By By Great Britain, la Brexit vince il referendum

La Gran Bretagna esce dall'Unione europea. I dati relativi al referendum sulla "Brexit" non lasciano dubbi,  il 'Leave' ha ottenuto il 51,9% dei voti a fronte del 48,1% del 'Remain'. Per la Brexit - riferisce il sito della Bbc - hanno votato 17.410.742 elettori mentre per restare nell'Ue i voti sono stati 16.141.241. L'affluenza al referendum è stata al 72,2%. Alla vigilia del voto, il leader euroscettico Nigel Farage aveva definito l'uscita dall'Unione europea :"Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell'indipendenza per il nostro Paese. E' l'alba di un Regno Unito indipendente. E' arrivato il momento di liberarci da Bruxelles"

 

Brexit: sondaggio dell'ultima ora, in vantaggio il "Remain"

È il giorno della verità per la Gran Bretagna chiamata a decidere se rimanere o meno legata al cordobe ombelicale che la unisce all'Unione europea. Secondo due sondaggi diffusi nell'imminenza dell'apertura dei seggi, sarebbe in leggero vantaggio il fronte dei sostenitori del Sì. I fautori del "Remain" vedrebbero prevalere le loro ragioni per un soffio, con il 51% contro il 49.

Un calabrese tra i 45 latitanti più ricercati d'Europa

C’è anche un calabrese nella lista dei 45 latitanti più ricercati in Europa. Si tratta del 46enne Ernesto Fazzolari. Già inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi d’Italia, l’uomo è irreperibile dal 1996. Originario di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, Fazzolari è già stato condannato all’ergastolo ed è accusato di associazione di tipo mafioso, omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi e rapina. Il suo nome, insieme a quello di un altro italiano, il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, è finito su 'Europe's most wanted fugitives, il portale creato con lo scopo di aiutare le autorità nella ricerca dei fuggiaschi condividendo informazioni sui criminali condannati o sospettati di aver commesso reati gravi o atti terroristici in Europa. La pagina web, nata dalla cooperazione tra Europol e le forze di polizia dei 28 Stati membri dell'Unione europea, rende disponibili le fotografie e le informazioni essenziali relative alle 45 primule rosse del Vecchio Continente. Nell’elenco figurano, persone del calibro di Salah Abdeslam, sospettato di aver gestito la logistica degli attacchi del 13 novembre a Parigi costati la vita a 130 persone. Nella lista figura anche una donna finlandese accusata di truffa, la 29enne Marina Cecilia Kettunen. Gli utenti, possono inviare suggerimenti in forma anonima alle autorità competenti direttamente tramite il sito web, disponibile in 17 lingue all’indirizzo: https://www.eumostwanted.eu

Un'insegnante calabrese ad Atene al "The Mediterranean Sea: building a cultural bridge"

