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Protesta dipendenti Provincia: una donna fermata mentre tentava il suicidio

Non accenna a diminuire il livello di preoccupazione che tormenta i dipendenti della Provincia di Vibo Valentia. Le manifestazioni di protesta a cui stanno dando vita in questi giorni hanno rischiato stamane di trasformarsi in tragedia: una lavoratrice, infatti, ha raggiunto l'apice della sopportazione ed espresso il desiderio di lanciarsi dal tetto del palazzo sede dell'ente. Ad evitare che il gesto si concretizzasse è stata un'addetta della Provincia che, con l'aiuto di altre persone, l'ha bloccata appena in tempo. I Vigili del Fuoco si sono poi adoperati per riportarla a terra ed affidarla alle cure dei medici. Gli animi si erano surriscaldati già nella giornata di martedì quando, all'epilogo di una riunione cui hanno partecipato i dipendenti, è stato deciso di occupare l'edificio e salire sul tetto per rivendicare pubblicamente il diritto di ricevere le mensilità non ancora erogate. Una condizione che arreca oggettivi disagi al personale impossibilitato a fare fronte alle spese quotidiane. 

Caso Provincia, Papillo chiede le dimissioni di Niglia e consiglieri

"Purtroppo quello che temevamo nei mesi scorsi sta drammaticamente prendendo corpo". Lo dichiara in una nota Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne ed ex consigliere della Provincia di Vibo Valentia. "Sapevamo, e lo sappiamo ancora, che la situazione è ingestibile - sostine Papillo - e che questo stato di cose avrebbe alimentato una disperazione che avrebbe presto potuto portare a gesti estremi. Come la tragedia della dipendente sfiorata ieri mattina ed i tanti suoi colleghi che, in balia di una situazione economico – familiare estrema, stanno avvertendo giornalmente dei malori. In questo marasma che ormai è esploso in tutta la sua forza invito il presidente, Andrea Niglia, ed i consiglieri a seguire il gesto che abbiamo compiuto nelle settimane scorse il sottoscritto e Franco Barbalace e dimettersi in massa, dando così quel famoso segnale forte che noi tutti ci eravamo imposti nei mesi passati, qualora dall’immane impegno profuso non fossero derivati risultati apprezzabili. Un segnale che dimostri rispondenza tra la parola data ed i fatti realmente compiuti. Che dimostri vicinanza ad un corpo impiegatizio che si trova oramai allo stremo. Un segnale verso tutto il territorio provinciale, che versa in uno stato di pietoso abbandono mai conosciuto dalla breve storia di questo ente ne’ da quella della provincia di Catanzaro da cui esso deriva. Ha bisogno, il territorio, di manutenzione urgente. I cittadini hanno bisogno di strade sicure, su cui non dover rischiare la vita ad ogni passo. Un segnale forte e chiaro, infine, alle istituzioni superiori, ed al governo centrale in particolare, che sta continuando a fare orecchie da mercante nei confronti di un contesto al collasso, verso il quale è necessario ed urgente un provvedimento straordinario che porti, nel breve termine, a dimostrare un segno di attenzione che dia sollievo a tante famiglie e, nel lungo termine, a rivedere una normativa sugli enti locali che sta dimostrando con palese evidenza la sua inadeguatezza ed i suoi catastrofici risvolti su un territorio, nel nostro caso quello della provincia di Vibo, che difficilmente riuscirà a riprendersi e ritornare ai livelli pre crisi". "È lampante - a parere del sindaco di Gerocarne - che non ha più nessun senso seguitare in questo viaggio inconcludente e che molto più saggio sarebbe dimostrare, attraverso le dimissioni, il forte disappunto verso una mancanza di considerazione che non è più tollerabile e che se ieri, per miracolo, non ha portato a conseguenze di cui doversi amaramente pentire, lo potrebbe fare da un momento all’altro".

