Mosul: le truppe irachene circondano la moschea in cui fu proclamato il Califfato

La battaglia per la liberazione di Mosul potrebbe essere entrata nella fase decisiva. Le forze di sicurezza irachene si trovano, infatti, a poche centinaia di metri dalla grande moschea in cui, nel 2014,  Abu Bakr Al-Baghdadi proclamò il califfato dell'Isis.

L'agenzia iraniana Press Tv, citando il capo della polizia federale irachena Raed Shaker Jawdat, ha divulgato la notizia secondo cui le truppe di Bagdhad sono prossime al minareto al'Hadba ('il gobbo') e alla grande, moschea di Nuri.

I soldati iracheni sono arrivati nella parte vecchia della città dopo aver sostenuto violentissimi scontri con i miliziani del Califfato.

Il luogo di culto sarebbe stato completamente circondata. Mentre a terra infuria la battaglia, in cielo incrociano decine di droni le cui riprese si stanno rivelando particolarmente preziose per monitorare, in tempo reale, i movimenti dei terroristi in fuga.

L'esercito siriano entra a Palmira

Dopo diverse settimane di violenti combattimenti, l'esercito siriano e le truppe alleate hanno liberato la Cittadella storica di Palmira dai miliziani dell'Isis.

Guidate dai soldati della 5^ Legione e dalla 18^ divisione corazzata, le truppe siriane sono riuscite a riprendere il controllo di numerosi siti ubicati ad ovest del cosiddetto Triangolo di Palmira.

Sostenute dalla copertura aerea offerta dall'aviazione russa, le forze di Damasco sono ora ad un tiro di schioppo dalla città, occupata lo scorso 16 dicembre dai miliziani del Califfato.

Con i terroristi in rotta, la definitiva riconquista dell'area urbana e del sito archeologico, da parte dei soldati siriani, potrebbe avvenire già nelle prossime ore.

Anche se l'agglomerato non riveste una posizione strategica, la storia e la rilevanza culturale la rendono una priorità nell'agenda militare del governo del presidente Assad.

 

Abdulkadir Masharipov, l'autore della Strage di Capodanno avrebbe confessato

Catturato nella notte a cavallo tra lunedì e martedì, Abdulkadir Masharipov avrebbe confessato di essere il responsabile dell’assalto al Reina di Istanbul costato la vita a 39 persone.

Gli investigatori turchi avrebbero, inoltre, provato la corrispondenza delle impronte digitali del 33enne uzbeko con quelle trovate sul luogo della strage di Capodanno.

Addestrato in Afganistan, il terrorista, che parla quattro lingue, è stato arrestato, insieme ad altri tre militanti islamici, in una casa situata nel quartiere Esenyurt di Istanbul. Nel covo dell’Isis, la polizia ha trovato 197 mila dollari, due pistole con relativi caricatori, una pistola ad aria compressa, un drone e alcune sim card. 

Dopo aver seguito una serie di piste rivelatesi completamente errate, gli investigatori turchi erano riusciti a risalire all'identità Masharipov nei primi giorni di gennaio.

Gli occhi della guerra: come si viveva ad Aleppo Est prima della liberazione della città

Aleppo, 8 gennaio. Lui accetta di farsi filmare, a scanso di equivoci. Però Mahmud Fahrad non è il suo vero nome e la foto non è la sua. Ha paura di vendette, in questa Aleppo coperta di macerie e dove pochi credono che tutti i jihadisti se ne siano davvero andati a Idlib sui pullman forniti da Assad. Perché questo muratore che ha perso il suo lavoro anni fa e si è dovuto arrangiare com moglie e quattro figli, vuol raccontare come si viveva ad Aleppo Est quando c’era la repubblica dei ribelli e dei jihadisti.

 “Siamo rimasti intrappolati lì, dice Mahmud, “dal marzo 2012, quando è cominciato tutto. E sono stati quattro anni di orrore. Per esempio, ci facevano fare la fame. In questi anni non ho mai mangiato carne né frutta, quasi solo lenticchie e burghul (grano spezzato). Anche il pane scarseggiava. E intanto loro godevano di ogni ben di Dio e mangiavano tutto ciò che volevano. Avevano depositi pieni e si facevano beffe di noi: quando c’era qualche festività, macellavano pecore e vacche e poi rivendevano i pezzi di scarto, come gli stinchi o le interiora, a 10 mila lire siriane al chilo, il prezzo della carne migliore. I pezzi buoni, invece, costavano 30 mila lire, cioè dieci volte il prezzo normale. Una volta c’è stata una specie di manifestazione per protestare contro questi prezzi: hanno sparato sulla gente e ucciso quattro persone”.

