono sia il più titolato ad esprimere valutazioni”. Risponde così il presidente del consiglio comunale di Serra San Bruno Giuseppe De Raffele agli attacchi frontali formulati dall’ex sindaco durante la trasmissione radiofonica “On the news”. “Su di lui – precisa De Raffele – si sono già espressi gli elettori e prima ancora la sua stessa maggioranza che lo ha mandato a casa, forse su suggerimento di qualche illustre esperto in materie giuridiche, ed adesso non lo rivuole più. Questo è il vero problema: è molto facile affermare ‘io non mi candido’, ma forse sarebbe più preciso dire ‘non mi vogliono nella lista’. Dunque, non capisco perché si ostina ad emettere sentenze senza averne alcun titolo. Se proprio vuole aprire un dibattito lo faccia sui motivi della caduta della sua amministrazione e fornisca alla cittadinanza tutti i chiarimenti utili sulla Fondazione Pisani. Suppongo che di cose da dire ce ne siano in abbondanza”. In particolare, De Raffele punta l’indice contro “la ricostituzione dell’asse Censore-Lo Iacono che tanti dispiaceri ha provocato, dal punto di vista amministrativo, alla nostra comunità” e invita la controparte ad elencare “quali problemi sono stati risolti durante quell’esperienza amministrativa”. “Noto – afferma l’esponente di Forza Italia – una certa cautela su tematiche importanti come la potabilità dell’acqua ed il funzionamento dell’ospedale, delle quali solo ora si riconosce la complessità, mentre sui rifiuti vengono utilizzati termini a dir poco inappropriati”. “A prevalere nel PD – ipotizza poi De Raffele – sono le vecchie logiche dei soliti noti che cercano, agendo da dietro le quinte, di riportarci in un passato superato dalla storia”. Non manca la bacchettata finale: “Lo Iacono ha parlato di ricerca di nuove maschere. Credo che questo sia l’unico argomento su cui può dare lezioni, visto che è un esperto in materia. Solo in questa però”.

Comunali Serra, Lo Iacono attacca: “Cercano una nuova maschera per coprire i danni causati”

“Serra San Bruno è una straordinaria località dalla storia millenaria, i cui fondamentali sono l’ambiente e la spiritualità”. È partito da questa premessa l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono che, durante la trasmissione radiofonica di RS 98 “On the news”, ha offerto la sua visione sui problemi che attanagliano la cittadina della Certosa e sulle prospettive di sviluppo. Precisato che in riferimento all’aspetto sanitario, e dunque all’ospedale, le responsabilità sono di un livello superiore a quello locale, e che l’aspettativa è quella di avere “un buon pronto soccorso e una buona attività medica”, Lo Iacono è passato all’analisi della questione concernente i rifiuti. “Noi – ha spiegato – abbiamo avviato la raccolta differenziata togliendo 300 cassonetti” coscienti della necessità di una efficiente “organizzazione” e della “preparazione dei cittadini”. L’attuale amministrazione comunale  ha invece “oltraggiato la dedizione alla differenziata, prima rimettendo i bidoni e poi ritirandoli”. Sui rifiuti, a suo avviso, sono state fatte “promesse false e stupide” e, oggi, si devono fare i conti con “una situazione di fatto” che è quella del “sequestro dell’isola ecologica”. “Il bando per l’affidamento diretto – ha aggiunto Lo Iacono – è una illegalità e peraltro ad agosto sarà scaduto”. Quindi i passaggi prettamente politici: “io non mi candido – ha affermato – e non candido un membro della famiglia. Puntiamo sui giovani” ai quali sarà garantito supporto ed “esperienza”. “Anche dall’altra parte parlano di rinnovamento – ha sostenuto – ma solo perchè cercano una nuova maschera per coprire i danni causati. La realtà è che c’è un disastro ambientale e lavorativo, basta con l’illusionismo”. Quanto alla composizione della lista, Lo Iacono, rivolgendosi a “comitati e movimenti” che si sono impegnati su temi dalla grande rilevanza come “acqua potabile e ospedale”, ha auspicato che “tutte le forze sane comprendano che questo è il momento di agire”. Con una precisazione: sull’ipotesi del distacco da Sorical va tenuto in conto che “Serra ha bisogno di 30 litri d’acqua al secondo”. Molto abbottonato sul nome del candidato a sindaco: “sarà la sintesi di tutti”. E, comunque, non ci possono essere pretese ( “o faccio il sindaco o niente”, ad esempio) nè imposizioni del tipo “questo è il sindaco e basta”.

