"Julius Evola - Un filosofo in guerra", il nuovo libro di Gianfranco de Turris

E’ un saggio ricco di spunti e contenuti quello che Gianfranco de Turris ha dedicato a Julius Evola. Il volume, edito da Mursia, ripercorre le tappe che hanno scandito la vicenda umana del “Filosofo della Tradizione” nel periodo compreso tra l’agosto del 1943 e la fine della guerra. Negli anni più convulsi e drammatici del Secondo conflitto mondiale, Evola viaggia molto, fa la spola tra Berlino, il Quartier Generale di Hitler nella Prussia orientale e Roma. Dopo l’arrivo degli americani, lascia la città Eterna e si trasferisce temporaneamente a Verona, prima di approdare a Vienna dove, sotto falso nome, si dedica all'esame di materiale massonico e dove viene ferito durante un bombardamento che lo costringerà a trascorrere il resto dei suoi giorni su una sedia a rotelle. Un periodo sconosciuto della vita del filosofo ricostruita con minuzia di particolari e documenti inediti. Il risultato è un saggio in cui, attraverso le vicende biografiche, vengono analizzati e riletti gli scritti di Evola, che in quegli anni convulsi elabora le idee con le quali intende alimentare  un progetto politico destinato al «dopo». Le riflessioni sul fallimento del fascismo e del nazismo, la genesi del Movimento per la Rinascita dell'Italia, l'esoterismo, la visione politica e artistica si intrecciano in una trama che non ha niente da invidiare a una spy story, tra servizi segreti tedeschi, false identità, attività e viaggi misteriosi, ferite del corpo e dell'anima. Ma chi è Julius Evola? Nato a Roma il 19 maggio del 1898 da genitori di origine siciliana, si distingue fin da subito per il suo anticonformismo, inteso come ritorno alla tradizione e rifiuto del positivismo materialista. Ricusato il dogmatico cattolicesimo dell’ambiente familiare, abbraccia lo studio dei miti e della realtà classica che lo porteranno ad approfondire gli studi sui mondi dell'iniziazione e delle pratiche esoteriche. Prende parte alla Grande Guerra, pur senza condividere le ragioni del conflitto contro gli Imperi Centrali. Segue una breve esperienza pittorica nel movimento dadaista. Abbandonata la fase pittorica, Evola passa a quella speculativa e scrive “Imperialismo Pagano”, un’opera che rappresenta una sorta di preambolo ai contenuti che verranno successivamente sviluppati in “Rivolta contro il mondo moderno”. Dopo aver conosciuto l’esoterista  Arturo Reghini che lo inizia alle opere di Renè Guènon, avvia un nuovo percorso filosofico esistenziale che culminerà nella fase “magico pagana”. In adesione ai principi che ne avevano informato tutto il percorso esistenziale, alla sua morte, avvenuta l’11 giugno 1974, Evola, dopo essere stato cremato viene inumato in un crepaccio del ghiacciaio Lys sul Monte Rosa ad oltre 4000 metri di altitudine.

Gianfranco de Turris (Roma 1944) è giornalista e scrittore. Ha lavorato in Rai dove, per la redazione cultura del Giornale Radio, ha ideato e condotto il programma L'Argonauta (Premio St. Vincent 2004). Ha pubblicato una ventina di opere sia sulla letteratura dell'Immaginario (narrativa e saggistica) sia sulla critica culturale e di costume. Tra i massimi studiosi italiani di Julius Evola, è curatore della riedizione critica dell'opera omnia del filosofo per le Edizioni Mediterranee, con cui ha pubblicato Elogio e difesa di Julius Evola. Il Barone e i terroristi (1997).

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