Vibo Valentia, continua la protesta del Sappe

Riceviamo e pubblichiamo

"Dopo la massiccia astensione del personale (con l’adesione di oltre il 98%) dalla mensa obbligatoria di servizio dello scorso 26 luglio, non si ferma l’iniziativa del Sappe e del suo segretario provinciale Francesco Ciccone, che oggi (9 agosto 2017), promuove la seconda giornata di astensione che conferma la quasi totalità di adesione, ciò a significare che la strada intrapresa dal Sappe è quella giusta.

Nei giorni scorsi il Sappe aveva chiesto l’intervento di S.E. il Prefetto di Vibo Valentia in quanto è innegabile come la carenza di personale influisca oltre che sulla gestione del carcere anche sul territorio. Il signor Prefetto che ha gentilmente convocato il segretario provinciale, ha promesso un suo fattivo interessamento per perorare la causa della polizia penitenziaria di Vibo Valentia.

Tuttavia nonostante l’impressionante astensione del personale dalla mensa di obbligatoria di servizio ed il gentile interessamento dell’ufficio territoriale del governo ad oggi non sono pervenute risposte da parte dei superiori uffici ed addirittura si continua a gravare sul personale di Vibo Valentia anche per servizi extra, disposti dal provveditorato regionale.  Addirittura il 26 luglio, giorno dell’astensione dalla mensa sono stati assegnati a Vibo Valentia altri 20 detenuti appartenente al circuito alta sicurezza! Forse non hanno capito che il Sappe richiede l’assegnazione di nuovi agenti e  non detenuti! Il vero problema è la carenza organica (con il D.M. del 2001 era di 202 unità, quella attuale, del D.M. 2013, ne prevede sole 140) ben 60 unità in meno, addirittura nell’Istituto, inaugurato nel 1997, svolgevano servizio ben 257 unità di Polizia Penitenziaria.

I dati oggettivi che esponiamo ci dicono che a Vibo Valentia su oltre 420 detenuti presenti, dei quali circa 230 appartenenti alla criminalità organizzata, operano solo 137 unità Polizia Penitenziaria.

Il rapporto è di 1 Agente per 3 detenuti con una percentuale di circa il 33%;

A livello regionale i detenuti presenti al 30 giugno scorso erano 2.713 mentre la pianta organica del citato D.M. prevede complessivamente per tutti i ruoli 1.478, con una percentuale dello 0,54;

 Infine il dato nazionale dice che rispetto ai 56.919 detenuti presenti al 30 giugno scorso, il rapporto è n.01 Agente per meno di due detenuti, con una percentuale   dello 0,75 circa.

Ne consegue, che l’Istituto Vibonese dovrebbe avere in pianta organica e disponibile con circa 250 unità quindi oggi mancano un centinaio di unità.

 Si tratta di numeri che non ammettono smentita! Ciò provoca un ripetersi di eventi critici anche a danno del personale di Polizia Penitenziaria ed in una situazione in cui la sicurezza  sembra un lontano miraggio certamente qualcuno dovrà risponderne!!

 Il Sappe chiederà una ispezione della Commissione Piante Organiche  al fine di verificare quanto in questi giorni denunciato, e comunque per il prossimo 23 settembre promuoverà un sit in fuori dall’Istituto alla presenza di testate giornalistiche, tv politici ecc…".

Francesco Ciccone - Segretario provinciale Sappe - Vibo Valenti

I primi 20 anni del carcere di Vibo, tra carenze di personale e problemi irrisolti

 La casa circondariale di Vibonese festeggerà domani i primi vent’anni dall’apertura.

A sottolinearne l’importanza, il segretario provinciale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) Francesco Ciccone, che in una nota sottolinea come la ricorrenza coincida con il “200° anno di fondazione del glorioso corpo della polizia penitenziaria, che nel corso degli anni ha acquisito sempre maggiori competenze anche sul territorio”.

 Ciccone, evidenzia inoltre, “le difficoltà operative, dovute principalmente alla carenza di unità di polizia penitenziaria del reparto di Vibo Valentia”, il cui organico è passato “da 250 unità (momento di apertura dell’Istituto) a meno di 140”.

