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La "Trasversale", storia della strada che non c'é. PRIMA PARTE

La Strada Statale 182, denominata “Trasversale delle Serre”, avrebbe dovuto rappresentare un’opera di primaria importanza per potenziare il collegamento est-ovest nell’area centro meridionale della Calabria. Nonostante la sua strategicità, quella della “Trasversale” è una storia lunga e tormentata che ha animato i sogni e le speranze delle popolazioni residenti nella parte più interna della Calabria. Sogni e speranze di spezzare le catene di un atavico isolamento che hanno spesso impedito di salire tempestivamente a bordo del treno dello sviluppo. Non è un caso, che, per lunghi anni, l’arteria stradale abbia rappresentato il puntuale cavallo di battaglia di ogni competizione elettorale. Non c’è stato candidato all’elezione ai vari livelli istituzionali che non abbia solennemente annunciato il proprio impegno per l’avvio dei lavori. Ma, come spesso accade in Calabria, perché agli impegni seguissero i fatti è stato necessario attendere diversi decenni. Correva l’anno 1966, allorquando il Comitato regionale per la programmazione economica, nell’approvare lo schema di Piano di coordinamento per gli interventi pubblici nel Mezzogiorno, suggeriva di mettere in cantiere una strada a “scorrimento veloce” in grado di collegare, attraverso l’altipiano delle Serre, lo Jonio al Tirreno. Il 3 novembre dello stesso anno, l'assemblea dei sindaci e dei consiglieri della fascia jonica meridionale e delle Serre approvava un ordine del giorno indirizzato all'Amministrazione provinciale, al Comitato regionale per la programmazione economica ed alla Camera di commercio di Catanzaro, nel quale si poneva in evidenza la necessità di procedere alla progettazione dell’opera. Il 2 maggio 1967, la Giunta della Camera di commercio esprimeva al Comitato Regionale Programmazione Economica ed al Provveditorato alle Opere pubbliche il proprio parere positivo in ordine alla realizzazione della "Trasversale" Tirreno-Serre-Jonio. Il 15 maggio il Consiglio provinciale di Catanzaro chiedeva l’inserimento dell’opera nel Piano di assetto territoriale, mentre il 30 giugno 1967 il Consiglio regionale per la programmazione economica indicava, finalmente, la “Trasversale” tra le infrastrutture necessarie per un razionale assetto territoriale regionale. Un anno dopo, il 30 marzo 1968, l’amministrazione provinciale di Catanzaro nello “Asse di riequilibrio territoriale” rilevava: “ affinchè la Calabria non sia una parola scritta sulla segnaletica autostradale, leggibile a 160 Km orari, è indispensabile infittire gli assi di drenaggio del traffico mediante un’adeguata infrastrutturazione di recupero trasversale che valga anche all’insensata usura del patrimonio naturale costiero dovuto all’insediamento longitudinale di bordo. A questo punto si pone il problema della trasversale Tirreno – Serre – Jonio, volta a collegare la zona industriale (Vibo Valentia) e quella turistica (Capo Vaticano) con l’altipiano delle Serre ed il versante jonico integrando così il mare ai monti e le aree in via di sviluppo con quelle anemiche del retroterra e con le altre poste in fasce emarginate”. L’infrastruttura avrebbe dovuto favorire “l’interscambio agricolo fra le ricche aree di Chiaravalle e di Soverato e le zone litoranee di Briatico e di Tropea […] nonché l’espansione dell’industria turistica che ha in Soverato, Serra San Bruno e la costiera fra Briatico e Capo Vaticano le località più indiziate in Calabria”. Un progetto ambizioso che avrebbe dovuto contribuire, tra le altre cose, a “togliere dall’isolamento il vasto altipiano delle Serre”. Quando venne stilato il documento, tra l’altro, era da poco stato riconosciuto il Nucleo industriale di Vibo Valentia. Si comprende, quindi, come la “Trasversale” fosse considerata una necessità ed un’occasione per integrare economicamente un’ampia fascia di territorio, all’epoca, ricadente quasi interamente nella provincia di Catanzaro. La “Trasversale” avrebbe dovuto, pertanto, rappresentare un’opera strategica per agevolare l’integrazione economica e nel contempo favorire l’interscambio commerciale. Tanto più che, secondo la valutazione fatta in quello scorcio di anni Sessanta, “un mezzo di trasporto in un’ora di viaggio ed alla velocità di 60 Km/h, partendo dalla metà del percorso” avrebbe potuto “raggiungere ben 84 comuni calabresi (73 catanzaresi e 11 reggini). Un territorio in cui gravitano: una popolazione di 270.000 abitanti; 47.000 aziende agricole”.

