Quasi un chilo di marijuana nel garage: arrestato dalla Polizia

La Polizia di Stato ha arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente C.G., 40enne, di Villa San Giovanni. Gli agenti del Commissariato di Villa San Giovanni, a seguito di una perquisizione all’interno di un garage nella disponibilità dell’arrestato, hanno rinvenuto un bilancino di precisione e alcuni involucri di cellophane con all’interno circa 900 grammi di sostanza che, sottoposta ad esame da parte del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Reggio Calabria, è risultata essere stupefacente del tipo marijuana. L’autorità giudiziaria competente ha convalidato l’arresto e disposto la misura dell’obbligo di presentazione presso gli Uffici di Polizia quattro volte alla settimana.

Autostrada A3-Salerno Reggio Calabria: per lavori, blocchi temporanei del traffico

Anas comunica che, per lavori di demolizione delle pile del vecchio viadotto "Livorno", oggi, giovedì 17 dicembre, e domani, venerdì 18 dicembre, tra le ore 14.00 e le ore 16.00, saranno in vigore blocchi temporanei del traffico (della durata massima di 20 minuti) in corrispondenza del km 427,000 della carreggiata nord e del km 423,000 della carreggiata sud, nei territori comunali di Scilla e Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. 

Incidente mortale: un uomo è stato travolto e ucciso da un pirata della strada

Un uomo è morto dopo essere stato travolto da un pirata della strada dileguatosi lasciando perdere le proprie tracce. E' accaduto nella serata di sabato lungo via Messina, a Villa San Giovanni. La vittima, un senzatetto settantottenne originario di Gela, era insieme ad una seconda persona, che non ha avuto conseguenze, con la quale era diretto verso la struttura adibita ad accogliere coloro che non hanno un posto per dormire. Gli agenti della Polizia Stradale, effettuati gli accertamenti sul posto, stanno esaminando in queste ore le immagini registrate dalle telecamere presenti in zona per riuscire a risalire al responsabile. 

'Ndrangheta, nomi e particolari della maxi confisca da 214 milioni di euro a due noti imprenditori

Personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e del Centro Operativo D.I.A. di Reggio Calabria ha eseguito, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nei confronti di due imprenditori reggini, Pietro Siclari, 68 anni, e Pasquale Rappoccio, 59 anni, una misura di prevenzione sia personale (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di 3 anni e 6 mesi) che patrimoniale, confiscando loro in Calabria ed in Lombardia 9 società, 220 beni immobili e . 22 rapporti finanziari, il tutto per un valore stimato pari a oltre 214 milioni di euro. Tale provvedimento rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria - G.I.C.O. e dal Centro Operativo della D.I.A. di Reggio Calabria e che ha permesso di accertare, secondo gli inquirenti, un’ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e il patrimonio a disposizione, direttamente o indirettamente, dei due imprenditori che, sebbene abbiano mantenuto nel tempo una facciata di rispettabilità, sono risultati essere, sostengono gli investigatori, contigui con esponenti della locale criminalità organizzata reggina tra cui quelli intranei alle cosche Tegano e Condello di Reggio Calabria, Alvaro di Sinopoli, Barbaro di Platì e Libri di Cannavò. A tal fine è stata estrapolata e acquisita copiosa documentazione - ufficiale e non - quale contratti di compravendita di beni mobili e immobili, di quote societarie, nonché atti di partecipazione e aggiudicazione di beni messi all’asta dal locale Tribunale fallimentare, atti notarili, scritture private ecc., necessari a ricostruire ogni singola operazione economica operata dai due imprenditori reggini e dai rispettivi nuclei familiari. Il materiale così acquisito è stato oggetto, quindi, di circostanziati approfondimenti, tesi a ricostruire, con dovizia di particolari, tutte le articolate operazioni societarie effettuate da Pietro Siclari e da Pasquale Rappoccio e dai rispettivi nuclei familiari, le quali, nel corso dell’ultimo ventennio, hanno determinato un arricchimento decisamente anomalo, se rapportato alla lecita capacità reddituale dichiarata dai soggetti investigati. Nel dettaglio:  Pietro Siclari, noto imprenditore nei settori edilizio, immobiliare e alberghiero, era stato tratto in arresto il 17 novembre 2010 dalla D.I.A. di Reggio Calabria per estorsione aggravata dall’art.7 L.203/91, nell’ambito dell’operazione denominata "Entourage", in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di 7 soggetti dal GIP di Reggio Calabria. Siclari,  in particolare, sulla scorta di quanto emerso nel corso delle indagini, avvalendosi anche della forza di intimidazione derivante dagli stretti rapporti con alcune delle cosche mafiose della provincia di Reggio Calabria, avrebbe minacciato di morte un prossimo congiunto di un suo dipendente e costretto quest’ultimo a formalizzare le proprie dimissioni dall’azienda rinunciando alla propria liquidazione. Tale episodio risale al mese di agosto 2006, quando, successivamente ad una rapina avvenuta il 4 dello stesso mese presso gli uffici della società "Siclari Antonino e figli sas", Siclari avrebbe cercato di sfruttare la conoscenza di noti esponenti della criminalità organizzata per individuare gli autori del delitto. Queste sue ricerche lo avrebbero condotto al presunto basista della rapina, figlio del proprio dipendente, nei cui confronti avrebbe poi attuato le ritorsioni estorsive. Tale fatto ha corroborato lo scenario tratteggiato dagli inquirenti, in cui è emersa, a loro parere, in modo inequivocabile la figura di  Pietro Siclari, imprenditore incline a voler gestire i propri affari avvalendosi della fitta rete di collegamenti con esponenti della criminalità organizzata con i quali, nel corso degli anni, avrebbe consolidato stretti  legami. La vicenda giudiziaria si è conclusa con la sentenza di condanna alla pena di otto anni di reclusione e 2.500 eurio di multa, emessa l'8 luglio 2013 dal Tribunale di Reggio Calabria. La Sezione Misure di Prevenzione, con riferimento agli accertamenti svolti dalla D.I.A., nell’odierno provvedimento ha così stigmatizzato la figura di Siclari: "non vi sono dubbi sulla pericolosità sociale del proposto in quanto indiziato di appartenere alla ‘ndrangheta. Tale pericolosità, che certamente ha contrassegnato tutto il percorso di vita imprenditoriale del Siclari, deve ritenersi ancora attuale. …omissis…Ebbene, le risultanze in atti hanno dimostrato una contiguità funzionale del proposto ad importanti appartenenti delle cosche così profonda e soprattutto così risalente nel tempo che non vi è motivo di ritenere sia venuta meno con il mero decorso del tempo…..omissis…Il giudizio di persistente attualità della pericolosità sociale è, del resto, avvalorato dalla circostanza