Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Simbario, ordinanza del sindaco: parte la raccolta differenziata “Porta a porta Spinta”

In considerazione della “necessità di ridurre all'origine la produzione di rifiuti e di riciclare le materie utili al fine di minimizzare la quantità degli stessi da destinare allo smaltimento finale” e visto che “per il raggiungimento di tale obiettivo sono in fase di elaborazione idonee modalità di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani”, il sindaco di Simbario Ovidio Romano ha emesso un’ordinanza prevedendo “l’avvio del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti ‘Porta a Porta Spinta’ su tutto il territorio comunale per le utenze domestiche, le attività commerciali, artigianali, produttive in genere, i pubblici esercizi e le attività turistico‐ricettive”. Tale rimodulazione del servizio comporta “la definizione di un nuovo calendario dei giorni di ritiro delle diverse tipologie di rifiuto nelle utenze domestiche e nelle singole attività”. Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati  sarà attivata inoltre “un’idonea sensibilizzazione della cittadinanza, da effettuarsi mediante adeguate ed efficaci campagne pubblicitarie”. Il nuovo sistema partirà da giorno 11 aprile. Eventuali violazioni delle disposizioni saranno punite con sanzioni amministrative da 25 a 500 euro.

Ambiente, Oliverio fissa la linea: “Basta discariche, puntiamo sulla differenziata”

Il presidente della Regione Mario Oliverio e l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo hanno presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa, il Piano di Gestione dei rifiuti. “La Calabria - ha affermato il governatore - deve rispettare il proprio ambiente e questo parte dalle discariche. Fino ad oggi il sistema dei rifiuti è stato al collasso e sono state utilizzate le emergenze per prendere decisioni di comodo. Questo non accadrà mai più. Nell’ultimo anno abbiamo gestito l’urgenza, ma dopo aver approvato le linee programmatiche sul trattamento dei rifiuti il futuro è molto chiaro. Sì a nuovi impianti realizzati sulle strutture già esistenti come quelle di Reggio, Catanzaro e Rossano e no a nuove discariche”. In sostanza, l’obiettivo della Giunta guidata da Oliverio è "discariche zero" con la realizzazione di più "ecodistretti". Con riferimento ad alcune particolari situazioni, Oliverio ha ribadito che la discarica di Crotone non si farà e che il “capitolo Battaglina è definitivamente chiuso e Casignana non riaprirà”. Su queste basi, il presidente ha sottolineato che “la Calabria si avvia verso una nuova era nel trattamento dei rifiuti”. In effetti si vuole ottenere “un’autentica filiera dedicata ai rifiuti che ruoti attorno ad un sistema virtuoso della raccolta differenziata”. “Ci sono esempi di comuni - ha spiegato Oliverio - che della raccolta differenziata hanno fatto una missione riuscendo ad ottenere anche il 75%. Noi miriamo a raggiungere il 65% nel 2020. Per mettere in atto questo piano saranno utilizzate le risorse allocate nella programmazione europea 2014/2020. Si tratta di impianti che lavoreranno l’organico. Per realizzarli i vecchi siti saranno temporaneamente per questo motivo chiusi, forse e sottolineo forse, si utilizzerà la risorsa del transfrontaliero ma non solo attraverso il porto di Corigliano, dove, lo sottolineo, nell’eventualità remota del trasferimento fuori Italia dei nostri rifiuti, questi arriveranno sulle navi già imballati. Dopo la realizzazione dei nuovi impianti a Catanzaro, Reggio Calabria e Rossano, che dovrebbero essere pronti in due anni, si partirà con la realizzazione del secondo impianto nella provincia di Cosenza che non sarà a Bisignano; un altro sorgerà a Crotone ed un secondo a Reggio”. Parlando in particolare della discarica di Crotone, Oliverio ha chiarito che “il progetto è sospeso e nessuno andrà contro quelle che sono le linee guida del mio governo. Ho fissato una bussola e quella va seguita da tutti, dal primo dirigente all’usciere. Chi non seguirà la mia politica, fintanto che ci sono io, andrà incontro a dure conseguenze anche legali, perché se la politica è ‘discariche zero’ vale per tutti. È assurdo che qualcuno, invece, si muova all’interno della stessa Regione diversamente dal mio indirizzo”. L’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo ha precisato che “sin da oggi inizieremo gli incontri di confronto con il territorio. Sarà data la possibilità a tutti i comuni di trattare in autonomia l’organico che è quello che deperisce più facilmente. Siamo, inoltre, già in contato con alcune aziende per avviare la possibilità di utilizzare la materia prima per la produzione di altro materiale e farne, dunque, una risorsa. Serve, quindi, un cambio di cultura sulla differenziata. Per questo avvieremo anche degli incontri nelle scuole primarie perché i nostri figli possano insegnarci come si fa. Un cambio di rotta – ha concluso - che porterà in futuro anche un incremento del turismo, che in Calabria non torna proprio perché non esiste il rispetto per l'ambiente”.