Si è svolto nelle scorse settimane, ad Atene, il seminario multilaterale dal titolo “ The Mediterranean Sea: building a cultural bridge”. Organizzato nell’ambito del programma “eTwinning”, il seminario, ospitato dall’unità nazionale greca, ha visto il coinvolgimento dei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. All’iniziativa, oltre ad istituti scolastici degli stati appartenenti all’Unione europea, hanno preso parte insegnati turchi e tunisini. L’Italia ha partecipato con 10 docenti, una delle quale proveniente dalla Calabria. In rappresentanza della nostra regione c’era, infatti, Eleonora Contartese insegnante di lingua inglese presso l’Istituto comprensivo “don Maraziti” di Marcellinara (CZ) di cui è dirigente Roberto Amelia. L’esperienza in terra ellenica ha permesso ai partecipanti di conoscere direttamente partner di futuri progetti di gemellaggi. Nei tre intensi ed entusiasmanti giorni di lavoro si sono alternati incontri con i responsabili del programma e con alcuni ambasciatori degli Stati che partecipano al progetto. Particolarmente interessante il seminario svolto dal professor Sygoros, docente presso l’Università di Atene e responsabile del Dipartimento di Studi Europei ed internazionali, che ha ribadito il concetto di “Mediterraneo culla di civiltà”. Apprezzamento è stato espresso, inoltre, per i workshop tematici, grazie ai quali i partecipanti hanno potuto approfondire argomenti che hanno consentito di testare i nuovi software necessari a svolgere al meglio le attività progettuali in corso di svolgimento e quelli ancora in cantiere. Durante i workshop, dopo un’ottima attività di “ice- breaking”, i protagonisti, suddivisi in gruppi, hanno lavorato su specifici aspetti (cultura, turismo, ambiente ed imprenditoria) afferenti il Mediterraneo. La Calabria, unitamente ad Emilia Romagna e Puglia, ha cooperato con Francia, Grecia e Cipro sul tema del “Mediterranean Entrepreneurship”. L’argomento, individuato e scelto dalla rappresentante della Calabria, ruota attorno all’idea di far acquisire, agli studenti, il concetto imprenditoriale fin dalla scuola primaria. La scelta di Eleonora Contartese ha permesso di elaborare il “ We … small Mediterranean entrepreneurs”, nel corso del quale i piccoli discenti saranno impegnati a sviluppare un’idea imprenditoriale e simulare la fondazione di una società europea

Politici senza idee e passacarte ignoranti, cosi' la Calabria perde i fondi europei

Ottocento milioni di euro, parte seconda Per numerose prove dirette so che Tizio o Caio quando vogliono mi leggono, quando vogliono qualcosa la chiedono; insomma, non è che quello che io scrivo in diversi siti o dico in tv non abbia spettatori e lettori, e anche Illustri Lettori. Ciò premesso, come mai nessuno degli Illustri o meno ha trovato un attimino di tempo per rispondere al mio articoletto sugli ottocento milioni (800.000.000) di euro che la Calabria rischia di perdere? Eh, non dico per dovere, che pure dovrebbero sentire, ma per dispetto, per orgoglio, per vergogna, per bile; sì, proprio per bile, come ironizza pesantemente Archiloco: “cholèn uk echeis”, dice a un nemico che non ha il fegato di replicare. Ragazzi, quante cose farei io, con ottocento milioni; anche con molto meno; quanto lavoro distribuirei, quanti giovani laureati e a spasso metterei a fare qualcosa di utile! Ma non sono presidente di niente, tanto meno di Giunta, non sono vicepresidente di niente, non sono assessore di niente, non sono consigliere regionale, provinciale, comunale di niente; ho delle idee, idee serie e praticabili, mica il canale dell’Istmo o la scuola che combatte la mafia segue cena; ho idee reali e realistiche, e per manifestarle manco mi pago… Già, non sono nemmeno un consulente regionale tipo quelli che nominò Chiaravalloti nell’elenco nel peggio umano; o l’ultima infornata di Oliverio… Attenzione, non sto chiedendo di essere nominato, perché, se lo fossi, non potrei cavarmi il gusto di mandare a farsi benedire (monsignor della Casa, dove sei?) gli inetti e ciarlieri della Regione e di qualsiasi altra diavoleria. A parte che non hanno nessuna intenzione di nominarmi niente e hanno gli amici da sistemare, non ci provino nemmeno. Torniamo agli ottocento. Ripeto che essi soldi non vengono spesi per una sinergia tra politici e funzionari: i funzionari non fanno niente, e i politici non gli fanno nulla fare. Una sinergia perfetta. I politici non hanno idee, i passacarte sono troppo ignoranti e pigri per un progetto o un’iniziativa qualsiasi. Vi prego, rispondetemi, querelatemi, date segni di vita. Magari mi querelassero: farei come la Patente di Pirandello, portando in tribunale i suddetti inutili esseri e ottenendo che debbano rispondere al giudice se non rispondono a me. Sai le risate! Ma è proprio per questo che non mi querelano, i furboni! Con tanti saluti alla Slovacchia o Polonia o chi altri si papperà i nostri ottocento milioni di euro non spesi. No, scusate, settecentonovantotto milioni e mezzo (798.500.000): un milione e mezzo lo devono spendere, è già deciso, per il cimitero di Franco Corbelli. Ottimisti e allegroni, i nostri amici! L’opinione pubblica… buona, quella! Tutti muti, e tutti pronti a votare.

