Agguato nel Vibonese, 42enne ucciso a colpi d'arma da fuoco

Un quarantaduenne, M.R., è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella frazione Piscopio, di Vibo Valentia.

L' uomo è stato raggiunto dai sicari in prossimità degli uffici della delegazione comunale, dove è stato freddato.  

Inutile l'intervento dei sanitari del 118 che, una volta giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

Secondo le prime indiscrezione, pare che nei mesi scorsi la vittima fosse sfuggita ad un tentato omicidio. 

Le indagini sono condotte dai carabinieri che, allo stato, non escludono alcuna ipotesi.

Giovane ucciso e dato alle fiamme nel Vibonese, individuati i presunti responsabili

Due persone, padre e figlio, di Nicotera sono state raggiunte da ordinanze di custodia cautelare in carcere, perchè ritenute responsabili dell'omicidio di Stefano Piperno, il trentaquattrenne il cui cadavere venne ritrovato carbonizzato il 20 giugno scorso.

I provvedimenti, emessi dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia e del Ros.

I presunti responsabili del delitto sono accusati in concorso di: omicidio, occultamento e soppressione di cadavere.

L’attività investigativa, che ha preso l'abbrivio in seguito al ritrovamento dell’auto e del corpo carbonizzati del trentaquattrenne, impiegato presso il Centro d'accoglienza straordinaria di Nicotera in attività di formazione per extracomunitari, ha consentito ai militari d'identificare i presunti responsabili dell’omicidio, avvenuto il giorno prima del ritrovamento, il 19 giugno, nonché il movente e la dinamica del delitto.

 I particolari dell’operazione, denominata "Metide", saranno resi noti nel corso della conferenza stampa, in programma per le ore 10.30 presso il Comando provinciale carabinieri di Vibo Valentia.

Arrestato il presunto responsabile dell'omicidio di Francesco Augeri

È stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Scalea, il presunto responsabile dell'omicidio di Francesco Augeri, il giovane accoltellato durante una rissa, scoppiata il 22 agosto scorso, davanti ad un locale di Diamante, nel Cosentino. 

Da quella tragica notte, gli uomini dell'Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Paola, hanno lavorato, senza soluzione di continuità, per dare un volto ed un nome all'autore del mortale accoltellamento del giovane cosentino e del ferimento di un 28enne.

Un lavoro impegnativo, sviluppato attraverso una certosina ricerca di tutti i possibili testimoni, che ha consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e di raccogliere inconfutabili elementi a carico di un diciannovenne di origine napoletane, nei cui confronti la Procura della Repubblica di Paola ha emesso un provvedimento di indiziato di delitto.

Il giovane che presenterebbe ferite al volto che ne dimostrerebbero il pieno coinvolgimento nella rissa, si è costituito presso il carcere di Napoli Secondigliano.

 

Sparatoria in un camping del Vibonese, ucciso un 44enne

Spartorìa in un camping di Nicotera Marina, nel Vibonese, dove nel pomeriggio di oggi un quarantaquattrenne di Limbadi, Francesco Timpano, è stato ucciso sotto gli occhi increduli di decine di turisti.

Secondo una prima sommaria ricostruzione dei fatti, il sicario è entrato in azione intorno alle 15,30, quanto ha bersagliato la vittima che è morta sul colpo.

Sul posto sono intervenuti sia i carabinieri della locale Stazione che della Compagnia di Tropea.

 

'Ndrangheta: arrestati i mandanti di un omicidio

È scattata alle prime ore di questa mattina un’operazione dell’Arma dei carabinieri di Reggio Calabria e Vibo Valentia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, finalizzata all'esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa da gip presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di tre persone, ritenute responsabili, in concorso tra loro e con altri indagati, già colpiti da analogo provvedimento lo scorso 10 novembre, dei delitti di omicidio, detenzione e porto di armi clandestine e da guerra, ricettazione, commessi con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose.

Le indagini hanno permesso di individuare i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Giuseppe Canale, affiliato alla cosca “Condello-Chirico”, ucciso il 12 agosto 2011, in pieno giorno da due sicari vibonesi assoldati dalla cosca reggina.

Gli approfondimenti svolti dai militari dell’Arma hanno fatto piena luce, anche, sul movente del grave fatto di sangue, inquadrabile nell’ambito dei contrasti sorti all’interno della consorteria, al tempo egemone nel quartiere Gallico della città  dello Stretto, per la successione nel ruolo di vertice.

Gli arrestati sono Antonino Crupi, di 35 anni, Giuseppe Germanò, di 48, e Diego Zappia, di 33.