che, per tutta la durata del procedimento di prevenzione, il Siclari è stato agli arresti domiciliari avendo il giudice di merito con riferimento all’estorsione aggravata ritenuto ancora attuali le esigenze cautelari". Appare, altresì, particolarmente significativa la descrizione che il Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione, traccia di una delle imprese riconducibili a Siclari, la “Siclari Antonino & figli sas": "Ritiene, infatti, il Collegio che l’impresa di cui ci si occupa sia pienamente inquadrabile nel genus della cosiddetta impresa mafiosa …[]…L’impresa che fa capo all’imprenditore colluso ha ad oggetto attività economiche lecite, è costituita da capitali leciti ma, al tempo stesso, utilizza per lo svolgimento della propria attività metodi di carattere mafioso e costituisce uno strumento di cui si serve l’organizzazione criminale per seguire le proprie finalità illecite. L’esercizio di attività di impresa con metodo mafioso non presuppone il diretto compimento di condotte minatorie e violente da parte della medesima impresa, ma che la stessa operi normalmente, cioè riceva richieste di lavori, sfruttando la forza intimidatrice dell’organizzazione mafiosa di riferimento, sulla base de patti stretti con essa. …[]…Le risultanze in atti conducono a ritenere che la Siclari Antonino & figli sas debba essere ricondotta a questa …[]…categoria: sussistono plurimi e convergenti elementi di fatto che consentono di sostenere che la sas, a prescindere dalla liceità o meno di parte delle risorse genetiche, si sia progressivamente ampliata e sia cresciuta fino a diventare la realtà economica fotografata dalle indagini solo grazie alla personale attività del proposto, unico e incontrastato dominus della stessa il quale è riuscito ad ottenere appalti del tutto al di fuori delle libere logiche concorrenziali attraverso lo sfruttamento delle proprie conoscenze. …[]…La collusione con la ‘ndrangheta ha permeato tutta la storia imprenditoriale del Siclari consentendo l’ascesa della sas dallo stesso gestita e al contempo alla ‘ndrangheta di esercitare il controllo sulle attività economiche della zona. Siclari Pietro, ben lungi dall’essere un imprenditore vittima del sistema, incarna il tipico esempio di imprenditore colluso, Pasquale Rappoccio, già presidente e proprietario della squadra di pallavolo femminile reggina "Medinex", militante nella massima serie (A1), nonché socio della "Piero Viola", prestigiosa società sportiva che ha vantato decenni di presenza nel massimo campionato di basket italiano - è un soggetto attualmente incensurato, ma che è, tuttavia, coinvolto in importanti procedimenti penali volti a contrastare lo sviluppo e la penetrazione delle potenti cosche di ‘ndrangheta negli ambienti imprenditoriali e finanziari reggini. Significativa, riferiscono coloro in quali si sono occupati dell'incheista sfociata nella confisca eseguita stamane, della vicinanza di Rappoccio ad ambienti criminali di elevato spessore è la circostanza riferita da un collaboratore di giustizia secondo la quale, in occasione del matrimonio di una delle figlie di Giovanni Tegano, lo stesso era stato invitato e aveva partecipato al banchetto riservato a pochi intimi organizzato dal cognato dell'imprenditore,  Paolo Siciliano. Ciò in quanto Rappoccio era ritenuto dalla cosca TEGANO un personaggio meritevole di considerazione e, quindi, degno di prendere parte a dei festeggiamenti carichi di significato simbolico all’interno della cultura che contraddistingue gli ambienti mafiosi. Altresì, è stato documentato, fanno sapere gli inquirenti, un articolato e quanto mai variegato quadro indiziario, da cui sono emersi reiterati contatti di Pasquale Rappoccio con altri esponenti di spicco della locale criminalità comune e organizzata. Diverse sono le iniziative imprenditoriali che lo vedono coinvolto con esponenti di spicco della 'ndrangheta, tra le quali si evidenziano, a titolo esemplificativo, le cointeressenze societarie nel lussuosissimo "Grand Hotel de la Ville" e nel "Piccolo Hotel s.r.l.". Inoltre, Rappoccio, come emerge nell’ambito del procedimento "Reggio Nord", sarebbe tra gli ideatori e suggeritori del meccanismo formale atto a schermare l’operazione di acquisto da parte della cosca Condello della lucrosa attività commerciale "Il Limoneto" - storico locale di riferimento della movida reggina e palcoscenico della "Reggio bene" - nel più ampio complesso immobiliare comprensivo di villaggio turistico acquistato tra il 2005 e il 2007 dalla "Welcome Investiments Italia s.r.l.", società partecipata da Rappoccio e, in maniera occulta, da Pietro Siclari In esecuzione del Decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria è stato confiscato il seguente patrimonio:

