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Laura Ferrara (M5S) replica alle dichiarazioni di Iacucci: Nessuna gestione privata per il nuovo ente

«Se il buongiorno si vede dal mattino, a giudicare dalle parole del sindaco di Aiello Calabro e anche presidente della provincia di Cosenza, Franco Iacucci quello dell'Autorità Idrica calabrese non sarà un facile percorso. Il braccio destro di Oliverio auspica, infatti, l'affidamento della gestione operativa dell'Autorità ad un privato. Il primo cittadino è fra i 40 sindaci eletti nell'assemblea di gestione dell'ente e inaugura con questa discutibile dichiarazione l'esperienza dell'Autorità». Così Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle, a commento delle dichiarazioni di Iacucci, apparse oggi sulla stampa locale.

«Se questa è la strada che si vuole intraprendere sappiano fin da ora che il MoVimento 5 Stelle è fortemente contrario e faremo valere le nostre ragioni coinvolgendo i cittadini calabresi tutti. Per noi, così come per la maggior parte dei cittadini che hanno espresso la propria volontà tramite referendum nel 2011, la gestione integrata dell'acqua deve essere pubblica e partecipata. I privati hanno già fallito, basta guardare allo scempio della depurazione. Vigileremo affinché l'Aic non diventi l'ennesimo carrozzone politico e un poltronificio per gli amici degli amici, l'autorità idrica dovrà funzionare, così come prevede la legge che le ha istituite, in maniera virtuosa ed integrata.

Per noi varrà sempre il principio secondo il quale l'acqua è un bene comune – conclude la Ferrara – e dall'acqua non si può trarre profitto in nessun modo».

Operazione "Martingala", confermate le misure cautelari

Gli investigatori della Dia di Reggio Calabria e del locale Comando provinciale della guardia di finanza hanno eseguito le notifiche di ordinanze di misure cautelari, disposte dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia, nei confronti di alcuni indagati, già colpiti dal provvedimento di fermo eseguito il 19 febbraio scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Martingala”, su cui i giudici, in sede di convalida, si erano dichiarati incompetenti.

I nuovi provvedimenti hanno confermato l’impianto accusatorio, in particolare, nei riguardi di Mordà e di Scimone, quest’ultimo ritenuto l'ideatore, attraverso il fitto reticolo di imprese nazionali ed estere a lui riconducibili, di un “sistema” funzionale alla commissione di delitti tra cui la frode fiscale, il riciclaggio e l’usura. Per entrambi è stata disposta la custodia in carcere.

Nello specifico, sono stati ritenuti sussistenti sia i gravi indizi di colpevolezza, sia le esigenze cautelari, ravvisabili soprattutto nell’elevatissimo pericolo di reiterazione dei reati, che appare connotato da “nitidissimi requisiti di concretezza ed attualità”.

La custodia in carcere è stata applicata, anche, nei confronti di Giuseppe Nirta, cui vengono contestati i delitti di auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

È stata, invece, disposta la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Gallo ed Antonino Carlo Chirico, quest'ultimo ritenuto responsabile in concorso con Mordà, dei reati di usura, bancarotta fallimentare e ricettazione di denaro.

 

'Ndrangheta: auto del valore di oltre 26 mila euro sequestrata al "re del pesce"

La guardia di finanza del Comando provinciale di Cosenza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, nei confronti di Francesco Muto, alias “il re del pesce”, ritenuto il boss dell’omonimo clan di Cetraro, attualmente ristretto in regime speciale di cui all’art. 41-bis.

La misura ha interessato una “Jeep Renegade” appena acquistata, del valore di 26.500 euro.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta del capo della Procura Bruzia, è scaturito da un’indagine effettuata dai finanzieri cosentini.

In particolare, i condannati per reati di stampo mafioso e quelli colpiti da misure di prevenzione sono obbligati a comunicare alla guardia di finanza, per dieci anni dalla data del provvedimento definitivo a loro carico, ed entro trenta giorni dal fatto, tutte le variazioni nell’entità e nella composizione del patrimonio, di valore non inferiore all’ammontare di poco più di 10 mila euro. Qualora tale importo dovesse essere raggiunto a seguito di diversi e separati incrementi, la comunicazione deve essere effettuata entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui i fatti si sono verificati.

Si tratta di una misura di prevenzione patrimoniale, finalizzata a controllare preventivamente i beni dei condannati o degli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso.

Attraverso l'utilizzo delle banche dati, le fiamme gialle hanno scoperto la compravendita dell’autovettura, effettuata presso una concessionaria con sede in altra regione d’Italia, accertando le violazioni di legge commesse da Franco Muto, al quale è stato contestato il reato di omessa comunicazione di variazione patrimoniale.

Il provvedimento cautelare emesso dall’Autorità giudiziaria è finalizzato alla “confisca” dell’autovettura, che passerà nel patrimonio dello Stato.

 

 

Intelligence, Bruno Pellero spiega le intercettazioni al master dell'Unical

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un cambiamento epocale nelle comunicazioni elettroniche. All’aumentare della complessità delle telecomunicazioni corrisponde una diminuzione degli obblighi regolamentari che oggi rischia di compromettere seriamente l’efficacia degli sforzi impiegati per intercettare. Da questa considerazione ha preso le mosse la lezione di Bruno Pellero al Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Pellero è uno dei massimi esperti in materia, non solo in ambito interno (già consulente di diverse procure e di enti pubblici e privati) ma anche a livello comunitario ed internazionale (è stato infatti uno degli esperti di cui si è avvalsa la Commissione temporanea Echelon del Parlamento Europeo sul sistema Echelon).

Nel nostro Paese, all’avanguardia nelle tecnologie per l’acquisizione informativa, ogni anno viene effettuato un rilevantissimo numero di intercettazioni che vengono analizzate ad esempio per risolvere casi complessi o per contrastare le organizzazioni terroristiche e criminali.

Pellero, infatti, si è soffermato, approfondendo gli aspetti, sulle mutate necessità degli investigatori, che hanno necessità di intercettare, analizzare, identificare e correlare il traffico delle telecomunicazioni. Queste complesse operazioni oggi devono avvenire anche in tempo reale nonostante lo scenario sia radicalmente modificato a causa della migrazione su internet dei servizi telefonici e della multimedialità accessibili a tutti.

Pellero ha, poi, evidenziato come sia cresciuto il potere dei social networks, al punto da diventare strumento di propaganda anche nelle campagne elettorali dei maggiori paesi del mondo. Le informazioni, l’oro del nuovo millennio, vengono infatti prima raccolte e poi strumentalizzate attraverso i social per generare reazioni, con i pericoli che ne conseguono alla luce di una sempre minore consapevolezza degli utenti. A questo proposito è apparsa molto interessante la tecnologia per gli infiltrati digitali.

Il docente ha poi illustrato le più avanzate tecnologie di estrazione dei dati, navigando da marinaio esperto, in quello che viene definito surface web, scandagliando poi il deep web e il dark web, meno visibili (o indicizzati) ma dove si concentrano le attività più discutibili e illegali.

La lezione si è poi conclusa con l’esame delle tecnologie per l'analisi delle fonti aperte, l’analisi delle impronte vocali e con uno sguardo al futuro, rivolto alla localizzazione degli smartphones e più in generale degli utenti mobili che può essere utilizzata anche per attivare allarmi e identificare soggetti sconosciuti.

 

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