Mirabello avanza dubbi su una proposta di legge presentata da Mangialavori

"Ho letto della proposta di legge finalizzata ad 'istituzionalizzare' il 'Tropea Festival leggere e scrivere' del collega onorevole Giuseppe Mangialavori". E' quanto dichiara in una nota Michele Mirabello, consigliere regionale del Partito Democratico. "Trovo la proposta ampiamente condivisibile nelle intenzioni perché - è la spiegazione dell'esponente PD - parte da una importante idea di valorizzare una manifestazione che ha assunto nel corso degli anni un indiscutibile prestigio sino a diventare uno degli eventi culturali più importanti della Regione. Resta però più di qualche dubbio in ordine alla effettiva efficacia di un provvedimento, che pur nato dalle positive intenzioni di partenza, rischia di perdere proprio l’obiettivo di partenza. Il Festival, in effetti, ha assunto i ruolo e le caratteristiche attuali grazie a finanziamenti molto cospicui che provengono dai Fondi Europei, si parla circa di 100 mila euro per ogni annualità. C’è da considerare viceversa che il finanziamento della legge del collega Mangialavori peserebbe per intero sui fondi del Bilancio, con uno stanziamento annuo di 100 mila euro a valere sul Fondo Unico Cultura. Pertanto, al netto delle enunciazioni di principio pensare di procedere ad istituzionalizzare il Festival ritagliando l’assorbimento di ¼ dei fondi di bilancio previsti dall’intero Fondo unico cultura  regionale difficilmente rafforzerebbe concretamente  un’iniziativa che come già detto nella premessa rappresenta una vera e propria eccellenza culturale". "In buona sostanza - secondo il rappresentante della maggioranza a Palazzo Campanella - il rischio è che anziché rafforzare l'iniziativa, pensando di poter coprire i costi ritagliando una fetta così cospicua dei fondi dell'intero Bilancio, potremmo finire con indebolirla. Inoltre, vorrei sottolineare come sia del tutto fuori luogo la polemica imbastita  sulla proposta del sindaco Costa di eliminare il nome Tropea dal brand del Festival. Non interessa alimentare una guerra fra poveri, ma è piuttosto sufficiente sottolineare come la denominazione del Festival abbia contribuito alla crescita del medesimo in maniera poderosa". "Anzi si dovrebbe fare un’operazione inversa, cioè rimettere al centro dell’evento e non in competizione la città di Tropea, in una dimensione di valorizzazione complessiva del territorio e della manifestazione pur nella consapevolezza - conclude Michele Mirabello - dello spazio altrettanto importante che è stato riservato alla città capoluogo ed alla splendida cornice di palazzo Gagliardi".

 

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