Servizio pulizia scuole comunali. "La Cosa Pubblica" chiede a Falcomatà "chiarezza e trasparenza"

"Lo scorso 10 maggio chiedevamo pubblicamente al Sindaco Falcomatà e all’Amministrazione da lui guidata chiarimenti in merito a una strana procedura, indetta dall’allora dirigente Marcello Cammara, finalizzata - ricorda Stefano Morabito, per l'Associazione 'La Cosa Pubblica' - ad assegnare il servizio di assistenza, sorveglianza e pulizia nelle scuole comunali.  Come si ricorderà, tale servizio è stato svolto, fino al 31 dicembre 2015, dalle ex tirocinanti Multiservizi. Scaduto a quella data il loro contratto, si è scelto di individuare un operatore privato per svolgere il servizio. Tuttavia, già a Maggio avevamo sollevato dubbi sulla decisione da parte del Comune di avviare una procedura d’urgenza come se la scadenza dei contratti delle ex lavoratrici Multiservizi non fosse nota all’amministrazione comunale (e all’opinione pubblica tutta) da diversi mesi. Ci aveva insospettito, inoltre, la totale mancanza di trasparenza nelle procedure, i cui atti sono stati pubblicati sull’Albo Pretorio quando già l’affidamento alla ditta privata era avvenuto da qualche tempo. Infine, chiedevamo al sindaco, Giuseppe Falcomatà, di fugare ogni dubbio in merito al sospetto, motivato da insistenti notizie circolanti in città, che la ditta Con.Ser, affidataria del servizio, fosse in qualche modo riconducibile a un ex consigliere comunale di centro-dentra.  More solito, il Sindaco e la sua amministrazione si sono chiuse, di fronte alle nostre richieste, in un ermetico mutismo". "Oggi - sottolinea il rappresentante di Cosa Pubblica - dobbiamo tornale sulla vicenda perché, scaduto il servizio il 30 giugno, non vi è alcuna notizia del nuovo bando per l’assegnazione dello stesso in vista del nuovo anno scolastico, che avrà inizio fra meno di un mese. Non vorremmo che questo ingiustificabile ritardo preluda al solito ricorso alla procedura d’urgenza e al conseguente affidamento diretto, una pratica che, stando a quanto dichiarato dalla Commissione Antimafia, la fa da padrona all’interno del Comune di Reggio Calabria almeno dal 2010.  Oggi, il ricorso alla procedura d’urgenza, specie dopo le nostre segnalazioni risalenti a tre mesi fa, suonerebbe come la volontà di proseguire il metodo Cammara anche dopo Cammara, e dimostrerebbe che tale metodo (qualora fosse provato in sede giudiziaria) non fosse esclusivo di un solo dirigente e di un solo settore, ma prassi comune di tutta l’Amministrazione ed espressione di una precisa volontà politica. Non capiamo ancora per quali ragioni il Sindaco e la Giunta non abbiano voluto porre attenzione rispetto al campanello d’allarme che abbiamo suonato ancora prima delle inchieste che hanno investito il Comune e uno dei suoi principali dirigenti. Ancor meno riusciamo a comprendere come, dopo quanto emerso,  su vicende già poste pubblicamente all’attenzione del Sindaco, si continui a seguire, stando a quanto ne sappiamo oggi, sulla stessa strada.  Il tutto, mentre le costituende società in house sono ancora bloccate, in attesa della definizione di un bando per selezionare la società che dovrebbe redigere il bando di selezione (che Falcomatà assicurava fosse già redatto) per i dipendenti e gestire il concorso e mentre quegli  stessi dipendenti stazionano da settimane davanti a palazzo San Giorgio senza riuscire ad interloquire con il Sindaco. Per queste ragioni, chiediamo per l’ennesima volta all’Ammisistrazione chiarezza e trasparenza. Che entrambe siano mancate fino ad oggi non è una buona ragione per perseverare in tale comportamento disattendendo le richieste dei cittadini e le esigenze dei lavoratori. A questo punto, se l’Amministrazione dovesse procedere per la via dell’urgenza, lo faccia assegnando temporaneamente il servizio di assistenza e pulizia nelle scuole alle lavoratrici Multiservizi che lo hanno svolto fino allo scorso anno ricorrendo allo strumento dei voucher". "Si darebbe una mano a queste lavoratrici e il Comune - è la considerazione finale di Stefano Morabito - risparmierebbe la quota di profitto spettante all’impresa. 

 

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