Truffa all'Inps, denunciati oltre 300 falsi braccianti

Al termine di una complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, i finanzieri della Compagnia di Rossano hanno smascherato una presunta truffa perpetrata ai danni dell’Inps ad opera di un'azienda agricola che, tramite la falsa assunzione di 311 braccianti, avrebbe provocato alle casse dello Stato un danno di circa 550 mila euro.

Dal 2011 al 2014, la società avrebbe presentato all’Inps falsi documenti che avrebbero determinato la liquidazione di somme relative a indennità di disoccupazione, malattia e maternità per un importo di circa 550 mila euro, a beneficio di lavoratori che avrebbero prestato la propria attività su alcuni fondi nella Sibaritide.

La cooperativa avrebbe denunciato all’ente previdenziale un consistente numero di (false) giornate lavorative effettuate su terreni di cui, in molti casi, non avrebbe avuto la reale disponibilità, attestandone l’uso attraverso il deposito di falsi contratti di comodato.

Le giornate agricole fittizie, secondo gli incroci di dati elaborati dalle fiamme gialle, ammonterebbero ad oltre 15 mila, la quasi totalità di quelle denunciate dalla società negli anni dal 2009 al 2014.

La cooperativa di fatto non avrebbe quasi mai svolto alcuna attività lavorativa reale mediante i lavoratori dichiarati, limitandosi solo a presentare all’Inps documenti con cui richiedere la liquidazione delle indennità.

Complessivamente sono 311 le persone denunciate all’autorità giudiziaria per i reati di falso, truffa, illecita somministrazione di manodopera ed omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi obbligatorie per legge.

 

Truffa all'Inps: scoperti oltre 900 braccianti agricoli, segnalate 33 aziende

Ancora falsi braccianti agricoli sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri che, nel corso di un’attività di controllo, hanno segnalato all’Agenzia delle entrate 33 aziende agricole (ubicate, in via principale, nei comuni di Platì, San Luca, Africo, Casignana, Careri) per il recupero a tassazione di oltre 5,6 milioni di euro quali proventi illecitamente ottenuti da 923 lavoratori “fantasma” (molti dei quali con precedenti penali ed uno, addirittura, latitante) a titolo di indennità assistenziali e previdenziali (disoccupazione, maternità e malattia) erogati dall’Inps.

L'operazione rappresenta un'approfondimento, dal punto di vista fiscale, delle indagini che, nel luglio scorso, avevano portato al deferimento alla Procura della Repubblica di Locri dei titolari di aziende agricole e di falsi braccianti resisi responsabili del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

In particolare, le attività d’indagine avevano portato alla luce una serie di criticità riconducibili al reale fabbisogno di lavoratori in relazione ai terreni da coltivare, spesso ubicati in località impervie e non raggiungibili con i normali mezzi di trasporto; alle contrastanti dichiarazioni rese dai lavoratori in ordine ai periodi di lavoro ed al tipo di colture praticate, nonché l’assoluta antieconomicità dell’attività d’impresa formalmente esercitata.

Le fiamme gialle avevo, inoltre, scoperto che alcuni degli indagati possedevano immobili di valore (ville e appartamenti di pregio) e auto di lusso (in un caso una Ferrari 360 Modena).

 

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Maxi truffa ai danni dell'Inps e dell'Ue, denunciate oltre 300 persone

I carabinieri della Compagnia di Locri hanno denunciato in stato di libertà 305 persone, ritenute responsabili a vario titolo di concorso in falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata e continuata e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

I militari hanno passato al setaccio le attività degli ultimi 4 anni di 15 imprese, 12 agricole e 3 domestiche, alcune delle quali di fatto non esistenti, cui facevano capo, complessivamente, oltre 300 persone in qualità di dipendenti.

Dal confronto fra documenti e dichiarazioni rilasciate dai presunti lavoratori, sono emerse numerose incongruenze che evidenziano come tutti i rapporti di lavoro siano stati denunciati al fine di far percepire indebite prestazioni assistenziali o previdenziali erogate dall’Inps ed ottenere finanziamenti europei, con un danno erariale di oltre 1 milione di euro.

