Sanità, Nicolò: “La Cardiochirurgia ai ‘Riuniti’ rimane un sogno”

“L’avvio del Reparto di Cardiochirurgia degli Ospedali ‘Riuniti’ rimane ancora un sogno più che un obiettivo da raggiungere. Parliamo di un presidio salva-vita irrinunciabile in un’area vasta e popolosa come quella della Città Metropolitana di Reggio Calabria nell’ambito di una riorganizzata rete ospedaliera che punti all’adeguamento dei collegamenti con i centri di eccellenza, consentendo di intervenire, così come impongono le procedure mediche, in tempi rigorosamente ristretti”. Lo dichiara il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò che aggiunge: “La Cardiochirurgia dei ‘Riuniti’, purtroppo, rappresenta un’incompiuta. Si riscontrano evidenti criticità  rispetto ad un servizio primario di emergenza-urgenza la cui funzionalità risponde a parametri oggettivi e inderogabili di copertura territoriale. Nessun ragionamento strumentale o intento polemico ma solo la presa d’atto di lungaggini che danneggiano diritti costituzionalmente garantiti. Quando si parla di tutela della salute - evidenzia Nicolò - l’unico indirizzo che dovrebbe guidare le scelte della politica è rappresentato dai bisogni reali della comunità che deve poter accedere ai servizi assistenziali, a maggior ragione nei casi in cui è a rischio la stessa vita delle persone. Obiettivamente in merito vi è da considerare l’impegno del direttore generale Frank Benedetto assieme al primario per accelerare l’iter, ma ancora purtroppo non vi è neppure un’indicazione sulla tempistica”. “La salute dei cittadini - continua il capogruppo - necessita di un vero colpo di reni e di interventi risolutivi. Occorre individuare una corsia preferenziale per dare piena operatività alla divisione interventistica cardiologica del nosocomio reggino. È anche questo - sottolinea Nicolò - un passaggio decisivo per restituire standard di qualità ed efficacia nell’assistenza sanitaria, garantendo ai cittadini cure e terapie nell’ambito della rete ospedaliera di questo territorio e contenendo il fenomeno dell’emigrazione sanitaria soprattutto rispetto ad un servizio per il quale la Regione, e quindi gli stessi calabresi, pagano i costi di funzionamento, sebbene non vi sia ancora un corrispondente servizio alla salute. Servirà – è la conclusione - avviare percorsi condivisi, risolutivi di una vicenda contraria ad ogni principio di ragionevolezza e buonsenso”.

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.