Terremoto: "In Calabria zone a maggiore pericolosità sismica di tutto il territorio italiano"

In seguito al nuovo sciame sismico che si sta abbattendo sul Centro Italia, l'assessore regionale alla Pianificazione del Territorio, Franco Rossi ha affermato: "Le nuove drammatiche scosse di terremoto, verificatisi nel Centro Italia, hanno testimoniato nuovamente l'estrema fragilità del nostro territorio con comuni urbanisticamente diffusi e parcellizzati in innumerevoli frazioni, vie di comunicazione esposte al rischio di improvvise chiusure con poche alternative, costruzioni che sentono il peso degli anni ma soprattutto pagano decenni di non adeguata "cultura sismica". Per fortuna, in questo caso, non c'è la conta dei morti ma solo quella dei danni e tuttavia è innegabile che anche in questo caso sia deceduta la "sicurezza della casa" da sempre intesa, da ciascuno di noi, come rifugio solido e protettivo. Alle popolazioni colpite dal terremoto giunga, dunque, la nostra totale e fattiva solidarietà, a noi invece spetta il compito di assumere piena consapevolezza sulla portata potenzialmente distruttiva di fenomeni non prevedibili ma i cui effetti possono essere sicuramente prevenuti e ridotti. Sotto questo profilo il punto di partenza non può che essere costituito dai tavoli tecnici di Calabria Sicura, voluti dal presidente Mario Oliverio, e dall'attuazione in Calabria degli interventi da programmare nell'ambito del Piano Nazionale di Prevenzione del Rischio Sismico"; l'approccio, infatti, non può più essere quello tristemente emergenziale, occorre che tutti – nella diversità di ruoli, funzioni e responsabilità - assumano la prevenzione ed i necessari interventi come autentica ed assoluta priorità sulla base del diverso grado di pericolosità sismica, cosi come ormai definitivamente acclarato. Cosi come sottolineato nel "Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico della Regione Calabria (QTRP)": "la mappa di pericolosità sismica MPS04 e le mappe regionali delle zone sismiche definiscono con chiarezza le aree dove ci si possono aspettare scuotimenti forti; d'altro canto la nuova normativa antisismica nazionale classifica tutto il territorio regionale calabrese in 2 zone modificando l'assegnazione di categoria di ben 114 comuni. All' interno del territorio regionale il passaggio di categoria di questi comuni rende il territorio calabrese altamente a rischio perché anche il patrimonio edilizio di nuova costruzione o quello ristrutturato, antecedente il 2003, potrebbe risultare vulnerabile in quanto rispondente a norme tecniche antisismiche superate". Oggi l'intero territorio regionale – unico sotto questo profilo in Italia - è interamente compreso nelle zone 1 e 2, con il 64% dei comuni (261 su 409 totali) che rientra in zona 1 e il rimanente 36% (148 su 409 totali) in zona 2; come se non bastasse la mappa nazionale di pericolosità di base definisce tutto lo spazio regionale calabrese esposto a valori di accelerazione massima attesa tra i più alti del Paese, con un picco nell'area della Valle del Crati che rappresenta una delle zone a maggiore pericolosità sismica di tutto il territorio italiano. Tenendo conto di queste preoccupanti premesse nel QTRP, recentemente approvato dal Consiglio regionale, l'assessorato regionale all'Urbanistica, coerentemente con l'obiettivo strategico "Mitigazione del rischio sismico", ha assegnato un'importanza decisiva alla "riqualificazione dell'ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, garantendo la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storico culturale, paesaggistico, ambientale; la riorganizzazione dell'assetto urbanistico attraverso il recupero e la realizzazione di urbanizzazioni". Ecco perché – dopo la necessaria interlocuzione – intendiamo attivare prima possibile due protocolli operativi, il primo con l'Associazione nazionale dei Costruttori Edili della Calabria (ANCE) per determinare congiuntamente forme di intervento (assistenza e controllo) sui cantieri da avviare prioritariamente nei centri storici; il secondo con l'Anci per sensibilizzare i sindaci non solo sulla necessità dei relativi piani di emergenza ma anche e soprattutto sull'opportunità di avviare una puntuale verifica tecnica sulla messa in sicurezza di case, scuole, edifici pubblici e religiosi. Da questo punto di vista pensiamo sia utile recuperare ed impegnare, nell'ambito degli investimenti del POR, risorse destinate ai comuni su questo specifico tema. Da ultimo una precisa ed immediata proposta riferita all'operatività della legge regionale n. 21 del 1990 " Norme in materia di edilizia di culto e disciplina urbanistica dei servizi religiosi"; si tratta di una legge che all'articolo 1 prevede la concessione di contributi pluriennali ed "una tantum" per la costruzione, la ristrutturazione, l'ampliamento e la straordinaria manutenzione di opere di culto e di ministero pastorale"; all'articolo 7 invece viene previsto come "I Comuni della Calabria, al fine di favorire gli interventi di cui al comma primo dell'art. 1, istituiscono nei propri bilanci, a far tempo dall'esercizio 1995 e nei successivi, un apposito capitolo mediante prelievo dal fondo previsto dall'art. 12 della legge 28 gennaio 1977, n. 10, di una quota non inferiore al 10% e non superiore al 30% dei contributi loro spettanti per oneri di urbanizzazione".Tenendo conto delle immagini che ci documentano i devastanti effetti dei terremoti sulle Chiese - luoghi di fede ma anche spazi che contengono straordinari tesori artistici e culturali – potremmo avviare da subito una finalizzazione di tutte le risorse alla messa in sicurezza degli edifici religiosi, iniziando da quelli di significativo e straordinario valore storico ed artistico".