  • Published in Politica

Chiaravalle, ecco i dati relativi alla raccolta differenziata nel 2015

È cominciata da meno di un anno, ma presenta valori significativi la raccolta differenziata a Chiaravalle Centrale. Secondo i dati pubblicati dal Comune, si ha una media annua, in riferimento al 2015, del 42,09% e se non vengono conteggiati i mesi di gennaio e febbraio (quando l’attuale sistema non era ancora stato avviato) la percentuale cresce ancora attestandosi su circa il 50%. Un buon inizio, dunque - anche se l’andamento non è stato costante - che lascia prefigurare un ulteriore miglioramento.

Serra. Esternalizzazione raccolta rifiuti, Tassone: “Certificazione del fallimento di una maggioranza incoerente”

“Non ha voluto smentire se stessa ed ha deciso di chiudere in bruttezza la sua disastrosa avventura. Per essere sicura di raggiungere l’intento, la Giunta Rosi ha pensato di esternalizzare il servizio di raccolta dei rifiuti. Un provvedimento dannoso e senza senso, contro il quale il centrodestra aveva espresso, sempre, parole dure ogniqualvolta era stato ventilato nel corso della passata gestione amministrativa”. Critiche senza mezzi termini piovono sugli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci da parte del consigliere di minoranza Mirko Tassone che boccia non solo l’ultima scelta ma l’operato quinquennale della controparte. “La coerenza – afferma il rappresentante di ‘Al lavoro per il cambiamento’ - non è il piatto forte di una maggioranza che, con la deliberazione 140/2015 ha certificato, qualora ce ne fosse stato bisogno, il proprio fallimento. Con ogni evidenza, infatti, il ricorso all’affidamento del servizio ad una ditta privata rappresenta la diretta conseguenza del naufragio dei vari progetti di raccolta differenziata proposti e per i quali sono stati spesi infruttuosamente decine di migliaia di euro”. Secondo Tassone, “a dare la dimensione dell’inadeguatezza degli amministratori nostrani, la necessità di affidare all’esterno la gestione di un settore per il quale il Comune dispone di ingenti risorse umane e materiali. Con la deliberazione e la successiva manifestazione d’interesse, la maggioranza – spiega - ha, infatti, palesato la propria incapacità a gestire un settore essenziale”. Il vero problema sta, a suo avviso, nel fatto che “l’inidoneità dimostrata a pianificare il servizio e coordinare le risorse, ovviamente sarà pagata, ancora una volta, dai cittadini cui è demandata la copertura integrale dei costi relativi agli RSU. Non si comprende – aggiunge l’esponente dell’opposizione - la scelta di circoscrivere alle sole cooperative di tipo B la possibilità di partecipare alla manifestazione d’interesse. Sarebbe stato logico, infatti, allargare il più possibile la platea dei concorrenti al fine di riuscire a spuntare il prezzo più basso”. A questo punto entrano in gioco i sospetti e Tassone specifica che “evidentemente, l’interesse prioritario di chi ha partorito il provvedimento non è restituire decoro a Serra. L’obiettivo – è l’ipotesi - è, forse, quello di far reclutare alla cooperativa individuata qualche decina di operatori, nella vana speranza di recuperare qualche preferenza. Se così fosse, sorgerebbe un ulteriore dubbio, ovvero che l’emergenza rifiuti possa essere stata coccolata al fine di raggiungere l’obiettivo finale: l’affidamento del servizio ad una cooperativa. Quanto l’emergenza sia un semplice pretesto – sostiene Tassone - lo testimonia implicitamente la premessa alla deliberazione con la quale è stata conferita la direttiva finalizzata all’individuazione di ‘operatori economici’ cui ‘affidare la gestione del servizio R.S.U.’. Nella motivazione con la quale si ‘giustifica’ l’atto, la Giunta, tra l’altro, scrive: 

• ‘A causa di problematiche di varia natura, si sono verificati disagi dovuti al mancato conferimento dei rifiuti differenziati in piattaforma;

• A causa di problematiche legate ai conferimenti presso l’impianto di Lamezia Terme nel periodo estivo si sono verificati disagi dovuti al forte rallentamento dei conferimenti dei rifiuti indifferenziati e che per la normalizzazione delle attività è stato necessario affidare all’esterno il trasporto;

• Nel mese di ottobre 2015 il C.C.R. comunale  (Centro Comunale di Raccolta) è stato sottoposto a sequestro dalle autorità competenti’.

