Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato un cantiere edile

Un’area di 4000 metri quadri è stata posta sotto sequestro dagli uomini del Comando Stazione del Corpo Forestale di Cosenza in località Santa Maria nel Comune di Mendicino. All’interno di essa, situata  in prossimità del Cimitero comunale, erano in corso scavi e sbancamenti risultati essere realizzati senza le autorizzazioni previste. In particolare, dai riscontri documentali acquisti dal personale Forestale sui titoli abilitativi e dai controlli effettuati, è stata accertata la realizzazione in corso d’opera di una serie di interventi di trasformazione urbanistica del territorio diretti alla realizzazione di un piazzale. Difatti, al momento del controllo erano in corso dei lavori diretti allo spianamento ed alla successiva sistemazione dell’area realizzata mediante sbancamenti e modifica del preesistente piano di campagna. Inoltre, in controlli effettuati hanno permesso di appurare che per tali lavori era stato utilizzato un ingente quantitativo di materiale inerte stabilizzato avente caratteristiche pedologiche e di matrice ambientale diversa da quelle presenti in sito, caratterizzate, quest’ultime, dalla presenza di roccia affiorante conosciuta come la rinomata pietra di Mendicino con la quale sono stati realizzati portali di chiese e palazzi storici della Provincia.  Oltre a tali lavori in corso gli agenti hanno verificato la realizzazione, in corso d’opera, di infrastrutture tecnologiche dirette alla messa in opera di pali di illuminazione e impianto di video sorveglianza nonché dei necessari cablaggi elettrici ed elettronici messi in opera nel sottosuolo. Dalla verifica degli atti autorizzativi è stato possibile riscontrare, a parere degli investigatori,  che tali lavori sono stati effettuati in assenza dei necessari titoli abilitativi, essendo interventi di nuova costruzione diretti alla trasformazione urbanistica di terreno ricadente in zona classificata agricola del vigente strumento urbanistico comunale. Tale area è già balzata agli onori della cronaca nell’anno 2003, quando, a seguito di scavi diretti alla realizzazione di impianti di distribuzione energia elettrica venivano rinvenute delle tombe di epoca altomedievale, verosimilmente longobarde, per le quali la  Soprintendenza dei Beni Archeologici della Calabria dichiarò l’area di interesse archeologico. L’intervento del personale CFS ha portato al sequestro preventivo dell’area di cantiere e dei manufatti ed impianti in corso di realizzazione contestando il reato previsto per tale fattispecie penalmente rilevante. Venivano quindi identificati i responsabili nelle persone del  committente delle opere, della ditta esecutrice ed del  direttore dei lavori nominato e denunciati alla competente Autorità Giudiziaria. 

 

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