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Terremoto: scosse nella notte, migliaia di persone costrette a dormire in strada

Notte di paura dopo tre forti scosse di terremoto in poche ore. Il Centro Italia trema ancora ed è ansia tra la popolazione. L'epicentro nella Valnerina, nelle Marche. Le scosse sono state avvertite distintamente in tutte le regioni del centro Italia. Le più forti alle 19,10 di magnitudo 5.4 e di 5.9 alle 21,18, più intensa e duratura. La scossa registrata alle 23,42 è stata di magnitudo 4.6, secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica. Altri due forti terremoti di magnitudo superiore a 4 sono stati registrati, nel corso delka notte, tra le 3,20 e le 3,50. L'epicentro è stato localizzato nella stessa zona delle scosse del pomeriggio e della sera. Un uomo di 73 anni è morto per un infarto a Tolentino, presumibilmente per lo choc provocato dal terremoto. E' la prima vittima 'indiretta' del sisma. Per il momento, secondo il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, Stefano Di Iulio, non si sarebbero vittime per conseguenza di crolli. Sempre a Tolentino un operaio, dipendente di una ditta di surgelati, è rimasto ferito dal crollo di un controsoffitto, riportando ferite lacero contuse alla testa e a una spalla, ma le sue condizioni non sono gravi. "Il servizio salute della Regione ha predisposto evacuazioni da ospedali di Tolentino, Matelica e Cingoli ricollocando i pazienti in altre strutture della regione", dope le due forti scosse di terremoto. Così il presidente della Regione Luca Ceriscioli su Facebook. "Al momento si registrano crolli - scrive -. Grazie ancora a tutti i sindaci, gli amministratori, volontari e alle forze dell'ordine che in questo momento stanno lavorando e dando sostegno alle popolazioni".

