Serra: gli ex amministratori prendono posizione contro l'esclusione dell'ospedale "San Bruno" dal piano d'emergenza

“La scelta di escludere l’ospedale di Serra San Bruno dal Piano di emergenza che prevede l’attivazione di 400 posti di terapia intensiva e subintensiva rappresenta un fatto grave al quale bisogna opporsi con decisione”.

Gli ex amministratori Luigi Tassone, Jlenia Tucci, Francesco Zaffino, Francesco De Caria, Adele La Rizza, Maria Rosaria Franzè, Gina Figliuzzi e Antonio Gallè prendono posizione e si schierano contro la ripartizione dei posti stabiliti per far fronte all’emergenza Coronavirus.

“I vertici della Regione ed il commissario dell’Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano – sostengono i componenti dell’ex maggioranza – dovrebbero sapere che il ‘San Bruno’ è dotato di sale operatorie a norma che potrebbero ospitare posti di terapia intensiva. Non si comprende come, proprio un presidio che costituisce un baluardo per la salute della popolazione delle zone interne e quindi disagiate, possa essere estromesso dal Piano. Considerando anche lo stato della viabilità, i residenti delle Serre e delle Preserre si trovano allo stato completamente sguarniti da ogni forma di tutela in un momento delicatissimo”.

“Se a questo – affermano gli amministratori – si aggiungono gli ordini di servizio incautamente formulati per spostare personale amministrativo dall’ospedale di Serra e dipendenti che garantiscono il funzionamento dei servizi assistenziali e territoriali verso Vibo Valentia, si può ben capire l’enorme ingiustizia che sta per essere compiuta a danno di un territorio già di per sé debole. Chiediamo pertanto – ribadiscono gli ex amministratori – che il provvedimento sia rivisto immediatamente e che le zone montane del Vibonese siano adeguatamente protette da questo pericolo”.


Malore per una dottoressa al pronto soccorso di Serra, Tassone: “Chi è in prima linea va tutelato”


“Chi è in prima linea nel campo della tutela della salute, soprattutto in momenti storici particolarmente delicati quali quello attuale, deve avvertire tutta la vicinanza delle Istituzioni e della comunità, perché è grazie a chi compie una vera e propria missione che diritti fondamentali vengono preservati”.

Il sindaco Luigi Tassone esprime il suo sostegno alla dottoressa Maria Domenica Schiavello, costretta a massacranti turni successivi in Pronto Soccorso che hanno probabilmente causato il malore con conseguente sospensione del servizio, e ribadisce l’esigenza di effettuare investimenti per rafforzare i presidi di salvaguardia della salute.

“Questo caso - sottolinea Tassone – è l’emblema dei disagi che scaturiscono da una sanità colpita dal Piano di rientro e che, come altri settori rilevanti della vita collettiva, ha bisogno di un recupero di credibilità che deve passare necessariamente dalla disponibilità di personale e delle strumentazioni, ma anche da un rinnovato senso di responsabilità di tutti coloro che sono componenti del sistema”.

“Ringrazio – conclude il primo cittadino – i medici e gli operatori sanitari per la professionalità che ogni giorno dimostrano e confermo che l’Amministrazione comunale si batterà con tutti i mezzi legali a disposizione per far sì che alle Serre sia data la giusta attenzione

Ospedale di Serra, Tassone: “Dalla prossima settimana ci sarà la seconda ambulanza”

"Dalla prossima settimana, l’ospedale di Serra San Bruno sarà dotato della seconda ambulanza, debitamente equipaggiata, che consentirà di colmare una lacuna per la cui cancellazione ci siamo battuti sempre con costanza e determinazione”.

Il sindaco Luigi Tassone ringrazia il direttore generale reggente dell’Asp di Vibo Valentia Elisabetta Tripodi per aver “mantenuto gli impegni presi” e sottolinea l’importanza della disponibilità della seconda ambulanza per l’intero comprensorio, precisando che “l’attenzione rimarrà elevata”.

“Non abbiamo mai arretrato di un millimetro – sostiene Tassone – rispetto alla nostra legittima richiesta. La seconda ambulanza è assolutamente indispensabile in un territorio come il nostro che ha bisogno di un baluardo certo di tutela della salute. I diversi episodi che si sono verificati hanno messo ulteriormente in luce una carenza che non potevamo sopportare e che finalmente non ci sarà più”.