Elezioni comunali Serra, Ciconte apre al dialogo anche con Salerno

Dopo le fiammate censoriane, è Nazzareno Salerno a fare il punto della situazione dell’opposta coalizione avviandone, di fatto, la campagna elettorale. Lo fa lanciando l’idea del rinnovamento ma pur sempre “salvando” l’esperienza tracciata con la candidatura a sindaco di Bruno Rosi. C’è “bisogno di energie fresche – afferma - di giovani carichi di entusiasmo, pronti a spendersi nell’interesse collettivo e a valorizzare quanto di positivo è stato finora compiuto”. È un’apertura a 360 gradi rivolta a coloro che hanno a cuore le sorti del paese. Ma è anche un’ammissione di responsabilità dell’amministrazione in carica che non è riuscita a portare a termine quel cambiamento deciso e per il il quale il compito passa alla “nuova amministrazione che dovrà risolvere definitivamente le criticità e a realizzare il percorso che porta al progresso”. Una notevole apertura dicevamo “a tutti i contributi che potranno arrivare dalla società civile, agli apporti di tutti coloro che amano questa cittadina e che, al di là delle convinzioni politiche, vogliono impegnarsi direttamente nella difficile partita per lo sviluppo di un’area che possiede le potenzialità per compiere il salto di qualità”. Tra Salerno e Rosi c’è dunque una “non rottura” ma vi è anche la necessità di un rinnovamento del quale il primo cittadino ora deve scegliere se farne parte e in che ruolo. Certamente non in quello di candidato a sindaco. Lo stesso Rosi ha detto di non voler commentare la nota del consigliere regionale Salerno, ma da fonti vicine ad entrambi è dato sapere che se i rapporti non sono idilliaci non sono nemmeno di avversità. Almeno per il momento. È da registrarsi invece la presa di posizione chiarificatrice del movimento che sta alla base dell’ipotetica “terza lista”. Il penalista Michele Ciconte sottolinea come c’è una “volontà di dialogare con tutti, con chi vuole realmente un cambiamento senza alcun colore politico. Noi – spiega – crediamo in un progetto di cambiamento condiviso sulla base di un programma. Nessuna preclusione per nessuno”. E sulla sua presunta volontà di candidarsi a primo cittadino a capo della terza lista sgombera il campo da ogni suggestione: “il mio obiettivo non è quello della candidatura a sindaco, ma la condivisione di un programma e di un progetto alternativo per amministrare questa nostra cittadina”.

Elezioni comunali a Serra, Nazzareno Salerno apre la strada: “Rinnovando vinciamo”

