Parco delle Serre, la commovente disperazione dei mobilitati: “stanchi della politica, vicini ai tirocinanti”

Anche loro sono stati al servizio del Parco delle Serre. Hanno lavorato, hanno sudato, hanno cercato di portare il pane a casa. E adesso, i percettori di mobilità in deroga utilizzati presso l’Ente di tutela ambientale, stufi del “silenzio assordante” calato sulla loro vicenda, dicono la loro, perchè forse si sentono figli di nessuno. Sgombrano subito il campo da possibili equivoci, potenziali fonti di guerre fra poveri, ed esprimono “solidarietà ai tirocinanti del progetto ‘Natura e turismo’”. “Le nostre lamentele – spiegano - il nostro sfogo non è contro di loro, però non possiamo e non vogliamo permettere che la nostra situazione, diversa, cada nel dimenticatoio, come pare sia successo. Abbiamo terminato il nostro progetto, all'interno delle politiche attive, il 2 settembre 2015 e da allora non vi è stata più alcuna considerazione. 46 lavoratori che ancora oggi attendono che vengano erogate tre mensilità. Lavoratori che hanno prestato la loro opera presso il Parco delle Serre per 400 euro lorde al mese. Lavoratori, persone che devono quotidianamente subire l'umiliazione di chiedere per favore ciò che gli spetta per diritto. Persone – sottolineano - che vedono la propria dignità e quella delle rispettive famiglie calpestata continuamente. Padri e madri di famiglia che sentono in pericolo la serenità e l'avvenire dei propri figli. A questo punto siamo arrivati. Ma pazienza, tanto sappiamo che si ricorderanno di noi prima o poi. Al massimo – è la tagliente riflessione - dobbiamo aspettare le prossime tornate elettorali. Lì ritorneremo importanti, degni di considerazione, magari decisivi. E appunto perché decisivi ripetiamo che siamo arrivati al limite della sopportazione”. Non vogliono rimanere passivi e illustrano la loro verità: “siamo stanchi di vedere una politica arrogante, egoista e esibizionista, impegnata più a risolvere le beghe interne ai partiti che a dare risposte alle esigenze del popolo e del territorio. Una politica autoreferenziale fine a se stessa, alla propria ambizione di potere e protagonismo. Noi chiediamo delle risposte immediate e concrete in merito al nostro presente e al nostro futuro pronti ad azioni forti di protesta  È ora di passare ai fatti, basta con le parole. Basta con la pazienza. Basta con la fiducia gratuita. Non esiste più. Chiediamo che venga al più presto convocata una riunione con i rappresentanti politici e sindacali, alla presenza di tutti i lavoratori per chiarire ogni situazione. Chiediamo che apriate gli occhi, le orecchie e la bocca, e che vi rimbocchiate le maniche. Non bastano più i contentini”. L’ amara ironia della conclusione è l’emblema della loro disperazione: “con una mela al giorno... si muore di fame. Figuratevi senza”.

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