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Ricorso Regione Calabria contro Decreto sicurezza, Ferro (FdI): "Oliverio lontano dai bisogni dei cittadini"

Riceviamo e pubblichiamo

 "In molti evidenziano come, con un presidente costretto a San Giovanni in Fiore, la Regione sia lasciata allo sbando, impantanata e priva di una guida autorevole. Io trovo che nulla sia cambiato: l’inadeguatezza e l’inefficienza del governo regionale rispetto ai problemi della Calabria sono le medesime di quando Oliverio occupava il decimo piano della cittadella. La Calabria naviga a vista dal giorno della vittoria del centrosinistra. Per quattro anni abbiamo sentito parlare di eredità del passato e di una questione morale sbandierata sempre contro gli avversari politici: mai di una soluzione reale a qualcuno dei tanti e gravi problemi che interessano i cittadini calabresi. Così quando, da San Giovanni in Fiore, il presidente Oliverio decide di rompere il silenzio, tutti si aspettano una presa di posizione sulle questioni del lavoro, sulla situazione della sanità, sulla necessità di garantire una guida efficiente all’amministrazione regionale. Niente di tutto questo: il presidente Oliverio irrompe dalla Sila con un messaggio tutto ideologico sul tema dell’immigrazione, a sostegno di quei sindaci (pochi, per la verità) che dichiarano di non volere rispettare una legge dello Stato approvata dal Parlamento e firmata dal Presidente della Repubblica (bizzarra come idea di legalità). Il governatore Oliverio invita quindi i sindaci ad infrangere la legge - forte di una presunta superiorità morale che gli consente di discernere a proprio piacimento tra leggi giuste e ingiuste - e poi, come se queste fossero le priorità per i calabresi, annuncia che la Regione aderirà al ricorso alla Corte costituzionale contro il Decreto sicurezza, e che un milione di euro del bilancio regionale verrà destinato al settore dell’immigrazione. Se serviva ancora una prova del totale scollamento tra i pensieri di chi governa la Calabria e la realtà in cui vivono i cittadini della regione, il governatore Oliverio ha fornito quella definitiva. Poco cambia se da Catanzaro o da San Giovanni in Fiore".  

Wanda Ferro deputato di Fratelli d'Italia

Chiaravalle Centrale, servono 200mila euro per adeguare lo stadio

Servono 200mila euro per adeguare lo stadio “Maellare” alle più recenti linee guida in materia di sicurezza delle manifestazioni pubbliche.

Risorse che l'amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale intende reperire attraverso un apposito bando, finalizzato al restyling complessivo della struttura sportiva di località “Foresta”. Lo ha spiegato oggi in conferenza stampa il sindaco, Mimmo Donato.

Al suo fianco l'assessore ai Lavori Pubblici, Claudio Foti, e l'assessore allo Sport, Sergio Garieri. Il sindaco ha motivato il provvedimento adottato dall'ufficio tecnico comunale di limitazione degli accessi alla tribuna coperta con l'esigenza di “rispettare le disposizioni di Questura, Prefettura e ministero dell'Interno”.

Il tutto anche alla luce di una serie di verifiche che hanno evidenziato l'assenza, agli atti, dei necessari certificati di agibilità e di collaudo, “mai acquisiti nel corso degli anni passati”. Documenti irreperibili anche negli archivi del genio civile, della Figc e del Coni, ha chiarito Donato.

“Con senso di responsabilità - ha sostenuto il sindaco - ci siamo attivati per risolvere il problema in totale trasparenza”. Sull'argomento, nei giorni scorsi, erano state sollevate critiche e perplessità da parte di due ex amministratori democristiani degli anni '80, Santo Sestito e Lorenzino Rauti. Proprio su questo aspetto della vicenda si è soffermato, ironicamente, l'assessore Garieri che ha confinato entrambi “alla preistoria” della politica chiaravallese.

L'assessore Foti ha, invece, annunciato una più esaustiva panoramica degli interventi realizzati o cantierati nel corso della conferenza stampa del prossimo 18 gennaio che sancirà anche il turn-over di giunta concordato in seno alla maggioranza.

In chiusura, il sindaco Donato ha toccato la questione del Consorzio di Metanizzazione delle Preserre, rivolgendosi duramente all'indirizzo del presidente in carica, Pino Pitaro, e del segretario, Gabriele Maltese. 

Operazione "Triangolo", fatture gonfiate per evadere le tasse: denunciati 2 imprenditori

I finanzieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un decreto di sequestro di beni per un valore pari ad oltre 226 mila euro.

Il provvedimento, emesso dal gip presso il tribunale di Paola, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha interessato 2 imprenditori residenti nella Provincia di Cosenza, ritenuti responsabili d'evasione di imposte sui redditi.

Durante le indagini le fiamme gialle hanno scoperto un sofisticato meccanismo di sovrafatturazioni, per oltre 800 mila euro, attuato da due imprenditori appartenenti allo stesso nucleo familiare e titolari di tre società operanti nel settore della fabbricazione e commercializzazione di prodotti medicali.

Una delle aziende con sede a Tirana, in Albania acquistava prodotti in Cina e Pakistan, per poi spedirli in Italia

Per i finanzieri, le società italiane ricevevano la merce, accompagnata da fatture gonfiate emesse dalla stessa società albanese.

In sintesi la società albanese (riconducibile ad uno degli indagati) acquistava la merce ad un determinato prezzo, che poi provvedeva a rivendere alle due società Italiane (riconducibili ad entrambi gli indagati), ma ad un prezzo pressoché raddoppiato e senza che la merce subisse processi di lavorazione.

Con tali stratagemmi gli indagati avrebbero tratto un indebito ed illecito vantaggio fiscale.

Al temine delle indagini sono state denunciate 2 persone per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Operazione "Tisifone", arrestato 42enne

Si è chiuso il cerchio nell’ambito dell’operazione "Tisifone", che ha portato la mattina del 20 dicembre scorso al fermo di 23 persone ritenute responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni e illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso.

Gli agenti della polizia di Stato hanno, infatti, arrestato Antonio Nicoscia, di 42 anni.

L'uomo, che si era reso irreperibile al momento dell’esecuzione dei fermi, è stato individuato ed arrestato dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone e del Servizio centrale operativo.

Al termine delle formalità di rito, Nicoscia è stato tradotto nella casa circondariale di Catanzaro.

Il 42enne è accusato di essere parte, con un ruolo verticistico, dell’alleanza di famiglie isolitane che comprende i Manfredi e i Gentile, contrapposta alla famiglia Capicchiano nel controllo della gestione delle estorsioni e, soprattutto, del business delle slot machine.

 

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