Il timore di Destra per Reggio: "I dilettanti del Comune diffondono conflittualità nell'opinione pubblica"

"Agosto intenso per i "dominus" di Palazzo San Giorgio, il cuore della stagione estiva dedicata interamente all’attività autenticamente propria, scevra da ogni iter e progettualità avviata dalle trascorse amministrazioni". Inizia così una trasmessa da Renato Di Pietro e Giuseppe Malara, componenti del Comitato territoriale di Destra per Reggio. "Proviamo dunque - scrivono - a sintetizzare le azioni amministrative messe in campo da Palazzo San Giorgio in meno di un mese, tutte perle di trasparenza e di visione strategica per il rilancio della città.  Si è dato l’avvio all’estate reggina con la consegna delle chiavi del Miramare, operazione in sordina, senza uno straccio di gara o pubblica evidenza, a seguire la chiusura dei gazebo dell’11 agosto con turisti ed ospiti presenti, un atto di vessazione amministrativa che da subito è apparso eccessivo e contro ogni buona prassi; il topic dell’offesa alla pubblica opinione il 15 agosto con la ridicola foto della Giunta in quel di Tre Aie (neppure l'ultimo dei presidenti di Circoscrizione avrebbe pensato di pubblicarla) dove si è ben pensato di millantare un’operetta di riqualificazione in un angolo di montagna, azione, peraltro, puntualmente smentita da foto che ritraggono Tre Aie in condizioni pietose. Post ferragosto si continua con la notizia della revoca del bando di gara dei lavori di ammodernamento del Lido Comunale, atto questo sì di rilevanza cittadina e che potrebbe causare, oltre i ritardi, anche la perdita del cospicuo finanziamento del PISU di oltre 3 milioni di euro impegnati nel 2011 su un progetto che avrebbe dovuto aprire uno scenario nuovo e di riqualificazione per il sito prestigioso del Lido che oggi versa in un completo stato di abbandono. Dulcis in fundo, la tassa di soggiorno (  5 euro cadauno, sarebbe la più cara d'Italia) in una città che nessuno riconosce come accogliente, attrattiva e praticabile. oltre che irraggiungibile per l’isolamento infrastrutturale e la marginalità sociale cui è stata relegata dal centro sinistra; questo balzello, magari, potrebbero farlo detrarre dai contributi per i clandestini, unici ospiti costanti e numerosi a Reggio. Ma tutti i nodi, si usa dire, vengono al pettine e la vicenda dei gazebo ha iniziato a riportare i dilettanti di Palazzo San Giorgio alla realtà ed alle responsabilità, incassando la decisione del TAR che sospende la chiusura disposta dal Comune. Questa vicenda merita almeno tre considerazioni critiche: in primis l’aspetto amministrativo, un atto inadeguato, specie se disposto per la riscossione di eventuali somme dovute all’Ente che avrebbe potuto prevedere ingiunzioni e procedure di recupero forzoso, invece della chiusura dei siti; in secondo luogo la vessazione autoritaria, in un momento di grave declino economico, verso esercenti, contribuenti e datori di lavoro, che da mesi avevano intrapreso un iter interlocutorio con il Comune per trovare una soluzione/dilazione rispetto alla tassazione addirittura retroattiva e triplicata dai Commissari; terzo il rilievo politico, che aggrava anche sotto il profilo della opportunità un’azione che appare come 'punitiva', per tempi, modalità e motivazioni, e rispetto alla quale lo stesso sindaco, a mò di giustificazione, si è affrettato a divulgare un comunicato dove, utilizzando l’usuale atteggiamento manicheo e strumentale ha scatenato il conflitto di opinione tra i cittadini: i (tanti) a favore della dignità cittadina e del lavoro degli esercenti e quelli (pochi) a difesa della chiusura dei gazebo". "Forse proprio quest’ultima considerazione rappresenta l’aspetto più preoccupante di una vicenda sofferta e su cui una parte politica, invece di ammortizzare tensioni e contestazioni, continua a diffondere acredine e conflittualità. Per questa intensa attività estiva nessuno, se non i rampolli della sinistra reggina, potrà rivendicare paternità o primogeniture, qui i messia della 'svolta' hanno veramente fatto tutto da soli, dimostrando, inequivocabilmente, come, quando agiscano 'motu proprio' la incapacità politica ed amministrativa si appalesa chiara, determinando ciò che nessuno si augura: il danno e la beffa per una città che, prima di tutto, dalla pacificazione sociale e dalla conservazione del patrimonio progettuale della Destra di governo - si conclude la nota di Di Pietro e Malara - dovrebbe trarre riscatto e prospettiva per il futuro. Ed agosto ancora non è finito…"

 

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