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Coronavirus, oltre 8 mila denunce in un giorno

Nella giornata di ieri le forze di polizia hanno controllato, in applicazione delle misure di contenimento del contagio del coronavirus, 187.455 persone, 8.089 delle quali sono state denunciate.

Il controllo di 111.512 attività commerciali ha portato alla denuncia di 154 esercenti ed alla sospensione di 33 esercizi.

Salgono così a 1.025.655 le persone controllate dall'11 al 17 marzo scorsi, 43.595 quelle denunciate per inosservanza di provvedimenti dell’autorità e 926 per false dichiarazioni a pubblico  ufficiale.

Durante i controlli a 527.014 esercizi commerciali, sono stati denunciati 1.473 esercenti.

Coronavirus: "Per contenere il contagio è necessario rispettare le misure"

"L'andamento delle curve epidemiche mostra casi confermati in crescita a livello nazionale. Alcune regioni del Nord ancora sono maggiormente coinvolte nella circolazione locale, per numero positivi e ricoverati specie in terapia intensiva. Nelle altre aree c'è una crescita, ma non così veloce. Però non deve illuderci che non ci siano numeri così elevati come in Lombardia e le altre regioni del Nord: solo se ci comportiamo come stabilito possiamo rallentare la curva".

E’ quanto ha detto  durante la conferenza stampa alla Protezione civile, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro .

"Siamo – ha aggiunto - in una fase in cui misuriamo l'effetto delle misure adottate in tutto il paese, non possiamo ancora vedere i benefici, ci vorrà ancora qualche giorno. Per questo non dobbiamo mollare. Non ci sono i presupposti, dobbiamo mantenere le misure se vogliamo vedere davvero degli effetti e proteggere le nostre persone più anziane".

Coronavirus: in media 8 giorni tra sintomi e decesso, terapia antibiotica la più utilizzata

Nelle persone decedute positive al Covid-19 la terapia antibiotica è stata quella più utilizzata (83% dei casi), meno utilizzata quella antivirale (52%), più raramente la terapia steroidea (27%). Lo afferma il Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi pubblicato sul sito Epicentro, a aggiornato al 17 marzo. Il documento mostra anche i tempi mediani, in giorni, che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso (8 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (4 giorni). Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso era di 1 giorno più lungo in coloro che venivano trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non venivano trasferiti (5 giorni contro 4 giorni).

“Il comune utilizzo di terapia antibiotica – si legge nel documento - può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 25 casi (14,9%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie”.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei deceduti, il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2.7. Complessivamente, 3 pazienti, e non 12 come era stato indicato in precedenza per un refuso, presentavano 0 patologie (0,8% del campione), 89 (25,1%) presentavano 1 patologia, 91 presentavano 2 patologie (25.6%) e 172 (48,5%) presentavano 3 o più patologie.

Sempre su Epicentro è stato pubblicato anche l’aggiornamento epidemiologico sui dati raccolti attraverso la piattaforma web dedicata. La degenza in un reparto di ricovero è riportata per 3.281 casi (13,1% dei casi totali); di questi 397 (12%) risultano ricoverati in terapia intensiva. Al 16 marzo 2020, 106 province italiane su 107 (tutte ad eccezione di Isernia) hanno segnalato almeno un caso di COVID-19. I casi si concentrano soprattutto nel nord Italia, in particolare in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, e nelle Marche dove sono stati segnalati al sistema di sorveglianza oltre 1.000 casi.

Coronavirus, la mappa del contagio regione per regione

Sono 28.710 le persone che risultano positive al coronavirus.

Secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione civile, i casi sono così distribuiti: 12.266 in Lombardia, 3.915 in Emilia-Romagna, 2.953 in Veneto, 2.187 in Piemonte, 1.476 nelle Marche, 1.291 in Toscana, 744 in Liguria, 650 nel Lazio, 423 in Campania*, 416 in Friuli Venezia Giulia, 436 nella Provincia autonoma di Trento, 366 nella Provincia autonoma di Bolzano, 362 in Puglia, 267 in Sicilia, 249 in Abruzzo, 241 in Umbria, 162 in Valle d’Aosta, 132 in Sardegna, 129 in Calabria, 21 in Molise e 27 in Basilicata.

Sono 4.025 le persone guarite. I deceduti sono 2.978, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto superiore di sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

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