Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 992
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

La decenza non alberga a Palazzo San Giorgio: scolari disabili ancora senza assistenza

La corruzione delle speranze che una comunità affida a coloro che ne devono gestire la realizzazione è una colpa immeritevole di perdono e, per gli effetti dirompenti da essa derivanti, impossibile da assolvere. Di una gravità incomparabilmente più rilevante rispetto alle meschine ruberie che ladruncoli di ogni casta, ad iniziare da quella "politico-burocratica", compiono con pervicacia, contribuendo, miseria dopo miseri, a tagliare i fili  del tessuto connettivo di una società. Se, però, ad essere innocenti vittime dell'assenza di competenza sono i cittadini, che, a dispetto di risorse economiche deficitarie o di una quotidianità amministrativa schiacciata dal peso di continue emergenze, dovrebbero avere la priorità assoluta con azioni mirate ad una avvolgente tutela e protezione, non sussiste giustificazione alcuna per continuare a ritenere degni di occupare cariche pubbliche soggetti così impreparati. E' il caso, neanche a dirlo, dell'Amministrazione Comunale di Reggio Calabria che, sebbene riesca con assai poco invidiabile continuità, a regalare "perle" di vacua inconsistenza, ha una caratteristica ineguagliabile: non smette, né lo farà fino al termine del mandato, di stupire. Infatti, quando in discussione sono messe  le sorti  degli scolari disabili, le voragini di mediocrità si allargano a dismisura. L'ambiguità, in questo come in altri casi, si manifesta inesorabilmente nelle consuete forme: buoni propositi parolai a cui non segue lo straccio di un passo concreto. E' questo il nodo che il sindaco della città dello Stretto, Giuseppe Falcomatà, mai riuscirà a sciogliere. E a nulla vale, eventualmente, scaricare responsabilità su dirigenti e funzionari comunali: è la politica a doversi imporre, non averne la forza rappresenta la testimonianza più evidente della inadeguatezza dei suoi interpreti. "Maltrattare", con l'inazione, il sacrosanto diritto degli studenti diversamente abili a beneficiare della dovuta assistenza costituisce quanto di più esecrabile possa essere commesso. Non è un "servizio sociale" qualsiasi, ma il "servizio sociale" per eccellenza, in virtù delle molteplici implicazioni ad esso connesse. Una città desiderosa di sposare i principi, almeno quelli basilari, della civiltà, ha l'obbligo, morale prima di tutto, di collocare al vertice delle priorità le esigenze primarie dei soggetti che necessitano di essere difesi da impegni reali, non da una volgare solidarietà ipocrita. La rabbia dei genitori, costretti a fare i conti con la mancanza delle figure necessarie per assistere i loro figli mentre siedono fra i banchi di scuola,  non ammette repliche di sorta. Una delusione alimentata, peraltro, dalle vane promesse che nel recente passato erano state formulate dagli stessi responsabili di questa indecorosa situazione. Impossibilitati ad essere assistiti nell'espletamento delle più banali azioni quotidiane, gli alunni diversamente abili sono abbandonati al loro destino e, come denunciato dai familiari, costretti a non poter recarsi nemmeno in bagno. Di fronte a questo sfascio della dignità, molti familiari sono stati obbligati, loro malgrado, a non mandare i bambini ed i ragazzi a scuola subendo, pertanto, l'arroganza di chi, con vergognosa superficialità , contribuisce a rendere ancora più profondo il pozzo della dis-integrazione sociale. La causa di questa sciatta gestione è da rintracciare, come spesso capita, nella tempistica mai rispettosa delle urgenze o degli interessi legittimi dei "sudditi". Palazzo San Giorgio, infatti, ha deliberato l'istituzione di un elenco che servirà ai vari dirigenti scolastici ai fini dell'individuazione del personale ad hoc, indispensabile per assistere gli studenti bisognosi di sostegno. Raggiungendo il picco di noncuranza e disattenzione, la data di scadenza per la richiesta di ammissione alla short list è stata fissata all'8 settembre, ad una manciata di giorni dall'avvio dell'anno scolastico. Un ritardo che, come era ovvio che fosse, avrebbe avrebbe avuto ripercussioni sull'inizio delle indispensabili prestazioni a supporto degli alunni. Superfluo sarebbe porre in risalto che le conseguenze di cotanta insipienza ricadono tutte sulle spalle dei nuclei familiari soggiogati, ancora una volta, dalla dilettante trascuratezza ostentata da un ente, quello comunale, schiacciato dal fardello dell'impreparazione ad affrontare anche i bisogni essenziali: quelli da utilizzare come parametri per verificare il tasso di benessere di una collettività. L'esito, facile da prevedere, è imbarazzante. 

