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Acqua non potabile, cresce il numero dei paesi coinvolti. Quali sono le cause?

È sempre più vasta l’area entro la quale non è possibile usufruire dell’acqua potabile. Dopo Serra San Bruno, Parghelia e Argusto, anche a Chiaravalle è stata emessa l’ordinanza di divieto di utilizzo del prezioso liquido a fini alimentari (valori batteriologici fuori norma per la sorgente “Labrisi” del rione “Cona”). Il problema non è dunque inquadrabile in un ambito ristretto, ma coinvolge diverse realtà della parte centrale della Calabria. Il nodo stavolta non è legato solo a Sorical: è l’acqua che sgorga dalle nostre montagne a non rientrare nei parametri stabiliti dalle legge. Al momento non sono chiare le cause di quanto sta accadendo, di certo c’è che i disagi aumentano. Inoltre, il prolungarsi della situazione snerva i cittadini che, a lungo andare, rischiano di cadere nell’errore di utilizzare l’acqua per fini vietati per dimenticanza o semplicemente perchè stanchi di ricorrere a nuovi acquisti. Oltre al monitoraggio, serve uno studio per capire le origini e il motivo della permanenza della non potabilità. È evidente comunque che la soluzione è meno facile di quanto si potesse immaginare: sganciarsi dall’Alaco potrebbe non bastare per vivere nella normalità.

 

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