Terremoti in Calabria, una storia lunga 2 mila anni

 Il terremoto del Friuli, quello in Abruzzo,  in Emilia e quello delle settimane scorse ad Amatrice; il sisma sul Pollino che ha colpito particolarmente la cittadina di Mormanno dopo mesi di continue ed incessanti scosse. E non solo. Lo sciame tellurico che sta investendo l’intera Calabria da nord a sud ogni giorno. Insomma il terremoto, questo conosciutissimo ed imprevedibile fenomeno della natura, ci interessa da vicino, eccome. Ci ricorda, ove ce ne fosse  bisogno, che il nostro territorio è fortemente soggetto a rischio sismico. Basta fare un giro di pellicola a ritroso nel tempo e si vedrà che  l’intera Calabria è stata colpita, a partire da…sempre. Basti pensare che il primo terremoto di cui si ha notizia risale al 91 a.C. che colpì Reggio con una magnitudo del 6.3 come ci tramanda il geografo greco Strabone. Devono passare mille anni, per quello che si sa, per avvertire un altro movimento del 6° grado nel 951 che colpì in modo disastroso Rossano. Insomma millenni, secoli interessati da centinaia di devastanti terremoti di varia intensità e natura. Quello che segue non si legga come un freddo elenco di date, piuttosto si rifletta sul cosa fare, sul come fare per prevenire i terremoti stante l’impossibile prevedibilità di essi. Nel 1184 una scossa del 6° grado colpì con morti e distruzioni Luzzi e Cosenza. Saltiamo qualche secolo ma non senza scuotimenti di terra. Il 4 aprile del 1626 ancora un sesto grado a Girifalco e paesi limitrofi. Tra i più disastrosi si ricordano quelli che seguono. Il 27 marzo del 1638 nel Nicastrese con almeno 10 mila morti e oltre cento paesi distrutti. Nello stesso anno nella notte tra l’8 e il 9 giugno una scossa del decimo grado Mercalli colpì  l’intera Calabria che subì gravissimi danni con la distruzione di circa 200 paesi e la morte di almeno mille persone. Nel 1659, il 5 novembre, tra Squillace, Sant’Eufemia  e le Serre vibonesi 2mila vittime per una scossa del 6.5 grado avvertita distintamente anche a Crotone dove cadde un campanile di una chiesa. Il Settecento, poi, fu il secolo dei “tremuoti” meno frequenti ma tanto sconvolgenti.Il 21 marzo 1744 una scossa più violenta e nel 1783, dal 5 febbraio a tutto il mese di marzo, la violenza del terremoto fu impressionante: la Calabria dovette contare almeno trentamila morti; rasi al suolo, fra i tanti altri, la rinascimentale Certosa di Serra San Bruno e il grandioso convento dei Domenicani di Soriano Calabro.  Nel 1824, una forte scossa, con epicentro sulla Sila orientale, arrecò tantissima paura in tutte le popolazioni del Marchesato, le quali, invece, dovettero subire il più catastrofico dei terremoti l’8 marzo 1832 col decimo grado Mercalli e successive scosse, nello stesso giorno, dell’ottavo e settimo grado. È quello che viene ricordato come il “tremuoto di Cutro” con la cittadina quasi interamente distrutta e 60 morti ed altri 200 nel resto del circondario crotonese.  Certo era inimmaginabile la velocità o la tecnologia degli interventi, per cui dopo oltre sette mesi dall’infausto evento vi erano ancora morti sotto le macerie. Seguirono terremoti distruttivi nel 1835 con epicentro nel Cosentino e nel 1836 tra Rossano e Crotone con almeno 600 vittime. Il 12 febbraio 1854 una scossa distrugge Donnici nel cosentino. Nel 1870, il 4 ottobre, devastata la vallata del Savuto con 500 morti. Nel 1894 un sisma del  sesto grado interessò l’Aspromonte. L’inizio del ‘900 fu funestato dal terremoto del settembre 1905 che interessò Vibo con una scossa di quasi sette gradi e 600 morti e soprattutto quello del 28 dicembre quando un movimento del 7°.1 rase al suolo Reggio e Messina con ripercussioni dannose anche a Crotone. Il tremuoto fu avvertito con terrore fino a Napoli: totale ottantamila morti. Secondo il geologo Antonio Infante, la nostra regione “risulta caratterizzata da periodi di attività sismica piuttosto continua e di notevole livello energetico seguiti da più o meno lunghi periodi di relativa quiete. Tutto ciò, pero, non ci deve far perdere la memoria storica di questi eventi naturali, facendoci abbassare la guardia ma deve renderci coscienti del fatto l’intera Calabria, nulla hanno da invidiare alle zone più sismiche del mondo”.Insomma per Infante  è necessario che “le nuove costruzioni devono essere progettate e realizzate al fine di sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare quelli più forti”. Al postutto, stante l’imprevedibilità di tali eventi naturali, è meglio prevenire con l’alta tecnologia che intervenire con la Protezione Civile.

 

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Scossa di terremoto in Calabria

Un terremoto di magnitudo ML 2.7 è stato avvertito nel pomeriggio di oggi nelle vicinanze di Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza. La scossa, registrata alle 16,02, è stata localizzata dalla sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e Vulcanologia di Roma ad una profondità di 30  chilometri.

 

 

Tre terremoti in tre minuti nello Stretto di Messina

Sono state quattro le scosse di terremoto registrate, nella giornata di ieri ( 27settembre)  nelle acque dello Stretto di Messina, dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Alla prima, di magnitudo 1,2 ML, rilevata nelle prime ore della mattina ne sono seguite altre tre nel pomeriggio. Nel volgere di pochissimi minuti, tra le 17,14 le 17,17, la terra ha tremato per ben tre volte. La forza dei tre terremoti, sviluppatisi tra i 10 e gli 11 chilometri di profondità, ha avuto una magnitudo compresa tra i 2,1ed i 2,3 ML.

 

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Scossa di terremoto al largo della costa calabrese

Un terremoto di magnitudo ML 2.4 è stato registrato dalla sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma al largo della costa calabrese. Il sisma, sviluppatosi ad una profondità di 44 chilometri, è stato rilevato alle 14,47 di oggi in un tratto di mare non distante dal litorale reggino.

Nuova scossa di terremoto in Centro Italia

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.1 è stata rilevata dalla sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, all'1,34 della notte scorsa, nella provincia di Rieti. I comuni più vicini all'epicentro sono quelli di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto, già devastati dal sisma del 24 agosto. La scossa è stata avvertita anche nella provincia di Ascoli Piceno.

Calabria: forte scossa di terremoto nel catanzarese

Un terremoto di magnitudo ML 3.4 è stato registrato alle 18,48 di oggi nella Calabria centrale, tra Catanzaro e Lamezia Terme. Il sisma rilevato dalla sede romana dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è stato localizzato ad una profondita di 27 chilometri. La scossa è stata avvertita soprattutto a Decollatura, Carpololi, Soveria Mannelli, Guardia Piemontese, Santo Stefano di Rogliano, Cortale, Castrolibero, Colosimi, Marcellinara, Rovito e molti altri comuni. Altri 8 terremoti sono stati registrati, nell'ultima ora in molti centri della Sila catanzarese. In particolare alle 19,09 ed alle 19,30 due sismi di magnitudo 1.9 hanno avuto epicentro nel comune di Cicala.

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