Questo, infatti, lo scenario ricostruito dai carabinieri dopo oltre un anno di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Locri: agricoltori che non conoscono l’ubicazione o la conformazione di terreni sui cui avrebbero lavorato per anni, lavoratori che attestano l’impiego in allevamenti di fatto privi di bestiame, operai alle dipendenze di datori di lavoro e con colleghi di cui non ricordano i nomi, assenza di documentazione sulle attività imprenditoriali delle aziende e terreni incolti che sulla carta risultano floridi vigneti e uliveti.

Fra gli iscritti nel registro degli indagati figurano, anche, diversi pregiudicati, alcuni dei quali ritenuti soggetti di spicco di alcune importanti ‘ndrine che operano nella locride.

Gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi investigativi, finalizzati a verificare il grado di condizionamento esercitato dalla criminalità organizzata.

L’operazione rappresenta la naturale prosecuzione di quella già definita lo scorso ottobre che ha portato, in quell’occasione, alla denuncia di oltre 1400 persone.

 

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Scoperti 600 falsi braccianti agricoli, frode all'Inps da 4 milioni di euro

Al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine, i finanzieri del Gruppo di Locri hanno scoperto una truffa aggravata compiuta ai danni dell’Inps, da 23 aziende agricole della Locride, che avrebbero assunto fittiziamente 600 dipendenti.

Complessivamente, il danno arrecato alle casse dell'istituto previdenziale è stato quantificato in oltre 4 milioni di euro.

In particolare, le imprese avrebbero presentato all’ente previdenziale falsi contratti d'affitto o di comodato di terrenti riconducibili anche a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai al fine di consentire l’indebita prercezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucelo familiare e maternità.

Le oltre 100 mila false giornate lavorative sarebbero costate alle casse dello Stato oltre 4 milioni di euro.

Nel corso delle attività, i militari hanno scoperto, inoltre, che alcuni braccianti, nonostante il basso reddito dichiarato al fisco, possedevano beni di lusso ed immobili di valore.

Al termine delle indagini, quindi, i 600 finti lavoratori sono stati denunciati per truffa.

Agli imprenditori, oltre alla truffa, sono stati contestati i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

 

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Truffa all'Inps, denunciati 133 falsi braccianti

La guardia di finanza della Compagnia di Castrovillari (CS), a conclusione di un’articolata e complessa attività d'indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps, perpetrata da una società cooperativa con sede nella ciità del Pollino, mediante 133 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello Stato per circa 550 mila euro.

La cooperativa agricola avrebbe presentato all’ente previdenziale falsi contratti di comodato e/o locazione di terreni riconducibili a persone completamente estranee, nonché, di fatto, fasulle denunce aziendali e trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di braccianti agricoli, al fine di consentire l’indebita riscossione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità.

Nel corso delle indagini, svolte anche con la collaborazione degli uffici Inps di Cosenza e Castrovillari, i finanzieri hanno acquisito informazioni anche dalle personee indicate dal responsabile dell‘impresa al centro delle indagini, riscontrando la mancata conoscenza delle false dichiarazioni inoltrate all'ente previdenziale e dei contratti fasulli redatti.

Dall'analisi dei documenti sarebbero emerse false dichiarazioni e comunicazioni inoltrate all’Inps dal sedicente datore di lavoro  per 21 mila giornate agricole mai effettuate, sulla base delle quali, i braccianti avrebbero richiesto ed ottenuto la corresponsione delle indennità.

Il rappresentante legale della società cooperativa ed i 133 falsi braccianti agricoli dovranno rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato.

 

Truffa ai danni dell'Inps, denunciati 210 falsi braccianti agricoli

La guardia di finanza di Corigliano Calabro, al termine di un’articolata e complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps, perpetrata da una ditta individuale e da una società cooperativa mediante 210 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello Stato per oltre 350mila euro.

L’impresa avrebbe presentato all’ente previdenziale falsi contratti di affitto di terreni riconducibili a persone ignare, completamente estranee alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali, attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità.

Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni dai proprietari dei terreni estranei alla truffa e attraverso l’analisi documentale, sono state ricostruite le false dichiarazioni e comunicazioni all’Inps del falso datore di lavoro.

Oltre 18mila giornate lavorative mai effettuate e comunicate, che hanno fittiziamente generato falsi costi di personale per circa 1 milione di euro e nessun ricavo.

Constatata, inoltre, l’indebita percezione di circa 12mila euro, a vantaggio del falso datore di lavoro, quali contributi pubblici erogati dall’Arcea (l’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura), finalizzati al sostegno dei redditi delle aziende agricole.

