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Brognaturo: rissa in piazza, due feriti

Due persone ferite di cui una in maniera abbastanza seria. Questo il bilancio di una furibonda rissa scoppiata a Brognaturo, nel tardo pomeriggio di oggi, nella centralissima piazza del Popolo. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Serra San Bruno  ed i sanitari del 118. I due feriti sono stati trasportati presso il nosocomio della cittadina della Certosa dove sono stati sottoposti alle cure del caso. Secondo le prime indiscrezioni, ad uno dei protagonisti della rissa sarebbe stata spezzata una gamba. Non si conoscono ancora le cause che hanno generato la violenta contesa. Seguono aggiornamenti.

Serra. Perde i sensi, ma non c’è l’ambulanza: l’Aval decisiva per trasporto in ospedale

Ha perso i sensi per motivi in corso di accertamento ed è stata ritrovata sul pavimento dall’ex convivente che ha immediatamente avvertito il Pronto soccorso. Ma l’ambulanza non era disponibile e l’uomo ha chiamato il commissariato di Polizia per esporre la situazione. Dagli agenti agli ordini del dirigente Valerio La Pietra è partita l’iniziativa che si è rivelata azzeccata: allertare l’Aval, i cui volontari hanno messo in campo la loro disponibilità e la loro competenza per trasportare la donna in ospedale. Sul posto sono comunque intervenuti anche i carabinieri guidati dal comandante Mattia Ivano Losciale. È una storia che rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme quella verificatasi nella cittadina della Certosa e che sottolinea la rilevanza delle associazioni che hanno come obiettivo quello di aiutare il prossimo e della solidarietà sociale. Una storia che deve far riflettere e soprattutto agire. Perchè senza l’Aval forse il finale sarebbe stato diverso. 

 

Serra, bambina cade dall’altalena e batte la testa: spavento per la famiglia

È stata una Pasquetta di paura per una famiglia serrese. Stamattina, intorno alle 10.30, una bambina di 7 anni è caduta dall’altalena posta nel cortile di casa battendo la nuca a terra. La situazione ha destato una grande preoccupazione per i genitori della bambina che hanno immediatamente provveduto a trasportarla all’ospedale. Dal ‘San Bruno’ è partita un’ambulanza con destinazione il nosocomio di Vibo Valentia dove, nel reparto di Neurologia infantile, sono stati effettuati gli accertamenti dovuti. Gli esami non hanno, fortunatamente, evidenziato particolari problemi dovuti alla caduta ed è stato possibile il rientro a casa in relativa tranquillità. I familiari della bambina hanno ringraziato i medici per la disponibilità e le competenze dimostrate.

Situazione ospedali del Vibonese, Oliverio e Mirabello incontrano i primari dimissionari

Il presidente della Regione Mario Oliverio ha promosso e presieduto un incontro con i primari dell’ospedale di Vibo Valentia, accompagnati dal direttore generale dell’Asp Angela Caligiuri. Alla riunione erano anche presenti il presidente della Commissione Sanità Michele Mirabello ed il delegato del presidente per la Sanità Franco Pacenza. Il governatore, nell’introdurre i lavori, ha affermato: “Ritengo che l’iniziativa da voi intrapresa sia meritoria perché ha rappresentato un segnale forte ed immediato, come emblema di una sofferenza non più sopportabile nel panorama della sanità calabrese. Anche questo sarà uno dei problemi principali di cui parlerò, il prossimo 24 marzo, nell’incontro con il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin”. I primari hanno, quindi, con puntualità, evidenziato “le contraddizioni ed i veri e propri strafalcioni presenti nel Decreto di riordino della rete ospedaliera , presentato dal commissario Scura, che trovano, nella provincia di Vibo, il territorio più mortificato e dequalificato dell’intera regione, non solo in materia di posti letto ma in termini di attività soppresse, persino rispetto alle capacità presenti per il costruendo ospedale e per i presidi di Serra San Bruno e Tropea”. Mirabello ha sottolineato che “il senso della protesta è stato bene interpretato dall’opinione pubblica. Le dimissioni dei primari sono stati un gesto rilevante contro le decisioni del Commissario rispetto all’organizzazione ospedaliera della provincia di Vibo”. Mirabello ha parlato inoltre della “necessità di garantire i servizi sanitari ai cittadini, tenendo nella giusta considerazione le specialità delle tre strutture ospedaliere (Tropea, Serra e Vibo) presenti sul territorio, partendo dall’ospedale di Vibo”. Per Pacenza “la programmazione va ancorata ai dettami del Decreto legge n.70/2015 che codifica le funzioni delle diverse strutture ospedaliere. Inoltre, sia pure con gradualità, a tutte le strutture vanno assegnate le attività previste. Il primo obiettivo della programmazione sanitaria calabrese deve essere la lotta all’emigrazione sanitaria passiva ed in questa direzione vanno attivate tutte le iniziative. Il Decreto n. 30/2016 del Commissario non risponde a nessuna di queste domande”.