 

L’ira dei dipendenti della Provincia: “Senza stipendio da 5 mesi”

Cominciano a farsi prendere dalla disperazione, dopo aver imparato a convivere con il nervosismo. Perché la situazione diventa sempre più preoccupante: ormai la voce “più” sul conto corrente non si vede da tempo, mentre quella “meno” si ripresenta con una cadenza regolare e la precisione di un orologio svizzero. “Molti di noi – spiega un gruppo di dipendenti della Provincia di Vibo Valentia – vivono in famiglie monoreddito che vanno avanti con quello che è il nostro stipendio. Purtroppo da 5 mesi non percepiamo nulla, ma le bollette e le rate dei mutui le dobbiamo pagare”. È un grido di dolore, perché non ce la fanno più e non intravedono “segnali confortanti”. “A dare maggiore amarezza - dicono - è l’assenza della politica, che sembra essersi dimenticata di noi, che non ci sostiene, che non ci esprime concretamente solidarietà, che non si batte per darci un aiuto”. Le difficoltà si toccano con mano, visto che la quotidianità è fatta di esigenze, talvolta non rinviabili, che riguardano anche figli che non riescono a subire continue privazioni. Va detto che le condizioni attuali prendono origine, oltre che da questo momento storico condizionato da carenze finanziarie a livello globale, da una gestione condotta per anni sotto la spinta di logiche clientelari, mirate a raccogliere l’estemporaneo consenso e non certo ad attuare una programmazione lungimirante e orientata allo sviluppo armonico del territorio. E ora i problemi scoppiano contemporaneamente, con margini di manovra ridotti al lumicino e tagli, spesso obbligati, che incidono in maniera drastica sulla qualità della vita. Gli sprechi di ieri si ripercuotono sulla società di oggi, che questo enorme peso non riesce a reggerlo. E a subire gli effetti nefasti sono soprattutto lavoratori e cittadini, che nelle prospettive di questo angolo di Calabria non ci credono più.

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Sanzione milionaria per la Provincia di Vibo Valentia

Sembra una situazione kafkiana. Si attendevano le tanto decantate misure straordinarie ed invece, per la Provincia di Vibo Valentia è arrivata l’ennesima mazzata. In molti, soprattutto i dipendenti senza stipendio da mesi, aspettavano dal Governo centrale un provvedimento che avrebbe dovuto comportare il trasferimento di risorse finanziare. Ma non solo ll'Ente non ha ricevuto un euro, ma dovrà addirittura pagare. Nello specifico, l'istituzione presieduta da Andrea Niglia dovrà corrispondere una sanzione che supera il milione di euro. A stabilirlo il Decreto del 23 marzo scorso, con il quale, il Ministero dell’interno, ha stabilito che: “la provincia di Vibo Valentia è assoggettata ad una sanzione, per inadempienza del patto di stabilità relativo all’anno 2010, per l’importo di Euro 1.163.328,15, determinato in misura non superiore al 3 per cento delle entrate correnti registrate nel certificato al conto consuntivo 2009, per accertamento successivo della violazione del patto di stabilità interno relativo all’anno 2010”. Alla sanzione corrisponderà, quindi, la riduzione delle risorse spettanti per il 2015 a “titolo di fondo sperimentale di riequilibrio”. La decurtazione dei trasferimenti sarà “riportata fra i dati delle assegnazioni finanziarie 2015 che verranno divulgate sulle pagine del sito internet della Direzione centrale della finanza locale” del Ministero dell’interno. Con il provvedimento, sembrano, quindi sfumare le speranza di  riuscire ad arginare la difficile situazione nella quale, ormai, da anni si dibatte l’Ente; tanto più che al posto delle risorse dovute per gli anni precedenti, il Ministero ha provveduto a mandare un regalo del quale nessuno sentiva la necessità. In altre parole, il medico che avrebbe dovuto somministrare il salvifico medicinale ha optato per l’eutanasia. La sanzione con la quale, di fatto, il fondo spettante alla Provincia di Vibo Valentia viene quasi dimezzato, rischia, infatti, di segnare il definitivo de profundis di un Ente, nella cui gestione la politica ha sempre offerto il peggio di sé.

