Wikileaks e gli spioni nascosti nelle nostre tv

Le rivelazioni contenute in “Vault7”, la nuova serie di documenti riservati pubblicati da Wikileaks, farebbero impallidire anche il vecchio Dioniso. Neppure il tiranno siracusano, famoso per l’orecchio che ha preso il suo nome, avrebbe potuto partorire niente del genere.

I files provenienti dal Center for Cyber Intelligence di Langley, in Virginia, la cui prima tranche denominata “Anno zero” si compone di 8.761 cartelle, costituiscono la “più grande pubblicazione di documenti riservati” appartenenti alla Cia.

Si tratta di “carte” scottanti che rivelano un realtà inquietante. Un realtà nella quale tutti siamo potenzialmente a rischio.

Negli anni della presidenza Obama, il servizio segreto Usa ha allestito un immenso arsenale costituito da malware, trojan e armi cibernetiche. Grazie alle nuove tecnologie, gli 007 americani hanno sviluppato sofisticati strumenti informatici in grado di violare la riservatezza di chiunque.

A fare notizia, non sono tanto i programmi capaci di captare le informazioni dei comuni smartphone. Che i telefoni, sia che utilizzino tecnologia Apple che Android, non siano sicuri non è certo una novità.

Ciò che lascia basiti sono, invece, gli strumentii che consentono di entrare direttamente nelle case o nelle auto di chiunque.

Alla luce delle rivelazioni, tramite la Edg che realizza software all’interno del Centro cyber intelligence, la Cia avrebbe messo a punto un dispositivo chiamato “Weeping angel” (angelo piangente). Si tratta di un programma d’inaudita invasività, poiché può essere installato sulle smart tv. Sviluppato in collaborazione con l’MI5, il servizio segreto britannico, l’ “Angelo piangente” capta le conversazioni attraverso il televisore e le invia ad un server della Cia.

In altri termini è come se un sicofante stesse comodamente seduto sul divano di casa e in maniera discreta,  ma precisissima, annotasse tutto ciò che dicessimo.

Ancor più preoccupante e pericoloso, un altro programma lanciato nell’ottobre 2014. Un malware utilizzato per “infettare” i sistemi di controllo dei veicoli. Non è un semplice strumento usato per spiare chi si trova nell’abitacolo di un’auto o di un camion. E’ qualcosa di assolutamente diabolico.

Si tratta di un software grazie al quale sarebbe possibile prendere il controllo in remoto degli automezzi. Il programma, pare sia stato addirittura impiegato per commettere omicidi e farli passare per incidenti.

I  documenti pubblicati da Wikileaks  gettano luce su tutta una serie di dispositivi che mettono a repentaglio, non solo il diritto alla riservatezza, ma addirittura la vita delle persone.

A destare ulteriore preoccupazione, la rivelazione secondo la quale la Cia avrebbe perso il controllo della maggior parte dei file che compongono il suo cyber arsenale.

A questo punto sarebbe interessante sapere chi controlla i controllori, come vengono definiti i target, come vengono usate le informazioni. Domande che, ovviamente, rimarranno inevase e che fanno pensare a “L’America”.

La canzone in cui Giorgio Gaber cantava:

“No, a me l’America non mi fa niente bene. Troppa libertà, non c’è niente che appiattisca l’individuo come quella libertà lì. Nemmeno una malattia ti magia così bene dal di dentro.
Come sono geniali gli americani, te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà”.

Articolo pubblicato su mirkotassone.it

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