Si è fermato a valutare, a pensare le strategie più idonee, a verificare possibili azioni ed interventi. Il tutto lontano dal rumore mediatico che spesso influenza e modifica i piani originari. Ora Nazzareno Salerno squarcia la situazione di quiete apparente nel centrodestra e disegna uno scenario che lascia presumere forti ed imminenti novità. “Le intenzioni da perseguire, in riferimento alle prossime elezioni comunali di Serra San Bruno – premette il consigliere regionale - sono quelle di completare quel cammino di rinnovamento in parte avviato nel 2011”. Il suo sguardo è rivolto lontano e prende in considerazione anche le difficoltà del lavoro da compiere nel prossimo lustro. “Il processo amministrativo – afferma - ha bisogno di energie fresche, di giovani carichi di entusiasmo, pronti a spendersi nell’interesse collettivo e a valorizzare quanto di positivo è stato finora compiuto. In questi 5 anni – sostiene l’esponente azzurro - è stato portato avanti, con grandi sacrifici e notevoli rinunce, quell’indispensabile risanamento senza il quale sarebbe stato dichiarato il dissesto finanziario dell’Ente. La pesante eredità lasciata dal centrosinistra ha impedito, infatti, di concretizzare alcune idee che avrebbero portato benefici alla collettività. Ma sarà la nuova amministrazione a risolvere definitivamente le criticità e a realizzare il percorso che porta al progresso”. Quindi il passaggio chiave: “da mesi stiamo lavorando in silenzio per la formazione di una brillante squadra che possa raggiungere questi obiettivi. Sappiamo che è opportuno aprirsi a tutti i contributi che potranno arrivare dalla società civile, agli apporti di tutti coloro che amano questa cittadina e che, al di là delle convinzioni politiche, vogliono impegnarsi direttamente nella difficile partita per lo sviluppo di un’area che possiede le potenzialità per compiere il salto di qualità. Sono convinto che questa impostazione sia quella che può consentire la vittoria elettorale ed il buon governo di Serra. Qui ho le mie radici, da qui è partito quel consenso che mi ha permesso di ricoprire incarichi istituzionali di prestigio. Il modo per sdebitarsi con questa terra è quello di moltiplicare gli sforzi per farla crescere dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Ciò sarà possibile solo coinvolgendo le migliori risorse del territorio, responsabilizzandole e rendendole protagoniste dell’agire amministrativo. Allo stesso modo – prosegue Salerno - tutti i cittadini devono sentirsi parte essenziale di questo progetto di vero cambiamento, animato da sincera passione civile e non da meri interessi politici. Nella nostra squadra non albergherà mai l’approccio alla politica come strumento per accrescere le ricchezze individuali: ognuno deve invece mettersi a disposizione della comunità e lavorare per il bene comune. La competizione di Serra esula dai contesti regionali e nazionali e per questo è doveroso avviare un dialogo con chi condivide il nostro progetto amministrativo. Serra San Bruno – conclude Salerno – dovrà continuare ad avere il ruolo che le spetta: quello di essere un punto di riferimento e un modello da seguire”.

Elezioni comunali Serra, i primi (rallentati) passi del centrodestra

Partiamo da un principio. Solitamente chi sta per completare l’esperienza amministrativa ha meno problemi rispetto ai competitors nel formulare la lista da proporre agli elettori: basta, di norma, qualche aggiustamento e la squadra è pronta. Non è questo il caso del centrodestra di Serra San Bruno che, evidentemente, è consapevole di dover modificare – ed anche significativamente – la lista da sottoporre al giudizio degli elettori. Rispetto al 2011 permangono o, addirittura, sono peggiorate le criticità che attanagliano la cittadina della Certosa: gestione dei rifiuti, potabilità dell’acqua, viabilità, organizzazione e produttività dei dipendenti. Ecco allora che, sottotraccia e in maniera assai discreta, sono partite le operazioni per rimodulare “l’elenco” degli aspiranti amministratori. Il dato certo è che non ci saranno due figure storiche: il consigliere regionale e leader del centrodestra Nazzareno Salerno e l’ex vicesindaco Gerardo Bertucci. Ma anche altri cederanno il passo. È il caso, ad esempio, dell’assessore Vincenzo De Caria, ma su questo versante si profila un cambio “in famiglia” visto che a sostituirlo ci sarà il figlio Francesco, giovane manager impegnato nel mondo dello sport. Chi, invece, non mancherà è l’assessore Adriano Tassone, uomo di sicuro affidamento di Salerno. Ma qui va fatta subito una precisazione: non sarà lui, come vorrebbero far trapelare gli avversari, il candidato a sindaco. Quello di chi guiderà il palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci è il nodo principale: ad oggi si va verso la riconferma di Bruno Rosi, ma i quasi 5 mesi che dividono la data odierna da quella dello svolgimento delle elezioni paiono un’eternità e non è escluso che ci possa essere anche un cambio nei vertici. C’è poi da affrontare l’argomento del rapporto con l’altra parte di Forza Italia, quella fa capo al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Le tensioni a livello regionale degli ultimi mesi non facilitano la predisposizione di un piano comune, ma l’esigenza di riunificare il partito rendendolo più forte e competitivo potrebbe abbattere gli steccati esistenti. Last but not least va stilato un programma amministrativo: non serve una sfilza di progetti irrealizzabili, ma partire da ciò che serve davvero per migliorare concretamente la qualità della vita dei serresi.

