Agguato in Calabria, tabaccaio ucciso sotto casa

Un tabaccaio, Francesco Catalano, di 50 anni, è stato ucciso ieri sera, mentre ritornava a casa, nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria.

L'agguato è stato consumato nel cortile del condominio in cui abitava la vittima.

I sicari sono entrati in azione esplodendo diversi colpi di pistola, prima che Catalano scendesse dall'auto, che aveva appena parcheggiato. 

Sul posto sono intervenuti gli uomini della Polizia di Stato, che hanno avviato le indagini per cercare di fare luce sul delitto.

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Vibo, omicidio Franzoni: Salvatore Mantella torna in carcere

La polizia di Stato, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Salvatore Mantella, di 45 anni, cugino del collaboratore di giustizia Andrea Mantella.

L'uomo è ritenuto responsabile dell’omicidio di Mario Franzoni, avvenuto a Porto Salvo nel 2002.

Nel 2017, il quarantacinquenne era stato tratto in arresto, insieme ad altre 7 persone, sospettate, a vario titolo, di aver partecipato, all’omicidio di Franzoni, al tentato omicidio ed all'omicidio di Giuseppe Salvatore Pugliese Carchedi ed al tentato omicidio di Francesco Macrì, avvenuti rispettivamente nel 2005 e nel 2006.

Le indagini svolte dalle Squadre mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio centrale operativo di Roma, supportate anche dalle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di fare luce sui moventi, sui mandanti e sugli esecutori materiali dei gravi fatti di sangue, tutti riconducibili ad appartenenti alle cosche dei Lo Bianco, dei Giampà e dei Piscopisani.

Il nuovo arresto si è reso necessario poiché la Corte di Cassazione, rigettando il ricorso presentato dai difensori del Mantella, nel frattempo posto agli arresti domiciliari ad Aiello Calabro (CS), ha ripristinato l’ordinanza di custodia cautelare che era stata confermata in sede di appello dal Tribunale del Riesame di Catanzaro.

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Efferato omicidio nel Vibonese, arrestati i presunti responsabili

La polizia di Stato di Vibo Valentia ha esegito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a carico di due persone ritenute responsabili di un efferato omicidio.

L’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e svolta dagli investigatori della squadra mobile e del Servizio centrale operativo, ha permesso di chiudere il cerchio in merito ai responsabili di un omicidio verificatosi nel 2015.

Le attività investigative avevano già permesso di arrestare, lo scorso mese di marzo, un giovane vibonese, il cui Dna era stato rinvenuto su un paio di guanti trovati sulla scena del crimine.

Le ulteriori investigazioni, svolte grazie a tecniche di indagine tradizionale e a moderni metodi di investigazione scientifico – forense, hanno consentito di acquisire importanti elementi di reità a carico di due giovani ragazzi.

I dettagli dell'operazione,  denominata "Mack point", saranno forniti nel corso di una conferenza stampa, che si terrà alle ore 10.00 presso la Questura di Vibo Valentia, con i magistrati titolari dell’inchiesta e gli investigatori del caso.

Omicidio Barbieri, arrestate due persone

Ci sarebbero motivi di carattere passionale all'origine dell'omicidio di Antonio Barbieri, il 26enne ferito alla testa con due colpi di pistola il 12 gennaio scorso, a Rossano e morto dopo 4 giorni di coma all'ospedale di Cosenza.

Non hanno dubbi gli investigatori del Commissariato della polizia di Stato di Corigliano Rossano e della squadra mobile di Cosenza, che hanno fermato con l'accusa di omicidio volontario, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di Castrovillari, Cristian Filadoro e Vincenzo Fornataro, rispettivamente di 27 e 33 anni.

Dalle indagini è emerso che Filadoro è stato avvisato dalla fidanzata che Barbieri, suo ex compagno, si era presentato nella panetteria dove lavora ed avevano avuto una discussione.