Il link dal quale è possibile prendere visione del Decreto: http://finanzalocale.interno.it/circ/dec6-15.html

Situazione Provincia di Vibo Valentia, la vicinanza del Presidente dell’UPI Calabria, Enzo Bruno

“La drammatica situazione economica e sociale in cui versa tutto il Vibonese impone provvedimenti, concreti e immediati da parte del Governo nazionale. Siamo vicini al presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, ai lavoratori dell’Ente intermedio e a quanti vivono momenti di difficoltà a causa di precarie condizioni occupazionali”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, presidente dell’Upi Calabria, Enzo Bruno, in seguito all’appello del presidente Niglia che la prossima settimana incontrerà il sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci per affrontare la situazione che apre di fatto, a livello nazionale, il “Caso Vibo”. “Nel territorio di Vibo” afferma ancora il presidente Bruno “sono a rischio circa mille posti di lavoro: in bilico non solo i dipendenti della Provincia ma tante realtà imprenditoriali che chiudono i battenti a causa di una crisi economica che non accenna a diminuire, lasciando per strada padri di famiglia. Il rischio è quello di consegnare di fatto questa realtà territoriale nelle mani della criminalità organizzata. Auspichiamo, quindi, che l’incontro romano sia risolutivo e che si arrivi ad un provvedimento atto a garantire le risorse necessarie a normalizzare la situazione, riprendere l’assolvimento dei servizi pubblici essenziali e dare ossigeno alle imprese del territorio”.

Provincia, la sfida di Di Bella: “Restituiamo le chiavi dei municipi a Renzi”

Non ci sono solo espressioni di solidarietà nei confronti dei dipendenti della provincia di Vibo Valentia che da diversi giorni sono in presidio permanente in piazza Municipio a causa del mancato pagamento degli stipendi. Ci sono idee agguerrite perché il clima sta diventando rovente. La situazione è praticamente imbarazzante perché vede l’Ente Provincia guidato dal presidente Andrea Niglia paralizzato nelle attività. Una situazione che di certo non viene sottovalutata, soprattutto da sindacati e amministratori pubblici, che in diversi modi continuano a manifestare la loro vicinanza ai lavoratori e a pensare alle ipotetiche soluzioni. Tra questi c’è anche il vicesindaco di Dinami Antonino Di Bella il quale esprime preoccupazione per una “situazione che vede importanti ditte della nostra provincia al collasso e altre che di recente sono fallite”  e pertanto si augura che “la disperata situazione che stanno vivendo padri e madri di famiglia non porti a estremi gesti così come si è verificato nei giorni scorsi a Lamezia Terme, dove una esosa cartella di Equitalia ha indotto un imprenditore a togliersi la vita”. La complicata vicenda della provincia di Vibo continua in un certo senso a bloccare anche i comuni per via della stazione unica appaltante e, infatti, secondo quanto afferma Di Bella “la paralisi dell’Ente non ci permette di mandare in appalto alcuni interventi importanti per la nostra comunità rallentando così anche l’economia di per sé già crollata. Così facendo – prosegue – rischiamo di perdere anche i pochi finanziamenti già stanziati ai comuni come quelli inerenti i Piar 2007-2013”. Di Bella punta poi il dito contro i consiglieri regionali e i deputati calabresi “che in questa vicenda risultano completamente assenti”. Di conseguenza propone ai sindaci del vibonese di “organizzare dei pullman nei propri comuni per andare a manifestare davanti Montecitorio e chiedere espressamente ai nostri parlamentari, e in particolare a Renzi, di dirci quale progetto ha per Vibo Valentia”. Il vicesindaco di Dinami, inoltre, qualora non venissero date delle risposte esaustive in merito alla problematica, propone che di “consegnare al presidente del Consiglio Renzi non solo le fasce tricolore ma anche le chiavi dei nostri palazzi municipali”. Di Bella fa appello persino alle massime autorità di governo e in particolare “a sua eccellenza il prefetto Giovanni Bruno, al presidente della regione Calabria Mario Oliverio e al nostro neopresidente della Repubblica Sergio Mattarella affinchè intervengano con tempestività, prima che sia troppo tardi, per la risoluzione di questa triste situazione”. Il numero 2 dell’esecutivo di Dinami  conclude il suo intervento riprendendo le parole dell’arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano e spera in “una stagione in cui rinasca il desiderio di essere cittadini, di capire il valore dell'impegno sociale, di riscoprire la bellezza di lottare per la costruzione di un clima di libertà della polis in cui i diritti di ciascuno siano riconosciuti e i doveri siano assunti da ognuno con responsabilità”.