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La Calabria perde i soldi ed i calabresi tacciono

Corre voce che la Calabria rischi di perdere ottocento milioni di fondi europei. Secondo un rapido calcolo, sono euro 53.333,3 periodico, o se preferite 103.000.000 e rotti lire per chilometro quadrato; in termini antropici, quattrocento (400,00) euro a testa per ogni abitante. Dite voi, è una disgrazia cosmica ma tu te la pigli a ridere e ci fai sopra dell’ironia professorale? Beh, ragazzi, manco fosse una novità!  A perdere i fondi europei e nazionali sono stati bravissimi i seguenti signori: di sinistra, A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio; di destra (ridete!), G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G. B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi; oggi li perde Oliverio? Nihil sub sole novi. E tutti i suddetti signori se ne sono fregati rotondissimamente, hanno dormito lo stesso sonni da bimbi; e la popolazione tutta, escluso solo Ulderico Nisticò, non ha mai protestato o eccepito, anzi voti a valanghe, pacche sulle spalle e sorrisi. Di fronte a così inconsistenti eletti ed elettori, volete pure che io mi arrabbi, a rischio di guastarmi il sanissimo fegato?  Sono anni, del resto, che cerco di spiegarvi perché la Regione Calabria non spende i fondi europei; voi non lo volete capire (capireste, ma non volete!), e io ci riprovo:

- da quando Cicco Simonetta commise l’errore di non eliminare Ludovico il Moro e fu il Moro a eliminare lui, cioè dal 1480, gli unici uomini politici calabresi degni di questo nome sono stati Michele Bianchi e Luigi Razza; per il resto, il convento ha passato il cibo che mangiamo;

- ma i fondi europei e di qualsiasi altra stirpe non li devono spendere direttamente i diciamo così politici, bensì funzionari (ridete!) e tecnici: e lasciatemi chiarire che la qualità dei passacarte della Regione è molto, molto inferiore quella dei politici: quanto dire! Essi sono intanto capitati lì per caso o per una delle infinite circostanze che più o meno intuiamo. Essi sono pigri come si conviene a burocrate; e totalmente privi di ogni fantasia e creatività. Essi obbediscono devotamente al primo imperativo della mamma: “Figlio mio, ti raccomando: non firmare mai nemmeno una cartolina illustrata”.

 Per spendere, del resto, servono idee e progetti. Ovvio, dite voi: ma siccome non si spendono, vuol dire che politici e scaldasedie non ne hanno, non gli passano per la mente, non sono dotati di quello che noi dotti chiameremmo sostrato mentale. Sono dei passacarte, dei dattilografi. Eh, ma pensare mica è obbligatorio! Anch’io non so quasi nulla di matematica, e le mie ultime reminiscenze risalgono agli esami di Stato del 1968… Non è colpa mia, facevo un altro mestiere. Ebbene, se mi viene l’uzzolo di sapere qualcosa, che so, di trigonometria, mi onoro di avere dei colleghi e amici di eccezionale valore, e mi faranno la carità di un ripasso. Il mezzemaniche privo di idee, ma furbo, non fa certo così: se chiedesse aiuto, ammetterebbe quello che tutti sappiamo però voi dovete fare finta di ignorare: che è senza idee e senza coraggio. Allora che fa? Non pensa, non stende progetti, rimanda indietro i soldi, e a fine mese si piglia lo stipendio. Lo stipendio, tranquilli, non è mica ladro: solo quello, il mensile, ha consigliato la mamma.  Non provate ad aiutarli, coloro, politici e travetti che siano; soprattutto, non provateci gratis. Ancora ancora, magari, se avete un amico, fatevi nominare consulenti regionali a pagamento, ovviamente esentati da qualsiasi consulenza su qualsiasi argomento; però, se vi pagano, almeno siete inutili ma fate spendere qualche spicciolo. E sono gli unici denari che la Regione sa spendere. Ora che mi sono divertito con uno spruzzo di sarcasmo, non cambia niente, come mai nulla cambiò con di sinistra, A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio; di destra, G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G. B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi; oggi Oliverio.