Serra, il PD perde pezzi: anche Rosanna Federico diserta la convention dei censoriani

Il PD non é unito come vuol far credere. L’ostentazione circa la compattezza del partito delle ultime settimane nasconde in realtà una situazione assai diversa: i problemi ci sono e sono difficili da risolvere. Soprattutto non sono legati solo alla scelta del candidato a sindaco, ma riguardano principalmente il processo di democrazia interna. Quel dibattito auspicato da esponenti di spicco sin da prima della scorsa estate non si sarebbe mai concretizzato e, proprio da qui, sono nati quei mal di pancia che ora emergono chiaramente. La pesantissima assenza di Rosanna Federico alla manifestazione che, di fatto, ha ufficialmente aperto la campagna elettorale dei censoriani ha un significato eloquente: non mancava un elemento secondario, ma l’unico rappresentante istituzionale (a parte ovviamente il deputato che è il leader della coalizione di centrosinistra) del PD a Serra San Bruno. Rosanna Federico - già candidata alla carica di primo cittadino con la lista “Città degli abeti” e che, peraltro, non avrebbe mai manifestato la volontà di ripetere la corsa nelle attuali condizioni del PD locale - non c’era e non sono stati motivi di salute o familiari a determinare la sua assenza. È stata una decisione politica, magari sofferta, su cui ha riflettuto, conscia del messaggio che la cittadinanza ha poi effettivamente colto. E la sua non è una posizione isolata: la convention è stata disertata dall’ex vicesindaco Raffaele Masciari e da alcuni rappresentanti di lungo corso della sinistra come alcuni membri della famiglia Schiavello. Non ci sono, invece, conferme su presunti malumori di Vincenzo Damiani, regolarmente seduto al cosiddetto tavolo della presidenza. In sostanza, va ritrovato il bandolo della matassa e non bastano imposizioni dall’alto a ristabilire l’ordine già confezionato che si vorrebbe. Quella partita che gli accaniti sostenitori di uno sbandierato rinnovamento credevano vinta ed archiviata è invece apertissima: mettere la polvere sotto il tappeto non significa che la stessa non esiste.

Elezioni comunali, che cosa significa essere “candidato”

È da più mesi ormai che è iniziata la vecchia giostra, ma con l’inizio dell’anno si è entrati nel vivo del dibattito politico-elettorale in vista della competizione per le Amministrative della prossima primavera in alcuni grossi centri, ed anche a Crotone e a Serra San Bruno. Indubbiamente è un fatto democraticamente consolidato quello di discutere, riunirsi in sedi collegiali che non sono più le sezioni di partito ma i salotti di emittenti televisive, mandarsi sms da decodificare, tentare alleanze più o meno sincere, incrociarsi veti o ammiccamenti per poter “candidare” gli uomini cosiddetti giusti, ma sicuramente nessuno degli addetti ai lavori conosce il significato del termine “candidato”. Questo deriva dalle competizioni elettorali dell’antica Roma dove chi aspirava ad occupare cariche istituzionali doveva risultare palesemente “candido”, cioè “pulito” e per questo “candidato” a occupare non una poltrona gonfia di potenzialità di arricchimento personale ma una carica per il bene della “res pubblica”, cioè di tutti. Questo lo sanno i candidati prossimi? Non mi dilungo in altre considerazioni ma voglio solo dire che purtroppo la storia negativa si ripete sempre continuamente, dall’Unità d’Italia ad oggi, dai regimi monarchici ai repubblicani, dalla prima repubblica a quella di oggi che non so come definirla. Sempre le stesse chiacchiere, le stesse beghe, le stesse schermaglie, le stesse pseudo-avversioni. Tutto sembra avvenire alle spalle della gente comune. Troppo si trama: in pizzeria, nei ristoranti, agli angoli delle strade, nei salotti e nei vari caminetti più o meno culturali. Troppo si trama, mentre i comuni mortali soffrono la disoccupazione, la disperazione per i figli senza futuro che continuano a prendere l’autobus, neanche più il treno che non c’è, la mancanza di tetto, la precarietà del salario stante l’Euro, la mafiosità e i cravattari. Serra San Bruno, in particolare, soffre da molto tempo: ci stanno spogliando di tutto, quella Trasversale da mezzo secolo è ancora di là da venire,  la vocazione turistico-culturale non decolla, rifiuti e veleni sono i padroni della cittadina, l’ospedale è in agonia e mi fermo qui per non infierire ancora. E c’è già chi spudoratamente ha iniziato a cercare il voto. Insomma “il particolare” più che il bene comune. La storia si ripete già dai tempi del nostro conterraneo Mastro Bruno Pelaggi il quale, rivolgendosi a Umberto I, gridava: “Picchì ha’ mu li nascundi/ li gridi calabrisi?/ Non pagamu li spisi/ guali a tutti?/ Ma tu ti ndi strafutti/ li deputati cchiui:/ duvi ‘ncappamma nui povera genti./ Non spirari cchiù nenti/ Calabria sbinturata:/…e sulu si ci chiamata/ alli suoliti passi/ mu paghi mpuosti, tassi/ e nenti cchiui!...Ministri e deputati/ chi cazzu mi priedicati/ pro Calabria/…già non aviti scuornu/ sempri mu prumintiti/ e mai nenti faciti/ mu campamu”. Non credo abbiano bisogno di commento questi vecchi e attualissimi versi. Faccio mia l’accorata denuncia del poeta di Serra San Bruno con l’auspicio che “comunque vada, sia un successo” per Serra San Bruno, Crotone e i calabresi.

