La poesia: I corvi

         I CORVI

 I corvi intorno

gracchiano: "Ma le regole, le norme,

le convenzioni dove finiranno,

se voi fate così? c'è grave rischio

che si diffonda un seme di anarchia!"

Le cornacchie dei rami

accennano di sì col becco chino;

e le upupe amiche dei cadaveri

rispondono di sì. C'è un gran vociare

nella foresta, sul conto dei lupi:

"Animali da preda, irti, selvatici,

dolorosi a sé e agli altri, inquieti, cupi,

di che ridete, di che i vostri occhi

gialli di notte infuocano le vie?

Non c'è anche per voi

una ciotola piena come i cani,

un giaciglio, una casa? veramente

fanno bene nel tendervi le trappole

in difesa del gregge mite quieto!"

I lupi intorno sorridono

nella selva intricata senza sole.

 

 Lupi tu ed io senza speranza, senza

casa di pietra, senza stirpe nobile,

senza pace nei giorni,

maledicendo alla mia sorte ancipite

ed alle leggi indomite del cuore,

lupi tu e io d'angoscia e di fortuna,

segno d'odio tra gli uomini, tu e io

non invidiamo forse il corvo e l'upupa,

la cornacchia screziata,

cui basta un frusto, un mattino, una sera,

e son detti felici, e non si curano

d'alti pensieri? Ah, beati

sette volte, se trovano una piccola

esca, un passero stanco, un verme, un fiore

putrido, e chi li ami dentro un cavo

di rupe senza sole. E tu e io, lupi

insaziati, tu e io lucida pena,

senza dio sotto il cielo, con la nostra

disperazione per le selve andiamo,

per i monti gelati, per le arene,

dove ci sferza il desiderio amaro,

d'un solo cuore, e per diverse strade.

 

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