Il Redattore e l'eresia della verità

Potremmo esordire in questo nostro primo incontro con i lettori facendo ricorso ad un abusato: “saremo un giornale libero ed indipendente”. Potremmo, ma non lo faremo. Risparmiamo a voi la fatica di leggerlo ed a noi quella di scriverlo, perché nessun giornale avrà mai la schiettezza ed il coraggio di affermare il contrario. Anzi, l’indipendenza e la libertà, il più delle volte, sono inversamente proporzionali alla frequenza con le quali si rivendicano e si declamano. Noi, al contrario, ci proponiamo di non essere né liberi, né indipendenti.

Non saremo liberi, perché non ci prenderemo alcuna licenza non conforme ai principi fondamentali del rispetto degli altri e del buon senso. In nome della libertà non violeremo la vita privata o la dignità di nessuno, non travalicheremo le regole del buongusto e della decenza, non ci trasformeremo in un’arena in cui uomini e donne si danno in pasto ai leoni pur di compiacere gli spettatori.

Non saremo liberi, quindi, ma non avremo padroni!

Saremo, inoltre, fieramente dipendenti, perché assoggettati alla nostra coscienza ed ai valori nei quali crediamo. Ci asterremo, pertanto, dal prendere parte alle quotidiane Olimpiadi del ciarlatanismo, del turpiloquio e della calunnia. Consapevoli dell’esistenza di lettori, ancora in grado di distinguere tra fermezza e virulenza, all’urlo sguaiato e scomposto preferiremo, sempre, il ragionamento pacato ed il civile confronto.

Detto ciò che non faremo e saremo, ci preme dire, ciò, che, invece, cercheremo di fare e di essere.

Racconteremo i fatti con obiettività e rigore, tenendo, in campi ben distinti e separati, l’informazione ed il commento, il fatto e l’opinione.

Un punto, poi, dal quale non defletteremo mai, sarà la ricerca della verità. Pertanto, faremo guidare i nostri passi al dubbio, nella consapevolezza che niente nasconde così bene la menzogna come la verità. Non confezioneremo, quindi, teoremi e non cercheremo d’inverare tesi precompilate, fondate sull’idea che tra i buoni ed i cattivi a noi il destino ha regalato la parte dei buoni. Non ci faremo, dunque, condizionare da nessuna pregiudiziale di simpatia o di rancore e lo dimostreremo non negando ospitalità o diritto di replica a quanti non la pensano come noi.

La ricerca della verità e la vocazione al dubbio rappresenteranno i postulati della nostra eresia. Un’eresia che ci farà rifuggire la chiesa affabulatoria ed inconcludente del politicamente corretto e quella sorniona e silente del conformismo. Saremo eretici, inoltre, perché nel cercare la verità, non saremo mai indulgenti. Non saremo compiacenti con chi sta in alto, ma neppure con chi sta in basso. Non ometteremo di scrivere ciò che potrebbe urtare la suscettibilità dei “potenti”, ma non scriveremo neppure ciò che il “popolo” vuole o preferisce leggere. Saremo eretici, perché, cercheremo sempre e solo la verità. E se è vero come è vero che i “fatti sono nemici della verità” è altrettanto vero che, in Calabria, nessuno può essere più eretico di chi cerca e dice la verità!

La Redazione: Bruno Vellone – Angelo Vavalà – Michele Grenci - Biagio La Rizza – Mirko Tassone

5 comments

  • La redazione
    La redazione Domenica, 08 Febbraio 2015 13:22 Comment Link Report

    Gent.ma Sig.ra Cirillo, quella alla verità è un'aspirazione, non è un caso che che nel nostro editoriale abbiamo sottolineato che non pensiamo "che tra i buoni ed i cattivi a noi il destino abbia regalato la parte dei buoni". Per quanto riguarda la contraddizione e/o l'antitesi, che secoondo Lei intercorre, tra verità ed eresia, ci permettiamo di esprimere il nostro dissenso, anche perché spesso l'eresia ha contribuito a scardinare verità, alla lunga, riveletesi fallaci. Cordialmente
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  • La redazione
    La redazione Domenica, 08 Febbraio 2015 13:20 Comment Link Report

    Grazie Enzo!

  • Maia Cirillo
    Maia Cirillo Sabato, 07 Febbraio 2015 21:33 Comment Link Report

    Può essere? La speranza rimane ultima, vana ma desiderata spiaggia. I propositi sono sempre lodevoli; il percorso però è sempre incidentato. Giunge il momento in cui siamo portati a esprimere giudizi, e quella è la fine del teorema posto alla base della ricercata, negata, compromessa, eppur amata, verità. Da quel momento è quantomeno inusuale l'ammissione di errore; piuttosto tendiamo a trarre dalle autoconvinzioni postulati della verità: eresia o verità, la prima contraria alla seconda, ma anche viceversa.

  • Vincenzo Carchidi
    Vincenzo Carchidi Venerdì, 06 Febbraio 2015 23:07 Comment Link Report

    Bravi, ragazzi. Coraggio!

  • Vincenzo
    Vincenzo Venerdì, 06 Febbraio 2015 16:15 Comment Link Report

    Braviiiii !!!

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