Pizzo, ambiente: successo per l'iniziativa Spiagge e fondali puliti

Sono stati oltre duecento i volontari tra, giovanissimi, adulti di tutte le età che, armati di sacchetti, guanti e pettorine hanno pulito la spiaggia di località “Colamaio 2” di Pizzo durante una delle tappe della campagna Spiagge e fondali puliti, organizzata da Legambiente e sostenuta dal Csv di Vibo Valentia.

La quantità dei rifiuti raccolta fotografa una situazione preoccupante delle spiagge del versante tirrenico della Provincia di Vibo Valentia.

Oltre duemila chilogrammi di sporcizia, di cui un’enorme quantità di plastica e polistirolo, molti scarti pericolosi, tra essi spazzatura ingombrante, come copertoni e reti da pesca, lungo gli oltre quattro chilometri di costa presa “sotto esame”.

Il bilancio che viene fuori dalla giornata ecologica è un diffuso malcostume che vuole essere combattuto dalla cittadinanza attiva, fatta di gente responsabile e consapevole.

«La vera forza di questi appuntamenti è senza ombra di dubbio la cooperazione tra i Comuni, enti istituzionali, scuole, associazioni – ha dichiarato Franco Saragò, presidente del Circolo Legambiente di Ricadi, aggiungendo – abbiamo constatato quanto sia drammatica la condizione delle spiagge e del mare e solo agendo insieme ai diversi gruppi di persone del territorio si hanno risultati importanti».

Hanno partecipato alla manifestazione le seguenti associazioni ed enti: Arci Caccia e Pesca, Prociv Augustus, Acqua della Vita, Fare Ambiente, Guardie Zoofile, Consorzio di bonifica, Servizio civile, le scuole superiori di Pizzo e Filadelfia, la guardia costiera, l’assessorato all’Ambiente del Comune di Pizzo.

La partecipazione è stata incoraggiante e gli alunni sono stati i veri protagonisti, avendo avuto la possibilità di acquisire atteggiamenti virtuosi dal punto di vista ambientale, da riportare all’interno delle loro famiglie.

Molto soddisfatto per la riuscita della manifestazione il direttore del Csv di Vibo Valentia Maurizio Greco, peri quale: “Per volontariato ambientale intendiamo parlare di azioni di lavoro concreto, di difesa e conservazione delle risorse naturali, di educazione e sensibilizzazione ambientale per promuovere una società sostenibile in equilibrio con l’ambiente, quale strumento prezioso per lo sviluppo di un migliore senso civico nelle nuove generazioni, i nostri obiettivi sono: promuovere e diffondere l’informazione in materia ambientale; facilitare e rinvigorire il rapporto tra gli Enti del Terzo Settore, il mondo giovanile e le Istituzioni; avvicinare nuovi volontari alle tematiche ambientali attraverso l’adesione ai sodalizi esistenti sul territorio”.

L’emergenza dell’inquinamento da rifiuti in mare ha assunto proporzioni allarmanti a livello globale che non possono e non devono essere più sottaciauti.

Un problema che riguarda da vicino anche il nostro mar Mediterraneo. Un mare che costituisce meno dell’1% della superficie di mari e oceani del Pianeta e, nonostante sia uno dei 25 hot spot della biodiversità mondiale, è anche la sesta area di accumulo dei rifiuti al mondo.

Di fronte a tutto questo “disastro”, è necessario che tutti facciano qualcosa di utile e costruttivo per la salvaguardia e salute del “marenostrum”.

"Spiagge e fondali puliti", l'iniziativa di Legambiente fa tappa a Caulonia

Un’intera giornata dedicata alla pulizia della spiaggia, per dar modo a tutti di contribuire al cambiamento.

Fa tappa anche a Caulonia Marina l’iniziativa promossa da LegAmbiente “Spiagge e fondali puliti”, la campagna che si prende cura delle spiagge per liberarle dai rifiuti e condividere giornate di educazione ambientale e cittadinanza attiva, attraverso il coinvolgimento di volontari, scuole, istituzioni e imprese. 

I volontari, muniti di apposito kit, saranno impegnati domenica mattina a partire dalle ore 9.

La giornata si concluderà al Porto delle Grazie di Roccella Jonica alle 18.

I rifiuti, per la maggior parte plastica, che finiscono nel mare e sulle spiagge costituiscono un’emergenza ambientale ormai nota. Se non si interverrà in maniera decisa, secondo le più recenti proiezioni scientifiche, nel 2050 in mare ci saranno più rifiuti di plastica che pesci.