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Antropologia del caso greco

Tutta la Grecia arcaica, quella più grande e più nobile e più contraddittoria, quanto non c’era ancora la filosofia (φιλοσοφία, tendenza a un sapere ignoto;), ma la sofia (σοφία), sapienza divina, incentra la sua visione della vita e del mondo nel concetto di hybris (ὕβρις), che si può tradurre esattamente come tracotanza, rifiuto dell’accettazione dei limiti. L’eroe arcaico è chi non sa accettare la condizione umana, e va consapevolmente incontro al suo destino: la tragedia è, per Aristotele, τὰ πάθη τῶν ἡρώων, le violente passioni degli eroi, e solo degli eroi.  La hybris è dunque l’orgoglio degli eroi, i quali, per essere come gli dei, combattono e muoiono. E cade l’età degli eroi, ed essi muoiono senza degni eredi. Viene l’età degli uomini, e la loro hybris non è quella di Ercole, di Aiace, di Achille, ma è solo superbia, volere troppo, e volerlo per pretesa piuttosto che per diritto. Si legga l’analisi di Tucidide sulle cause della Guerra del Peloponneso. Certo, lo so bene che alla Grecia, o piuttosto alle grecità, il mondo deve alcuni dei suoi momenti più alti della poesia, dell’arte, della filosofia; lo so per mestiere, non per sentito dire o vaghe reminiscenze umanistiche. Ma so anche che, se raggiunsero buoni livelli di scienza, rimasero, forse volutamente, a tecniche poco evolute, con qualche eccezione sempre in edizione unica e senza divenire modello e sistema; e che, teorizzatori della politica, le loro istituzioni effettuali furono sempre instabili; e se la democrazia ateniese funzionò per qualche anno, fu perché a comandare di fatto era Pericle; e morto lui, finì sotto le frecce dei Siracusani e la teatrale vendetta di Lisandro.  Questi sono i Greci classici veri, non quelli inventati dai professori per educare i pupi. Divenuti “romani”, i Greci imperiali e cristiani crearono un mondo di altissima cultura, efficiente organizzazione e frequente gloria militare, che gli scopiazzatori di Voltaire chiamano bizantino con disprezzo, ma visse altri mille anni dopo la caduta di Roma. Una grande storia, ma ancora la hybris, questa volta ammantata di religione, impedì ogni utile rapporto con l’Occidente, e questo abbandonò i Greci alla conquista ottomana. Nel XIX e XX secolo, l’hybris assunse le forme del nazionalismo, con molti risultati reali quali l’indipendenza, la riconquista di Creta, la resistenza inattesa all’invasione italiana del 1940… ma anche con momenti di inutile superbia: il fallito tentativo di Cipro, l’ostilità nominalistica alla piccola Macedonia per richiedere che cambi nome… E questa ultima pretesa di aver soldi dall’Europa senza restituirli: un atteggiamento che non merita nemmeno di chiamarsi hybris, ma giusto spocchia e sfacciataggine. La Grecia di oggi è una terra scarsamente popolata e che ha pensato, qualche decennio fa, di campare di impiego pubblico e di un turismo da lupanare, devastando moralmente il popolo e sociologicamente il territorio. L’Europa, che è governata con i piedi, dà una potentissima mano alla superbia stracciona dei Greci. Non so come andrà a finire.

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