Mille volatili appartenenti a specie protette in gabbia e nel congelatore di casa, denunciato

I carabinieri forestale delle Stazioni di Cittanova (Rc) e Sant’Eufemia d’Aspromonte hanno rinvenuto circa 500 volatili appartenenti a specie protette (cardellini, verzellini, verdoni e fringuelli), rinchiusi in piccole gabbie, in un casolare di proprietà di un 52enne, nel comune di Oppido Mamertina.

In seguito alla scoperta, i militari hanno deciso di effettuare una perquisizione a casa dell’uomo, dove, in un congelatore, sono stati rinvenuti altri 500 esemplari, tra fringuelli e verzellini.

Pertanto, gli uomini dell’Arma, dopo aver sequestrato anche reti da uccellagione, 2 richiami elettroacustici di genere vietato, 4 fucili di vario calibro, una pistola ed un cospicuo quantitativo di munizioni, hanno proceduto alla denuncia del 52enne.

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Armi e piantagioni di cannabis scovate nel Reggino

Nei giorni scorsi, i carabinieri della Compagnia di Palmi e dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria” hanno rinvenuto due piantagioni di cannabis, diverse armi e munizioni.

Nello specifico, i militari dell’Arma hanno individuato, in località “Calivi” del comune di Santa Cristina d'Aspromonte e “Serro Canazzone” del comune di Oppido Mamertina, due appezzamenti di terra di proprietà demaniale, sui quali erano state messe a dimora 80 piante di cannabis.

Inoltre, nei pressi delle piantagioni sono stati trovati 7 chili di marijuana già essiccata.

Nel medesimo contesto operativo, gli uomini dell’Arma hanno individuato anche svariate armi e munizioni, tra cui alcuni fucili e una pistola con matricole abrase. Il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro e le piantagioni distrutte.  

Bar ritenuto ritrovo di pregiudicati, scatta la chiusura per 5 giorni

Un bar ritenuto ritrovo abituale di pregiudicati è stato chiuso per cinque giorni a Rizziconi, nel Reggino.

Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri, in ottemperanza dell’articolo 100 del Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza che prevede la sospensione della “licenza di un esercizio, […] che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico […] o per la sicurezza dei cittadini”.

Un analogo provvedimento aveva interessato nei giorni scorsi due bar e una sala giochi a Oppido Mamertina.

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Bar frequentati da pregiudicati, scatta la chiusura

Ad Oppido Mamertina (Rc), i carabinieri hanno proceduto alla chiusura di due bar, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 100 del Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza che sancisce la sospensione della “licenza di un esercizio che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico o per la sicurezza dei cittadini”.

In particolare, in seguito ad alcuni eventi intimidatori avvenuti nei mesi scorsi nel centro  reggino, i militari della locale Stazione hanno intensificato l’attività di controllo  del territorio,  rilevando la presenza nei due esercizi oggetto del provvedimento di persone ritenute legate alla criminalità organizzata locale e pregiudicati a vario titolo.

In virtù della misura, l’attività di entrambi i locali è stata sospesa per 15 giorni.

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Parrocchia con casa di cura abusiva, sacerdote denunciato in Calabria

I Carabinieri del Nas di Reggio Calabria durante un’ispezione presso una struttura ricettiva per anziani, hanno denunciato in stato di libertà un parroco, responsabile di aver aperto una casa di cura senza autorizzazione omettendo, contestualmente, la comunicazione all’autorità di p.s. degli alloggiati all’interno della stessa.

L’attività, ha permesso di scoprire che presso la parrocchia Santa Maria Assunta di Oppido Mamertina (Rc), era stata allestita una vera e propria casa di cura per anziani non autosufficienti, senza alcuna autorizzazione ed in un immobile con gravi carenze igienico sanitarie, assolutamente non idoneo all’accoglienza di soggetti con gravi patologie.

In particolare, i militari del Nas, supportati dai colleghi della Stazione di Castellace e dal personale del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria, hanno accertato la presenza di anziani ospiti, di cui due su sedia a rotelle, alloggiati in stanze obsolete con mura impregnate di umidità, distacco di calcinacci e mobili fatiscenti. Inoltre, gli anziani dormivano su letti i cui materassi erano rivestiti da sacchi neri per i rifiuti utilizzati al posto delle “traverse”.