Pietro Siclari

intero patrimonio aziendale della Siclari ntonino & Figli S.a.s. con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva: 00977190800);

33% delle quote societarie della Gruppo Gestioni Sanitarie S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva

02109400800);

24,77% delle quote societarie della Gesam S.p.A. (grandi esercizi - servizi alberghieri e mense S.p.A.), con sede legale aVilla San Giovanni, via Umberto Zanotti Bianco nr. 9 (Partita Iva 01150860805), società proprietaria del prestigioso "Grand Hotel de la Ville" 4* Sup. di Villa San Giovanni;

28,85% delle quote societarie della Piccolo Hotel S.r.l., con sede legale a Villa San Giovanni, Piazza Stazione nr. 1 (Partita Iva 00105490809). La Piccolo Hotel S.r.l. è proprietaria del noto complesso alberghiero "Plaza Hotel Comfort" di Villa San Giovanni;

15% delle quote societarie della Otto S.r.l., con sede a Reggio Calabria, via Aspromonte nr. 38 (Partita Iva 00739190809);

50% delle quote societarie della Welcome Investments italia S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva 80119590588). La Welcome Investments Italia S.r.l. detiene l’80% delle quote della Jonio Blu S.r.l., proprietaria del complesso alberghiero Villaggio Jonio Blu" di Bianco, in provincia di Reggio Calabria;

206 beni immobili, tra villette, appartamenti di pregio, autorimesse e terreni intestati a Siclari  ed alle società allo stesso riconducibili;

16 rapporti finanziari per oltre 1.600.000,00 euro.

Pasquale Rappoccio 

89% delle quote societarie della Nuovo Basket Viola Reggio 98  S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria via Pio XI nr. 337 (Partita Iva 01510330804);

67% delle quote societarie della Gruppo Gestioni Societarie S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva

02109400800);

40% delle quote societarie della Icras S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via Reggio Campi nr. 30 - Rione A (Partita Iva 06042361003);

34% delle quote societarie della Icarus S.r.l., con sede legale a Milano, via Luigi Anelli nr. 2 (Partita Iva 05953030961);

26% delle quote societarie della Gesam S.p.A. (grandi esercizi - servizi alberghieri e mense S.p.A.), con sede legale a Villa San Giovanni, via Umberto Zanotti Bianco nr. 9 (Partita Iva 01150860805), società proprietaria del prestigioso "Grand Hotel de la Ville" 4* Sup. di Villa San Giovanni;

28,86% delle quote societarie della Piccolo Hotel S.r.l., con sede legale a Villa San Giovanni, Piazza Stazione nr. 1 (Partita Iva 00105490809). La Piccolo Hotel  S.r.l. è proprietaria del noto complesso alberghiero "Plaza Hotel Comfort" di Villa San Giovanni;

50% delle quote societarie della Welcome Investments Italia S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva

80119590588). La Welcome Investments Italia S.r.l. detiene l’80% delle quote della Jonio Blu S.r.l., proprietaria del complesso alberghiero "Villaggio Jonio Blu" di Bianco;

14 beni immobili siti nella Provincia di Reggio Calabria e Milano;

6 rapporti finanziari per oltre 72.000,00 euro.

Conclusivamente il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la D.I.A. di Reggio Calabria hanno proceduto all’esecuzione nei confronti dei due

imprenditori reggini di una misura di prevenzione sia personale (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di anni 3 e mesi 6) che patrimoniale confiscando loro 9 società, 220 immobili e 22 rapporti finanziari, il tutto per un valore stimato pari a oltre 214 milioni di euro.

 

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Casa svaligiata durante un funerale: arrestato un giovane

La Polizia ha arrestato un 23enne, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari per il reato di furto. Il provvedimento è scaturito dall'indagine avviata in seguito ad un furto in appartamento commesso due mesi fa all'interno di un'abitazione di Villa San Giovanni. I ladri, cogliendo l'occasione rappresentata dalla circostanza che i membri della famiglia residente nell'appartamento erano andati al funerale di un parente, sono entrati in casa dopo aver scassinato il portone da cui si accede nel domicilio. Prelevato il bottino, compresi soldi ed un bancomat con il relativo pin, hanno utilizzato lo stesso per prelevare  denaro in banca. Ad incastrare il giovane sono state le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza delle filiali presso cui erano state effettuate le operazioni con il tesserino bancomat sottratto svaligiando l'abitazione.  L'arrestato in passato era stato incriminato per reati contro il patrimonio. 

