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La maledizione di Oliverio: guai di una legislatura nata male

Non è stato facile, nè tantomeno fortunato, l’inizio di legislatura per Mario Oliverio. Sin dai ritardi nella proclamazione degli eletti, dovuti ai controlli delle schede in due sezioni di Castrolibero, si era capito che non era quello il piede giusto per partire. Il giallo sulla mancata elezione di Wanda Ferro, ad avviso di alcuni, mette a rischio la prosecuzione di questa esperienza e sembra creare una sorta di timore psicologico che rallenta le attività. Certo, non è nulla di paragonabile rispetto a quanto accadde a seguito dell’omicidio dell’allora vicepresidente del consiglio regionale Francesco Fortugno, ma è evidente che non ci sono svolte o cambiamenti. L’ex presidente della Provincia di Cosenza ha fortemente voluto la variazione dello Statuto per avere mani libere nella composizione della giunta, si è ritrovato invece in un pericoloso pantano. Siamo in estate e l’esecutivo completo ancora non c’è. E non è solo colpa delle procedure: perché non è mai stata sostituita Maria Carmela Lanzetta (che l’aria di palazzo Alemanni non l’ha respirata a pieni polmoni) e perchè non sono state composte le Commissioni speciali? Sono fatti politici, non burocratici. Forse Peppe Scopelliti avrà avuto altri torti, ma la sua marcia, che pure non lasciava tutti contenti anche se non vi erano aperte ed immediate manifestazioni di dissenso, procedeva spedita. Oggi si parla di una quadratura del cerchio che stenta ad arrivare soprattutto per gli equilibri da mantenere con la componente renziana del Pd e di quanto i rapporti siano complicati con Roma lo si deduce dalle sortite in Calabria di ministri e sottosegretari che Oliverio non lo passano nemmeno a salutare. Ed è solo un fatto tecnico la decisione del consiglio dei ministri di impugnare il collegato alla manovra finanziaria regionale 2015? La discussa scelta di Nino De Gaetano (come tutta l’indagine “Erga omnes” che scuote la classe dirigente regionale) porta nuovi problemi al capo dell’esecutivo calabrese, tuttavia anche in questo caso è inevitabile dare un’occhiata alla tempistica. Il 3 luglio sembra(va) il giorno giusto per avere una giunta perfettamente definita: a meno di una settimana da quella data giunge, all’improvviso, la notizia che riporta il marasma. E assume le sembianze di un vento che soffia sul fuoco sotto la cenere delle guerre interne facendolo divampare.  Giochi del destino? Scherzi della sorte? Occasione da prendere al volo per azzerare tutto e ripartire? Sono queste le domande che forse Oliverio (che ha comunque ribadito che nella prossima settimana ci sarà la “nuova giunta”) si sarà posto nella sua mente. Ancora una volta la Calabria è terra di emergenze, dove la programmazione viene condizionata dall’esigenza di sopravvivere oggi. Impresa complessa in una società afflitta da troppi mali, in cui è auspicabile che la giustizia faccia il suo corso rapidamente per accertare le responsabilità. Ma dove una riflessione deve trasformarsi in punto fermo: se non cambia la mentalità della gente, se non scompaiono i germi sui cui si basa la cultura del sospetto, se prima di essere vigili sugli altri non si è vigili su se stessi, il riscatto sociale diventerà una chimera.

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