Il testacoda di Franzé, dal Pdl al Pd meno "L"?

Potrebbe riservare un’amara sorpresa alla maggioranza del sindaco Bruno Rosi, la seduta di consiglio comunale in programma per domani alle 9,30. A creare scompiglio non dovrebbe essere la discussione relativa ai due punti all’ordine del giorno (“Lettura e approvazione verbali seduta precedente” e “Approvazione rendiconto anno 2014 e relativi allegati”), bensì la probabile presa di posizione dell’ex assessore Carmine Franzé. Dopo l’estromissione dalla giunta e la defezione registrata all’ultimo consiglio comunale, Franzé pare sia in procinto di chiudere definitivamente la sua esperienza con la maggioranza eletta, quattro anni fa, sotto le insegne del Pdl. La strategia attuata lascia ipotizzare un graduale allontanamento che potrebbe trovare una sponda nel consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori, con il quale questa sera dovrebbe essere in programma una riunione per decidere le prossime mosse politiche da fare. Rottura definitiva, dunque, con la maggioranza guidata da Rosi? Può darsi. Il giovane azzurro non fa mistero di non aver gradito la “mancanza di risposte” alla richiesta di spiegazioni avanzate in merito alla sua esclusione dall’esecutivo, ricollegando questa operazione unicamente alle scelte concernenti il candidato da appoggiare alle elezioni regionali. Interpretazione che ha un fondamento di verità, ma che omette altri passaggi fondamentali. Per esempio, quello emblematico dello scorso mese di agosto (quindi antecedente rispetto alle elezioni regionali di novembre) quando, in seguito alle dimissioni del sindaco, Bruno Rosi, la maggioranza invitò, attraverso un documento, il primo cittadino a tornare sui suoi passi, ma Franzè – che era assessore, quindi depositario della fiducia del sindaco – anziché essere sulle medesime posizioni dei suoi colleghi, si dissociò pubblicamente (senza peraltro compiere atti conseguenti) affermando sulla stampa di “non aver sottoscritto né tantomeno aderito ad iniziative volte a sollecitare il sindaco nella revoca delle dimissioni non avendo interesse alcuno alla prosecuzione o all’interruzione di questo percorso amministrativo”. Dichiarazioni giudicate incomprensibili che non passarono inosservate. A stupire, più che altro, fu poi la conferma di Franzè in giunta al momento del ritiro delle dimissioni di Rosi. Secondo i bene informati, una volta defenestrato, Franzè, avrebbe intrapreso un dialogo interlocutorio non più sottotraccia con il centrosinistra. Dialogo giunto, ora, in una fase piuttosto avanzata, tanto che gli uomini più vicini al deputato democrat, Bruno Censore, avrebbero chiesto all’ex assessore “un gesto chiaro” di rottura con la maggioranza. “I tempi stringono” ed a meno di un anno dalle elezioni, sarebbe stato il messaggio “se vuoi essere candidato con il centrosinistra devi essere chiaro”. Chiarezza che dovrebbe assumere il carattere di una rottura con quelli che sono stati i compagni di viaggio negli ultimi quattro anni. Una rottura che potrebbe concretizzarsi nel corso della seduta consiliare di domani. Tutto sarebbe pronto, quindi, per una clamorosa inversione ad “U” che porterebbe Franzé dall’altra parte della barricata. Del resto, a confermare la probabile candidatura dell’ex assessore di Rosi nella lista del centrosinistra, alcune indiscrezioni secondo le quali sarebbe già pronto un ticket con Valeria Giancotti già componente, alle ultime amministrative, della lista La Serra e potenziale futura candidata del centrosinistra. Stando ad i bene informati, infatti, approfittando della nuova normativa, che ha introdotto la possibilità di esprime la doppia preferenza di genere, Franzé e Giancotti avrebbero stretto un patto di mutuo soccorso nella caccia senza quartiere al voto di preferenza.

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