Quanto alla più generale situazione del “San Bruno”, Tassone afferma che con “i lavori per i reparti di Riabilitazione e Lungodegenza potrà essere fornita una prima risposta rispetto alle richieste di implementazione sanitaria” e aggiunge che comunque “terremo sempre alta la guardia per assicurare alla nostra comunità il rispetto del fondamentale diritto di salvaguardia della salute”.

“Anche se la strada è ancora lunga – conclude Tassone – registriamo primi segnali positivi, che, se accompagnati da azioni concrete in termini di nuovi servizi, potranno consentire il recupero della fiducia degli utenti”.

Serra, ospedale:"Ictus scambiato per allergia", la denuncia di un 55enne

“Un Ictus scambiato per un'allergia”.

È quanto sarebbe accaduto all’ospedale di Serra San Bruno il 13 maggio scorso.

La notizia si è appresa solo ora, in seguito alla denuncia, presentata tramite l'avvocato Vincenzo Albanese, con la quale il protagonista della vicenda, un serrese di 55 anni, ha querelato un medico del pronto soccorso.

Nella ricostruzione, fatta davanti ai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, l'uomo afferma di aver avvertito “una palese deformazione con un vistoso rigonfiamento della guancia sinistra”, ed intorno alle 18, si sarebbe recato in pronto soccorso, dove gli sarebbero state somministrate “tre flebo di cortisone”, senza essere sottoposto “ad alcun accertamento medico-sanitario ed in particolare a nessun esame del sangue e nessun esame strumentale”.

Addirittura, l'esame tramite Tac, sarebbe stato eseguito, intorno a mezzanotte, solo in seguito alle ripetute richieste del paziente e dei suoi familiari.

Dall’esame diagnostico, sarebbe emerso “un ictus in atto”, con conseguente immediato trasferimento a Vibo Valentia, dove, prosegue il 55enne “venivo immediatamente ricoverato presso il Reparto di Terapia semi-intensiva dove sono stato ricoverato per circa 3 giorni. Seguirono poi 13 giorni di ricovero presso il Reparto di Neurologia. In questo periodo sono stato sottoposto a trattamenti farmacologici e riabilitativi presso il Reparto di Terapia semi-intensiva e successivamente Neurologia presso l’ospedale di Vibo Valentia ed in data 28 maggio 2019 venivo dimesso”.

Nel sostenere le ragioni del suo assistito, l’avvocato Albanese spiega: “non posso che essere fiducioso sul conseguimento del fine giustizia attraverso il certosino lavoro degli organi inquirenti, in particolare, il Comando dei Carabinieri di Serra San Bruno, deputato a dimostrare se, nel caso di specie, la situazione di emergenza-urgenza rispetto al paziente S.F. sia stata sapientemente, diligentemente e, soprattutto, tempestivamente gestita da parte degli operatori in Servizio presso il Pronto Soccorso dell’ospedale ‘San Bruno’ al momento dell’episodio contestato, in base alla gravità della situazione clinica e in base a quali erano i parametri vitali e le manifestazioni macroscopiche della patologia. Sono altresì fiducioso che, in uno stato di diritto, ‘chi sbaglia paga’ non potendo essere ammesso un concetto di errore come causa di esclusione della colpevolezza tanto grande da poter confondere una allergia con un ictus”.

Nas all'ospedale di Serra San Bruno, il commento del Codacons

"Prendiamo atto, con soddisfazione, degli accertamenti in corso presso l’ospedale di Serra San Bruno da parte dei Nas dei Carabinieri. Ispezione che avevamo chiesto fin da subito e che confidiamo venga estesa a tutti le strutture ospedaliere Calabresi. Riteniamo sia un atto dovuto, alla luce dei dati forniti dal Ministero della Salute – si legge in una nota diffusa dal Codacons – dai quali emerge come la Regione Calabria non riesca a garantire un livello dignitoso di servizi sanitari, “con criticità ascrivibili in particolare ai servizi offerti agli anziani ed ai disabili”.


"Sollecitiamo i  Nas- prosegue la nota - a verificare l’impiego delle risorse messe a disposizione delle strutture per una corretta erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
Il tutto nel rispetto dei principi di dignità della persona, dell’appropriatezza delle cure riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economia nell’impiego dei fondi pubblici".

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Mancano i medici, chiude il reparto di ortopedia. La denuncia di Azione identitaria

Riceviamo e pubblichiamo

"Dopo la mancanza dell’anestesista che ha ritardato un intervento ortopedico su una paziente anziana, dopo le ingessature fatte col cartone (nonostante le ridicole smentite) adesso addirittura si chiude un reparto per mancanza di medici: è questa la situazione della Sanità in Calabria.