L’attività, che per gli investigatori avrebbe fruttato al sacerdote circa 6 mila euro al mese, è stata immediatamente sospesa, mentre gli anziani sono stati trasferiti in strutture autorizzate.

Emergenza Covid in Calabria, altri due comuni in zona rossa

Dalle ore 5 del 26 marzo a tutto l’8 aprile 2021, i comuni di Oppido Mamertina (Rc) e Cirò Marina (Kr) saranno “zona rossa”.

Lo prevede l’ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione, Nino Spirlì.

Le nuove misure riguardano anche la frazione Piminoro del comune di Oppido Mamertina, per la quale erano già state imposte restrizioni con l’ordinanza 13 del 12 marzo.

L’ordinanza si è resa necessaria in seguito alle note dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali di Reggio Calabria e Crotone con le quali è stato confermato che «l’incidenza dei casi confermati nell’ultima settimana, nei due Comuni, supera i valori individuati nel Dpcm del 2 marzo scorso».

Ricorrono, pertanto, «le condizioni per l’adozione delle misure di mitigazione della diffusione epidemica nei territori di cui trattasi, mediante l’istituzione delle misure da “zona rossa”».

Il provvedimento dispone inoltre che i dipartimenti di Prevenzione delle due Asp competenti procedano al costante monitoraggio della situazione epidemiologica locale, segnalando tempestivamente all’Unità di crisi regionale ogni significativa variazione intervenuta.

Covid in Calabria: 4 comuni in zona rossa, due sono nel Vibonese

Dalle ore 22 di oggi (13 marzo) a tutto il 28 marzo, nei Comuni di Petilia Policastro (provincia di Crotone) e San Nicola da Crissa (Vibo Valentia) e nelle frazioni Piani di Acquaro (Acquaro, Vibo Valentia) e Piminoro (Oppido Mamertina, Reggio Calabria) saranno in vigore le limitazione da zona rossa.

È quanto stabilisce l’ordinanza n. 13, firmata oggi dal presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, per il contenimento del rischio di contagio da Covid-19.

Il provvedimento si è reso necessario in seguito alle note dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali di Reggio Calabria, Vibo e Crotone, con le quali è stato comunicato che nei territori in questione «si registra una incidenza significativa di nuovi casi confermati, rispetto alla popolazione residente, tale da necessitare l’adozione delle misure previste per la zona rossa».

Rilevato, inoltre, che «la situazione osservata potrebbe subire bruschi peggioramenti, a causa dell’elevato numero di contatti sociali avvenuti con soggetti poi risultati positivi, emersi nel corso delle indagini epidemiologiche».

L’ordinanza dispone che «le misure siano automaticamente adeguate a quanto previsto per i territori identificati come “zona rossa”, nei provvedimenti governativi di successiva emanazione» e che «i dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali competenti procedano al costante monitoraggio della situazione epidemiologica locale, segnalando tempestivamente all’Unità di crisi regionale, ogni variazione significativa intervenuta».

Scarcerati per il covid aggrediscono un uomo, arrestati

I carabinieri della Stazione di Oppido Mamertina (Rc) hanno arrestato Antonio Francesco Paiano,  45 anni, il figlio Rocco (18) ed i fratelli Bruno (40) e Domenico Cirillo (38).

Per tutti l’accusa è di lesioni aggravate, poiché, il 5 agosto scorso, avrebbero compiuto una violentissima aggressione nei confronti di una persona del posto, causandogli lesioni gravi, tali da richiedere il soccorso del 118.

A rendere ancora più grave la vicenda, il fatto che Antonio Francesco Paiano e Bruno Cirillo, già detenuti presso la casa circondariale di Palmi, proprio in quei giorni erano stati ammessi al beneficio degli arresti domiciliari, in virtù del provvedimento di prevenzione del contagio da coronavirus nelle carceri.

Al termine delle formalità di rito, i due sono ritornati in carcere, mentre i loro congiunti sono finiti ai domiciliari.

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