Serra, crolla una tomba nel cimitero: bara scoperchiata

Il camposanto di Serra San Bruno non è un cimitero qualunque. Oltre a segnare il confine tra la terra e il cielo, è un luogo nel quale riposa una popolazione piuttosto ricca e variegata. Vi dormono insieme scrittori, pittori, scultori, storici, architetti, poeti, e tutta quell’umanità dimenticata che ha fatto grande la storia della cittadina montana e della Calabria. Ultimamente il destino, la sorte o più semplicemente il caso – quello che secondo Anatole France è Dio quando non vuole essere riconosciuto – ha “costretto” il vostro cronista a visitarlo più spesso. Accanto a tombe storiche ed artistiche, alcune delle quali si possono e si devono visitare, vi sono gli epitaffi particolari composti da giovani mariti per le loro altrettanto giovani mogli morte durante una epidemia di febbre rara nei primi anni del secolo scorso. Sul cimitero e sugli epitaffi sottoforma di poesia che raccontano la vita dei defunti è celebre l’opera di Egar Lee Masters “Antologia di Spoon River”, che disegnò una Divina Commedia dei giorni nostri. Un luogo – dicevo - di grande impressione, il cui fascino sta nell’essere un crogiuolo, o forse sarebbe più giusto dire un reliquario, di memorie pubbliche e private, incastonate nel paesaggio romantico dei monti seghettati. Da qualche tempo pare che l’incuria che pensavamo appartenesse soltanto all’orizzonte dell’amministrazione pubblica, sembra abbia raggiunto anche questi paraggi. Più in particolare una tomba, una grande cappella costruita da mattoni a faccia vista, oltre ad essere completamente dimenticata e avvinghiata da erbacce e rovi, risulta anche devastata. L’intonaco del suo interno è venuto giù ma c’è di più: una delle tombe che vi si trovano dentro è crollata – forse c’è stata anche la mano dell’uomo? Non si sa. – Un enorme foro e calcinacci che ricoprono il pavimento lasciano intravedere qualche urto violento che ha spodestato il marmo che la ricopriva spaccandone la muratura e giungendo fino alla bara. Un altrettanto enorme buco sul sarcofago di legno dice tutto il resto. Quello che rimane del defunto non è dato saperlo ma una cosa è certa non c’è una degna sepoltura ed esiste un problema di pubblica igiene. C’è necessità di un intervento e pure immediato, per questo si auspica che il proprietario della cappella o il Comune mettano in campo un’azione che nel contempo diano sicurezza igienica e sanitaria e degna sepoltura alla memoria del defunto. Il tempo farà il resto.

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