Enorme ordigno bellico trovato nel cantiere di un'abitazione

Una bomba di fabbricazione statunitense è stata scoperta nell'area occupata dal cantiere di una casa in località Acciarello, a Villa San Giovanni. Pesante due quintali, era riempita con 110 chilogrammi di tritolo che per fortuna non è mai esploso nel lungo periodo in cui è rimasta così pericolosamente a ridosso delle abitazioni. Il luogo si trova nelle vicinanze dell'arteria stradale che conduce allo svincolo dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e poco distante dal punto d'imbarco alle navi traghetto per la Sicilia. Gli artificieri dell’Esercito, Genio Guastatori di Castrovillari, hanno effettuato le prime azioni necessarie per stabilizzare il congegno esplosivo e fra qualche giorno procederanno a neutralizzarlo. Anche a Curinga, nel Catanzarese, sono state compiute le operazioni volte ad eliminare qualsiasi rischio connesso alla presenza di una granata di 88 millimetri realizzata in Germania e trovata in località Prato Sant'Irene. Sulla scorta di quanto ipotizzato dagli specialisti, si tratta di rinvenimenti legati alle avverse condizioni meteorologiche capaci di smuovere il suolo. 

 

 

Abusivismo: sequestrata porzione di uno stabile

La Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ha eseguito il sequestro preventivo disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica, di una porzione di un’immobile realizzato in località Cannitello del Comune di Villa San Giovanni e più precisamente di: un’elevazione costituente il terzo piano fuori terra; una scala in cemento armato; un sottotetto costituente la copertura dell’intero fabbricato. Le complesse e prolungate attività di indagine coordinate dal magistrato titolare delle indagini della locale Procura, Sara Amerio, hanno fatto emergere, secondo gli inquirenti, la realizzazione di manufatti mantenuti ed utilizzati in difformità rispetto a pregresse concessioni edilizie e l’assenza del nulla osta della competente Autorità in relazione all’occupazione di suolo demaniale marittimo, edificazioni di opere mai condonate con l’ulteriore realizzazione senza autorizzazione di un terzo piano fuori terra. Le indagini, sostengono gli investigatori, hanno consentito di accertare  presunte responsabilità a carico del tecnico progettista della ditta, il quale  avrebbe prodotto documentazione tecnica ideologicamente falsa e fuorviante tale da prevedere opere strutturali in contrasto con le previsioni del Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Calabria. Sono state inoltre accertate, sostengono gli inquirenti, nei confronti del Dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale di Villa San Giovanni, che risulta tra i 5 indagati del relativo procedimento penale, in ordine ai reati di abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, oltre che in concorso con gli altri per le violazioni demaniali, paesaggistiche ed edilizie. Le contestazioni addebitate, sulla scorta di quanto ricostruito dagli investigatori, al responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Villa San Giovanni si riferiscono al fatto di aver intenzionalmente procurato un vantaggio ai proprietari dell’immobile, consentendo, la possibilità di edificare (dove con il termine edificare va inteso l’aumento di volumetria di un’immobile già esistente) in una zona turistica e di particolare pregio paesaggistico (località Cannitello di Villa San Giovanni)  in palese violazione  ai vincoli a cui è sottoposta la località, norme che di fatto prevedono la inedificabilità  avendo di conseguenza formato concessioni  edilizie  chiaramente in contrasto con le norme dettate dal P.A.I. Calabria che introduce criteri di inedificabilità della zona e il divieto di realizzazione di nuove opere conseguentemente ad interventi di demolizione. 

Trovato in possesso di chili di hashish: arrestato dalla Polizia

Un uomo di quarantadue anni è stato tratto in arresto da agenti della Squadra Mobile perché scoperto con dieci chilogrammi di hashish. Le manette sono scattate a breve distanza dall'imbarco delle navi che da Villa San giovanni assicurano i collegamenti con la sponda siciliana. Di origini albanesi, stava guidando la sua automobile. Perquisito, i poliziotti hanno rinvenuto una somma vicina ai 1.700 euro. La droga era contenuta all'interno di una valigia collocata nel portabagagli. 

 

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