Una nuova commissione per il Consiglio regionale: martedì l’elezione del presidente

Prima una serie interminabile di interrogazioni e mozioni (peraltro molte delle quali risalenti a diversi mesi addietro), alla fine quello che probabilmente è il vero motivo della convocazione. Il Consiglio regionale si riunirà martedì per approvare la proposta di legge n. 119/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante “Modifiche alle leggi regionali 15 dicembre 2015, n. 27, e 30 dicembre 2015, n. 52” e per eleggere il presidente, il vicepresidente e il segretario della commissione Riforme. Nuove postazioni che, con tutta probabilità, rinsalderanno gli equilibri a Palazzo Campanella. 

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Salerno: “Conferma Graziano in Consiglio regionale è una buona notizia per la Calabria”

“Il positivo pronunciamento della Corte d’Appello in riferimento all’eleggibilità in Consiglio regionale di Giuseppe Graziano rappresenta una buona notizia non solo per il centrodestra, ma anche per la Calabria che potrà continuare a contare sull’importante apporto di un uomo delle Istituzioni che fa della correttezza e della trasparenza i punti di riferimento del proprio agire politico-amministrativo”. È quanto afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno, ad avviso del quale, “la preparazione e la grande esperienza di Graziano sono degli utilissimi strumenti al servizio della collettività, le sue idee e la sua capacità di confrontarsi senza pregiudizi costituiscono un contributo significativo per il dibattito consiliare”. “La conferma di una figura dalle particolari doti umane quali quelle di Graziano – conclude l’esponente azzurro - non può che tradursi in uno stimolo a continuare a lavorare assiduamente nell’interesse della nostra comunità”.

La Corte d'Appello conferma: Giuseppe Graziano resta in Consiglio regionale

Giuseppe Graziano resta, a pieno titolo, in Consiglio regionale. La Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto la sospensione del giudizio in merito alla presunta illegittimità elezione del consigliere regionale della Calabria e la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. I Giudici, visto l’articolo 23 della legge 11 marzo 1953 numero 87, hanno dichiarato rilevante la possibilità di violazione all’articolo 51 della Costituzione. Che nelle more tutela chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive. Il quale ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. È questo il senso del Dispositivo emesso stamani dalla Corte di Appello di Catanzaro, Prima sezione Civile. Che, recependo la tesi del Collegio difensivo di Giuseppe Graziano, composto dagli avvocati Alfredo Gualtieri, Francesco Furriolo e Federico Tedeschini, ha sospeso il giudizio della causa civile apertasi a seguito del ricorso presentato da Gianluca Gallo, risultato primo dei non eletti nella lista Casa delle Libertà in occasione delle ultime consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria. “La Corte d'Appello – ha dichiara l’avvocato Alfredo Gualtieri a nome dell’intero pool di difesa – ha accolto la tesi che abbiamo sostenuto sin dal primo grado di giudizio, emettendo una decisione che fa ‘giurisprudenza’ poiché è la prima volta, dopo tanti anni di vigenza della norma, che una eccezione di tal genere viene proposta in sede giudiziaria. Siamo soddisfatti per la decisione responsabile ed ineccepibile del Collegio Calabrese ed attendiamo fiduciosi anche il verdetto della Corte Costituzionale”. “La Corte di Appello di Catanzaro -  si legge nella ordinanza -  rileva un evidente vulnus nell'impianto normativo attualmente vigente che non garantisce, a detta dei Giudici, il pieno rispetto della parità di accesso di tutti i cittadini alle cariche elettive, secondo quanto previsto dall'art. 51 della Costituzione. Il Collegio ritiene, infatti, che il subordinare l'efficacia del'astensione lavorativa alla discrezionalità dell'amministrazione di appartenenza non garantisca i diritti degli interessati, in quanto il provvedimento di accettazione della domanda di aspettativa per motivi elettorali si sostanzia in una mera presa d'atto senza possibilità di alcuna valutazione di merito. Potrebbe accadere, in concreto, che l'amministrazione assuma il provvedimento formale oltre i termini di legge con conseguente ineleggibilità del candidato. Allo stesso modo, effetti pregiudizievoli si produrrebbero in caso di inerzia dell'Amministrazione che, per ragioni varie ed in assenza di valide motivazioni non provveda nell'immediatezza con evidente compromissione dei diritti costituzionalmente garantiti. Tali evenienze - osservano i Giudici - potrebbero essere scongiurate solo con una presentazione della domanda di astensione con un congruo anticipo rispetto alla presentazione delle liste con conseguente collocamento in quiescenza eccessivamente in anticipo rispetto alla formalizzazione delle candidature, con ciò determinandosi quella disparità di trattamento violativa dell'art. 51 della Costituzione”.

