Consorzio di Bonifica ex Valle del Lao, Orsomarso (Gruppo Misto) ad Oliverio: "perché la sostituzione del commissario Macrì"

Con una interrogazione indirizzata al presidente della Giunta regionale Oliverio, il capogruppo del Gruppo Misto Fausto Orsomarso, presidente del gruppo Misto a Palazzo Campanella, è tornato sulla questione del commissariamento del Consorzio di Bonifica ex Valle del Lao di Scalea, riprendendo le perplessità già espresse dai sindaci del comprensorio e dai colleghi consiglieri. Il governatore ha infatti deciso un avvicendamento alla guida dell'ente consortile dopo l'intenso lavoro di concertazione con le organizzazioni sindacali Cisl e Uil messo in campo dal commissario Macrì, che ha peraltro evidenziato in una dettagliata relazione la gravissima situazione finanziaria del Consorzio, che ha portato anche al blocco degli stipendi nei confronti dei dipendenti.

“Il commissario Macrì – evidenzia Fausto Orsomarso - aveva tra l’altro denunciato lo stato elefantiaco del contenzioso, l’indeterminabilità dei debiti fuori bilancio, e condotte amministrative “censurabili”, oltre alla ‘completa erosione delle risorse accantonate come Tfr dei dipendenti e delle somme derivanti dalla forestazione’.

Fausto  Orsomarso chiede quindi al governatore “come mai al Consorzio di Bonifica ex Valle Lao di Scalea si è inteso procedere alla sostituzione del commissario straordinario Macrì, atteso che lo stesso aveva ricevuto, grazie al suo brillante operato, sia l’appoggio dei Sindaci del territorio - testimoniato fra le altre cose da una riconoscente lettera aperta con la quale lo hanno ringraziato pubblicamente - che di due delle tre sigle sindacali confederali”. Inoltre, nella sua interrogazione Orsomarso chiede “se il nuovo commissario straordinario del Consorzio di Bonifica ex Valle Lao di Scalea - che sarebbe stato individuato nella persona di Leonardo Pier Luigi Ciliberto - abbia i requisiti propri della funzione a cui è chiamato a svolgere ovvero, ai sensi della Legge Regionale 23 Luglio 2003, n. 11 e s.m.i. - con particolare riferimento all’art. 35 – se sia dirigente regionale o di altra amministrazione o, in alternativa, abbia titoli di comprovata esperienza propria della funzione”. 

Balneazione 2017: dati oscillanti a Scalea. Ferrara e Bruno (M5S): “Troppi ritardi nell’adeguamento del sistema depurativo”

“Nonostante l’esito conforme delle analisi suppletive eseguite sui campioni prelevati il 23 agosto nei  tre punti denominati "100m DX canale Revoce", "100m SX canale Revoce" e "100m SX canale Varchera”, rimangono non pochi dubbi sul reale stato delle acque di balneazione di Scalea”, così dichiarano Laura Ferrara, Europarlamentare del M5S, e Renato Bruno, Consigliere Comunale del M5S di Scalea.

“Già nello scorso mese di luglio i risultati dei campionamenti nei tre punti in oggetto risultavano essere al limite della conformità normativa  ma soltanto la scorsa settimana, con comunicati del 18 e del 21 agosto, l’Arpacal segnalava la presenza di “Enterococchi intestinali” per un valore superiore a quello imposto dalla normativa vigente. Venivano così  purtroppo confermate - incalzano i due portavoce del MoVimento 5 Stelle - le palesi criticità già evidenziate dalle proteste dei cittadini e dei bagnanti nelle scorse settimane”.

Eppure già qualche mese fa Renato Bruno, attraverso facebook e stampa a più riprese aveva segnalato tale stato di cose.  