 E gli ospedali? Si dice che l’esercito abbia ucciso parecchie persone, bombardandoli…

 “Ospedali bombardati? Forse. Quello che so, però, è che noi aleppini normali non potevamo certo andarci. Erano riservati a loro e alle loro famiglie. Quando qualcuno di noi si faceva male o aveva un problema di salute, lo lasciavano a morire fuori della porta. Non ho mai visto nessuno, in quattro anni, essere ricoverato in un ospedale”.

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Articolo pubblicato su: gliocchidellaguerra.it

Siria, Aleppo: fosse comuni e cadaveri mutilati, i massacri dei terroristi che non indignano l'occidente

Diverse fosse comuni sono state trovate nei quartieri orientali di Aleppo da militari russi e siriani. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, sui cadaveri sono stati trovati evidenti segni di tortura e mutilazioni.

Intanto la guerra va avanti e miete nuove vittime. Secondo quanto riferito da fonti turche, ad Al Bab, città controllata dagli jihadisti, nel distretto est di Aleppo, trenta persone sono rimaste uccise in un attentato compiuto dall'Isis.

Da alcuni giorni, la città è assediata dall'esercito di Ankara che è entrato in profondità in territorio siriano per portare a termine l'operazione "Scudo dell'Eufrate". Durante gli scontri con i militanti islamici asserragliati ad Al Bab, avrebbero perso la vita 16 soldati turchi. Da quanto riportato dal giornale Al-Masdar News, per alleggerire la pressione, la notte scorsa, sarebbero entrati in azione, anche, alcuni bombardieri russi che per la prima volta avrebbero dato copertura aerea alle operazioni condotte dagli uomini di Erdgonan,

Ad Aleppo, invece, giovedì sera si è conclusa l'evacuazione dei terroristi e delle loro famiglie.

L'operazione è stata portata avanti parallelamente a quella condotta nelle città, assediate dai terroristi, di Foua e Kefraya nei pressi di Idlib, dove più di 1.200 persone, in maggioranza donne, bambini e anziani, sono state trasferite nella città di Aleppo.

  Sul campo continua l'afflusso di militari russi. Per mantenere l'ordine nei quartieri orientali, appena liberati, è arrivato, ad Aleppo, un battaglione della polizia militare di Mosca composto da 3-400 uomini.

Nella giornata di ieri, la comunità cristiana, che prima dell'inizio del conflitto rappresentava il 10 per cento della popolazione, ha festeggiato il Natale nelle zone controllate dal legittimo governo.

Per ricordare la ricorrenza, il presidente Bashar  el Assad e la moglie Asma hanno visitato un orfanotrofio cristiano nel sobborgo di Sednya, nei pressi della capitale Damasco.

 

Germania: un 12enne cerca di far esplodere una bomba in un mercatino di Natale

Un 12enne di origine irachena avrebbe tentato di far esplodere una bomba riempita di chiodi nel mercatino di Natale di Ludwigshafen, nel sudovest della Germania. L'attentato avrebbe dovuto essere compiuto il 26 novembre scorso.

Il rudimentale ordigno, costruito dallo stesso ragazzo, non è esploso per un difetto alla miccia. La notizia è stata resa nota dal settimanale Focus, che cita fonti giudiziarie e di sicurezza.

Il ragazzo, indicato come "fortemente radicalizzato" era stato probabilmente "istigato o guidato" da "un ignoto militante dell'Isis", scrive Focus.

Sulla vicenda, "starebbe indagando la procura federale generale di Karlsruhe", competente per atti di terrorismo.

Il settimanale aggiunge, inoltre, che "già nell'estate scorsa il 12enne", un ragazzo di origine irachena, "avrebbe avuto la tentazione di recarsi in Siria per unirsi all'Isis": dopo la sua cattura "è stato trasferito in un centro giovanile".

Secondo la ricostruzione fatta da Focus l'attentato sarebbe dovuto avvenire il 26 novembre, vigilia del primo avvento e data di inizio della maggior parte dei mercatini di Natale in Germania, ma fallì "per un difetto della miccia". L'ordigno artigianale "era nascosto in uno zaino", che venne poi "ritrovato il 5 dicembre in un cespuglio vicino al Comune di Ludwigshafen da un passante". Gli artificieri fecero brillare una parte della bomba, conclude Focus.