Con tutta evidenza – rileva Tassone - le varie ‘problematiche’ non fanno alcun riferimento al servizio di raccolta dei rifiuti, quanto alla fase successiva. Il buon senso, quindi, vorrebbe che i 200 mila euro previsti, per soli sei mesi, venissero spesi, ad esempio, per il trasferimento e la realizzazione di un idoneo centro di raccolta con il quale fronteggiare l’emergenze presenti e future. La decisione del sindaco e della sua maggioranza è, dunque, del tutto incomprensibile anche perché somiglia – è la stilettata finale - alla scelta fatta da quel matto che pensò di risolvere il problema delle infiltrazioni d’acqua dal tetto, sostituendo la mattonelle del pavimento sottostante”.

Raccolta rifiuti a Serra, gli ex lsu/lpu lamentano “l’assenza di mezzi ed equipaggiamenti”

Per essere efficienti nella raccolta dei rifiuti è necessario essere dotati degli idonei strumenti. È questo, in sintesi, il significato della presa di posizione degli ex lsu/lpu addetti al servizio che declinano ogni responsabilità circa le criticità registratesi in un settore sempre molto discusso. “Non siamo dotati dei giusti mezzi per effettuare la raccolta – sostengono – e ci mancano, a dispetto delle richieste ribadite a questa come alla precedente amministrazione, gli opportuni equipaggiamenti. Non abbiamo il vestiario adeguato e non disponiamo di ciò che garantirebbe la nostra sicurezza. Ci servirebbero dei veicoli porter per operare con efficacia nelle vie più strette, ma non ne disponiamo. Questo i dirigenti e gli amministratori lo sanno”. Questi lavoratori sono comunque coscienti che non tutti fra loro sono dotati della stessa dedizione e di un approccio collaborativo alla risoluzione della problematica. Va poi tenuto in debita considerazione lo scarso senso civico di alcuni cittadini che hanno approfittato dell’emergenza per disfarsi senza criterio di ingombranti, vecchi pneumatici e rifiuti di ogni tipo. Si preferisce ammassare nottetempo spazzatura e apparecchi domestici desueti nei vicoli e in punti meno visibili che così si trasformano in improvvisate discariche. Oltre che sull’aspetto economico, gli amministratori devono dunque soffermarsi su quello mentale: forse è questa la parte più difficile.

Rifiuti, Serra si affida ad una cooperativa sociale: gli interrogativi sul fallimento del sistema

Con la pubblicazione dell’ “Avviso di manifestazione di interesse rivolta alle cooperative sociali di tipo B o dei loro consorzi per l’affidamento della gestione e del servizio rsu” sull’albo pretorio del Comune di Serra San Bruno viene sostanzialmente certificato il mancato funzionamento dell’organizzazione della raccolta dei rifiuti porta a porta servendosi di personale proprio. L’importo complessivo totale stimato del servizio (per 6 mesi) è di 195.000 euro oltre 5.000 euro per oneri di sicurezza ed oltre Iva. Le caratteristiche minime del servizio da espletarsi su tutto il territorio comunale sono le seguenti: “informazione e sensibilizzazione dell’utenza sulle modalità di raccolta dei rifiuti in forma differenziata; raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti solidi urbani (frazione secca residua; organica; carta e cartone compresi gli imballaggi; vetro compresi gli imballaggi; plastica, alluminio, acciaio compresi gli imballaggi; ingombranti e Raee, rifiuti provenienti da mercati, sagre, fiere e da qualsiasi altra manifestazione); svuotamento giornaliero dei cestini portarifiuti presenti lungo le strade del centro abitato e nelle piazze e trasporto/conferimento degli stessi e delle eventuali buste, che devono comunque essere raccolte, depositate all’esterno dei cestini; raccolta delle carogne di animali ritrovate sul suolo pubblico e relativo trasporto a destinazione autorizzata per il loro incenerimento; raccolta e trasporto in modo differenziato di rifiuti pericolosi quali pile esauste e medicinali scaduti; consegna all’utenza del materiale occorrente allo svolgimento della raccolta differenziata porta a porta”. Questa decisione corrisponde ad una bocciatura del precedente sistema che evidentemente presentava un rapporto costi/benefici non accettabile agli occhi degli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci. Soprattutto dopo il sequestro dell’isola ecologica, la cittadina della Certosa ha dato un’immagine poco edificante di sè con cumuli di rifiuti in ogni vicolo e precarie condizioni igienico-sanitarie. Ancora una volta si cambia sistema: nè l’amministrazione attualmente in carica nè quella precedente sono riuscite a sbrogliare la matassa e ora si rischia di compromettere lo sviluppo turistico di Serra. Il loro impegno non si è dimostrato sufficiente, ma se finora le amministrazioni (al di là del colore politico) non ce l’hanno fatta a rendere efficiente il sistema qualche domanda deve essere posta anche sulla produttività  del lavoro degli operatori. L’ennesimo tentativo di riorganizzazione servirà almeno a capire se il problema era all’interno delle mura municipali o fuori.