  • Published in Diorama

Numeri e scuola in Calabria: cosa è cambiato nella nostra regione

Alla vigilia dell’anno scolastico 2016-7, io, vecchio pensionato, rifletto sulla scuola in Calabria. Il primo numero è inquietante: gli studenti, quindi giovani dai 6 a 19 anni, sono solo 290.000; è sintomo evidente della crisi demografica, e in particolare di un pericoloso rapporto tra giovani e anziani, a netto sfavore di quelli. Secondo dato sconsolante: al concorso per professori, tenutosi con domande uguali su tutto il territorio nazionale, sono stati respinti, in Calabria, il 67% dei candidati per storia e filosofia, e, en plein, il 100% di scienze umane. Peggio, hanno balbettato che i quesiti erano “troppo difficili”, senza spiegare come mai gli stessi quesiti erano invece alla portata dei colleghi di Sicilia, Lombardia e Molise. Terzo, i risultati Invalsi, anche questi nazionali unici, che hanno visto la Calabria all’ultimo posto, parecchi punti sotto, per italiano e matematica. Anche qui, scuse magre e arrampicate sugli specchi, ma l’Invalsi è unico anche per Liguria, Puglia e Friuli. Finendola dunque con le parole in libertà e i tentativi pietosi di accampare pretesti, qui bisogna rivedere il sistema scolastico in Calabria. E siccome insegna il Vico che “natura delle cose è il loro nascimento”, vediamo com’è nata in Calabria la scuola nella sua forma attuale. A proposito, informo il 67% dei candidati per storia e filosofia, e il 100% di scienze umane bocciati che Vico è un filosofo e non “u vicu”, stradina stretta. Un tempo, la scuola in Calabria era come in tutta Italia. C’erano alcuni venerandi Licei Classici di tradizione ottocentesca; pochi Scientifici; alcune serie Scuole Tecniche rigorosamente rette da Consigli di amministrazione in cui erano rappresentati autorevolmente gli Ordini professionali; le Medie con tanto di latino; e, non meno utile, l’Avviamento. Non molti andavano a scuola, e ciò per due motivi: ragioni economiche, tra cui le difficoltà di viaggi o residenza; inesorabile frequenza di bocciature; anzi, fin dalle Elementari, gli indigenti, austeri e rispettatissimi maestri sancivano alle mamme se il virgulto era in grado di continuare gli studi, e quali. Per capirci, la mia grammatica latina di I media riservava alle declinazioni dieci paginette, e il professore due mesi se era lento; quando uno non le imparava al volo, dicevano alle mamme di portarselo via, e non insistere con vani conati, in quanto il figliuolo non era tagliato per i misteri di “Triste lupus stabulis” o peggio. Se un professore oggi è così temerario da dire simile cosa alla mammina, entro un’ora si becca un ricorso al Tar che lo rovina a vita. Se un Consiglio di classe boccia, si aspetti un assedio di mamme armate che al confronto quello dell’Alcazar di Toledo non è nemmeno una scampagnata. E intanto pullularono le scuole, e quello di insegnante divenne il mestiere della Calabria, superato solo da quello di bidello: ovvero, come dice un mio amico spiritoso quando non fa il don Ferrante, la bidellizzazione della nostra terra. Ma perché questa degenerazione più in Calabria che in Lombardia? Ovvio, perché, dagli anni non mai troppo maledetti della Prima repubblica demosocialista, la Calabria divenne il paradiso del posto fisso, mentre sorridendo morivano le poche attività produttive. Per il posto fisso non serviva sapere la diatesi deponente o il teorema di Talete o la computisteria o l’estimo, serviva il “pezzo di carta”, un pezzo di carta qualsiasi, e ottenuto in qualsiasi modo, spesso a pagamento presso qualche lestofantesco diplomificio. Bocciare, selezionare? E perché, se il fanciullo e la di lui mamma altro non volevano che il pezzo di carta in presenza del quale il posto già c’era per via del cugino deputato? Fo todos barones, allora. Venne poi l’iscrizione di massa all’università, ivi inclusa quella a Lettere Classiche senza aver mai studiato greco e latino. E qui vi rivelo un mistero, ragazzi miei: spesso accade che giovanotti e signorine dell’Unical, dove c’è Lettere, mi chiedano soccorso; e io scopro che i testi della loro tesi di laurea sono inferiori per quantità a quelli che ogni giorno per il giorno dopo pretendevano, anzi davano per scontati sapessimo, don Vecchi e don Mariani: ogni giorno. Il laureato a tal prezzo sarà un bravissimo docente di Letteratura greca e latina testo davanti, mentre avrà qualche difficoltà con l’aoristo secondo passivo; e non parliamo del dialetto eolico. Se parliamo di storia, i dati di cui sopra dimostrano che funziona meglio il misterioso corso di Pedagogia della resistenza (giuro, esiste davvero!) dove parlano di aria fritta, che un corso vero dove si spieghi che Federico II non era contemporaneo di Carlo Magno o di Ferdinando II di Borbone o di Giulio Cesare, bensì morì nel 1250 a 55 anni. Scusate se lo so. È ora di cambiare. Bastano pochi Licei Classici e Scientifici, ma come si deve, con greco e latino e trigonometria. Servono scuole tecniche e professionali di alto livello tecnologico; serve istruzione professionale agricola e turistica. Serve deridere, una buona volta per sempre, chi ha ancora la mentalità borghese che laurea e diploma siano titoli di nobiltà: serve una scuola che prepari al lavoro. Tanto, il posto fisso è rimasto solo nel simpatico film con Zalone.