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Incidente sulla Trasversale delle Serre, muoiono tre cinghiali

Incidente, fortunatamente senza gravi conseguenze alle persone, sulla Trasversale delle Serre, nel tratto compreso tra Simbario e Cardinale dove, nella serata di ieri, una Fiat Punto ha travolto ed ucciso una famigliola di cinghiali. Nell'impatto, che ha causato danni di una certa entita' alla vettura, sono rimasti uccisi due cinghialotti ed un esemplare adulto. Sul posto, oltre ai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, e'intervenuto il servizio veterinario dell'Asp di Vibo Valentia. Effettuati i rilievi di rito, una volta effettuata la rimozione e' stata disposta la distruzione delle carcasse dei tre cinghiali. L'incidente ripropone, ancora una volta, il problema degli animali vaganti, causa di non pochi pericoli per gli automobilisti che percorrono le strade delle Serre. 

Trasversale delle Serre, prorogata la chiusura al traffico della rampa n. 4 dello svincolo di Torre

Prorogata fino al 7 maggio 2015 la chiusura al traffico della rampa n° 4 dello svincolo di Torre di Ruggiero, al km 27,330 della strada statale 713 "Trasversale delle Serre", nel Comune di Chiaravalle Centrale. Lo comunica l’Anas. Inizialmente la riapertura al traffico era prevista per l’8 marzo. Il provvedimento si è reso necessario per consentire la prosecuzione dei lavori in prossimità del muro di contenimento limitrofo alla rampa n° 4 dello svincolo. Durante la chiusura il traffico sarà deviato sulla rampa n° 3 dello svincolo di Torre di Ruggiero, attraverso l'istituzione di un senso unico alternato, regolato da un semaforo. L'Anas raccomanda agli automobilisti prudenza.

 

Trasversale delle Serre, infruttuoso l'esito dell'incontro con l'Anas

 CHIARVALLE CENTRALE - Si è svolta nel pomeriggio di ieri a Chiaravalle, l’assemblea sulla Trasversale, indetta dal sindaco Gregorio Tino alla quale hanno preso parte i sindaci di Torre di Ruggiero, Cardinale, Argusto, il vicesindaco di Gagliato, e il capo compartimento Anas, Vincenzo Marsi. L’incontro, piuttosto infruttuoso in termine di risposte ricevute, era stato programmata con l’intento di avere qualche certezza in merito ai tempi di realizzazione dei lotti IV e IV bis, comprendenti i tratti “Torre di Ruggiero – Chiaravalle Centrale”, “Argusto – Gagliato” e la bretella “Petrizzi – Gagliato”. Nel corso del convegno, con varietà di accenti secondo le diverse opinioni, i sindaci hanno richiamato l’attenzione sulla storia ormai pluridecennale dell’arteria notoriamente incompleta, anzi a stento iniziata. Numerosi gli interventi del pubblico e dei corrispondenti di stampa, tv e radio; non è mancato l’intervento pungente di Ulderico Nisticò, che agita da molti anni il tema. Il capo compartimento Marsi ha spiegato, dal punto di vista dell’Anas, le difficoltà incontrate, e, in particolare, lo stato di commissariamento e pre fallimento della ditta appaltatrice, che non è in grado di condurre a termine il lavoro. Non meno problematica l’eventuale rescissione del contratto con conseguente avvio di una nuova procedura d’appalto, poiché ha spiegato Marsi, in tal caso si allungherebbero ulteriormente i tempi di realizzazione. L’esito della riunione sembra, quindi, aver lasciato un certo senso di insoddisfazione generale per la mancanza di certezze sulle date di agibilità della strada.

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Trasversale delle Serre, Anas e sindaci a confronto

CHIARAVALLE CENTRALE - Si svolgerà giovedì alle ore 16, a palazzo Staglianò, il dibattito sui tempi di completamento dei lotti IV e IV bis della Trasversale delle Serre. All'evento prenderanno parte il capo dipartimento Anas Vincenzo Marzi, il segretario generale del compartimento Anas Giusto Laugelli ed il responsabile Nuove infrastrutture del compartimento Anas Giancarlo Luongo. Questi tecnici si confronteranno con i sindaci e gli amministratori dei comuni di Chiaravalle centrale, Torre di Ruggiero, Cardinale, Argusto e Gagliato.  

La "Trasversale" ed i misteri della bretella

Lungo l’asse della sedicente Trasversale, le cui buffe vicende abbiamo già narrato, non sono solo quelli i misteri che nessuno spiega, e tra questi senza dubbio il più strambo è quello della Bretella.

 Dicesi, o piuttosto si dovrebbe dire Bretella un tratto di strada che dovrebbe, diciamo avrebbe dovuto collegare Gagliato con Petrizzi. Le motivazioni per cui i due borghi avvertano l’urgenza di essere collegati, mi sono ignote, stante la rarefazione della popolazione gagliatese, e poco meno quella di Petrizzi, che comunque non va a Gagliato. Primo mistero: a che serviva una strada.

 D’ora in poi vado a memoria: non ho documenti, e temo che anche il commissario Montalbano in persona stenterebbe a trovarli. Una decina di anni fa si sparse la voce che la Bretella avrebbe seguito il percorso Gagliato – Turriti – Campo; e avvennero degli espropri di terreni, con relativi ricorsi eccetera. Poi si seppe che niente valle, tutto a monte. Secondo mistero: perché cambiare strada.