Il Mediterraneo è una delle aree più colpite al mondo: ogni giorno finiscono in mare 731 tonnellate di rifiuti (dati Unep).

 

 

Depurazione Calabria. Laura Ferrara (M5S) “UE pronta ad irrogare sanzioni”.

Continuano ad arrivare moniti da Bruxelles in merito alla depurazione calabrese e così, ancora una volta, è la Commissione Europea a mettere nero su bianco l'inadeguatezza dei governi regionali calabresi. Lo fa in risposta ad una nuova interrogazione parlamentare dell'eurodeputata del MoVimento 5 Stelle Laura Ferrara: «Con l'odierna risposta la Commissione Europea lancia l'ennesimo ammonimento all'amministrazione regionale al fine di provvedere al più presto al risanamento del sistema di trattamento delle acque reflue in Calabria. E' inaccettabile come a distanza di anni dall'avvio delle due procedure d'infrazione che continuano ad interessare il sistema depurativo di decine e decine di Comuni calabresi, ancora nulla sia stato fatto in termini di riefficientamento del settore».

Nello specifico infatti, la Commissione europea, per il tramite del Commissario Karmenu Vella, così dichiara:"La Commissione è a conoscenza della raccolta e del trattamento non conforme delle acque urbane in 13 agglomerati di Calabria e ha deciso di deferire nuovamente l'Italia alla Corte per inadempienza del pieno rispetto di una precedente sentenza della Corte del 2012, proponendo sanzioni finanziarie", un monito che l'europarlamentare calabrese commenta duramente: «Bruxelles oggi ci ricorda che, relativamente alla prima procedura d'infrazione, la CE ha già inoltrato richiesta alla Corte di Giustizia europea di emanare sanzioni finanziarie; relativamente invece alla seconda procedura, che coinvolge ben 129 agglomerati calabresi, l'iter continua ad avanzare verso una nuova sentenza di condanna. Tali procedimenti oggi appaiono lontani e distanti, ma in un prossimo futuro potrebbero tradursi in sanzioni pecuniarie a carico dei cittadini calabresi che andrebbero a pagare per colpe non proprie».

Un'ulteriore conferma, quindi, della paralisi del sistema depurativo regionale già evidenziata nel report di Goletta Verde per Legambiente dello scorso mese di luglio e, più di recente, con le ispezioni della Guardia costiera da cui è emerso un quadro inquietante su tutto il litorale ionico:«Dal mio insediamento in seno al Parlamento europeo - incalza la Ferrara(M5S) - stiamo portando avanti senza soste la battaglia per il risanamento del sistema depurativo: denunce, monitoraggio dei fondi, interrogazioni alla Commission europea e, soprattutto, proposte concrete.Considerata la persistente inerzia ed il fallimento delle varie politiche regionali, abbiamo altresì deciso di presentare una petizione al Parlamento Europeo con l'obiettivo di sollecitare valide e urgenti misure per eliminare le criticità e conseguentemente salvaguardare la salute di tutti i cittadini».

Conclude poi la Ferrara:«E’ passato oltre un anno dalla firma in pompa magna del “Patto per la Calabria” tra Matteo Renzi e Oliverio – continua la Ferrara – ma neanche un euro dei 150 milioni promessi è stato ancora investito per risanare le criticità depurative.Nel frattempo però si continua a prendere in giro i calabresi con provvedimenti tampone ed i soliti falsi proclami». 

Alessandro Nicolò (FI) sul dossier certificato da Legambiente in materia di balneabilità e depurazione

Resta cronica la deficienza del sistema depurazione e balneabilità in Calabria con strutturali criticità da noi sempre puntualmente evidenziate, per evitare di giungere in prossimità della stagione estiva nuovamente impreparati rispetto ai persistenti problemi del mare sporco e dell'inquinamento. E' di solo un mese fa l'ultimo appello che abbiamo lanciato per ottenere un cambio di marcia. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere quale sia la situazione: ecomostri, reati ambientali, inquinamento del mare, rifiuti e cattiva depurazione. E' quel che emerge dal dossier ‘Mare Monstrum 2017’, certificato da Legambiente, che riscontra varie inadempienze della Regione Calabria e delle amministrazioni locali le quali continuano ad ignorare l'ammonimento della Ue e della Corte dei Conti sulla gestione delle risorse pubbliche finalizzate a prevenire l'inquinamento e l'erosione delle coste, migliorando la qualità delle acque di balneazione a tutela della salute pubblica. L'incuria dell'uomo e i comportamenti dannosi - risulta che il 96% dei rifiuti nelle nostre acque è di plastica - hanno ripercussioni sia sullo stato di salute del mare e della fauna marina che sulla qualità dei prodotti ittici consumati dall'uomo”.