Serra, sorpresa nei dati della raccolta differenziata degli ultimi 5 anni: il trend

Le immagini degli ultimi mesi di un paese sommerso dai rifiuti danno un’idea ben definita sul funzionamento della raccolta differenziata a Serra San Bruno. I cumuli di spazzatura presenti in diverse vie sintetizzano gli effetti del corto circuito che si è definitivamente palesato dopo il sequestro dell’isola ecologica. Ma se si fa un passo indietro si scopre – ed è qui la sorpresa – che negli ultimi anni qualche passo avanti è stato compiuto. È l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale a fotografare il trend della raccolta differenziata: 3,53% nel 2010, 16,10% nel 2011, 16,16% nel 2012, 36,44% nel 2013 e 28,36% nel 2014. Dunque, escludendo l’ultimo anno per il quale sono disponibili i dati (2014), c’è stata una crescita, forse insufficiente, ma comunque significativa. Manca la rilevazione del 2015 – anno in cui ci sono state modifiche nella gestione del servizio e che sarebbe stato importante analizzare – ma qualche riflessione può essere ugualmente operata. Premesso che ci sono evidenti differenze rispetto ai dati dell’Arpacal, è facile notare un crollo degli ingombranti misti e un miglioramento nella raccolta di carta e plastica. Anche i dati in termini assoluti forniscono qualche indicazione: nel 2010 sono state raccolte 95,4 tonnellate di differenziata, nel 2014 le tonnellate sono diventate 792,4. Se lo stesso confronto si fa sui rifiuti urbani, si scopre una sostanziale assenza di variazioni (con l’eccezione della “caduta” del dato nel 2013). Dunque, c’era stato qualche piccolo segnale positivo prima che la situazione precipitasse nello scorso novembre. L’obbligo è quello di rimediare per far diventare la cittadina della Certosa una delle mete più ambite del turismo calabrese.

Rifiuti, Russo (PD) si schiera con i lavoratori senza stipendio

"Ormai a Vibo Valentia - secondo Giovanni Russo, consigliere comunale del Partito Democratico - non si parla più di raccolta differenziata o di raccolta porta a porta bensì della capacità di garantire lo stipendio ai lavoratori della nuova azienda e un servizio di raccolta dei rifiuti che nella nostra città proprio non riesce ad essere garantito. Questa mattina insieme ad altri consiglieri del PD ho seguito la sacrosanta protesta dei lavoratori in Comune. Lamentano semplicemente quanto da loro dovuto: lo stipendio della mensilità. Mensilità che la nuova ditta non è in grado di garantire se non avviene il mandato in banca da parte del Comune. Ho potuto apprezzare da parte di molti di loro la volontà a svolgere al meglio il loro lavoro ed ascoltare le difficoltà dovute alla esiguità dei mezzi e degli strumenti a disposizione". Tale condizione - argomenta l'esponente PD - mi fa pensare che ogni mese avremo lo stesso problema, poiché leggendo il contratto che ho reperito presso gli uffici competenti, qualora l’azienda non riuscisse ad espletare in maniera puntuale quanto riportato nel contratto e nell’allegato capitolato, sarebbe oggetto di penali da parte del Comune. Dunque anche nel futuro prossimo si potrebbe verificare nuovamente il blocco del servizio  e conseguentemente la città  sommersa dai rifiuti. Mi appello dunque al sindaco Costa e all’assessore De Filippis, affinché gli uffici competenti del Comune di Vibo Valentia  effettuino tutti i controlli necessari sulla reale disponibilità di mezzi e strumenti della nuova azienda e se la stessa sia realmente in grado di garantire al meglio l’espletamento del servizio della raccolta dei rifiuti con continuità, regolarità e completezza. Questo appello lo rivolgo perché fortemente preoccupato per i lavoratori che potrebbero anche in futuro avere gli stessi problemi verificatosi in questi giorni riguardo al pagamento dello stipendio e per la nostra città che potrebbe ritrovarsi anche sotto le imminenti ferie natalizie sommersa dai rifiuti. Purtroppo, ma spero in questo caso di essere smentito al più presto, la differenziata, anche come obiettivo minimo per come riportato all’art.10 del contratto del 25%, continuerà a rimanere per molto tempo ancora un miraggio, con il conseguente aggravio di costi per i cittadini vibonesi". "A tal riguardo sin d’ora - è l'annuncio conclusivo di Giovanni Russo - offro come consigliere del  PD e come Partito Democratico nel suo insieme la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto su tale problematica a cui sono certo, potremo dare un fattivo contributo alla risoluzione di questo che ormai è diventato un annoso problema. Per il bene della nostra città".

 

Subscribe to this RSS feed