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Costituzione Città Metropolitana, partono le audizioni in I Commissione

La Città Metropolitana di Reggio Calabria, il suo autonomo processo di costituzione e la valorizzazione delle funzioni per uno sviluppo integrato,  al centro dei lavori della prima Commissione “Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento” guidata da Franco Sergio. Lo stesso presidente, a nome dell’intero organismo, in apertura dei lavori, ha espresso “solidarietà al collega Arturo Bova (presente alla seduta insieme con i consiglieri Sinibaldo Esposito e Michelangelo Mirabello) per il vile attentato intimidatorio che lo ha colpito”. La Commissione ha ospitato una serie di audizioni in relazione alla proposta di legge n. 99/10^ di iniziativa della Giunta regionale che reca i primi interventi per favorire la costituzione della Città Metropolitana. Sono intervenuti per il Dipartimento organizzazione, Risorse Umane - Controlli, il dirigente generale Luigi Bulotta in rappresentanza della Giunta; per la Provincia di Reggio Calabria, il vicepresidente Giovanni Verduci ed il segretario generale Antonino Minicuci; per il Comune di Reggio Calabria, il consigliere Riccardo Mauro. Oltre a depositare documenti al tavolo della Commissione, gli auditi hanno espresso “l’opportunità di allargare il bacino delle funzione ordinarie ad altri ambiti, tra cui elettricità, gas, rifiuti, trasporti, anche in considerazione del risparmio economico che ne deriverebbe per la Regione”. Il disegno di legge, che prevede la clausola d’invarianza della spesa, si collega all’accordo stipulato il 1 ottobre del 2015  tra Regione, Provincia dì Reggio Calabria e il sindaco del Comune di Reggio Calabria, in qualità di sindaco metropolitano, volto a valorizzare la nuova realtà, con la decisione, nelle more dell’approvazione della legge regionale di riordino, che le funzioni del nuovo “Ente locale” restino temporaneamente in capo alla Provincia di Reggio Calabria che continuerà a svolgerle con  il relativo personale e con l’impegno della Regione di trasferire le risorse finanziarie stabilite in sede del tavolo tecnico. “La discussione odierna – ha spiegato il presidente Sergio - ha offerto una fotografia del nuovo modello istituzionale che si andrà a realizzare con  la costituzione della Città Metropolitana. Siamo di fronte ad una svolta decisiva nel contesto di una fase di riordino e di rilancio di una azione amministrativa forte ed innovativa, verso la quale siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo nello spirito di partecipazione condivisa ma anche e soprattutto di tutela delle singole specificità dei territori calabresi a vantaggio di una crescita complessiva dell’intera Regione. E se la Città Metropolitana avrà una propria identità, come è giusto che sia, al tempo stesso si renderà indispensabile per i Comuni sotto i 5000 abitanti l’obbligo di accorparsi e di fare unione tra di loro”. 

