Ospedale di Serra, il Tar rigetta il ricorso del Comitato Pro Serre

Il Tar della Calabria ha rigettato il ricorso presentato dal Comitato civico Pro Serre con il quale il sodalizio civico aveva chiesto l’annullamento del decreto Scura, l’atto con cui il commissario ad acta per la sanità calabrese ha provveduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, ridimensionando ulteriormente, quindi penalizzando, il nosocomio serrese già depotenziato dal Piano di rientro dell’ex governatore Scopelliti. Il Comitato aveva adito il Tribunale amministrativo sostenendo che il provvedimento del commissario ad acta  non riconosceva la qualifica di ospedali generali «agli ospedali di Serra San Bruno e Soveria Mannelli, consentendo così la dismissione di tutte le discipline e le specialità proprie di un presidio di base dotato di pronto soccorso», e non prevedendo per questi nosocomi neanche la trasformazione in ospedali di montagna  per zone particolarmente disagiate «in quanto distanti più di 90 minuti dai centri di hub o spoke di riferimento superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace». I ricorrenti inoltre avevano sollevato eccezioni secondo le quali il decreto sarebbe stato inficiato da irragionevolezza e irrazionalità. Di tutt’altro avviso i giudici amministrativi che  hanno depositato la sentenza che va in direzione opposta rispetto a quella auspicata dal Comitato Pro-Serre e con la quale rigettano tutte le ragioni argomentate nel ricorso ribadendo che il Commissario ad acta nell’esercitare la propria potestà programmatoria «gode di un ampio potere discrezionale» e che il provvedimento in generale è «privo di elementi di irrazionalità o illogicità idonei a inficiarne la validità». La parola ora  al Presidente della Repubblica al quale il sodalizio civico ha effettuato un nuovo ricorso al fine di proteggere quello che nelle zone delle Serre è un diritto che giorno dopo giorno viene calpestato. Certo è che più il tempo passa e le amministrazioni regionali si avvicendano e sempre meno il nosocomio somiglia ad un ospedale, anzi, tra qualche tempo potrebbe essere trasformato – con tutto rispetto - in un ospizio.

 

 

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