Condannato per lesioni e armi: 28enne arrestato a Sorianello

Nella prima mattinata di oggi, a Sorianello, i militari della Stazione Carabinieri di Soriano Calabro hanno dato attuazione all’ordine di esecuzione pena, emesso dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nei confronti di Giovanni Emmanuele, 28 anni. Dopo tre gradi di giudizio, Emmanuele è stato ritenuto colpevole di lesioni aggravate, porto e detenzione illegale di armi e dovrà, per questo, espiare una pena detentiva di 4 anni, 4 mesi e 9 giorni. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di Vibo Valentia a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

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Due auto distrutte dalle fiamme a Sorianello e San Calogero

I Vigili del Fuoco durante la notte sono stati impegnati a spegnere le fiamme in due distinti episodi verificatisi nel Vibonese. In entrambi i casi le fiamme hanno avvolto automobili. Gli incendi si sono registrati a San Calogero ed in loalità Savini, a Sorianello.  Nonostante l'impegno profuso dai pompieri, le vetture hanno subito danni particolarmente ingenti. Le forze dell'ordine stanno indagando. 

È Marilena Furina il revisore del Comune di Sorianello

Alla presenza dei soli testimoni, in quanto il sindaco assente, si è svolto presso la prefettura di Vibo Valentia il sorteggio per procedere alla nomina del revisore per il Comune di Sorianello. Il primo revisore estratto è risultato Marilena Furina (Renato Meleca prima riserva, Francesco La Bella seconda riserva).

Fucile, munizioni e "botti" illegali: Carabinieri di Soriano arrestano due persone

I Carabinieri della Stazione di Soriano, nel Vibonese, hanno tratto in arresto due persone: il 31enne Marco Stamandinoli ed il 24enne Bruno Lazzaro, legato da vincoli di parentela con Salvatore Lazzaro, assassinato il 12 aprile di due anni fa nella guerra criminale che insanguina il territorio quella porzione di territorio. I militari dell'Arma, nel corso di una perquisizione, hanno scoperto in un casolare in località "Ascuto", a Soriano Calabro, ed appartenente a Stamandinoli, un fucile calibro 12, probabilmente oggetto di un furto, munizionamento vario e quattrocento chilogrammi di "botti" illegali. I Carabinieri hanno posto sotto sequestro tutto ciò che è stato rinvenuto, oltre ad una sostanza di colore bianco, anch'essa scovata nel corso dei controlli e su cui saranno effettuati gli esami utili a stabilire se si tratti di droga. I due arrestati, che rispondono dell'accusa di detenzione abusiva di armi, già in passato avevano avuto a che fare con la giustizia.  

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Ricatto all'ex amante della mandante: arrestato anche il secondo giovane di Sorianello

E' stato arrestato dai Carabinieri anche il secondo giovane coinvolto nella storia del presunto tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore piemontese. Entrambi di Sorianello: cinque giorni fa nelle maglie dei militari dell'Arma era finito Giovanni Nesci, 25 anni. Oggi è toccato a Pasquale De Masi, 26 anni. E' stato scovato a Ciriè, in Piemonte, la cittadina presso cui si era trasferito con Nesci, individuato, invece, nella località natia in provincia di Vibo Valentia.  Erano partiti a caccia di fortuna lavorativa. Sia l'uno che l'altro sono stati sottoposti al regime dei domiciliari. Sulla scorta di quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero stati pagati da una donna di 28 anni per minacciare, malmenare e ricattare l'uomo, sposato, che con lei aveva intrattenuto una relazione segreta. Le accuse nei confronti dei due calabresi sono tentata estorsione ed usurpazione di titoli. Gli investigatori ritengono che gli indagati di Sorianello, fingendo di essere Carabinieri, dopo aver  fermato l'autovettura della vittima, lo hanno obbligato a scendere e percosso ripetutamente a calci e pugni.  L'imprenditore, sostengono i Carabinieri, avrebbe dovuto pagare 20 mila euro per impedire che riferissero alla moglie quanto sapevano a proposito del rapporto extraconiugale.