Nicolò: “Finalmente ci saranno sedute periodiche del Consiglio regionale dedicate al Question Time”

"La  proposta da me rappresentata in Aula, nell'ultima assise del Consiglio regionale, di calendarizzare sedute periodiche ad hoc esclusivamente dedicate al Question Time, è stata pienamente condivisa dal presidente Irto il quale ha accolto la richiesta di dare maggiore respiro ad uno strumento di democrazia e trasparenza che non può essere relegato ad un ruolo secondario e subalterno nell'ambito dei lavori consiliari”. È quanto afferma il presidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò. “Dopo una prima sperimentazione, successiva all'introduzione voluta nella scorsa legislatura dal presidente Talarico e dal sottoscritto, è preferibile procedere con sedute dedicate che esaltino quel ruolo di indirizzo e controllo che è prerogativa dell’Assemblea e dei singoli consiglieri. Si è dunque concordato di assicurare la più alta solennità alle sedute del Question Time, attraverso una pianificazione di massima - sottolinea Nicolò - che consenta all'Esecutivo di fornire ai consiglieri richiedenti, risposte congrue ed esaustive su pregnanti questioni di politica regionale”. “La valorizzazione delle occasioni di confronto e dibattito in cui i consiglieri possono rivolgere direttamente interrogazioni alla Giunta e ai suoi esponenti – evidenzia Nicolò - oltre a rafforzare ruolo e funzioni assembleari, configura una condotta improntata ai massimi principi di rigore e pubblicità. È stato, dunque, grazie anche all’introduzione nel 2010 del sistema, disciplinato dal Regolamento, delle interrogazioni a risposta immediata in sede di seduta consiliare, se oggi si può costantemente verificare e stimolare l’operato del Governo e la capacità di confrontarsi e di informare i cittadini sulle questioni più rilevanti ed attuali che interessano i calabresi. Il Question Time è strumento indispensabile di democrazia e trasparenza dell’agire istituzionale che si traduce anche in efficienza e modernizzazione della pubblica amministrazione. Esso è stato concepito sulla scorta dell’analogo modello in uso presso la Camera dei Deputati e sarà in grado di valorizzare altresì l’interlocuzione con gli organi di informazione. Grazie alla nuova impostazione - conclude Nicolò - verrà compiutamente onorato un preciso impegno istituzionale in ossequio ai criteri di affidamento e credibilità di un’Amministrazione che intenda essere coerente con gli obiettivi programmatici stabiliti”.

Sanità, Guccione scrive a Irto: “Convoca un consiglio regionale ad hoc”

“Egregio Presidente, ritengo ormai non più procrastinabile la convocazione di una apposita seduta di consiglio regionale sul tema della sanità nella nostra regione”. È quanto scrive in una missiva il consigliere regionale Carlo Guccione in una missiva indirizzata al presidente dell’Assemblea Nicola Irto ricordando “gli accadimenti di queste ultime settimane e le denunce che ne sono conseguite negli ospedali hub di Cosenza e Reggio Calabria e nello spoke di Lamezia Terme. Tutti fatti che, se letti alla luce degli ultimi studi pubblicati da autorevoli istituti di ricerca, relegano la Calabria agli ultimi posti per qualità dei servizi e per la mancata erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ho avuto la sensazione – spiega Guccione - che le istituzioni e la politica siano distratti o assuefatti difronte ad una sanità che si colloca tra le peggiori in Italia e che fa si che sempre più calabresi o decidono di non curarsi o sono costretti a curarsi fuori regione (solo nel 2015 sono stati oltre 70mila i calabresi emigrati fuori regione per cure sanitarie con un costo di oltre 300 milioni di euro)”. “Credo che il tempo delle diatribe istituzionali debba finire. Chi ha la responsabilità a tutti i livelli della gestione e programmazione della sanità calabrese – sottolinea l’esponente del PD - deve assumersi le proprie responsabilità e, se non è in grado di farlo o non raggiunge gli obiettivi prefissati, deve essere rimosso dall’incarico. I 3 miliardi 523 milioni di euro che costituiscono il 62 per cento del bilancio regionale e che sono somme destinate alla sanità calabrese dal governo nazionale rappresentano una cifra importante che, se spesa bene, potrebbe far fare un salto di qualità al nostro sistema sanitario regionale. È tempo di verificare e di avviare una operazione verità per scoprire chi ha interesse a fare in modo che la nostra sanità, che pure ha a disposizione una importante massa finanziaria, rimanga in una condizione che dal 2010 ad oggi è andata sempre più peggiorando arrivando a una situazione che rischia di sfociare in un punto di non ritorno. Dobbiamo uscire da uno stato di galleggiamento e questo richiede coraggio e il superamento della gestione dell’emergenza. In questa condizione diventa improcrastinabile l’esigenza di riappropriarsi delle competenze in materia sanitaria attraverso un confronto da sviluppare in consiglio regionale, l’unica sede istituzionalmente deputata ad avviare una operazione verità e a chiedere conto delle iniziative da sviluppare per uscire da uno stato di criticità che rischia di mettere seriamente in discussione la salute dei calabresi. Va rivendicato con forza – ammonisce Guccione - il ruolo istituzionale riservato al massimo consesso regionale, infatti, la programmazione dell’attività sanitaria rimane una prerogativa del consiglio regionale. Se non affrontiamo da subito tale emergenza sanitaria, la Calabria rischia di vedere compromessa ogni possibile strada per lo sviluppo. Non è più tempo di calcoli e di convenienze politiche. Davanti alla portata drammatica di tale vicenda è necessario agire con coraggio e determinazione evitando il rischio concreto di una implosione. Il consiglio regionale – è la conclusione - è la sede deputata ed è nelle condizioni per potere contribuire a dare la giusta spinta attraverso un largo coinvolgimento di forze per trovare le soluzioni adatte e necessarie a fare uscire allo scoperto coloro i quali trovano in questa situazione il modo di alimentare interessi lucrando sulla pelle degli ammalati calabresi”.