Il 27enne, accompagnato da Fornataro, e andato sul posto, ha avvicinato Barbieri, che si trovava ancora in auto e gli ha sparato due colpi di pistola calibro 7,65.

Messi alle strette dagli elementi acquisiti dagli investigatori, i due arrestati hanno confessato le loro responsabilità

 

Omicidio Lacaria, sconto di pena per Zangari

Si è concluso con uno sconto di pena, il processo d’appello nei confronti di Giuseppe Zangari, il quarantottenne di Spadola, condannato per l’omicidio del commercialista Bruno Lacaria, di 52 anni.

 Alla luce di quanto stabilito dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro, Zangari dovrà scontare una pena a 14 anni di reclusione.

Al termine del primo grado di giudizio, celebrato con il rito abbreviato, Zangari era stato condannato a 17 anni e 4 mesi.

Scomparso l’8 febbraio 2017, Lacaria venne ritrovato cadavere il 27 febbraio successivo in un bosco di località “Lacina”, in un’area a ridosso dei territori comunali di Brognaturo e Cardinale.

Il commercialista sarebbe stato ucciso con un bastone, a causa di un debito contratto da Zangari.

Omicidio in Calabria, 44enne accoltellato per strada

Un uomo, Pasquale Carruccio, di 44 anni, è morto durante il trasporto in ospedale, a causa delle ferite riportate durante un accoltellamento.

La vittima, nella giornata di ieri, era stata trovata riversa a terra, a Ciro Marina, nel Crotonese. 

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini per individuare il responsabile e ricostruire le fasi dell’omicidio.

Omicidio in Calabria, 82enne uccisa a bastonate

Una donna, A. M., di 82 anni, è stata uccisa a Rota Greta, nel cosentino.

L'omicidio, consumato con un bastone e con un coltello, è stato compiuto dal marito della vittima, M.S., di 87 anni.

Il movente del delitto potrebbe essere ricercato nell’esasperazione dell’anziano, determinata dalla grave malattia della consorte, affetta da demenza senile. 

Dopo aver compiuto l'omicidio, il pensionato ha chiamato la figlia comunicandole l’accaduto.

Inutile l'intervento dei sanitari del 118 che, giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare la morte della donna. 

Dal canto loro, i carabinieri hanno tratto in arresto l'uomo, per il quale sono stati disposti i domicilia. 

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Omicidio di Piscopio: fermati il cognato e il figlio della vittima

Si è costituito ai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia l'uomo che ha ammesso di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Massimo Ripepi, avvenuto lo scorso 21 ottobre intorno alle 13,30 nel centro storico di Piscopio, frazione del comune di Vibo Valentia.

Accompagnato dal proprio legale di fiducia, G.C., di 48 anni, ex cognato della vittima, si è assunto le proprie responsabilità ed al termine dell’interrogatorio è stato posto in stato di fermo.

Lo stesso provvedimento è stato disposto nei confronti del figlio maggiore della vittima, M.R., di 18 anni, che avrebbe fornito ausilio allo zio nelle fasi concitate della fuga dal luogo del delitto. 

L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia e condotta dal personale della Stazione carabinieri di Vibo Valentia e della Squadra mobile della Questura, anche alla luce delle dichiarazioni rese, ha restituito elementi precisi, concordanti e confermanti il quadro indiziario.

Ad incastrare l’ex cognato ed il figlio maggiore della vittima, oltre alle dichiarazioni rilasciate dai testimoni, sono state le immagini riprese da alcuni sistemi di videosorveglianza.

Il movente del delitto è da ricondurre ai ripetuti maltrattamenti che la vittima rivolgeva ai danni dei due figli e della ex moglie.

Ripepi era già rimasto coinvolto in un agguato il 4 giugno 2017, quando ad esplodere i colpi era stato il figlio minore C.R., di 17 anni, che proprio per questo motivo si trova ancora ristretto presso l’istituto penitenziario minorile di Catanzaro.

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