E’ quanto dichiara il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, che evidenzia: “In questi anni nessuna risposta in termini di programmazione mirata è giunta dal Governo regionale, né tanto meno sono stati assunti interventi efficaci per fronteggiare l’emergenza. E' drammatico lo stato di salute dei mari della Calabria, nonostante l'Arpacal certifichi solo il 2% di costa non balneabile. Le proteste inondano i social e l'insoddisfazione dei cittadini e dei turisti è ampiamente documentata anche dalla stampa locale”.

“Sono tante le bocciature che si registrano. L’ultima, del Ministero dell'Ambiente, che marchia la Calabria per le situazioni più critiche ‘da allarme rosso’, ci impone un'attenta riflessione sull'operato della Giunta, dal suo insediamento fino a oggi, e su quali interventi si intendano avviare per rimuovere le criticità denunciate. A nulla sono valsi – rilancia il Capogruppo di Fi - i copiosi atti di sindacato ispettivo che fin qui abbiamo prodotto in ordine al rischio balneazione e per l'efficientamento del sistema di depurazione. Interrogazioni che ad oggi risultano inevase per il persistere di problemi strutturali segnalati da Arpacal”.

“La stagione estiva ha già fatto il suo esordio ma il rischio - rilancia Alessandro Nicolò - è che tutti gli interventi annunciati dalla Giunta restino mera propaganda. Sui 716 Km di costa, non sono state esposte ancora le apposite segnalazioni sulla qualità delle acque e sulle specificità e criticità di ogni singolo litorale”.

“Tra le buone notizie: il passaggio della storica imbarcazione 'Goletta Verde' che farà tappa a Roccella Jonica e a Cariati, località sensibili alla qualità dei servizi turistici. Troppo poco per una Calabria riconosciuta come destinazione turistica ma ancora non organizzata con un'offerta adeguata e priva dei servizi minimi indispensabili. Agli occhi dei turisti la nostra regione è conosciuta principalmente per le sue coste pur essendo 'una montagna immersa nel mare' che non è riuscita ad avviare un piano strategico di valorizzazione degli altri 'turismi' presenti”.

“La nostra regione meriterebbe altro, anche perché tutti i visitatori che giungono in Calabria rimangono sorpresi dal paesaggio, dalla montagna selvaggia ed incontaminata, dalla varietà bionaturalistica, dalle estese aree protette e da eccellenze enogastronomiche tali da attirare l'attenzione del ‘New York Times’, l’autorevole organo di informazione statunitense che ha indicato la Calabria tra i primi 52 posti del mondo da visitare nel 2017” - sottolinea il Capogruppo di Fi.

“Considerato che il turismo balneare è la principale fonte economica della regione, si dovrà programmare - accanto alla tutela dell’ambiente e del nostro mare - una politica mirata a sviluppare un'offerta allargata, promuovendo le vie del mare, dal charter nautico alla crociera con un'attenzione particolare alla diportistica. Serve predisporre per tempo - conclude Alessandro Nicolò - piani concreti di intervento e progetti all’altezza, gestendo al meglio le risorse e accelerando gli investimenti soprattutto a difesa della salute dei cittadini”.

 

Mare inquinato, De Rose (FI): " Rapporti Legambiente specchio operato fallimentare Giunta Oliverio"

“Non stupiscono di certo i dati riportati nei rapporti di Legambiente riguardo il tasso di inquinamento delle coste calabresi. Il 75% dei punti analizzati riscontrano parametri altissimi di inquinamento in una regione che dovrebbe fare del turismo balneare il suo punto di forza. Così come in tutti i settori strategici per la Calabria, la Giunta regionale dimostra ancora una volta di essere completamente ingessata ed improduttiva”. È quanto afferma il coordinatore provinciale di Forza Italia di Cosenza Luigi De Rose che aggiunge: “se da un lato fa specie ricordare le parole di qualche anno fa del presidente Oliverio che parlava di ‘mare da bere’ dall'altro credo che i calabresi  siano ormai abituati ad una totale inerzia politica della Giunta regionale. Parliamo di due anni completamente perduti. Dalla vacatio riguardante la formazione della Giunta regionale ai ritardi riguardanti il Por, alla totale indifferenza politica riguardo il definanziamento per A3 e SS106, alla alla mancanza di progettualità per lo sviluppo dei settori strategici per arrivare alla totale assenza di un piano per la depurazione dei mari. I calabresi – conclude De Rose - aspettano risposte ed anche se sono certo, per usare un termine ‘scolastico’, che preferirebbero sentire il suono della campanella, qualcuno almeno metta una sveglia sugli scranni di Giunta e maggioranza”.