Oggi tocca a Locri, dove il reparto di ortopedia è stato chiuso in data 10 agosto per mancanza di medici (la notizia è stata resa pubblica dallo stesso sindaco della cittadina).

A distanza di un anno noi di Azione Identitaria ci ritroviamo a parlare del nosocomio locrese che ogni estate è costretto a salire agli onori della cronaca per le scelte scellerate compiute dai dirigenti (l’estate 2017 era a rischio chiusura il reparto di dialisi che, anche grazie alla nostra protesta, fu poi sventata).

E’ dunque chiaro che la sanità calabrese è sotto scacco e ne sono prova e conferma i continui e vergognosi episodi che confermano la nostra regione come insicura ed inaffidabile quando si tratta di rispettare il diritto alla salute.

Pleonastico affermare l’inammissibilità di tali provvedimenti e superfluo, ma doveroso, puntare per l’ennesima volta il dito contro la politica calabrese che si riconferma sempre di piu’ incapace e succube di scelte calate dall’alto che hanno come solo fine quello di continuare a penalizzare la nostra regione.

Noi rigettiamo a priori e con cognizione di causa qualsiasi tipo di giustificazione possa essere addotta per questa ulteriore mortificazione sia da parte del Governatore Oliverio che da parte del commissario ad acta Massimo Scura, poiché entrambi hanno ampiamente e costantemente dimostrato di essere avulsi dalla vita reale e ben lontani dai veri e prioritari problemi della Calabria.

Come Azione identitaria non resteremo a guardare questo ennesimo scempio, ma annunciamo battaglia affinchè venga garantito il rispetto del diritto alla salute dei calabresi e lo faremo, presidiando e denunciando i paradossi regionali, presso le strutture ospedaliere calabresi".

Azione identitaria Calabria

Serra, De Caria (Fi) esprime preoccupazione per la chiusura del punto di cottura dell’ospedale

"La notizia della chiusura del punto cottura dell’ospedale di Serra San Bruno, che secondo quanto affermato dal direttore del dipartimento Prevenzione dell’Asp di Vibo Cesare Pasqua sarebbe da intendersi come definitiva, rappresenta motivo di seria riflessione e preoccupazione".

E' quanto afferma in una nota, il coordinatore cittadino di Forza Italia Serra San Bruno, Francesco De Caria.

"È chiaramente necessario garantire elevati standard di qualità nell’erogazione dei pasti agli ammalati ed i controlli in tal senso - aggiunge De Caria - costituiscono iniziative senz’altro positive, ma privare in maniera irreversibile il nostro ospedale di questo servizio può tradursi in un nuovo momento decisivo del processo di ridimensionamento. Nell’attesa che venga chiarito ogni aspetto di questa vicenda, auspichiamo come Forza Italia che l’Asp adotti decisi provvedimenti correttivi senza però incidere sulle speranze degli abitanti del comprensorio di riavere un ospedale degno di tale nome. Chiediamo al sindaco la massima vigilanza sulla questione ed ogni azione utile a difendere il diritto alla salute. Noi siamo pronti a fare la nostra parte promuovendo iniziative popolari e partecipando a tutte le attività che possono servire a far sentire la voce del popolo. Invochiamo una svolta netta in grado di rivoluzionare l’organizzazione della sanità che - conclude la nota - sin dai tempi del governatore Loiero, ha conosciuto solo involuzioni e privazioni per gli utenti".

Serra, il sindaco Tassone chiede la riapertura del punto cottura dell’ospedale "San Bruno"

«Stamattina ho appreso con preoccupazione la notizia relativa alla chiusura del punto cottura all’ospedale “San Bruno” e ho subito contattato telefonicamente sia il direttore sanitario aziendale, Michelangelo Miceli, che quello del nosocomio cittadino, Livia Barberio, ai quali ho chiesto esplicitamente di farmi sapere in tempi brevi le misure che intendono adottare per ripristinare questo importantissimo servizio».

Ad affermarlo, in un comunicato, è il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone.

«Il nostro nosocomio - prosegue il primo cittadino – non può nella maniera più assoluta essere privato anche del punto cottura, per questo ho deciso di mettermi immediatamente in contatto con i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale vibonese. Ho chiesto dei chiarimenti e, soprattutto, che questo servizio venga ripristinato nel più breve tempo possibile. Già nei mesi scorsi, avevamo annunciato che la nostra attenzione rispetto alle problematiche che affliggono l’ospedale sarebbe stata massima e così sarà anche sul punto cottura».

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