Serra, De Raffele: “PD inattendibile, sono loro gli artefici della chiusura dell’ospedale”

“Stiamo ancora aspettando la visita del presidente della Giunta regionale Mario Oliverio al nostro ospedale promessa dal presidente della Commissione Sanità Michele Mirabello durante una trasmissione radiofonica (alla quale sono intervenuto telefonicamente), visita che, secondo quanto fu detto allora, sarebbe stata chiarificatrice rispetto alle problematiche esistenti”. Il presidente del Consiglio comunale Giuseppe De Raffele ha analizzato, durante una conferenza stampa svolta nel palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci, la situazione del “San Bruno” rilevando quelle criticità che, a suo dire, “compromettono la piena realizzazione del diritto alla salute nel comprensorio montano”. “Ci era stato promesso – ha tuonato l’esponente del movimento ‘Progetto Salute Pubblica’ - che sarebbe stata levata la clausola che stabilisce che, quando il nuovo ospedale di Vibo sarà completato, tutti i posti letto per acuti del territorio saranno spostati nella città capoluogo di provincia, ma l’impegno è stato disatteso. Ci è stato promesso che il Laboratorio analisi non sarebbe stato toccato, e ora salta fuori che il Laboratorio analisi sarà mantenuto esclusivamente per i degenti. Promesse che la dicono lunga sull’attendibilità di questi interlocutori”. De Raffele ha poi sottolineato come, all’atto della pubblicazione del decreto n. 30/2016, “il locale circolo del PD ha esultato sostenendo che, grazie al loro impegno, si sta aprendo una fase nuova per l’ospedale. Su questo concordo: con la loro azione – ha affermato con amarezza - si sta avviando la fase della chiusura dell’ospedale in quanto tale”. “Voglio far notare – ha aggiunto De Raffele – che il PD guida il Governo centrale ed amministra la Regione. Il commissario Massimo Scura è un uomo del PD nominato dal PD. Non so se il PD vuole negare anche questo”. Infine un’annotazione polemica: “riscontro l’assenza dei comitati civici, che spariscono quando governa il PD. Il comitato pro-ospedale si dovrebbe svegliare e fare un’azione di protesta forte. Lo stesso dovrebbero fare tutti i sindaci e tutte le forze politiche: l’ospedale è un patrimonio per la comunità e dobbiamo difenderlo con le unghie e con i denti”.

Ufficiale il nuovo decreto di Scura: ecco come sarà l’ospedale di Serra. I DETTAGLI

Il commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura ha ridisegnato la dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati (pubblici e privati) con il decreto n. 30/2016 che va a modificare il decreto n. 9/2015. Quanto agli “Ospedali di zona disagiata” vengono definiti “strutture a basso volume di attività con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, con un numero di casi troppo basso per garantire la sicurezza dei ricoveri anche in relazione ai volumi per il mantenimento dello skill e delle competenze e che incidono pesantemente sulle tipologie di investimento richieste dalla sanità moderna”. Devono essere “dotati di:

·         un reparto di 20 posti letto di Medicina generale con un proprio organico di medici ed infermieri;

·         una Chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week surgery, la copertura in pronta disponibilità per il restante orario, da parte delle équipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco;

·         un Pronto Soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come previsto dal D.M. 30/01/1998 e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo”.

“Appare necessario – viene specificato – prevedere la possibilità di eseguire indagini con trasmissione di immagine collegata in rete al centro Hub o Spoke più vicino ed indagini laboratoristiche semplici in Pronto Soccorso. Deve essere predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’Ospedale di zona disagiata al centro Spoke o Hub. È prevista la presenza di una Emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall’Ospedale Hub o Spoke più vicino. Negli Ospedali di zona disagiata – viene aggiunto – è prevista la presenza di un ambulatorio di Oncologia funzionalmente integrato con lo Spoke di riferimento al fine di evitare ai pazienti oncologici dei relativi territori i disagi dovuti agli spostamenti per i controlli oncologici. Viene mantenuto il Laboratorio analisi esclusivamente per i degenti. L’organico medico dell’Ospedale di zona disagiata è così dimensionato:

·         quattro medici di Medicina generale (presenza di un medico 12H 5GG la settimana + 6H 2GG alla settimana + reperibilità) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento;

·         cinque medici di Chirurgia generale (16 ore 7 GG la settimana + reperibilità notturna) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento;

·         cinque medici anestesisti (16H 7GG la settimana + reperibilità notturna) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento;

·         cinque medici di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza (presenza di un medico 24 H 365 GG l’anno e con la Medicina generale che partecipa all’attivazione della Guardia attiva) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento”.

Dunque, al “San Bruno” ci saranno:

·         cinque posti in Day surgery chirurgico;

·         venti posti in Medicina (18 + 2 in Day hospital; 9 posti di Emodialisi);

·         venti posti per Recupero e Riabilitazione;

·         venti posti per Lungodegenti.