 

  • Published in Diorama

Calabria. Calendario scolastico: ecco le date da cerchiare in rosso

Passato il Ferragosto gli studenti cominciano a ripensare al loro impegno principale. In Calabria la riapertura delle scuole è prevista per mercoledì 14 settembre: resta, dunque, meno di un mese per divertirsi e per completare i compiti che gli insegnanti hanno assegnato per l’estate. L’altra data che i discenti solitamente tengono d’occhio è quella relativa alla fine delle lezioni. In questo senso, va cerchiato in rosso il 10 giugno 2017. Le vacanze di Natale interesseranno il periodo compreso fra il 23 dicembre 2016 ed il 7 gennaio 2017; quelle di Pasqua andranno dal 13 al 18 aprile 2017. Non vanno dimenticati i “ponti”: 31 ottobre-2 novembre 2016, 24 aprile e 3 giugno. 

Cade l’intonaco in classe, tre studentesse ferite

Sono state portate in ospedale per accertamenti anche se le ferite riportate sono state lievi, ma quanto successo in una delle scuole calabresi dimostra la necessità d’intervenire tempestivamente per tutelare la sicurezza dei discenti. Teatro della spiacevole situazione è stata la scuola media “Campanella” di Gioia Tauro, dove parte dell’intonaco è caduto su tre studentesse quattordicenni, le cui condizioni non destano preoccupazioni. Sul fatto indagano i carabinieri, mentre è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Palmi al fine di accertare eventuali responsabilità. L’aula interessata dalla caduta di intonaco è stata sequestrata, come anche quella del piano superiore. Le lezioni sono state sospese.

"La Regione vuole contrastare la povertà di opportunità formative dei giovani calabresi"