Il costante monitoraggio del territorio, effettuato dal Consigliere M5s, faceva in modo altresì che saltassero fuori  alcuni scarichi fognari all'interno di canali e, a completare l'opera, anche un non funzionamento del depuratore che aveva provocato per alcune ore lo sversamento in mare di liquami. “Eppure- continua Laura Ferrara- è da evidenziare che ingenti somme di denaro sono state erogate negli anni per il risanamento del sistema depurativo dell’agglomerato di Scalea: quasi 9 milioni di euro furono stanziati con la programmazione europea 2000-2006 e con alcune delibere CIPE tra il 2004 ed il 2005, altresì ulteriori finanziamenti di piccola entità sono stati poi concessi nell’ambito dei Programmi regionali di riefficientamento erifunzionalizzazione dei sistemi depurativi dei comuni costieri calabresi tra 2015 e 2016. Ci sarebbe da chiedersi , quindi, come siano stati spesi questi fondi, visto che Scalea rientrò tra gli agglomerati calabresi condannati  dalla Corte di Giustizia Europea al termine della procedura d’infrazione europea 2004 – 2034 per violazione dell’art. 3 della Direttiva 91/271/CEE.”“Il monitoraggio del territorio di Scalea, e dei comuni Calabresi è già partito da tempo attraverso l'opera dei Portavoce M5s Calabresi . Coerentemente a ciò - concludono la Ferrara e Bruno - per risolvere le problematiche connesse al sistemadepurativo regionale,  attraverso un’apposita petizione presentata al  Parlamento Europeo (visibile sul sito depuriamolacalabria.it), stiamo portando all'attenzione delle istituzioni comunitarie tali criticità per cercare di sanare le negligenze ed i ritardi prodotti negli anni dalle amministrazioni locali e regionali”.

Balneazione: analisi suppletive ok per tre punti a Scalea

Il Servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell'Arpacal ha comunicato questa mattina al Sindaco di Scalea, nonché al Ministero della Salute e Regione Calabria, che hanno dato esito di conformità le analisi suppletive, eseguite su campioni prelevati il 23 agosto scorso, sui tre punti denominati "100m DX canale Revoce", "100m SX canale Revoce" e "100m SX canale Varchera".

I tratti di mare corrispondenti, quindi, possono tornare alla balneabilità, previa ordinanza del Sindaco che revochi il precedente divieto temporaneo.

Soldi per controllare le pratiche pensionistiche, domiciliari per due funzionari Asp

Due segretari amministrativi presso la Commissione d’invalidità della sede Asp di Diamante, sono accusati di aver ricevuto denaro per "vigilare" sul buon esito di alcune pratiche pensionistiche.

Il reato è stato contestato dai carabinieri di Scalea, in provincia di Cosenza.

In particolare, i due, un 54enne ed una 65enne, sono finiti ai domiciliari con l’accusa di concussione.

Nel corso dell'operazione i militari dell'Arma hanno eseguito diverse perquisizioni.

 

Soldi per controllare le pratiche pensionistiche, domiciliari per due funzionari Asp

Due segretari amministrativi presso la Commissione d’invalidità della sede Asp di Diamante, sono accusati di aver ricevuto denaro per vigilare sul buon esito di alcune pratiche pensionistiche.

Il reato è stato contestato dai carabinieri di Scalea, in provincia di Cosenza.

In particolare, i due un 54enne ed una una donna di 65 sono finiti oggi in arresto, ai domiciliari, con l’accusa di concussione.

Nel corso dell'operazione i militari miltari dell'Arma hanno eseguito diverse perquisizioni.

 

Movimento terra non autorizzato e discarica abusiva, deferito un uomo nel cosentino

Durante un’attività di controllo del territorio i militari delle Stazioni carabinieri forestali di Cetraro e Scalea hanno posto sotto sequestro una discarica abusiva.

Contestualmente è stato deferito all’Autorità giudiziaria un uomo di Belvedere accusato di aver effettuato, senza alcuna autorizzazione, lavori di movimento terra con la realizzazione di alcuni gradoni e un piazzale nella località “Piano della Donna” nel comune di Belvedere.

Durante il controllo i militari hanno constatato che, nel corso dei lavori abusivi, eseguiti con un mezzo meccanico, erano state tagliate alcune grosse piante di quercia.

Inoltre, in un terreno limitrofo sono stati rinvenuti rifiuti speciali provenienti da demolizioni edili che l’uomo stava utilizzando al fine di effettuare un riempimento per un avvallamento del terreno.

I carabinieri forestali hanno, quindi, proceduto al sequestro dell’area oggetto della discarica e al deferimento dell’uomo per “discarica abusiva e violazione alla normativa ambientale e paesaggistica”.

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Droga nel Cosentino: i nomi delle 25 persone fermate ed il ruolo delle donne

Sono venticinque le persone interessate dal provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Paola nell'ambito dell'operazione antidroga  condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di armi. L'operazione, condotta con il supporto di velivoli dell'ottavo nucleo elicotteri carabinieri e unità cinofile del Gruppo operativo Calabria di Vibo Valentia, è l'epilogo di indagini coordinate dal pm Anna Chiara Fasano e condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea, che hanno portato alla luce un articolato contesto di spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle più note località turistiche dell'alto tirreno cosentino in particolare nei comuni di Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino e Sangineto.