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Sorianello, 28enne assolda due giovani per ricattare l'ex amante: i dettagli degli arresti

I Carabinieri hanno arrestato e sottoposto al regime dei domiciliari tre persone considerate responsabili di un pestaggio ed un ricatto ai danni di un imprenditore 37enne. In manette sono finiti una donna nata in Albania e residente a Torino, un 31enne che vive nel Vibonese ed un 25enne di Sorianello di cui abbiamo dato notizia qui. Secondo la ricostruzione dei militari dell'Arma la ventottenne avrebbe pagato i due calabresi per intimidire, picchiare e ricattare l'ex amante. Sono loro contestati, a vario titolo, i reati di tentata estorsione ed usurpazione di titoli. Sulla scorta di quanto ipotizzato dagli inquirenti, un mese fa i due calabresi, simulando di essere Carabinieri, hanno intimato l'alt alla vittima, scovata a San Maurizio Canavese. Sceso dalla vettura dietro costrizione degli aggressori, l'imprenditore è stato malmenato con una tale violenza che i medici hanno emesso una prognosi di oltre quattro settimane. A questo si aggiunga che, se non avesse loro consegnato la somma di 20 mila euro, lo hanno minacciato di rivelare i dettagli della relazione clandestina ai suoi familiari. Denunciato l'accaduto, poco più di una settimana addietro, l'uomo si è ritrovato sulla cancellata della propria abitazione una busta in cui erano stati collocati una molotov e quattro munizioni calibro 357 magnum. Gesto che i presunti autori hanno accompagnato ad un sms di avvertimento inviato al 37enne. 

 

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Nelle Serre tre discariche tra le più pericolose d’Italia

Nei giorni scorsi ci siamo occupati della presenza in Calabria di 43 discariche tra le più pericolose d’Italia (https://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1182:in-calabria-43-discariche-tra-le-piu-pericolose-d-italia&Itemid=952). Si tratta di alcuni dei 198 siti inquinanti oggetto della causa C 196/13 con la quale, il 2 dicembre scorso, l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro, oltre a 42 milioni e 800 mila euro per ogni semestre di ritardo nella realizzazione degl’interventi di bonifica. Le bandiere nere delle discariche pericolose sono distribuite su tutto il territorio regionale. Non fa eccezione neppure l’area delle Serre, dove ci sono tre comuni nei quali è stata registrata la presenza di altrettanti siti inquinanti. Nel lungo “elenco delle discariche oggetto della causa 196/13” figurano, infatti, i comuni di Acquaro (località Carrà), Gerocarne (località Lapparni) e Sorianello (località Pagliai). Oltre a quelli dislocati sul massiccio delle Serre, la provincia di Vibo Valentia annovera altri quattro siti, ubicati nei comuni di Joppolo (località Colantoni), Pizzo (località Marinella), Ricadi (località Riaci), San Calogero (località Papaleo). Il maggior numero di discariche (20) si trova, però, nella provincia di Cosenza ed in particolare nei comuni di : Amantea, Belmonte Calabro, Caloveto, Campana, Colosimi, Falconara Marittima, Firmo, Laino Castello, Longobardi, Maierà, Malito, Mendicino, Mormanno, Pietrapaola, Sangineto, Tortora, Verbicaro, Villapiana. Per quanto riguarda, invece, la provincia di Catanzaro i 14 comuni interessati sono: Badolato, Davoli, Gizzeria, Isca sullo Jonio, Magisano, Maida, Martirano, Martirano Lombardo, Petronà, San Floro, Sellia, Soveria Simeri e Taverna. Un solo comune, Umbriatico, in provincia di Crotone ed uno in quella di Reggio dove, proprio nella città dello Stretto, c’é la discarica di località “Malderiti”. Eppure, tutti i siti avrebbero dovuto essere bonificati, non solo per non incorrere nell’ulteriore sanzione prevista dalla sentenza emessa dalla Corte di giustizia europea. Nel 2012, infatti, il Cipe aveva finanziato gli interventi con 42.918.620,34. In seguito al contributo statale, la Regione aveva sottoscritto con i comuni le convenzioni che avrebbero dovuto dare l’abbrivio agli interventi di bonifica. A distanza di tre anni, però, a causa di ricorsi, lungaggini burocratiche e farraginosità delle procedure, le discariche continuano a pendere come una spada di Damocle sulla salute dei cittadini. Oltre al danno c’è pure la beffa, visto che il 2 giugno prossimo saremo chiamati a pagare all’Unione europea 42 milioni e 800 mila, ovvero la sanzione prevista per non aver realizzato le bonifiche.

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