"Intendiamo contrastare la povertà di opportunità formative delle ragazze e dei ragazzi calabresi anche sostenendo convintamente tutti quei processi di innovazione educativa sistemica di cui necessità la Calabria". E’ quanto affermato da Federica Roccisano assessore regionale alla Scuola e al welfare partecipando attivamente all’evento che si è tenuto nella sala oro della Cittadella regionale promosso dall’alleanza educativa Crescere al Sud, sostenuta da Fondazione con il Sud, d’intesa con il settore politiche dell’istruzione della Regione Calabria, il Forum regionale del terzo settore, la campagna illuminiamo il futuro. Evento, gestito con modalità non formali e con un approccio da laboratorio partecipato, al quale hanno preso parte i dirigenti scolastici di una ventina di istituti nei quali si registra una grande apertura al rapporto con gli enti di terzo settore e i responsabili delle organizzazioni calabresi aderenti alla rete nazionale Crescere al Sud. "Sentire parlare di temi come benessere e felicità degli allievi, scuole senza zaino, comunità educanti, intelligenza emotiva, liberazione delle energie dei nostri giovani attraverso didattiche di apprendimento esperienziale ed emozionale, proposti da dirigenti scolastici illuminati e da pionieri che nelle associazioni educative fanno innovazioni sociale" ha aggiunto l’assessore Roccisano "che, nonostante i dati sulla Calabria evidenzino i ritardi accumulati nel passato e la percentuale più alta del Paese di studenti più indietro nelle conoscenze, è possibile immaginare una svolta attraverso un radicale cambio di passo. Cambio di passo che può avvenire anche con il forte supporto di alleanze formative tra educazione formale ed educazione non formale, tra scuola ed extra scuola che la Regione intende sostenere". In questo senso l’evento odierno nato dal basso su iniziativa di Crescere al Sud, e che ha registrato un consenso così entusiastico da parte dei presenti rappresenta un profondo segnale di svolta e siamo felici come istituzione regionale di aver aperto la casa dei cittadini calabresi, palazzo degli Itali, a forme cosi innovative di partecipazione civile. Sulla stessa scia si è espressa la dirigente del settore politiche dell’istruzione della regione, Sonia Tallarico, che insieme a Francesco Mollace, portavoce nazionale di Crescere al Sud ha moderato i lavori in parte autogestiti dai dirigenti scolastici delle scuole e delle associazioni presenti. Tra di essi il Liceo  “E.Fermi”  di Catanzaro, l’I.C. "Spirito Santo" di Cosenza, I.C. San Fili, Istituto Comprensivo  "Maida", l’ I.C. "G.Sabatini"  di Borgia, l’I.T.T. "Panella Vallauri" di Reggio Calabria, l’IPSSEA  "S.Francesco" di Paola, I.C. Coluccio Filocamo di Roccella Jonica, l’ I.I.S. "M. Hack"  di Cotronei, l’Istituto Comprensivo Catanzaro Est, l’ I.C. "Mater Domini" di Catanzaro, l’ITST "E Scalfaro", l’Ipsia di Siderno-Locri, il Liceo Scientifico "P.Metastasio" e Istituto Comprensivo "G.Caloprese" di Scalea, l’I.I.S. "Guglielmo Marconi" di Siderno. Relativamente all’alleanza Crescere al Sud, presenti i rappresentanti delle associazioni Civitas Solis  di Locri, Gian Francesco Serio di Scalea, Agape di Reggio Calabria, Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro, Cooperativa delle donne e cooperativa Don Bosco di Cosenza, Con i miei occhi di Rende, la Camera Minorile Giuseppe Mazzotta e l’Unione Nazionale delle Camere Minorili, la Federazione Mediterraneo e Ambiente, la Fondazione L&D Siciliani di Cirò, Usabile di Catanzaro, coop i tre melograni di Crotone. Dopo aver sentito le proposte dei gruppi di discussione nati nel corso dell’evento, e la volontà di proseguire il percorso innovativo di scambio di esperienze e lavoro dal basso, l’assessore alla scuola ha espresso tutto il suo sostegno alla nascita di ampi processi di rete sviluppati su tutto il territorio regionale tra scuole e terzo settore che intendono mettere insieme saperi e competenze per fare innovazione sociale di contrasto alla povertà educativa.

Scoperto mentre rubava nella scuola: arrestato

Un uomo di 42 anni è stato arrestato dai Carabinieri che lo hanno sorpreso mentre stava rubando all'interno di un edificio scolastico. M.B., scardinata una finestra, è entrato nell'edificio che ospita l'Istituto Tecnico Commerciale "Marconi" di Siderno, in provincia di Reggio Calabria. Quando i militari dell'Arma sono giunti sul posto lo hanno beccato nell'atto di danneggiare i distributori automatici di bibite al fine di rubarne i soldi incassati. Le forze dell'ordine, inoltre, hanno scoperto un giravite ed una leva metallica che ritengono abbia utilizzato per manomettere l'infisso. Oggetti che sono stati sequestrati. L'uomo, dopo essere stato sottoposto in un primo momento agli arresti domiciliari, è finito in carcere, come deciso dal giudice al termine dell'udienza di convalida. Una disposizione dettata dalla presenza, a suo carico, di precedenti penali. 