 

Una richiesta per fermare la guerra, l'Unione europea fa ridere i polli

Riunita a Roma, l’intera Unione Europea esprime il suo fermo e fiero parere sulla Siria. “Chiede” di cessare il fuoco. Lo “chiede” ad Assad, alla Russia, ai tagliagole dell’ISIS e califfi vari, ai ribelli “moderati” e ai loro sostenitori americani. Ovvero, mezzo mondo è in guerra, e l’Europa “chiede”. Provate a immaginare le risate di Putin, del califfo, degli USA, dei ribelli eccetera, alla notizia che l’Europa “chiede”. E chiede senza argomenti, senza proposte, senza nessuna intenzione e possibilità d’intervento non dico militare ma nemmeno economico e politico: niente, l’Europa “chiede”. Lo stesso che, sotto un temporale, io, privo di ombrello, “chieda” alle nuvole di smettere di piovere.

 L’umana storia è fatta di guerre combattute; pochi però hanno prestato attenzione alle guerre che non si fecero, che qualcuno riuscì a impedire con ogni mezzo tranne uno, “chiedere”. Ecco alcuni esempi abbastanza recenti:

-          Nel 1815 il Congresso di Vienna determinò un assetto europeo che, con qualche circoscritto incidente, resse fino al 1914.

-          Nel 1878, dopo la guerra tra Russia e Turchia, i Balcani stavano esplodendo, e, per essi, l’intera Europa. Bismarck convocò il Congresso di Berlino, e, con proposte intelligenti e con grande autorevolezza, tracciò assetti e confini che durarono fino al 1912.

-          Di fronte al rischio di una guerra europea per l’Africa, nel 1881 convocò la Conferenza del Congo, ed evitò scontri armati.

- Nessuno impedì la Prima guerra mondiale; ma nell’agitato e confuso dopoguerra numerosi plebisciti e arbitrati misero mano a questioni di confine che potevano degenerare.

- Nel 1936 scoppiò la Guerra civile spagnola. Italia, Gran Bretagna, Germania e, costretta, anche la Francia, fecero in modo che il confitto restasse solo spagnolo, impedendo, Italia e Germania, non permettendo Gran Bretagna e Francia, la penetrazione di Stalin nella questione.

- Nel 1938, di fronte al rischio di guerra per i Sudeti tedeschi assurdamente finiti cecoslovacchi, Mussolini convocò l’incontro di Monaco tra le Potenze europee, e decise la questione senza guerra. - Il pericolo di uno scontro tra Ungheria e la neonata Slovacchia venne risolto dal Primo arbitrato di Vienna tra Italia e Germania.

- Un Secondo arbitrato, nel 1940, impedì la guerra tra Ungheria e Romania per la Transilvania.

Nessun conflitto, e dico nessuno, è mai stato impedito o risolto dall’ONU tra il 1945 e oggi, e, in genere, da gente che “chiede” senza potere, senza autorevolezza, senza proposte concrete. Figuratevi l’Europa, che non ha nemmeno una politica estera!

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Terrorismo: rischio attentati in Europa, l'allarme lanciato dal Dipartimento di stato Usa

Aumenta il rischio attentati terroristici in Europa. A lanciare l'allarme è il Dipartimento di stato americano che ha messo in guardia i cittadini statunitensi intenzionati ad attraversare l'Atlantico in vista delle prossime festività natalizie.

Il Dipartimento cita "informazioni credibili", secondo le quali celllule riconducibili all'Isis e ad Al Qaeda starebbero pianificando attentati nel Vecchio Continente.

Secondo le informazioni in possesso degli Stati Uniti, la "preoccupazione" sarebbe legata alla presenza sul territorio europeo di numerosi "simpatizzanti estremisti o estremisti autoradicalizzati" che potrebbero decidere di entrare in azione nelle prossime settimane.

Il Dipartimento di stato invita, quindi, i propri cittadini alla prudenza e ad evitare luoghi affollati.

Quanto il rischio possa essere concreto, lo testimoniano gli arresti effettuati ieri dalla polizia francese che ha fermato sette presunti jihadisti. Secondo le informazioni raccolte dall'intelligence e dalle forze dell'ordine transalpine gli arrestati, cinque francesi, un afgano ed un marocchino, erano in procinto di realizzare una serie di attacchi simultanei per colpire a Parigi e Marsiglia

 

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