Al termine delle indagini, il rappresentante legale dell’impresa e della società cooperativa è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per truffa aggravata ai danni dell’Ente previdenziale e dell’Arcea, nonché per falso, mentre, i 210 falsi braccianti, sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro. 

Falso e truffa, deferite 8 persone

Otto persone sono state deferite in stato di libertà, perché ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di falsità ideologica e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, truffa ai danni dello Stato e false attestazioni e certificazioni in servizio.

Le denunce rappresentano l'epilogo di un’indagine condotta dai militari della Stazione di San Martino di Taurianova, con il coordinamento dalla Procura Ordinaria presso il Tribunale di Palmi.

Nel corso dell’attività investigativa, i militari avrebbero fatto luce su una serie di condotte illecite finalizzate ad ottenere elargizioni pubbliche nell’ambito previdenziale e assistenziale.

L’indagine è scaturita in seguito ad un accertamento, nel corso del quale era emersa l’assunzione fittizia di una 45enne taurianovese, da parte di un’azienda agricola.

In particolare, il titolare della ditta, un 40enne di Rizziconi, avrebbe attestato un inesistente rapporto di lavoro dipendente, al fine di far ottenere alla donna  illeciti compensi previdenziali e assistenziali. La 45enne, infatti, senza mai svolgere alcun lavoro agricolo, avrebbe ottenuto cospicue indennità di disoccupazione per malattia e maternità, nonché altre prestazioni sociali.

Coinvolti, inoltre, il cognato della donna, un rizziconese di 40 anni ed un medico dell’ospedale di Polistena, il quale, al fine di giustificare le assenze per malattie della finta bracciante, ne avrebbe falsamente attestato l’ingresso al pronto soccorso, diagnosticando, peraltro, patologie inesistenti. L’intervento del medico sarebbe stato richiesto, anche, quando la donna non veniva trovata a casa durante le visite fiscali disposte nei periodi di assenza per malattia.

Grazie al rapporto di lavoro fittizio, la donna avrebbe percepito dall’Inps, indennità previdenziali e assistenziali per oltre 27 mila euro.

Nella rete investigativa sono finiti, anche, un avvocato del foro di Palmi, un impiegato della Federazione nazionale agricoltura di Laureana di Borrello e un medico di famiglia, i quali, grazie a connivenze e conoscenze, avrebbero falsamente attestato visite mediche e patologie al fine di istruire favorevolmente istanze di riconoscimento di pensioni di invalidità.  

Altri due medici dell’ospedale di Polistena, dovranno, invece, rispondere in concorso di truffa aggravata e falsa attestazione in servizio, perché accusati di aver falsamento attestato la loro presenza in servizio.

I due, in accordo tra loro, attraverso una fraudolenta timbratura del badge, avrebbero nascosto la loro ingiustificata assenza dal lavoro, inducendo in errore l’amministrazione nel pagamento della loro retribuzione.

Vivono in Argentina, ma percepiscono la pensione italiana. Coniugi "vibonesi" denunciati per truffa

Percepivano indebitamente assegni sociali erogati dall’Inps, ma erano stabilmente residenti in Argentina.

Per questo motivo, due coniugi originari del vibonese sono stati denunciati dai finanzieri della tenenza di Tropea nell’ambito dei servizi a tutela della spesa pubblica nazionale e di contrasto alle frodi agli enti previdenziali ed assistenziali.

Le investigazioni hanno permesso ai militari di accertare che i due, stabilmente residenti in Argentina dove, tra l’altro, si sono sposati oltre cinquant’anni fa, hanno richiesto all’Inps l’erogazione della pensione d’anzianità, attestando falsamente di essere residenti in provincia di Vibo Valentia.

Dalle indagini svolte dai finanzieri è, infatti, emerso che i due coniugi, lungi dall’essere effettivamente residenti in Italia, vi hanno fatto ritorno solo sporadicamente, permanendo sul territorio nazionale per brevi periodi di tempo e che, quindi, non erano in possesso dei requisiti previsti dalla legge per l’erogazione del beneficio, tra i quali è indispensabile la residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale.

 I due coniugi, pertanto, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, per avere indebitamente percepito, a decorrere dal 2006, la somma complessiva di circa 120 mila euro erogata dall’Inps a titolo di assegno sociale.

 Contestualmente sono state avviate le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite.

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