Sanità, Serranò (PD) sdegnata: "Si vergogni chi ha deciso di chiudere il Centro ACE"

"Non ci sono parole per  esprimere lo sdegno di quella parte di società civile che è sbigottita di fronte alla chiusura imposta dal Dipartimento tutela della salute di Catanzaro  allo  Studio Medico ACE di Pellaro nato per offrire un servizio diagnostico alla  fascia più debole della cittadinanza , quella  che non può permettersi il pagamento di un esame a  strumentale di I° livello in Centri Polispecialistici rinomati in città, né pagare ticket presso le strutture pubbliche". Paola Serranò, consigliere comunale del Partito Democratico a Reggio Calabria e stimata oncologa, esprime tutto lo sdegno possibile per veicolare il dissenso emerso attorno ad una decisione unanimemente giudicata scellerata e profondamente sbagliata. "Esiste ormai da tempo  sul territorio, una povertà economica  intesa come assenza di mezzi per il sostentamento individuale e familiare  a cui  si sta aggiungendo  - sottolinea la professionista reggina - una fragilità biologica perché molte di queste persone  sono  portatrici  di malattie croniche che non curano più. Costoro non si rivolgono a strutture sanitarie e  affrontano da soli le problematiche connesse alla gestione della malattia sia come controllo dei sintomi sia come disagio esistenziale. Il centro ACE è riuscito in tanti anni a dare a molti un aiuto da altre parti negato. Purtroppo il 'sistema' sanitario pubblico locale vive una profonda crisi finanziaria ed organizzativa di non facile soluzione,  soprattutto  non è più adeguato a comprendere e a rispondere ai  veri bisogni di salute dei cittadini. Lo stato di  precarietà ed abbandono  delle strutture sanitarie,  la carenza numerica di operatori,  la vetustà degli edifici, l’insicurezza nel futuro, tutto ciò alimenta la sanità privata  anche speculativa. Il territorio è da anni preda di interessi economici privati che si nascondono dietro prospettive di cura d’avanguardia. La migrazione sanitaria è in incremento anche perché  molti  specialisti che operano presso centri fuori regione vengono a visitare qui da noi e poi si portano via i pazienti  piuttosto che  riaffidarli alla sanità locale". "Il Piano di rientro - accusa con durezza l'esponente PD a Palazzo San Giorgio - è stato un altro strumento perverso di smantellamento del Sistema sanitario pubblico a favore del privato.  Le  lunghe liste d’attesa favoriscono ed alimentano  il ricorso a prestazioni private.  Il centro ACE  si è fatto portavoce del diritto alla salute del cittadino garantendo una organizzazione capace di  accogliere la domanda senza dover obbligatoriamente imporre una tariffa da pagare. Ha fatto proprio il recupero del senso etico dell’ agire medico attraverso gli atteggiamenti di tutti coloro che li operano, improntati all’ascolto empatico e alla partecipazione compassionevole alla sofferenza umana  Che si vergogni chi si è prestato a questa evidente e strumentale operazione in nome di una legalità surrogata. Gli specialisti che operano presso il Centro ACE sono tutti abilitati alla professione medica ed hanno rinunciato a lauti profitti per umilmente mettersi a servizio dei più deboli. A chi interessa chiudere il Centro ACE ? Che si facciano avanti coloro che dubitano dell’appropriatezza delle prestazioni lì erogate! Faccio appello agli organi regionali preposti, al Commissario ad acta ingegner Scura, al presidente Oliverio, perché  si adoperino per l’immediata riapertura del Centro. Qualsiasi adempimento burocratico, se necessario, si potrà acquisire senza recare danno  a tante persone in attesa di esami diagnostici già prenotati.  Ricordo a tutti che la vita umana ha un valore incommensurabile ed  ogni azione a sua tutela e difesa è un atto di profondo rispetto e di civiltà. Con questi principi si sono formati centinaia di migliaia di medici ed operatori sanitari nel nostro paese. Su questi principi e valori è nato il Sistema Sanitario Nazionale". Ricordiamocene e rifondiamo in modo strutturale, deciso ed equo la nostra Sanità tenendo in alta considerazione il rispetto e la dignità che si deve ad ogni uomo". Sburocratizziamo, controlliamo, ma consentiamo - è il grido che si leva alto dal consigliere Paola Serranò - a chi opera con umiltà e competenza a continuare a farlo nel nome della Solidarietà umana". 

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