Per l'esecuzione dei nuovi arresti sono state determinanti le rivelazioni di uno degli esecutori dell'omicidio di Canale, Nicola Figliuzzi, già arrestato nel novembre scorso.

 

 

'Ndrangheta: scoperti i presunti responsabili di un omicidio

Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, i carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di Davide Gentile di 29anni e di Giuseppe ed Alfonso Brandimarte, rispettivamente, di 47 e 41 anni.

 I tre sono ritenuti responsabili in concorso tra loro ed a vario titolo, dell’omicidio di Francesco Bagalà, avvenuto nella notte del 26 dicembre 2012 a Gioia Tauro.

Il delitto, compiuto con l'aggravante del metodo mafioso, sarebbe stato eseguito al fine di consolidare la posizione della cosca Brandimante nel panorama della criminalità organizzata di Gioia Tauro.

La misura cautelare giunge al termine di una complessa attività d’indagine svolta dai Carabinieri di Gioia Tauro che, nel ricostruire i fatti di sangue che hanno segnato la cruenta faida, avvenuta nel biennio 2011-2012 a Gioia Tauro, tra le locali famiglie di ‘ndrangheta dei Priolo – Piromalli, da un lato, e Brandimarte, dall’altro, sono riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati quali mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di Francesco Bagalà.

Per gli investigatori, il delitto avrebbe rappresentato la vendetta per il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, avvenuto a Gioia Tauro il 14 dicembre 2011.

In particolare, le indagini, che si sono avvalse dell’analisi dei sistemi di videosorveglianza collocati nelle vie del centro di Gioia Tauro, del contenuto di intercettazioni telefoniche ed ambientali, e delle testimonianze rese da diversi collaboratori di giustizia, avrebbero permesso d'accertare che nella notte del 26 dicembre  2012, un commando composto da Alfonso Brandimarte e dal nipote Davide Gentile, dopo aver seguito l’autovettura con a bordo Francesco Bagalà, l’avrebbe affiancata esplodendo complessivamente sei colpi d’arma da fuoco calibro 38, due dei quali hanno colpito mortalmente la vittima al torace ed al volto.

Come è emerso nel corso delle indagini, l'agguato sarebbe stato premeditato e pianificato da Giuseppe Brandimarte, in risposta al tentato omicidio commesso ai suoi danni da Giovanni Priolo, padre di Vincenzo, a sua volta ucciso l’8 luglio 2011.

Gli arrestati, al termine degli adempimenti di rito, sono stati associati presso le case circondariali di Novara, Parma e Palmi e messi a disposizione dell’Autorità giudiziaria in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

 

Omicidio Soumalya Sacko, fermato l'uomo indagato

Nella prima mattinata di oggi i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno eseguito un fermo d'indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nei confronti di Antonio Pontoriero, di 43 anni.

L'uomo è accusato dell'omicidio di Soumalya Sacko, il 29enne maliano, ucciso il 2 giugno scorso a San Calogero, nel Vibonese (Per leggere la notizia clicca qui).

Oltre che per la morte del migrante, Pontoriero è accusato di porto e detenzione illegale d'arma.

 

Pietragrande di Stallettì, pensionato ucciso con tre colpi in testa

Il cadavere di un uomo è stato ritrovato oggi, intorno a mezzogiorno, a Stallettì, in località Pietragrande. Il corpo pare appartenere ad Antonio Ranieri, 79enne incensurato di Montepaone.

L'uomo è stato ritrovato già privo di vita nella sua auto, una Volkswagen Polo, ferma a pochi metri dalla Statale 106. In un primo momento si era creduto ad un malore visto che l'auto era ferma lungo la strada che dal cancello di casa dell'uomo porta fino alla statale.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Soverato che hanno avviato le indagini, escludendo sin da subito l'ipotesi del malore.

Pare infatti che il cadavere dell'uomo, trovato riverso sul volante della propria auto, avesse il volto tumefatto; seconda una prima e più attendibile ricostruzione, pare che la vittima sia stata freddata con tre colpi di arma da fuoco che lo hanno raggiunto alla testa, senza lasciargli scampo.

Sebbene rimangano aperte tutte le ipotesi investigative, si tende ad escludere che Ranieri possa essere stato ucciso per questioni legate alla criminalità organizzata propendendo più verso la vendetta personale o una discussione degenerata.

Gli investigatori, che hanno già sentito i parenti della vittima, attendono l'esito dell'esame autoptico per poterne ricavare qualche elemento utile alle indagini.

 

Subscribe to this RSS feed