Rimane la discussa postilla secondo cui “il nuovo presidio (di Vibo) è maggiore dei posti letto programmati e sostituisce totalmente l’attuale offerta pubblica dell’area interessata”.

Ospedale di Serra, Scura cambia le previsioni: ecco tutte le novità

Qualche miglioramento rispetto alla situazione esistente (con l’apertura di un ambulatorio di Oncologia e l’esplicita previsione di interventi chirurgici in elezione), ma nessun dileguamento dei dubbi che si sono affastellati nei pensieri dei serresi. L’incontro svoltosi stamattina a Palazzo Alemanni fra il commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura ed i sindaci dei Comuni in cui insistono gli ospedali di montagna ha prodotto diverse novità, ma non vere e proprie soluzioni rispetto ai timori di fondo. Scura, secondo quanto spiegato dal primo cittadino di Serra Bruno Rosi, dovrebbe nelle prossime settimane procedere con la modifica del tanto discusso decreto 9/2015 confermando l’iniziale previsione dei 20 posti letto di Lungodegenza (il rischio era la riduzione a 10 più 4 in Day Hospital) e adottando alcuni accorgimenti. “La nuova programmazione – è scritto nel verbale della riunione – prevede l’effettuazione di interventi chirurgici multidisciplinari in elezione, con continuità assistenziale chirurgica H24, cioè garantendo la presenza dei chirurghi e degli anestesisti nelle 16 ore diurne ed in pronta disponibilità nelle 8 ore notturne. L’esecuzione degli interventi può essere effettuata anche da chirurghi provenienti da altri ospedali. È prevista – viene sottolineato – la presenza di un ambulatorio di Oncologia, la realizzazione dell’elisuperficie per i voli notturni e il mantenimento del Laboratorio analisi. È potenziato il Pronto soccorso con un adeguato organico dell’emergenza-urgenza. Si provvederà, inoltre, ad adeguare l’organico dei medici per le Unità operative e i servizi del presidio. Si conferma, per quanto riguarda il resto, quanto previsto da DCA n. 9/2015”. Ed è in quest’ultimo passaggio che risiedono le perplessità di Rosi: l’ormai famosa postilla che stabilisce il trasferimento di tutti i posti letto per acuti del territorio a Vibo una volta completato il nuovo ospedale non sarà rimossa.

Ospedale Serra, Dg dell’Asp Caligiuri all’Assemblea dei sindaci: “Presto l’attivazione del day surgery”

Nessun rischio di riduzione dei posti letto, anzi il day surgery potrà alleggerire la chirurgia dello spoke di riferimento. Sono i punti cardine da cui è partita Angela Caligiuri, nuovo direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, nella spiegazione delle prospettive della Sanità locale ai sindaci del distretto socio-sanitario n. 2, ai quali ha anche chiesto un’attiva collaborazione nell’elaborazione dell’atto aziendale. E gli amministratori sono rimasti favorevolmente impressionati da una manager che, diversamente da alcuni predecessori, ha preferito evitare l’ombra dei soliti accompagnatori, chiarendo di non essere “condizionante nè condizionabile”. Parole che sono piaciute agli interlocutori, che hanno intravisto qualche germoglio di discontinuità. Il contesto rimane, ad ogni modo, complicato e va affrontato con decisione. “La riduzione dei distretti – ha affermato Caligiuri in riferimento ad uno degli argomenti più scottanti - non deve ridurre i servizi all’utenza. Questi non dovranno essere assolutamente toccati. L’organizzazione territoriale sarà ben definita e pensata in modo da non nuocere all’utenza. Il mio obiettivo personale – ha aggiunto - è l’accoglienza del paziente. Il cittadino nelle strutture sanitarie deve trovare salute, ma si deve anche sentire accolto”. Annunciati poi alcuni interventi presso il nosocomio serrese consistenti nell’installazione di una migliore segnaletica e nella concretizzazione di accorgimenti utili ad orientare il paziente nella struttura. Il sindaco della cittadina della Certosa Bruno Rosi ha comunque voluto fissare alcuni paletti: “l’ospedale – ha in particolare sostenuto - non può essere chiuso nè può essere trasformato in una Rsa. Tutti insieme dobbiamo lottare per guadagnare i diritti riconosciuti a un ospedale di montagna”. Chiesti – in aggiunta all’effettivo funzionamento della sala operatoria nel reparto chirurgia per gli interventi in day surgery - l’aumento degli anestesisti e l’adeguamento della pista di elisoccorso ai voli notturni. “Il paziente – ha specificato il primo cittadino di Serra San Bruno - deve avere la possibilità di godere di un primo soccorso anche di notte poiché, in una situazione d’urgenza e con le cattive condizioni in cui versano le strade montane della provincia, il trasporto in ambulanza potrebbe costare la vita”.

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