Battibecco Censore-Costa, Grillo bacchetta PD e centrodestra: “Rispetto istituzionale prima di tutto”
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“È davvero incredibile ciò che è accaduto a Vibo durante la visita del sottosegretario Ferri: mai era accaduto che il sindaco della città che ospita l’evento fosse impedito a porgere il saluto istituzionale”.
È quanto afferma il già coordinatore provinciale di Forza Italia e del Pdl Valerio Grillo che, in riferimento al recente episodio che ha visto come protagonisti il deputato del PD Bruno Censore ed il sindaco di Vibo Elio Costa, si schiera decisamente con il secondo.
“Costa – spiega Grillo – quale uomo istituzionalmente corretto e certamente ben educato non voleva sottrarsi a quello che era un suo compito, ma evidentemente qualcun altro, che ha poca dimestichezza con i metodi istituzionali, ha ritenuto di dover bloccare l’intervento. Da questo fatto si possono operare tre considerazioni: a) i piccoli esponenti della politica nostrana si sono resi conti della magra figura che avrebbero fatto al cospetto di un esponente del Governo dopo l’esposizione degli argomenti di Costa; b) il sottosegretario stesso mettendo a confronto l’intervento di Costa e quello di Censore avrebbe subito un effetto devastante; c) sono risibili le giustificazioni di chi sostiene che Costa avrebbe cercato, così facendo, di guadagnarsi una candidatura al Senato. Costa - sostiene Grillo – conosce perfettamente la valenza di questi piccoli censori, intesi ovviamente come valutatori severi della condotta, e se avesse avuto qualche mira in tal senso, saprebbe senza dubbio a chi rivolgersi per ammansire i personaggi servili.
Qualche considerazione – rileva Grillo – va anche fatta riguardo alla silente aggregazione di maggioranza al Comune che, ancora una volta, dimostra di subire la presenza di un sindaco come Costa e di non amarlo. Avrebbe dovuto difenderlo strenuamente ma, si sa, chi la sera si consente laute cene con i rappresentanti della sinistra di certo ha più a cuore i rapporti con quest’ultima che quelli con il proprio sindaco. Ma Costa sa bene da chi è contorniato, poiché più di una volta il silenzio è stato assordante. Forse – è la conclusione – i piccoli leader nostrani hanno delle mire senatoriali e hanno paura che la personalità di Costa li metta in ombra”.
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