  • Published in Cronaca

I precari della scuola chiedono l’equiparazione ai candidati delle graduatorie a esaurimento

“Tra i nefasti effetti causati dalla famigerata legge 107 per la cosiddetta Buona Scuola, uno si distingue contraddittoriamente al valore morale ed istituzionale ben predicato dal nostro Governo: l’uguaglianza. Ma essendo in Italia, terra del ‘si predica bene e si razzola male’ inneggiando l’uguaglianza, la legge 107 discrimina noi docenti abilitati senza ragion di causa, ponendoci su piani differenti pur avendo i medesimi, se non superiori, requisiti”. È quanto afferma in una nota il movimento “Azione precari” che contesta i provvedimenti governativi ritenuti fonte di penalizzazione. “Ma in cosa – si domandano i rappresentanti del movimento - siamo diversi noi di II fascia? Forse l’abilitazione, pagata profumatamente e altrettanto sudata, conseguita secondo le normative vigenti ha minor valore delle abilitazioni conseguite negli anni precedenti? Ovviamente no – sostengono - in quanto non avrebbe senso poichè i percorsi abilitanti Tfa e Pas sono stati concepiti per formare i docenti ad affrontare quelle esigenze e problematiche di oggi, preparazione che i docenti abilitati 10 anni fa non possono avere, essendo stati formati per le problematiche ed esigenze di ieri. Altresì – rilevano - molti degli insegnanti assunti quest’anno e provenienti dalle graduatorie di merito per il concorso 2012, in realtà non hanno esperienza di insegnamento”. A loro avviso, “compiere tale discriminazione, utilizzando quale metodo di scelta l’acquisizione cronologica del titolo lo si può definire solamente come un gesto insensato. Certo per noi ‘diversi’ è previsto il concorso, che non serve ad altro se non a lavare le coscienze di chi questa legge l’ha partorita, e crea per noi  una condizione di ulteriore discriminazione alla quale si aggiunge la beffa di un sistema che nel valutare i già valutati dovrà  eliminare  tre docenti su quattro attraverso parametri a dir poco discutibili”. Spazio inoltre ad altri interrogativi: “che fine faranno quelli di noi che non supereranno il concorso? Saranno costretti a cambiare mestiere dopo anni di gavetta e sacrifici durante i quali hanno ugualmente svolto con passione e dedizione il proprio lavoro?”. “ Tante incertezze – è la conseguente analisi - troppi interrogativi, poche risposte, anzi nessuna risposta. Pertanto, noi docenti di II fascia chiediamo, nella prospettiva che venga azzerato il precariato della scuola, di essere equiparati ai candidati delle graduatorie a esaurimento, rientrando nel piano assunzione in ragione della preparazione e dell’esperienza maturata da molti nella scuola. Qualora non venissero accolte le nostre richieste – concludono i precari - esprimeremo il nostro dissenso sulle politiche in atto nel mondo della scuola, attuando in tutta Italia una raccolta dei certificati elettorali di un popolo indignato”.

  • Published in Cronaca

Domani protesta a Catanzaro dei precari della scuola: "Pronti a raccogliere i certificati elettorali"

Un gruppo di precari sarà presente domani presso l’Ufficio scolastico regionale per avanzare delle specifiche pretese. L’iniziativa scaturisce dalla sensazione di aperto disagio e di incertezza provata da questa categoria di lavoratori. “Qualora non fossero accolte le nostre richieste – spiegano - ci rivolgeremo al prefetto per comunicargli il nostro dissenso sulle politiche in atto nel mondo della scuola. Un riscontro negativo avrà come conseguenza in tutta Italia una raccolta dei certificati elettorali di un popolo indignato”. Il 18 marzo è inoltre prevista una protesta di carattere nazionale nella Capitale.

Subscribe to this RSS feed