 Lasciata dunque la valle del Turriti, che fine hanno fatto gli espropri? Terzo mistero: gli espropri.

 Iniziano i lavori a monte, con piloni, sbancamenti, tubi, ferro, muri di contenimento, e soldi, soldi, soldi, tantissimi soldi. Quarto mistero: quanti soldi?

 A questo punto, circa sei o sette anni fa, mi pare, muri ferro sbancamenti piloni tubi eccetera, tutto finisce nel nulla eterno, e l’erba, potente segno della Natura, si sta mangiando tutto. Quinto mistero: perché sono finiti nel nulla i sedicenti lavori?

 Sesto mistero, che non c’entra con la Bretella, ma è sempre da quelle parti: c’è una rampa all’ingresso di Gagliato che non porta da nessuna parte, però sono stati spesi denari.

ANAS, governo, regione, provincia, sindaci, giornali, intellettuali, imprenditori, agricoltori, e la magistratura, con particolare riguardo alla Corte dei conti, tutti muti eccetto Ulderico Nisticò con cui sono tutti d’accordo e poi se ne fregano. Settimo mistero.

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Di "Trasversale" solo le promesse

 Detengo un prezioso documento: la prima riunione per parlare della Trasversale delle Serre, allora detta Superstrada; e la annunziò come imminente. Era il 1968, io frequentavo ancora il Liceo.

 Quell’anno stesso m’iscrissi all’Università di Pisa, e lì feci il Sessantotto, con prolungamento l’anno seguente. Via, era troppo presto perché fosse finita la Trasversale delle Serre, siamo onesti.

 Era poi l’anno 1971 quando io, sì, proprio io, avendo in corso una complessa storia d’amore con una fanciulla abitante sul Tirreno, io, sì, proprio io, io peggio del più squallido politicante calabro, le dissi queste immortali parole o giù di lì: “Cara, sarà facile vederci, perché tra poco faranno la Trasversale delle Serre”. Vi prego di credermi, lo giuro, è vero.

 Era poi l’anno 1985, credo, e a Serra, come accadeva allora ogni anno, c’erano le elezioni comunali; venne tale Tassone Mario con un funzionario dell’ANAS, e ci dimostrò, carte alla mano, che erano stati stanziati i soldi per la Trasversale. Io, carte alla mano, feci due conti, e, presa la parola, obiettai che potevano fare esattamente un chilometro e settecento metri. Sarebbe quella specie di allargamento dalle parti di Vallelonga. Dite voi: e Vallelonga che c’entra? C’entra, perché in quegli anni tutti i sindaci dell’Istmo e dintorni volevano la Trasversale sotto casa, e il progetto cambiò una ventina di volte senza un centimetro di asfalto.

 Passò il 1971, il 1972, 3, 4, 5… 1980… 1990… Arrivò nel 1994 al potere Berlusconi con il MSI e la Lega, e in quel di Chiaravalle io, sì, proprio io, partecipai come relatore a un convegno che, presenti alcuni esponenti di quel fugace governo e dintorni, dichiarò che la Trasversale era “cantierabile”; io commentai che prendevo atto, anche in cuor mio sentivo che questa melodiosa parola era troppo strana per sembrarmi traduzione di “inizieremo i lavori domani”; e così, infatti, non fu.

 Fecero poi quella che, al massimo, possiamo chiamare Tangenziale di Chiaravalle. Arrivò il governo D’Alema (sì, o italiani, abbiamo visto anche questo!) con sottosegretario Soriero, il quale pensò bene che il traffico convulso di Argusto, nota e popolosissima metropoli, aveva bisogno di almeno due svincoli, uno ovest e uno più o meno est; e qualche miliardo di lire dell’epoca volò per soddisfare la più ridicola vanagloria.

 Si tracciò poi persino il tratto Gagliato – Argusto, che è lì, che è pronto da anni e anni, ha tutto, asfalto eccetera, però ad Argusto ne impediscono l’accesso dei veri megaliti di cemento. Davvero un mistero, che nessuno mi vuole svelare. ma il 15 novembre 2001 la stampa annunziava imminente l’apertura, entro un anno. Dal 2002 sono passati 13 anni invano.

 Aggiungiamo il tratto di Spadola e quello di Serra, e questo è tutto, dal 1968!

Una paroletta sulla qualità. La locuzione superstrada è già di per sé arcaica, roba da anni 1960, un esperimento che poi si abbandonò. Il risultato attuale è una strada a due corsie con divieto continuo di sorpasso (violato alla grande, ma divieto), sicché, se mai finirà e uno volesse davvero, come io promisi nel 1971, da Soverato raggiungere il Tirreno, e per disgrazia gli capita davanti un’Ape Piaggio, allora gli conviene di più la gloriosa murattiana, borbonica e fascista 182 con scorciatoia Filogaso!

 Alla prossima, la Bretella di Gagliato. Una barzelletta per volta, ragazzi.

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