Goletta Verde: forte inquinamento nei mari calabresi. Male Vibonese, Reggino: le spiagge da evitare

È un vero e proprio allarme quello lanciato da Goletta Verde, la nota imbarcazione di Legambiente, che, fra le altre attività, osserva il livello di inquinamento del mare. Le acque salate che bagnano la nostra regione presentano cariche batteriche preoccupanti, anche perchè di anno in anno la situazione non migliora. Goletta Verde si è concentrata su 24 punti: in 18 casi (quindi i ¾) il limite consentito è stato superato e ciò costituisce un problema sia per la salute sia per il turismo. Male, in particolare, il Vibonese dove sia salva un solo campionamento su 6 (spiaggia presso la foce del torrente Arbona a Ricadi), mentre vengono bocciati Pizzo (foce fiume Angitola), Vibo Marina (foce fosso Sant’Anna), Briatico (foce torrente Murria), Ricadi (foce torrente Ruffa) e Marina di Nicotera (foce torrente Britto). Nel Reggino disco verde per Melito Porto Salvo, paletta rossa invece per Brancaleone (foce canale Fiumarella), Reggio Calabria (foce torrente Caserta), Villa San Giovanni (scarico presso lungomare Ceneide), Gioia Tauro (foce fiume Pegrace) e San Ferdinando (foce fiume Mesima). Per il resto, bene Stalettì (spiaggia Caminia), Isola Capo Rizzuto (spiaggia Marinella) e Diamante (spiaggia libera).

Legambiente: una spiaggia calabrese fra le più belle d’Italia

Secondo le preferenze espresse dagli italiani che hanno partecipato al concorso “La più bella sei tu” lanciato sul web da Legambiente, ed incrociate con il parere di una giuria di esperti, è la spiaggia d’I Vranne a Maratea, in provincia di Potenza, la più bella del 2016. Ma fra le top 13 c’è anche una spiaggia calabrese: è quella dell’Arcomagno a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza. Sabbia fine e scura posta sotto una falesia della costa tra il porto e il borgo di Maratea, la spiaggia d’I Vranne è raggiungibile soltanto via mare ed è interrotta da un gruppo di scogli che la dividono quasi a metà. La punta meridionale della spiaggia si apre verso il mare nascondendo una delle grotte più belle d’Italia: la grotta di Giorgio. Mare cristallino e location affascinante rendono la spiaggia un vero paradiso, frequentata soprattutto come punto di sosta dagli amanti del mare. Oltre alla spiaggia di Maratea (Pz) sono stati selezionati anche altri 12 splendidi tratti di costa di tutta Italia, tra cui: Le Lampare a Tusa (Me); Le Pescoluse a Salve (Le); Capo Bianco a Portoferraio (Li); Baia di Santa Margherita a San Vito lo Capo (Tp); Rena Bianca a Santa Teresa di Gallura (Ot); Spiaggia del Lago a Castellabate (Sa); Cala di Forno a Magliano in Toscana (Gr); Cala Violina a Scarlino (Gr); Spiaggia di Pineto a Pineto (Te); Spiaggetta dell’Arcomagno a San Nicola Arcella (Cs); Le Due Sorelle a Sirolo (An) e Cala Fonte a Ponza (Lt). “Le spiagge più belle d’Italia - ha spiegato Angelo Gentili, responsabile Turismo di Legambiente – rappresentano per noi una ricchezza di inestimabile valore, una grande attrattiva dal punto di vista turistico. Dobbiamo custodire questi gioielli con cura sia per tutelarli che per renderli correttamente fruibili ai visitatori e presentare il meglio delle nostre coste. Anche quest’anno siamo felici di aver avuto molte adesioni al concorso, segno che gli italiani hanno voglia di far conoscere i loro luoghi preferiti, gli angoli incantevoli e le baie più suggestive. Chiediamo alle amministrazioni e ai cittadini di collaborare per tutelare questi luoghi che possono essere conservati soltanto coniugando al meglio il binomio bellezza e fruizione”. Le spiagge selezionate per “La più bella sei tu” sono state scelte dagli utenti che, per circa un mese, hanno espresso le loro preferenze sul sito dell’iniziativa e sulla pagina Facebook dedicata. La cerimonia di premiazione si terrà a Rispescia (Gr), il prossimo 11 agosto, nel corso della ventottesima edizione di Festambiente, il festival nazionale di Legambiente, in programma dal 5 al 15 agosto 2016.