Il Consiglio regionale istituisce una nuova Commissione: quando più dei risparmi contano gli equilibri

C’è un “preziosismo” tecnico-burocratico fra i punti all’ordine del giorno del Consiglio regionale convocato per martedì. La proposta di provvedimento amministrativo n. 90/10^ recante “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale” verrà discussa a fine seduta quando tutti, giornalisti compresi, saranno un po' più stanchi. La denominazione è vaga e la proposta reca la firma dei capigruppo, dunque, non c’è qualcosa che attira l’attenzione. Ma leggendone il contenuto si capisce, però, che in pentola bolle qualcosa. “Dall'attuale contesto di riforme della normativa nazionale (riforma della Costituzione e c.d. Legge Delrio) – viene spiegato nella relazione illustrativa - nasce l'esigenza di istituire un'apposita Commissione consiliare permanente che si occupi, nello specifico, di armonizzare la legislazione regionale con quella nazionale, elaborando proposte di revisione organica dello Statuto, del Regolamento interno nonché di ogni altra materia inerente al processo di riordino degli enti pubblici regionali. Inoltre, al fine di supportare la Commissione nell'esercizio delle sue funzioni e, nel contempo, di dare impulso alle riforme attraverso attività di studio finalizzata alla predisposizione di apposite proposte, è prevista l'istituzione, all'interno della stessa, di un'apposita struttura denominata Unità Organizzativa Specializzata Riforme (UOSR)”. Questo il linguaggio politico-amministrativo. Il sospetto è che la nuova commissione sia istituita per far quadrare gli equilibri politici di una coalizione che scricchiola. Con buona pace dell’anima di chi sostiene, a parole, che bisogna tagliare: una nuova commissione comporta, ovviamente, un nuovo presidente che deve avere una nuova struttura speciale. 

 

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Consiglio regionale, martedì l'elezione del nuovo presidente

L’Assemblea regionale si riunirà martedì prossimo, alle ore 12, a Palazzo Campanella, per discutere del seguente ordine del giorno: “Presa d’atto delle dimissioni del presidente del Consiglio regionale” ed “Elezione del presidente del Consiglio regionale”. Come si ricorderà, il presidente del parlamentino calabrese Antonio Scalzo si è dimesso in seguito all’inchiesta “Rimborsopoli”.

 

 

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