Il Consiglio Regionale ha approvato la Legge Urbanistica della Calabria

"Esprimo grande compiacimento per l’approvazione in Consiglio regionale della legge urbanistica regionale e soprattutto degli emendamenti di integrazione e modifica alla Legge Urbanistica della Calabria, accolti favorevolmente sia dall’assessore al ramo, Rossi che dal relatore del provvedimento, Bevacqua". E’ quanto afferma il capogruppo di "Oliverio Presidente", Orlandino Greco  che sottolinea come "l’intervento normativo nasca dall’esigenza di fronteggiare la carenza da parte dei Comuni di dotarsi dei nuovi Piani Strutturali Comunali all’approssimarsi della decadenza dei vecchi Piani Regolatori Generali della Calabria. Una carenza che, lasciando ancora scoperti interi territori di molti Comuni della Calabria di previsioni urbanistiche, determina l’insorgere di problematiche in tema di diritti giuridici, tassazioni vanificate sul regime dei suoli e sulle difficoltà del governo del territorio da parte degli Enti preposti, nonché del consequenziale abusivismo per assenza di pianificazione. Tutto questo suggerisce di conservare l’operatività di standard e parametri di strumenti i quali, ancorché datati, garantiranno comunque le politiche e le iniziative di sviluppo locali, regionali, nazionali ed europee in atto, consentendo, altresì, alla collettività di intraprendere e tutelare le proprie risorse patrimoniali, nelle more della formazione, adozione ed approvazione dei PSC/PSA da parte dei Comuni". "La decadenza di tutte le previsioni edificatorie contenute negli strumenti urbanistici generali - sostiene Greco - comporterebbe, infatti, un conseguente minore introito erariale per gli Enti locali con una inevitabile compromissione dei bilanci previsionali e delle liquidità finanziarie. Non meno grave sarebbe l’insorgenza di contenziosi politici e civili tra i cittadini e la P.A., con l’impoverimento dei patrimoni immobiliari delle famiglie, a causa della drastica inibizione dell’edificabilità dei suoli. Da qui, l’opportunità di rimodulare la preesistente dotazione urbanistica dei PRG senza nessun incremento del dimensionamento di superficie di terreno (cioè senza invadere territori agricoli che meritano di essere preservati). Intervento, quest’ultimo, politicamente corretto sia dal punto di vista sociale che ambientale, in quanto - afferma il capogruppo di ‘Oliverio Presidente’ - risulta il più aderente possibile al principio di ‘risparmio di suolo’, definito ‘Pianificazione a consumo di suolo zero, obiettivo oggi perseguito, in generale, in tutta Europa e, in particolare, da questa Amministrazione regionale. In tal modo, si realizza concretamente la tutela del patrimonio agricolo e boschivo, di cui finalmente oggi si comprende il valore culturale ed identitario riferibile ad un territorio e alla sua popolazione. E’ stato inoltre importante - prosegue Greco - l’aver ripristinato il nucleo di Valutazione urbanistico-territoriale per il sicuro apporto di qualità tecnica ed istituzionale alle scelte pianificatorie della Regione e degli Enti Locali. Il proposto art. 2, prevede poi che il settore Urbanistica possa esprimere pareri sul rapporto ambientale Preliminare e sulla procedura VAS, per i quali, peraltro, è certo che non possieda la diretta competenza, in quanto propria del Settore Ambiente.  Per queste ragioni - sottolinea il consigliere - è stato fondamentale l’aver inserito all’interno della legge l’obbligatorietà che i Piani Strutturali Comunali debbano indicare la giusta perimetrazione di area Demaniale Marittima a cui assoggettare il PCS, indicando norme specifiche e direttive per la redazione puntuale dello stesso. La modifica dell’art. 23 della legge regionale 16 aprile 2002, n° 19 nasce dall’esigenza di attribuire al Piano Operativo Temporale un ruolo ed una funzione di concreta attuazione delle previsioni del Piano Strutturale Comunale. Il POT - secondo Greco - deve diventare strumento preferenziale per l’attuazione del PSC, perché attraverso di esso può essere stabilita una coordinata ed equilibrata programmazione urbanistica dei territori comunali finalizzata alla redazione del disegno di città, di un territorio, nell’arco dei 5 anni di mandato di un’amministrazione. Subordinare, invece, la redazione del POT ad eventuali e minimi interventi privati, significa sottrarre ad una pianificazione urbanistica l’impulso della richiesta che, invece, regola le dinamiche di mercato. In sostanza, il contenuto tecnico del POT dovrà fornire le indicazioni necessarie perché la successiva progettazione urbanistica alla scala della pianificazione attuativa offra le massime garanzie di una realizzazione di qualità e di fattibilità delle trasformazioni previste. Infine - conclude Orlandino Greco - diviene consequenziale ed in linea con il principio di ‘pianificazione a consumo di suolo zero’ la restrizione del termine proposto per i Comuni di dotarsi di PSC/PSA, da ventiquattro mesi a dodici mesi per addivenire all’adozione degli strumenti urbanistici generali".

 

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