La Calabria al quarto posto nella classifica del "mare illegale"

E’ impietoso il rapporto “Mare Monstrum” 2016 pubblicato da Legambiente. Il documento che descrive la situazione delle coste italiane, traccia un quadro a tinte fosche soprattutto per la Calabria, posizionata al quarto posto nella poco lusinghiera graduatoria del “mare illegale”. Le sanzioni accertate, culminate in 1.830 arresti o denunce, sono state 1.838, ovvero il 10% del totale nazionale. Peggio della Calabria hanno fatto solo il Lazio (1.920 infrazioni), la Sicilia (3.021 infrazioni) e la Campania (3.110 infrazioni). Ancor più allarmante il dato relativo alla cementificazione (il primato spetta alla Campania) dove, con 593 violazioni  pari al 13,2% del totale, la Calabria ha conquistato il secondo gradino più alto del podio. Nella gran parte, i reati legati alla cementificazione, che hanno portato all’arresto o alla denuncia di 560 persone, sono stati compiuti per costruire case, stabilimenti turistici, hotel, villaggi vacanza ed altre infrastrutture private sul demanio marittimo o in aree vincolate. Tra i casi che, su scala nazionale, occupano i primi 5 gradini  dell'abusivismo edilizio, Legambiente inserisce l’area del parco archeologico di Capo Colonna, a Crotone, “dove – si legge nel rapporto - ci sono 35 costruzioni abusive. si tratta di case sotto sequestro dalla metà degli anni novanta che sopravvivono indisturbate alle ruspe e la loro presenza, oltre a impedire l’estensione del parco a tutto il sito archeologico, testimonia l’inerzia della pubblica amministrazione che, nonostante la confisca definitiva, non si decide a buttarle giù. Già nel 2009 la Goletta verde di Legambiente ha consegnato al sindaco la Bandiera nera, il vessillo che ogni anno assegna ai ‘pirati del mare’, coloro che a vario titolo si rendono colpevoli o complici di gravi vicende di illegalità ai danni delle coste e del mare. Neanche questo è servito a riportare giustizia in quell’angolo di Calabria: uno dei peggiori sfregi al paesaggio, alla storia e alla cultura italiana è ancora lì. Una vicenda giudiziaria che inizia nel 1995, quando il pretore dispose il sequestro di centinaia di metri cubi in cemento armato sorti su una delle aree archeologiche più vaste d’Europa nel silenzio degli amministratori locali. Nel febbraio del 2004 la prima sentenza nei confronti di 35 proprietari: assoluzione per prescrizione del reato, ma confisca 12 degli immobili. Quelle case, dunque, sono e restano abusive. Il lungo iter giudiziario si è concluso, ma la vergogna di cemento, fatta di villette, condomini, scalinate a mare e cortili resta intatta. Il problema, secondo il Comune, starebbe nel fatto che le case sono abitate e l’intervento delle ruspe creerebbe problemi di ordine pubblico. Un alibi che suscita non poche perplessità. Soprattutto se si considera che ad aprile del 2012 lo stesso sindaco che teme i disordini nella zona archeologica, dopo 14 anni dalla confisca, ha fatto sgomberare coattivamente una palazzina - sempre a Capo Colonna - di proprietà di una famiglia della ‘ndrangheta. Un intervento riuscito impiegando uno squadrone composto da carabinieri, polizia, vigili urbani e vigili del fuoco. Dopo aver fatto uscire gli occupanti, ha addirittura provveduto alla rimozione di mobili e suppellettili con una ditta di traslochi e fatto staccare elettricità e acqua dalle aziende fornitrici. Non è certo mancata la resistenza delle famiglie, ma in poche ore tutto si è risolto come deciso. Un miracolo? Un colpo di fortuna? Ci piacerebbe che il primo cittadino tentasse la sorte anche con lo sgombero delle vergognose ville nel Parco archeologico”.

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