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Operazione Saggezza: Il consigliere comunale di Serra Bruno Zaffino è stato assolto

Il consigliere comunale ed ex assessore di Serra San Bruno Bruno Zaffino, sospeso e non reintegrato nella carica, arrestato nell’ambito dell’operazione “Saggezza” condotta dalla DDA di Reggio Calabria, accusato di turbativa d’asta aggravata dalla modalità mafiosa, è stato assolto dal Tribunale di Locri. Bruno Zaffino esce a testa alta da un’inchiesta che lo aveva visibilmente provato e dalla quale, attraverso i suoi legali. Avv. Giovanni Veccchio e Avv. Salvatore Staiano, ha dimostrato la sua estraneità. Assoluzione "per non aver commesso il fatto", fa sapere l’avvocato Vecchio, visibilmente soddisfatto anche dell’assoluzione di un altro suo assistito vibonese, Marcello Cirillo di Fabrizia che era imputato delle stesse accuse di Zaffino con in più estorsione e violenza privata. Bruno Zaffino, dopo il suo arresto, era stato immediatamente sospeso dalla carica di consigliere comunale con apposito provvedimento da parte dell'allora Prefetto di Vibo Valentia Michele Di Bari. Era stato candidato alle comunali del 2011 nella lista del Pdl che poi risultò vincente e fu tra i più votati (224 preferenze), un exploit di consensi grazie al quale venne nominato assessore dal neo sindaco  Bruno Rosi. Alcuni mesi dopo, il 22 dicembre 2011, la fase idilliaca del dopo vittoria ebbe termine e Bruno Zaffino venne estromesso dalla giunta per “il rilancio dell’attività amministrativa”, motivazione questa che lo stesso Zaffino reputò falsa. L’ex assessore, contro il provvedimento di revoca decise di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia sostenendo che il vero motivo della sua esclusione fosse una parentela acquisita “scomoda” per l’amministrazione e non il rilancio dell’attività amministrativa indicato nel provvedimento di revoca. Nell’ambito del consiglio comunale durante il quale l’assessore revocato contestò al sindaco la sua revoca ebbe modo di lanciare nei confronti del primo cittadino delle parole esplicite «devi sviscerare la verità, la verità la so io, la sai tu e la sa la maggioranza». Una vicenda che, per Bruno Zaffino, dunque si conclude nel migliore dei modi e d'altra parte lui stesso non aveva mai perso la fiducia nella giustizia, non perdendo mai occasione di ribadire la sua estraneità e tenendo sempre un comporamento dignitoso.

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