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Serra, comunali: spunta la terza lista ma scoppia un nuovo “caso Franzè”

Forse che sì, forse che no. Alla fine le indiscrezioni più accreditate danno quasi per certa la formazione di una terza lista che va ad inserirsi tra centrosinistra e centrodestra e che insieme a loro si contenderà, nelle comunali della primavera prossima, la prima poltrona di palazzo Tucci. Ma da dove spunta e chi sono i promotori? Spunterebbe da un malcontento generalizzato che riguarderebbe la gestione amministrativa dell’ente comunale degli ultimi dieci anni: queste le motivazioni che i promotori, il noto penalista Michele Ciconte, il sindacalista Ugl Domenico Zaffino e il “piettelliano” doc Vincenzo Mete che si muove dietro le quinte, hanno reso note. Ma c’è di più. Tutti sono vicini al consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori che una “bandierina” la vorrebbe mettere anche su Serra San Bruno, non fosse altro che per tentare di arginare il collega di partito e di consiglio regionale Nazzareno Salerno. Ma subito un primo nodo da sciogliere. L’imperativo sarebbe: “nessun uomo della vecchia amministrazione comunale”. Ecco quindi che si fa avanti il problema Carmine Franzè, consigliere comunale di maggioranza e uomo molto vicino proprio a Mangialavori. Come sciogliere l’empasse? Cosà farà Franzè visto il niet degli uomini di Mangialavori, andrà avanti con Rosi che non pare aver nessuna intenzione di mollare e vorrebbe ricandidarsi senza fare i conti però con un possibile “disimpegno” di Nazzareno Salerno, oppure cercherà di riprendere il dialogo col centrosinistra che si era arenato a causa di una sua mancata presa di posizione? Il rischio potrebbe essere serio e non abbastanza calcolato: quello di rimanere fuori da tutti e tre gli schieramenti. Per l’amministrazione comunale, infatti, Franzè sarebbe fuori, il centrosinistra vanta tra i suoi candidati la cugina Maria Rosaria Franzè, la terza lista lo abbiamo detto, non vorrebbe nessuna “contaminazione” con l’attuale maggioranza. E allora? Alla maniera di Salomone potrebbe giungere un intervento di Mangialavori che potrebbe “imporre” la candidatura di Franzè nella terza lista facendo scemare, quindi, le intenzioni dei promotori. Certo una terza lista in queste condizioni potrebbe fare l’ago della bilancia, se non in caso di vittoria propria, quantomeno potrebbe orientare indirettamente il flusso dei voti a favore o sfavore del centrodestra e del centrosinistra. Il primo è impantanato nella presa di posizione del sindaco Bruno Rosi che sembra voler a tutti i costi ricandidarsi: se Rosi insiste Salerno non dovrebbe muovere obiezioni, ma il condizionale in questo caso è d’obbligo. Il centrosinistra appare unito e punta su una lista di rinnovamento voluta dal deputato del Partito democratico, Bruno Censore, che vuole investire sui giovani. Lo stesso rinnovamento che con tutta probabilità avrebbe in mente anche Nazzareno Salerno per riaprire la partita col centrosinistra ma che, vista l’ostinazione di Rosi, almeno per il momento, rischia di attendere.

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