Ponte sullo Stretto: si, lo voglio

Appena arrivato al governo, il ministro Costa ha affermato che il ponte sullo Stretto "si deve fare". Se non è il solito proclama, mi sta bene, e per una buona serie di motivi:

1.       L’intenzione è antichissima, ce l’aveva già Dionisio il Vecchio.

2.       Gettare ponti è un atto politico e sacro, se i Romani chiamavano il loro sacerdote “pontifex”.

3.       A differenza della natura, che è come è, un’opera umana può essere bella o brutta secondo chi e come la progetti.

4.       Il ponte non guasta un panorama naturale, giacché Messina e Reggio non sono spuntate come i funghi, bensì sono state fondate e costruite e ricostruire dagli uomini.

5.       Il mondo è collegato da ponti. Quando uno ammira quel volo di fantasia che è il ponte e tunnel tra Copenhagen e Stoccolma, resta solo a bocca aperta! Si vede che lì non ci sono ecologisti e furbetti.

6.       Ecologisti che passino lo Stretto a nuoto e nudi io non ne ho ancora visti! So bene che sta dilagando una ventata di passatismo e antiumanesimo tipo Rousseau, ma è quello che da Rousseau portò dritto dritto a Robespierre e alla ghigliottina di massa: alla larga! Da buon reazionario, io sono modernista accanito.

7.       L’utilità è evidente, rendendo più sicuri i collegamenti, oggi aleatori per condizioni di mare.

8.       La zona è sismica, ma se dovesse passare questo principio non dovremmo costruire niente in due terzi del pianeta, tra cui la California e il Giappone, e almeno mezza Italia. Ci sono, entro i limiti umani, espedienti per ridurre il rischio.

9.       Costruire qualcosa è un bene in sé, perché mette in moto e l’economia direttamente interessata, e tutto un vasto indotto. La Calabria vedrebbe arrivare denaro che si trasformerebbe in lavoro. Lavoro, non bidelli, quello che si suda!

10.   Ce la mafia? Con i lestofanti non mafiosi e con quelli mafiosi basta una normale attività di magistratura e forze di polizia.

 Ah, ovviamente io ritengo che il solo modo per dar sul serio vita al ponte sia una gestione commissariale con pienissimi poteri: immaginate, se no, ogni meschino comune di cento anime, quanti ostacoli, quante carte… e se non gli fate una piscina olimpionica (antimafia, è banale, per sottrarre i giovani alle cosche!) non dà l’autorizzazione.

 Sì, voglio il ponte.

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