“Basti pensare – prosegue il rappresentante del Sappe - che nel '97 l’agente aveva 25 anni di età e svolgeva servizio in sezione con almeno un'unità di rinforzo ed oggi lo stesso agente con i suoi 45 anni di età lavora da solo con il moltiplicarsi di problemi legati alla gestione della popolazione detenuta.

Riteniamo importantissimo il lavoro della Polizia Penitenziaria nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata, in condizioni di grave disagio poiché, a fronte del continuo aumento dei detenuti e del carico di lavoro degli istituti penitenziari, si continua a registrare una sistematica riduzione del personale, così come si registra un considerevole arretrato nella liquidazione del lavoro straordinario che, in considerazione della situazione di sovraffollamento, viene imposto”.

 “Per questo – continua la nota - riteniamo indispensabile procedere con assoluta urgenza all’aumento del personale della polizia penitenziaria ma anche di quello amministrativo, all’assegnazione di fondi per i sistemi tecnologici e di sicurezza, all’adeguamento del parco automezzi utilizzato per il trasporto dei detenuti e all’adeguamento delle risorse per la retribuzione del lavoro straordinario che, ribadiamo, il personale della polizia penitenziaria deve effettuare obbligatoriamente per necessità di sicurezza e non per propria scelta".

In conclusione, viene ribadita “la necessità di assegnare in pianta organica non meno di  60 unità di Polizia penitenziaria al reparto di Vibo Valentia”.

Tenta suicidio nel carcere di Vibo, salvato grazie all'intervento della polizia penitenziaria

Riceviamo e pubblichiamo

"Nella serata di ieri un detenuto calabrese F. B. di Lamezia Terme di 43 anni, definitivo con una pena residua di un anno circa per reati a sfondo sessuale, ha tentato il suicidio all’interno della sua cella del Carcere Vibonese,  utilizzando una maglietta legata al collo e alle inferriate della cella e si è lasciato andare. E’ solo grazie al tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria e del personale medico che è stato strappato alla morte, trasportato d’urgenza in Ospedale dal personale medico del 118 in codice rosso in gravissime condizione se la caverà.

Un ringraziamento di tutta la Segreteria del Sappe va al personale che ha salvato la vita al detenuto, personale che giornalmente svolge il proprio compito svolgendo turni di 8 ore in sfregio a qualsiasi normativa a seguito del taglio in pianta organica di ben 60 unità di polizia penitenziaria ad oggi a svolgere servizio poco meno di 130 agenti a fronte dei 250 del 1997 anno in cui l’Istituto veniva inaugurato.

Auspichiamo che l’Amministrazione prenda atto del gesto eroico posto in essere dal personale e segnali ai Superiori Uffici Dipartimentali la possibilità di riconoscere al personale i giusti meriti per aver salvato una vita umana".

Francesco Ciccone - Segreteria regionale Sindacato autonomo polizia penitenziaria

 

Un detenuto ha tentato di uccidersi nella cella di un carcere calabrese

Sono stati gli agenti di Polizia penitenziaria prontamente intervenuti ad evitare che giovedì sera un detenuto si togliesse la vita. A tentare il suicidio è stato un uomo dietro le sbarre nel carcere "Panzeri" a Reggio Calabria. L'episodio è stato reso di pubblico dominio da Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, rispettivamente Segretario nazionale e Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria (Sappe). "In questi giorni – affermano i due rappresentanti sindacali - la situazione dell'organico del Panzeri è  peggiorata a causa dell'invio di agenti, sovrintendenti ed ispettori ad Arghillà. Scelta questa - a parere dei sindacalisti - inopportuna e inadeguata da parte dei vertici locali e regionali. Già questa mattina abbiamo segnalato la questione ai vertici del Dipartimento, a Roma, e aspettiamo risposte adeguate, altrimenti metteremo in atto ogni utile forma di protesta. E' stato anche spostato - rivelano Bellucci e Durante - un dirigente sindacale del SAPPE, senza il preventivo nulla osta, contravvenendo a norme contrattuali specifiche".