Nel corso dell'operazione "Murales", effettuata questa mattina sono state fermate anche sei donne.

I NOMI

Questi i nomi delle persone coinvolte: Salvatore Addino, 25 anni, Salvatore Amoroso, 26 anni,Ciriaco Casella, 27 anni, Mario Cianni, 51 anni, Adamo Di Falco, 47 anni, Annalisa Esposito, 23 anni, Francesco Fittipaldi, 22 anni, Stefania Gazzaneo, 43 anni,Gabriella Greco, 38 anni, Stefano Greco, 37 anni, Luca Grosso Ciponte, 35 anni,Fabrizio Iannelli, 39 anni, Ciro Impieri, 25 anni, Rossella Lombardi, 34 anni, Giuseppe Mandaliti, 34 anni, Pierluigi Oliverio, 36 anni, Salvatore Orto, 26 anni, Lorenzo Pastorelli, 38 anni, Ramona Piemontese, 29 anni, Alessio Presta, 21 anni, Carlo Ricca, 37 anni, Stefania Ricca, 35 anni, Andrea Valente, 38 anni, Ivan Vilardi, 31 anni,Rosario Alessandro Impieri.

IL RUOLO DELLE DONNE

"Le donne avevano ruoli attivi e di spicco, sia nell'attività di cessione che di occultamento dello stupefacente sulla propria persona, consapevoli della difficoltà di effettuare perquisizioni". È quanto ha sostenuto il sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Anna Chiara Fasano, durante la conferenza stampa convocata per illustrare l'indagine. "In particolare - ha aggiunto il magistrato - utilizzavano una minorenne sia per il trasporto della singola dose che per forniture più consistenti. La ragazza veniva fatta salire in auto e poi le chiedevano di nascondere la droga nel reggiseno o nelle parti intime, in cambio otteneva soldi o dosi, in quanto essa stessa assuntrice di sostanze stupefacenti. Un'attività durata quattro mesi, scaturita da un primo arresto, che tra l'altro ha permesso di scoprire l'organizzazione di un furto in un supermercato dove uno degli indagati è dipendente". "Siamo soddisfatti - ha commentato il col. Fabio Ottaviani comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza - di questa attività svolta in tempi rapidi, perché il nostro obiettivo è togliere la droga dalle strade. I fatti accadevano fino a ieri e oggi abbiamo dato una risposta immediata".

 

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Droga: i carabinieri arrestano 25 persone, 6 sono donne

E’ in corso dalle prime luci dell’alba una vasta operazione antidroga condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza con il supporto di velivoli dell’8° nucleo elicotteri carabinieri e unità cinofile dei carabinieri del Gruppo operativo Calabria di Vibo Valentia.

I militari dell’Arma hanno eseguito venticinque provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Paola in provincia di Cosenza, a carico di altrettante persone accusate, a vario titolo, di spaccio continuato di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di armi.

Le indagini lampo, coordinate dal sostituto Procuratore della Repubblica Anna Chiara Fasano e condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea, hanno portato alla luce un articolato contesto di spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle più note località turistiche dell’alto tirreno cosentino ed in particolare nei comuni di: Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino e Sangineto.

Tra le venticinque persone colpite dal provvedimento figurano, anche sei donne, quasi tutte legate sentimentalmente ai membri del gruppo criminale, che nel tempo erano riuscite a costruire posizioni di rilievo. La maggior parte di loro, infatti, si occupava del trasporto delle sostanze stupefacenti che, solitamente, occultava nelle parti intime. Una di loro, ritenuta particolarmente scaltra, era riuscita addirittura ad ottenere un ruolo di primo piano gestendo personalmente la contabilità dello stupefacente ed i crediti vantati verso dagli spacciatori.

Per chi non pagava erano guai, infatti, i carabinieri hanno documentato un episodio in cui la donna ha prima minacciato uno pusher moroso e poi lo ha fatto picchiare dal marito.

E’ stata proprio la pericolosità dei soggetti  ad indurre la Procura ad emettere tempestivamente il provvedimento di fermo, tanto più che, nella gran parte dei casi, gli investigatori hanno potuto riscontrare legami di amicizia e parentela, tra le persone coinvolte ed esponenti del potente clan di ‘ndrangheta dei Muto di Cetraro.

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