'Ndrangheta: sequestrati beni per oltre 50 milioni di euro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, su disposizione della locale Corte d'Appello hanno eseguito la confisca dell'intero patrimonio del 60enne Giuseppe Rocco Rechichi, imprenditore considerato vicino alla cosca di 'ndrangheta dei "Tegano".

Il provvedimento si fonda sulle risultanze delle indagini sviluppate nell'ambito dell’operazione “Astrea”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Reggio Calabria, conclusa con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 11 presunti affiliati o contigui alla cosca di ‘ndrangheta “Tegano” di Reggio Calabria, tra cui lo stesso Rechichi accusato del reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso e per "aver posto in essere una serie di fittizie intestazioni di beni/aziende, giungendo – tra l’altro, tramite le stesse – ad infiltrare con conseguenti condizionamenti gestionali, la società “Multiservizi S.p.a.” a capitale misto partecipata dal Comune di Reggio Calabria".

In tale contesto, erano state sottoposte a sequestro preventivo le società riconducibili a Rechichi: "CA. S.rl", "IM. SRL" ed "Edil di Rechichi srl" comprensive delle quote societarie, dei conti correnti e di tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale, per un valore a suo tempo stimato in 50.459.542 di euro.

Successivamente, le posizioni del procedimento “Astrea” e quelle del procedimento “Archi” – quest’ultimo relativo all’omonima operazione condotta dalla Questura di Reggio Calabria, conclusa nel 2011 con l’esecuzione di 21 provvedimenti restrittivi cautelari nei confronti di presunti affiliati alla cosca Tegano per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso – sono confluiti in un unico processo.

Con riferimento alla misura cautelare eseguita sui beni delle società della “SI.CA. S.r.l.”, della “REC.IM. S.r.l.” e della “COM.EDIL di RECHICHI S.r.l.”, il gup del Tribunale di Reggio Calabria – con sentenza emessa il 16 luglio 2012 – ha disposto la confisca di quanto già sottoposto a sequestro preventivo.

 Con il provvedimento odierno, la Corte di Appello di Reggio Calabria ha confermato quanto a suo tempo disposto dal gup ed ha sottoposto a confisca le società riconducibili a Rechichi ed i relativi beni, che ora entrano definitivamente nella proprietà dello Stato.

 

 

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