Dipendenti Provincia di Vibo, Scaturchio: "Risvolti preoccupanti"

“La vertenza che vede coinvolto il personale della provincia di Vibo Valentia assume risvolti preoccupanti. Siamo alla quarta mensilità non percepita”. Ad affermarlo è il consigliere provinciale Raffaele Scaturchio che spiega come “oltre allo sconforto, serpeggia tra i dipendenti la paura di un futuro sempre più incerto”. “Diventa difficile in momenti come questo – aggiunge Scaturchio - trovare le parole adeguate a testimoniare il sentimento di vicinanza e condivisione che si materializza in noi amministratori. Stamattina, insieme al presidente Niglia ed al vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Monsignor Luigi Renzo, ho visitato il presidio permanente in piazza Municipio. Senza tanti giri di parole è tempo di amplificare il grido di dolore delle tante famiglie in difficoltà di questa martoriata provincia vibonese. È tempo di scrivere nell'agenda politica regionale e nazionale l'emergenza Vibo”. La situazione è dunque complicata e Scaturchio pensa di proporre alla “conferenza dei sindaci di calendarizzare incontri e programmare azioni e comportamenti istituzionali che possano  aiutare il percorso auspicato, quali quello di radunare tutti i sindaci dei 50 Comuni della Provincia per deporre la fascia tricolore come gesto simbolico di solidarietà nei confronti dei dipendenti. Il mio intento – conclude Scaturchio - è quello dell'amministrazione provinciale non è solo quello di prestare attenzione ai dipendenti del nostro ente, ma a tutti coloro i quali ad oggi stanno attraversando le stesse difficoltà (Gam & Oil S.p.A, Infocontact, ex Marenostro, Pescatori di Nicotera)”.

Intimidazione di Stefanaconi, Niglia: "Intervenga Alfano"

"Siamo stanchi di esprimere vicinanza e solidarietà". Questo l'incipit di una nota diramata dal presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, dopo l'atto intimidatorio, compiuto la scorsa notte, ai danni del sindaco di Stefanaconi Salvatore Di Sì. Un intervento vibrante, quello del capo dell'esecutivo vibonese che arriva a chiedere l'intervento del ministro dell'interno, Angelino Alfano. "Quello che, oramai, si alza da questo territorio - continua la nota del presidente Niglia - è un vero e proprio grido di dolore. Lo Stato deve prendere provvedimenti forti e immediati a tutela del territorio Vibonese. La Provincia di Vibo Valentia non può essere abbandonata a se stessa. Il tessuto sociale ed economico si sta completamente disgregando. Per tali motivi - ha evidenziato Niglia - invito il ministro dell'Interno Angelino Alfano a recarsi immediatamente a Vibo Valentia ed a prendere, quindi, provvedimenti forti e incisivi a tutela del territorio. Come mi è capitato più volte di dichiarare in passato - ha aggiunto Andrea Niglia - l'escalation delinquenziale degli ultimi anni, spiega quanto diventi inderogabile ed urgente l'opportunità di meglio garantire la sicurezza di amministratori, cittadini, imprenditori e di quanti, per la loro peculiare attività, sono esposti al rischio attentato. In virtù di queste considerazioni il  Vibonese avverte forte l'utilità di stimolare ulteriormente l'attenzione del governo centrale per la tutela della sicurezza in questo territorio. Le solidarietà nelle più diverse e significative espressioni, le fiaccolate ed i gesti di vicinanza ai malcapitati cittadini non bastano più. Occorre andare oltre, e lo ribadisco - conclude Niglia - lo Stato, stavolta, deve agire immediatamente facendo sentire in maniera forte e concreta la propria presenza in Provincia di Vibo Valentia".

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