Sfondano una parete e rapinano le poste, presunto responsabile incastrato dal Dna

Un uomo, M.P., di 46 anni, di Corigliano Rossano, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro, perché accusato di aver compiuto una rapina all'ufficio postale della frazione Schiavonea.

I fatti risalgono a maggio 2017, quando due banditi, con volto coperto da passamontagna, fecero irruzione nell'ufficio attraverso un buco praticato nella parete del bagno.

I rapinatori, armati di pistola, dopo aver minacciato i dipendenti, si fecero consegnare 171 mila euro.

Una volta immobilizzati con corde e fascette gli impiegati e un cliente, i due erano riusciti a dileguarsi.

Avviate le indagini, gli investigatori dell'Arma hanno inviato i reperti raccolti, al Ris di Messina che ha comparato il Dna trovato sulla scena del crimine, con quelli presenti nella Banca dati nazionale.

Il risultato della ricerca ha dato esito positivo, permettendo d'individuare uno dei presunti rapinatori.

 

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Rapinano ufficio postale e bevono da una bottiglia, incastrati dal Dna

I carabinieri di Bocchigliero hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Castrovillari, nei confronti di tre uomini ritenuti responsabili della rapina compiuta, il primo luglio dell'anno scorso, all’ufficio postale di Bocchigliero, in provincia di Cosenza.

I tre sarebbero stati incastrati dal Dna lasciato su due bottiglie d’acqua dalle quali avrebbero bevuto prima di compiere il colpo.

I destinatari della misura sono: Vincenzo Avena, di 56 anni, Giuseppe Macaretti di 63 anni ed Emanuele Mingrone di 34 anni.

I tre rossanesi sono accusati del reato di rapina aggravata.

L’episodio risale al 1 luglio 2016, quando tre uomini armati e travisati con dei passamontagna avevano assaltato l’ufficio postale di Bocchigliero, tenendo sotto la minaccia delle armi i dipendenti dell’ufficio e facendosi consegnare dal direttore 103 mila euro.

 

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Rapina all'ufficio postale, giovane incastrato dal Dna

I carabinieri della Compagnia di Bianco (RC) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Locri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di Sebastiano Strangio di 25 anni.

Il giovane è ritenuto responsabile della rapina a mano armata compiuta, in concorso con altri soggetti non ancora identificati, il 3 novembre 2014 all’ ufficio postale di San Luca. Il colpo permise ai malviventi di mettere le mani su un bottino di 70 mila euro.

L’indagine, supportata da complesse ed articolate attività tecniche, condotte dai militari della Stazione carabinieri di San Luca si è avvalsa, anche, della collaborazione del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche di Messina, che ha eseguito una serie di accertamenti comparativi dei profili di Dna acquisiti nel corso delle indagini con quelli estrapolati dai reperti sequestrati sul luogo del delitto. Le attività hanno, quindi, permesso ai militari di risalire all’identità di uno dei presunti responsabili della rapina.

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Carceri, primo prelievo in Calabria di Dna per la Banca Dati nazionale

In data odierna per la prima volta in Calabria e con tutta probabilità in tutto il territorio nazionale, un detenuto italiano (calabrese) è stato oggetto del primo prelievo di DNA per la Banca Dati nazionale del DNA e del Laboratorio Centrale ai sensi dell'art. 85 del 2009, infatti proprio oggi in tutta Italia è entrato in vigore detto regolamento. Soddisfazione per l'operazione è stata espressa dal Comandante della Polizia Penitenziaria Commissario Domenico Montauro, dal Responsabile dell'Ufficio Matricola Ispettore Capo Giuseppe Ramondino e da tutto il personale di Polizia Penitenziaria. Un giorno storico per il Corpo e per il Reparto di Polizia Penitenziaria operante all'interno della Casa Circondariale Vibonese, anche perchè il personale è stato chiamato ad attrezzarsi in tempi record per permettere la concreta attuazione di questa specialità del Corpo che di recente ha visto concretizzata l'assunzione, a tal proposito, di  tecnici specializzati che sono confluiti all'interno del Ruolo Tecnico del Corpo di Polizia Penitenziaria. A darne notizia è stato il Sappe - Segreteria Provinciale per il tramite di Saverio Ditto che ha manifestato “soddisfazione per l'ottimo lavoro svolto con alta professionalità dal personale di Polizia Penitenziria che oltre a svolgere i compiti Istituzionale con gravissime problematiche di carenza organica, riesce ad andare oltre realizzando progetti che portano lustro a tutto il Corpo”.

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