 

  • Published in Cronaca

Detenuto appicca fuoco a cella: polizia penitenziaria evita tragedia

Ancora tensioni nelle carceri calabresi. Un detenuto ha infatti appiccato fuoco nella sua cella e la situazione non è degenerata solo grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria di Paola. Secondo il segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Donato Capece, il rischio di tragedia è stato reale. L’episodio conferma le criticità esistenti.

Detenuto tenta di impiccarsi in carcere: lo salvano gli agenti

Sono stati gli immediati soccorsi prestati dagli agenti della Polizia Penitenziaria a sventare un tentativo di suicidio da parte di un detenuto di origini nigeriane recluso nel carcere di Reggio Calabria e che ha provato a togliersi la vita impiccandosi. Lo rendono noto Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, rispettivamente Segretario nazionale e Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. "Lo stesso detenuto - rivelano i rappresentanti sindacali - aveva tentato d'uccidersi poco tempo fa, non riuscendoci grazie, anche in quel caso, all'intervento delle guardie penitenziarie". "Il detenuto nigeriano - spiega i dirigenti - è ospitato nella sezione psichiatrica del carcere reggino. Una sezione aperta circa dieci anni fa che all'inizio funzionava benissimo, ma nella quale adesso, a causa delle carenze dovute alla mancanza di personale di Polizia Penitenziaria e di altre figure professionali come infermieri, psichiatri e psicologi, è diventato davvero difficile gestire i reclusi".

La Polizia Penitenziaria ha trovato droga in un carcere minorile

Gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno posto sotto sequestro una busta dentro cui erano nascosti quasi 10 grammi di hashish. L'episodio, come denunciato da Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, rispettivamente Segretario nazionale e Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, è avvenuto all'interno del carcere minorile di Catanzaro. I tutori dell'ordine nel penitenziario, diffidenti in merito al contenuto di uno scatolo, lo hanno perquisito scoprendo la sostanza stupefacente in mezzo a capi d'abbigliamento. "Il fenomeno della droga in carcere - spiegano i due rappresentanti dell'organizzazione sindacale - è sempre ricorrente, considerato che i tossicodipendenti sono tanti e tentano, con ogni mezzo, di introdurre la droga all'interno degli istituti. E' per questo motivo che sosteniamo da sempre che non bisogna mai abbassare la guardia e dotarsi di ogni utile strumento per combattere tale fenomeno. Quello più adeguato è senz'altro l'utilizzo delle unita' cinofile ma, nonostante ciò sia previsto da anni, non in tutte le regioni l'amministrazione penitenziaria si è dotata dei cani antidroga. La Calabria è una delle regioni che ancora non ha le unita' cinofile. E' del tutto evidente - secondo il Sappe - che gli strumenti di repressione e prevenzione non devono essere gli unici, ma è necessario agire attraverso il recupero dei tossicodipendenti. C'è bisogno di progetti seri ed efficaci, rispetto ai quali bisogna necessariamente collaborare con la società esterna, con associazioni e comunità terapeutiche".

 

Trovato un coltello in pacco destinato a un detenuto in Calabria

Nel giubbotto contenuto all'interno di un pacco recapitato ad un detenuto recluso nel carcere di Arghillà, a Reggio Calabria, è stato scoperto un coltello munito di una lama lunga otto centimetri. Lo ha denunciato Franco Denisi, Segretario provinciale del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria. "Al personale addetto al settore colloqui - commenta il rappresentante sindacale Denisi - vanno i nostri complimenti, per aver operato in maniera brillante, nonostante le carenze di personale e di mezzi. L'istituto di Arghillà, da quando è stato aperto, ormai tre anni fa, non ha un direttore in pianta stabile, ha un solo commissario che svolge funzioni di comandante di reparto, mentre nell'altro istituto di Reggio Calabria ne sono assegnati cinque, ha solo due unità del ruolo ispettori e nessun sovrintendente".

   

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